Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'HIV
Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'HIV
Guariti 6 bambini da malattie genetiche finora non curabili utilizzando l'HIV come vettore
'Battute' la sindrome Wiskott-Aldrich e la leucodistrofia metacromatica. I ricercatori hanno usato il virus dell'Hiv (modificato geneticamente) per diffondere i geni corretti in tutte le celle.
La ricerca italiana, pubblicata su Science, è presentata in una conferenza stampa a Milano, dai ricercatori dell'Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica.
I risultati, che i ricercatori del Tiget definiscono incoraggianti e molto promettenti, sono stati ottenuti dopo tre anni di trattamento su sei bambini con gravi malattie ereditarie. Di questi, tre (provenienti da Libano, Usa ed Egitto) con una malattia neurodegenerativa considerata finora incurabile, la leucodistrofia metacromatica; gli altri tre (provenienti da Italia, Turchia e Usa) con da una rara immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich.
Ora Jacob può giocare e andare a scuola senza il terrore di ammalarsi per una banale infezione. Può correre per casa come tutti i bimbi di tre anni, senza indossare quell'elmetto che prima lo proteggeva dal rischio di gravi emorragie in caso di caduta. Il suo sguardo curioso e la vivacità dei suoi movimenti sono la testimonianza più bella del successo raggiunto con la nuova terapia genica targata San Raffaele e Telethon.
Il risultato si deve all'intuizione di Luigi Naldini, oggi direttore dell'Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (Tiget) di Milano. Proprio lui, nel 1996, pensò di disarmare il temutissimo virus Hiv, responsabile dell'Aids, per trasformarlo in un efficiente cavallo di escort (edit automatico) che trasporta nella sua pancia i geni sani con cui correggere gravi malattie ereditarie, arrivando fino alle cellule dell'inaccessibile sistema nervoso centrale.
Dopo anni di esperimenti in laboratorio per valutare sicurezza ed efficacia della terapia genica sulle cellule staminali del sangue, nel 2010 è partita la sperimentazione su 16 piccoli pazienti da tutto il mondo, di cui 6 affetti da una grave malattia neurodegenerativa, la leucodistrofia metacromatica (la malattia di Sofia al centro del caso Stamina), e 10 colpiti da una rara immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich. Dopo tre anni, ecco i primi frutti. Jacob (3 anni, americano), Canalp (4 anni, turco) e Samuel (9 anni, di Roma), tutti affetti dalla sindrome di Wiskott-Aldrich, sono potuti quasi rinascere. Lo racconta Alessandro Aiuti, responsabile dell'unità di Ricerca clinica pediatrica del Tiget, in collegamento con il San Raffaele via Skype dalla casa del piccolo Jacob a Philadelphia.
"Nella sindrome di Wiskott-Aldrich - spiega Aiuti - le cellule del sangue sono direttamente colpite dalla malattia e le staminali corrette hanno sostituito le cellule malate, dando luogo a un sistema immunitario funzionante e a piastrine normali. Grazie alla terapia genica i bambini non vanno più incontro a emorragie e infezioni gravi e possono correre, giocare e andare a scuola". Ottimi risultati sono stati ottenuti anche su Mohammad (4 anni dal Libano), Giovanni (3 anni dagli Usa) e Kamal (3 anni, egiziano), i primi tre pazienti trattati per la leucodistrofia metacromatica: la malattia, aggredita prima della comparsa dei sintomi, è stata arrestata.
"Il caso più eclatante è quello di Mohammad, il primo si cui siamo intervenuti", spiega Alessandra Biffi, che ha coordinato questa seconda ricerca. "Ha iniziato la terapia quando aveva solo 16 mesi: dopo la settimana di cura e i due mesi di osservazione in ospedale, è tornato alla sua vita. E' sopravvissuto ai due fratelli maggiori, morti per la stessa malattia, e ormai - conclude la ricercatrice - ha raggiunto in buona salute un'età a cui nessun paziente era potuto arrivare in simili condizioni".
Da temuto nemico a prezioso alleato: il virus Hiv responsabile dell'Aids può essere disarmato e addomesticato per diventare un perfetto cavallo di escort (edit automatico), capace di insinuarsi nelle cellule trasportando i geni sani con cui correggere gravi malattie ereditarie.
