Tra 10 anni solo nanofarmaci, soprattutto in oncologia

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Tra 10 anni solo nanofarmaci, soprattutto in oncologia

Messaggio da uffa2 » venerdì 13 gennaio 2012, 9:54

Entro 10 anni il mondo della farmaceutica sarà dominato dai nanofarmaci. Nel prossimo futuro, infatti, non ci sarà ragione di usare medicinali 'nudi', ma tutti saranno veicolati da nanoparticelle: sarà la norma non l'eccezione”.
E' la previsione di Mauro Ferrari, cervello italiano inventore della nanomedicina oncologica, presidente del Methodist Hospital Research Institute di Houston (Usa).
Ho appena consultato la mia sfera di cristallo”, scherza Ferrari raggiunto al telefono da Pharmakronos negli Stati Uniti, Paese per il quale ha scritto e progettato il programma federale per la nanomedicina, in particolare applicata al cancro, sul quale sono stati già investiti 700 milioni di dollari: “E' una novità che cambia il mondo”, dice Ferrari, e oltreoceano ci si sta puntando molto.
Nel prossimo decennio - spiega - i nanofarmaci diventeranno una quota sempre più importante perché permettono a tutti i farmaci di essere più efficaci e meno dannosi”.
Oggi, dopo i farmaci chimici e biologici, questi prodotti “sono la terza forza”, sottolinea Ferrari, tra i primi al mondo ad interessarsi del settore dove è impegnato da 15 anni, in particolare per l'oncologia.
I vantaggi dei nanofarmaci nella lotta al cancro “sono legati al fatto che portano i principi attivi direttamente sul tumore. Si ottiene così una maggiore efficacia nella riduzione del cancro e, contemporaneamente, si limita la dispersione del farmaco in altre parti dell'organismo, contenendo così i danni collaterali. In sintesi più efficacia e meno effetti avversi”.
Questa tecnologia, infatti, punta a dirigere la molecola attiva verso il bersaglio.
E' una questione di veicolazione”.
Le nanoparticelle sono 'navicelle' che caricano a bordo le molecole del farmaco e, per le loro caratteristiche fisiche e chimiche, riescono ad individuare la meta, le 'porte' da aprire, e a superare le barriere biologiche di difesa dell'organismo.
Con i farmaci chimici e anche i più recenti biologici, la percentuale di prodotto che arriva sul tumore è una parte per mille, se non peggio. E si tratta di farmaci estremamente tossici, utilizzati proprio perché in grado di avvelenare il tumore. La nanomedicina, quando funziona, risolve questo grave problema”.
Sui nanofarmaci, però, sono stati sollevati dubbi sul fatto che le nanoparticelle possano essere eliminate con difficoltà dall'organismo creando, poi, altri danni.
La mia strategia - precisa Ferrari - utilizzata nel laboratorio che dirigo, e che raccomando a tutti, è usare particelle che siano completamente degradabili nel corpo e che scompaiano del giro di qualche giorno o, al massimo, di qualche settimana. Non userei mai particelle che possano accumularsi e che non sappiamo cosa possano creare sul lungo periodo. Altri non sono d'accordo e usano particelle che, secondo dati sperimentali, si disperdono del tempo. Ma, personalmente, sono convinto che è meglio non fidarsi”.


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