La tecnica prevede che il virus Hiv venga modificato con l'ingegneria genetica e reso inoffensivo: viene conservato solo il 10% del materiale genetico originario, in modo da mantenere la sua naturale capacità di introdursi nelle cellule (anche quelle che non si replicano, come quelle del sistema nervoso) per trasferirvi i geni che operano come farmaci. Grazie a questa 'navicella' d'eccezione, i ricercatori del Tiget hanno corretto le cellule staminali del sangue prelevate dal midollo osseo dei pazienti, introducendovi la versione corretta del gene difettoso responsabile della malattia. Le cellule ingegnerizzate sono state re-infuse nel midollo dopo che i pazienti erano stati sottoposti a chemioterapia per favorire l'attecchimento.
A seguire, uno o due mesi di isolamento in stanza sterile, per non mettere in difficoltà le difese immunitarie abbassate. I primi dati sperimentali dimostrano che la tecnica è efficace contro due gravi malattie ereditarie, la leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott-Aldrich: nel giro di un paio di anni, secondo Naldini, si potrebbe anche arrivare ad avere un farmaco registrato e disponibile. I ricercatori del Tiget però non si fermano qui e prevedono di estendere la sperimentazione clinica anche ad altre malattie: la talassemia e la mucopolisaccaridosi di tipo 1 potrebbero entrare nel loro mirino per la fine del 2014.
Oltre ai promettenti risultati clinici, la tecnica ha permesso di tagliare anche un altro importante traguardo per la ricerca scientifica. Per la prima volta, infatti, si è riusciti a fare in modo che quasi tutte le cellule del sangue dei pazienti contenessero il gene corretto: si è quasi ottenuta quella che i ricercatori definiscono come la "totale ingegnerizzazione del sistema ematopoietico".
"La nostra ricerca dimostra che la terapia genica è diventata ormai una valida alternativa al trapianto di cellule da donatore quando questo non sia disponibile", afferma Naldini. "Ci suggerisce anche il disegno per nuove terapie per malattie più diffuse, in cui le cellule del sangue potrebbero essere 'armate' per combattere un'infezione o un tumore".
La prima delle malattie su cui è stata sperimentata la terapia genica con il virus Hiv è la leucodistrofia metacromatica. E' una malattia genetica neurodegenerativa dovuta al deficit dell'enzima che smaltisce le sostanze chiamate sulfatidi. Senza l'enzima, i sulfatidi si accumulano e danneggiano la guaina che riveste le fibre nervose (chiamata mielina), essenziale per la trasmissione corretta dei segnali. Gradualmente i bambini colpiti da questa malattia smettono di muoversi, di mangiare autonomamente, di parlare. Finora non c'erano terapie per questa malattia che, si stima, colpisce una persona ogni 625.000.
La seconda malattia genetica trattata è la sindrome di Wiskott-Aldrich. Colpisce i bambini maschi e si manifesta fin dall'infanzia con eczema e infezioni ricorrenti come otiti, sinusiti, broncopolmoniti e diarrea. Sono frequenti anche problemi di sanguinamento, con pericolose emorragie, dovuti ad un'anomalia delle piastrine, che sono poche e più piccole del normale. E' alto anche il rischio di sviluppare malattie autoimmuni e tumori. Si stima che la malattia colpisca una persona su un milione. La sua causa è nell'anomalia del gene Was, che controlla una molecola del sangue: senza di essa si alterano cellule del sistema immunitario e piastrine. Finora l'unica terapia era il trapianto di midollo osseo, con alti rischi senza di un donatore compatibile
http://www.lastampa.it/2013/07/11/scien ... agina.html
http://www.huffingtonpost.it/2013/07/11 ... _ref=italy
http://www.repubblica.it/salute/ricerca ... -62822268/
'Battute' la sindrome Wiskott-Aldrich e la leucodistrofia metacromatica. I ricercatori hanno usato il virus dell'Hiv (modificato geneticamente) per diffondere i geni corretti in tutte le celle.
La ricerca italiana, pubblicata su Science, è presentata in una conferenza stampa a Milano, dai ricercatori dell'Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica.
I risultati, che i ricercatori del Tiget definiscono incoraggianti e molto promettenti, sono stati ottenuti dopo tre anni di trattamento su sei bambini con gravi malattie ereditarie. Di questi, tre (provenienti da Libano, Usa ed Egitto) con una malattia neurodegenerativa considerata finora incurabile, la leucodistrofia metacromatica; gli altri tre (provenienti da Italia, Turchia e Usa) con da una rara immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich.
Ora Jacob può giocare e andare a scuola senza il terrore di ammalarsi per una banale infezione. Può correre per casa come tutti i bimbi di tre anni, senza indossare quell'elmetto che prima lo proteggeva dal rischio di gravi emorragie in caso di caduta. Il suo sguardo curioso e la vivacità dei suoi movimenti sono la testimonianza più bella del successo raggiunto con la nuova terapia genica targata San Raffaele e Telethon.
Il risultato si deve all'intuizione di Luigi Naldini, oggi direttore dell'Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (Tiget) di Milano. Proprio lui, nel 1996, pensò di disarmare il temutissimo virus Hiv, responsabile dell'Aids, per trasformarlo in un efficiente cavallo di escort (edit automatico) che trasporta nella sua pancia i geni sani con cui correggere gravi malattie ereditarie, arrivando fino alle cellule dell'inaccessibile sistema nervoso centrale.
Dopo anni di esperimenti in laboratorio per valutare sicurezza ed efficacia della terapia genica sulle cellule staminali del sangue, nel 2010 è partita la sperimentazione su 16 piccoli pazienti da tutto il mondo, di cui 6 affetti da una grave malattia neurodegenerativa, la leucodistrofia metacromatica (la malattia di Sofia al centro del caso Stamina), e 10 colpiti da una rara immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich. Dopo tre anni, ecco i primi frutti. Jacob (3 anni, americano), Canalp (4 anni, turco) e Samuel (9 anni, di Roma), tutti affetti dalla sindrome di Wiskott-Aldrich, sono potuti quasi rinascere. Lo racconta Alessandro Aiuti, responsabile dell'unità di Ricerca clinica pediatrica del Tiget, in collegamento con il San Raffaele via Skype dalla casa del piccolo Jacob a Philadelphia.
"Nella sindrome di Wiskott-Aldrich - spiega Aiuti - le cellule del sangue sono direttamente colpite dalla malattia e le staminali corrette hanno sostituito le cellule malate, dando luogo a un sistema immunitario funzionante e a piastrine normali. Grazie alla terapia genica i bambini non vanno più incontro a emorragie e infezioni gravi e possono correre, giocare e andare a scuola". Ottimi risultati sono stati ottenuti anche su Mohammad (4 anni dal Libano), Giovanni (3 anni dagli Usa) e Kamal (3 anni, egiziano), i primi tre pazienti trattati per la leucodistrofia metacromatica: la malattia, aggredita prima della comparsa dei sintomi, è stata arrestata.
"Il caso più eclatante è quello di Mohammad, il primo si cui siamo intervenuti", spiega Alessandra Biffi, che ha coordinato questa seconda ricerca. "Ha iniziato la terapia quando aveva solo 16 mesi: dopo la settimana di cura e i due mesi di osservazione in ospedale, è tornato alla sua vita. E' sopravvissuto ai due fratelli maggiori, morti per la stessa malattia, e ormai - conclude la ricercatrice - ha raggiunto in buona salute un'età a cui nessun paziente era potuto arrivare in simili condizioni".
Da temuto nemico a prezioso alleato: il virus Hiv responsabile dell'Aids può essere disarmato e addomesticato per diventare un perfetto cavallo di escort (edit automatico), capace di insinuarsi nelle cellule trasportando i geni sani con cui correggere gravi malattie ereditarie.
La tecnica prevede che il virus Hiv venga modificato con l'ingegneria genetica e reso inoffensivo: viene conservato solo il 10% del materiale genetico originario, in modo da mantenere la sua naturale capacità di introdursi nelle cellule (anche quelle che non si replicano, come quelle del sistema nervoso) per trasferirvi i geni che operano come farmaci. Grazie a questa 'navicella' d'eccezione, i ricercatori del Tiget hanno corretto le cellule staminali del sangue prelevate dal midollo osseo dei pazienti, introducendovi la versione corretta del gene difettoso responsabile della malattia. Le cellule ingegnerizzate sono state re-infuse nel midollo dopo che i pazienti erano stati sottoposti a chemioterapia per favorire l'attecchimento.
A seguire, uno o due mesi di isolamento in stanza sterile, per non mettere in difficoltà le difese immunitarie abbassate. I primi dati sperimentali dimostrano che la tecnica è efficace contro due gravi malattie ereditarie, la leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott-Aldrich: nel giro di un paio di anni, secondo Naldini, si potrebbe anche arrivare ad avere un farmaco registrato e disponibile. I ricercatori del Tiget però non si fermano qui e prevedono di estendere la sperimentazione clinica anche ad altre malattie: la talassemia e la mucopolisaccaridosi di tipo 1 potrebbero entrare nel loro mirino per la fine del 2014.
Oltre ai promettenti risultati clinici, la tecnica ha permesso di tagliare anche un altro importante traguardo per la ricerca scientifica. Per la prima volta, infatti, si è riusciti a fare in modo che quasi tutte le cellule del sangue dei pazienti contenessero il gene corretto: si è quasi ottenuta quella che i ricercatori definiscono come la "totale ingegnerizzazione del sistema ematopoietico".
"La nostra ricerca dimostra che la terapia genica è diventata ormai una valida alternativa al trapianto di cellule da donatore quando questo non sia disponibile", afferma Naldini. "Ci suggerisce anche il disegno per nuove terapie per malattie più diffuse, in cui le cellule del sangue potrebbero essere 'armate' per combattere un'infezione o un tumore".
La prima delle malattie su cui è stata sperimentata la terapia genica con il virus Hiv è la leucodistrofia metacromatica. E' una malattia genetica neurodegenerativa dovuta al deficit dell'enzima che smaltisce le sostanze chiamate sulfatidi. Senza l'enzima, i sulfatidi si accumulano e danneggiano la guaina che riveste le fibre nervose (chiamata mielina), essenziale per la trasmissione corretta dei segnali. Gradualmente i bambini colpiti da questa malattia smettono di muoversi, di mangiare autonomamente, di parlare. Finora non c'erano terapie per questa malattia che, si stima, colpisce una persona ogni 625.000.
La seconda malattia genetica trattata è la sindrome di Wiskott-Aldrich. Colpisce i bambini maschi e si manifesta fin dall'infanzia con eczema e infezioni ricorrenti come otiti, sinusiti, broncopolmoniti e diarrea. Sono frequenti anche problemi di sanguinamento, con pericolose emorragie, dovuti ad un'anomalia delle piastrine, che sono poche e più piccole del normale. E' alto anche il rischio di sviluppare malattie autoimmuni e tumori. Si stima che la malattia colpisca una persona su un milione. La sua causa è nell'anomalia del gene Was, che controlla una molecola del sangue: senza di essa si alterano cellule del sistema immunitario e piastrine. Finora l'unica terapia era il trapianto di midollo osseo, con alti rischi senza di un donatore compatibile
http://www.lastampa.it/2013/07/11/scien ... agina.html
http://www.huffingtonpost.it/2013/07/11 ... _ref=italy
http://www.repubblica.it/salute/ricerca ... -62822268/
Re: Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'
Stavo leggendo i dettagli di questa ricerca or ora e ridevo da solo: chissà cosa starà pensando questo virus deficiente mentre trasporta nuovi geni su e giù dal corpo affannato come un corriere espresso sottopagato. E ci riesce pure!! A qualcosa serve sto virus del c*zz0...
Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'HIV
E tutto questo con un virus "che non esiste" e/o "non è mai stato isolato", ha del miracoloso no?:-D
HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info
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Re: Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'
Infatti nei vari siti negazionisti stanno sclerando più del solito ...uffa2 ha scritto:E tutto questo con un virus "che non esiste" e/o "non è mai stato isolato", ha del miracoloso no?
Chi volesse capire qualcosa di più sul versante della cura della leucemia mediante terapia genica con HIV modificato, può rileggere l'intervista al Professor Lambertenghi di due estati fa:
Re: Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'
Questa frase ha colpito la mia attenzione:
Da quanto ero rimasto, senza il recettore CD4 e co recettori di complemento l'HIV non entra nelle cellule.
Come se l'HIV "nature" possedesse la capacità di entrare nei neuroni. Da quando i neuroni hanno sulla loro superficie il recettore CD4 e il corecettore CCR5 o CXCR4? Oppure questo virus é stato modificato geneticamente cosi pesantemente da utilizzare altri mezzi? Oppure la stampa generalista sta distorcendo i particolari tecnici?La tecnica prevede che il virus Hiv venga modificato con l'ingegneria genetica e reso inoffensivo: viene conservato solo il 10% del materiale genetico originario, in modo da mantenere la sua naturale capacità di introdursi nelle cellule (anche quelle che non si replicano, come quelle del sistema nervoso) per trasferirvi i geni che operano come farmaci
Da quanto ero rimasto, senza il recettore CD4 e co recettori di complemento l'HIV non entra nelle cellule.
Re: Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'
Non ho ancora letto gli articoli e credo che lì potremo trovare delle risposte. Però l'HIV nei neuroni no, ma negli astrociti ci entra eccome. Per non parlare delle microglia.skydrake ha scritto:Questa frase ha colpito la mia attenzione:Come se l'HIV "nature" possedesse la capacità di entrare nei neuroni. Da quando i neuroni hanno sulla loro superficie il recettore CD4 e il corecettore CCR5 o CXCR4? Oppure questo virus é stato modificato geneticamente cosi pesantemente da utilizzare altri mezzi? Oppure la stampa generalista sta distorcendo i particolari tecnici?La tecnica prevede che il virus Hiv venga modificato con l'ingegneria genetica e reso inoffensivo: viene conservato solo il 10% del materiale genetico originario, in modo da mantenere la sua naturale capacità di introdursi nelle cellule (anche quelle che non si replicano, come quelle del sistema nervoso) per trasferirvi i geni che operano come farmaci
Da quanto ero rimasto, senza il recettore CD4 e co recettori di complemento l'HIV non entra nelle cellule.
Invece, nel caso della cura di tumori del sangue, l'HIV viene usato come vettore, disinnescato del suo potenziale patogeno, proprio per la sua capacità di penetrare in cellule che esprimono il CD4.
Intanto, gli abstract su Science sono questi:
- - Lentiviral Hematopoietic Stem Cell Gene Therapy in Patients with Wiskott-Aldrich Syndrome;
- Lentiviral Hematopoietic Stem Cell Gene Therapy Benefits Metachromatic Leukodystrophy.
Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'HIV
Appunto, forse qui la stampa generalista ha confuso astrociti con neuroni che, pur stando entrambi quasi tutti nel cervello, svolgono ruoli ben distinti.
(A meno che i giornalisti generalisti utilizzino gli astrociti per ragionare)
(A meno che i giornalisti generalisti utilizzino gli astrociti per ragionare)
Re: Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'
Niente di più probabile!skydrake ha scritto:(A meno che i giornalisti generalisti utilizzino gli astrociti per ragionare)
Comunque sia, mi rendo conto che per parlarne nel forum le fonti giornalistiche possono essere utili. Ma se vogliamo capire qualcosa di quello che scriviamo, è meglio dimenticarcele, perché creano sempre una confusione, un rumore di fondo, una disinformazione che ci portano regolarmente fuori strada. Lo dico a te, ma ovviamente vale per me in primo luogo.
Questo post è appena uscito su Oggi Scienza e mi pare carino:
Un successo reale contro le malattie genetiche
Pubblicato da Cristina Tognaccini su 12 luglio 2013
«Noi siamo abituati a raccontare storie, ma forse questa è la storia più bella che abbiamo raccontato finora» afferma Francesca Pasinelli, direttore generale di Telethon. Una storia che riguarda Mohammad, Giovanni, Kamal, Samuel – unico italiano fra i sei – Canalp e Jacob. Sei piccoli pazienti affetti da due gravi malattie genetiche – la leucodistrofia metacromatica (la stessa malattia della piccola Sofia del caso Stamina) e la sindrome di Wiskott-Aldrich – che tre anni fa hanno iniziato il trattamento con una terapia genica innovativa e che ora mostrano significativi benefici e stanno bene.
La terapia, che sfrutta il virus dell’Hiv, nasce dell’intuizione di uno scienziato italiano, Luigi Nandini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (Tiget), che nel 1996 aveva trovato il modo di renderlo innocuo e sfruttarlo per veicolare materiale genetico. Oggi quell’idea, portata avanti dai ricercatori del Tiget guidati dallo stesso Nandini e sostenuta da Telethon con 19 milioni di euro, quasi sicuramente si è trasformata in una terapia per queste due gravi patologie e apre le porte alla cura di altre malattie genetiche, anche più diffuse. «A tre anni dall’inizio della sperimentazione clinica i risultati ottenuti sui primi sei pazienti sono davvero incoraggianti: la terapia risulta non solo sicura, ma soprattutto efficace e in grado di cambiare la storia clinica di queste gravi malattie. Dopo 15 anni di sforzi, successi in laboratorio, ma anche frustrazioni è davvero emozionante poter dare una prima risposta concreta ai pazienti» spiega il direttore del Tiget. Il riconoscimento per il lavoro svolto dall’équipe di Nandini arriva anche a livello internazionale con una doppia pubblicazione sulla rivista Science.
Il protagonista di questa storia è anche il vettore virale derivato dall’Hiv, detto “lentivirale”, che mantiene solo il 10% del virus originario ma conserva la sua capacità di introdursi nelle cellule e trasferirvi materiale genetico. Il virus quindi funziona come un cavallo di Tro.ia che trasporta all’interno delle cellule difettose il materiale genetico in grado di correggere il problema. Un unico approccio per due malattie diverse. La leucotrofia metacromatica infatti è una malattia neurodegenerativa dovuta al deficit di un enzima, l’Arsa, responsabile dello smaltimento di alcune sostanze come i sulfatidi. Quando l’enzima non c’è o funziona male queste sostanze si accumulano nel sistema nervoso e danneggiano in maniera irreversibile la mielina, il rivestimento dei nervi. La conseguenza è una perdita graduale delle capacità motorie e cognitive acquisite fino a quel momento. La sindrome di Wiskott-Aldrich invece è sempre causata dalla carenza di una proteina (WASp) per colpa di un gene difettoso (Was) ma riguarda il sistema immunitario. Questa carenza infatti si ripercuote sulla struttura e il funzionamento delle cellule del sistema immunitario e delle piastrine, che espone i bambini – sono colpiti solo i bambini maschi con una frequenza di uno su un milione – a infezioni ricorrenti, emorragie anche fatali e un maggior rischio di riscontrare malattie autoimmuni o tumori.
La tecnica sviluppata dai ricercatori del Tiget consiste nel prelevare le cellule staminali ematopoietiche dal midollo del paziente stesso ed esporle al lentivirus che al suo interno trasporta una copia corretta del gene responsabile della malattia. Una volta “infettate” le cellule staminali inglobano il materiale genetico corretto e vengono re-infuse nell’organismo. In questo modo sono in grado di ripristinare la proteina mancante e correggere il difetto. «Nella sindrome di Wiskott-Aldrich le cellule del sangue sono direttamente colpite dalla malattia e le cellule staminali corrette sostituiscono quelle malate» spiega Alessandro Aiuti che ha coordinato lo studio clinico su questi pazienti. «Nel caso della Leucodistrofia metacromatica invece – chiarisce Alessandra Biffi, a capo dello studio su questa malattia – il meccanismo terapeutico è più sofisticato: le cellule modificate viaggiano attraverso il circolo sanguigno fino a raggiungere il cervello dove rilasciano la proteina corretta che viene “raccolta” dalla cellule nervose circostanti. In questo caso ciò che ha fatto la differenza è stato ingegnerizzare le cellule in modo da produrre una quantità di proteina molto superiore al normale per contrastare il processo neurodegenerativo».
Per ora sono stati resi noti i risultati di soli tre pazienti per ciascuno studio, perché solo per questi era passato un tempo sufficientemente lungo dall’inizio della terapia per confermarne sicurezza ed efficacia. Gli studi però hanno visto il coinvolgimento di sedici pazienti in totale, sei per la sindrome di Wiskott-Aldrich e dieci per la leucodistrofia metacromatica.
«Questo traguardo è un esempio di come la ricerca condotta con rigore, determinazione e dedizione possa portare ai risultati sperati – ha affermato durante la conferenza stampa Maria Grazia Roncarolo direttore scientifico dell’Irccs Ospedale San Raffaele che aveva preso parte all’avvio dello studio sulla sindrome di Wiskott-Aldrich – la ricerca traslazionale ha tempi lunghi, a volte accettati con fatica dai pazienti e i genitori, ma non possiamo esimerci dall’eseguire tutti i passaggi necessari. Possiamo diventare più efficienti e ridurre i tempi fino a un certo punto, ma per la sicurezza stessa dei pazienti non è possibile saltare alcuna tappa».
I lavori sono stati dedicati a tutti i bambini che in questi dieci anni non ce l’hanno fatta e a tutte le famiglie coinvolte, ha ricordato Nandini durante la conferenza stampa. «Dieci anni di speranza – ha affermato Alessandra Biffi in un video del 2010 proiettato durante la conferenza stampa – in cui noi stavamo sempre indietro rispetto alla malattia e durante i quali abbiamo perso tanti bambini. Ora trattare il primo bambino con questa terapia è un’emozione unica». La speranza ora è che qualche industria farmaceutica – come la Glaxo che ha firmato una partnership con il Tiget – trasformi questa terapia in farmaco ad ampia diffusione.
Ultima modifica di Dora il venerdì 12 luglio 2013, 8:25, modificato 1 volta in totale.
Re: Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'
La prima cosa che feci dopo aver letto "pubblicato su Science" fu quella di andare sul l'edizione online di Science. Tuttavia, alla data di ieri, a mezzanotte, non era stato pubblicato ancora nulla.
Re: Altri sei bambini con gravi patologie curati grazie all'
Eh, lo so. Abbiamo sempre questo problema di fuso orario con gli Stati Uniti che ci obbliga o a stare in piedi tutta notte o ad aspettare il mattino dopo ...skydrake ha scritto:La prima cosa che feci dopo aver letto "pubblicato su Science" fu quella di andare sul l'edizione online di Science. Tuttavia, alla data di ieri, a mezzanotte, non era stato pubblicato ancora nulla.
Stavo pensando una cosa: che differenza abissale rispetto a Vannoni e Stamina. La patologia - la leucodistrofia metacromatica - è la stessa della piccola Sofia. Eppure qui ci sono 15 anni di lavoro e la pubblicazione su una delle riviste scientifiche più importanti e prestigiose.
E soprattutto la GUARIGIONE di 6 bambini.
Tanto lavoro.
Senza Iene, Celentani e compagnia cantante.
P.S. Tanto per dimostrare che dementi e ignoranti sono i negazionisti dell'HIV/AIDS (che si autodefiniscono "scienziati"), questo è un post appena comparso sulla loro pagina FB:
- AAA Chiarimento per tutti al riguardo dei ridicoli "articoli" (non ne è stato pubblcato manco uno, sono notizie dei mass media, come sempre...) riguardo all' uso di "geni dell' Hiv" per compiere "miracoli scientifici" credibili come le pozioni di Wanna Marchi: vi ricordo che ad oggi non esiste prova di un genoma specifico di quello che viene chiamato Hiv. Come affermato da Montagnier e come è chiaro da una attenta analisi scientifica della letteratura esistente, NESSUNA delle proteine attribuite ad Hiv è virale, bensì cellulare. Se non ci sono proteine virali dell'Hiv, quindi, non può esistere alcun genoma virale dell'Hiv.... Usiamo la logica... A voi l'intervista in italiano a Luc Montagnier.