[II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
Betulla
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Betulla » mercoledì 8 luglio 2020, 12:22

uffa2 ha scritto:
mercoledì 8 luglio 2020, 11:15
Ieri, ero piuttosto galvanizzato dalla notizia sul “paziente di San Paolo”, e mi attendevo che, come già accaduto altre volte, la stampa generalista prendesse al balzo la notizia e la pompasse in misura anche eccessiva rispetto alle possibilità concrete a breve termine.

A dire il vero, già i ricercatori, molti seriamente, hanno cercato sin dall’inizio di non essere precipitosi e per primi hanno evocato il caso della “Mississippi baby”, un atteggiamento di grande serietà scientifica che contrasta con l’andazzo oramai consolidato nella comunicazione scientifica.

Ma la reazione dei media mi ha comunque sorpreso. La notizia non è da poco e fino a qualche tempo fa avrebbe avuto ben altro risalto. Con tutte le ansie e le domande che ci si può fare, la notizia “c’è” e, allora, come mai ha avuto una ricaduta così insignificante, e non solo in Italia?

Ho pensato a diverse ipotesi.
La prima è un’ipotesi “di tipo olistico”: la stampa generalista è oramai allo sfascio più acclarato, i soldi sono finiti, i giornali si arrabattano tra copia/incolla delle agenzie di stampa, free lance a pochi euro ad articolo e una manciata di “professionisti” assunti in altri tempi… in questo panorama lo spazio per una visione strategica dei diversi settori delle notizie è oramai svanita.
Ma non basta.
Non spiega un fenomeno che è non solo italiano.
Una spiegazione potrebbe essere il COVID: tutta l’attenzione è puntata su questo e non c’è spazio per altro.
Un’altra spiegazione può essere intrinseca ai meccanismi dell’editoria: questa è una buona notizia che turba un panorama di notizie tragiche e per di più è un po’ incerta, insomma spegne il climax e non sappiamo neppure se con ragione… ma è una spiegazione troppo difficile.
Non basta…
Non riesco proprio a spiegare come così tante testate siano “disattente”.

Mi viene un’unica spiegazione: la scienza “ha stancato”.
È troppo complessa, ha tempi troppo lunghi per i media di oggi.

Una notizia come questa va capita e va spiegata, e deve essere a sua volta compresa da chi la legge, tutto troppo difficile.
La tendenza oramai affermata è quella delle notizie su cui prendere posizione, che mobilitano gli animi e non il ragionamento, da questo punto di vista quindi le notizie da un congresso scientifico sono insignificanti.
A meno che la notizia non faccia il verso all’uomo che morde il cane (il colesterolo fa bene, le medicine fanno male e cose del genere) non interessa a nessuno, non appaga il lettore e non serve a fare clickbaiting.
Un titolo come “paziente con HIV negativo agli esami da un anno e mezzo” è già difficile, se poi devi aggiungerci “ma non si sa perché” e, peggio “non si sa se è guarito per davvero” ammoscia tutto.

Ecco, la mia ricostruzione è che questo meccanismo si sia manifestato sin dall’inizio, prima nella comunicazione congressuale, che ha cercato di non esaltare per non dover affrontare poi delle delusioni, poi nelle agenzie di stampa, che hanno amplificato i dubbi, quindi nei media internazionali…

Con tutti i dubbi, e la paura di un nuovo caso di “Mississippi baby”, è un peccato perché questa notizia comunque racconta che la ricerca non si ferma e che c’è ancora bisogno di sostenerla, e questa notizia sarà letta da pochi…
Poi, magari, nelle prossime ore assisteremo ai fuochi d’artificio (comunque da temere), ma non ne sarei così convinto…
Ciao uffa, anche io ho cercato subito riscontri, zero.
Condivido le tue osservazioni, bella analisi.
Oggi uffa lo dico io, sono 30 anni ormai che "non è dietro l'angolo". Vorrei smettere di prendere pillole 😊



Antibody
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Antibody » mercoledì 8 luglio 2020, 13:55

Betulla ha scritto:
mercoledì 8 luglio 2020, 12:22
uffa2 ha scritto:
mercoledì 8 luglio 2020, 11:15
Ieri, ero piuttosto galvanizzato dalla notizia sul “paziente di San Paolo”, e mi attendevo che, come già accaduto altre volte, la stampa generalista prendesse al balzo la notizia e la pompasse in misura anche eccessiva rispetto alle possibilità concrete a breve termine.

A dire il vero, già i ricercatori, molti seriamente, hanno cercato sin dall’inizio di non essere precipitosi e per primi hanno evocato il caso della “Mississippi baby”, un atteggiamento di grande serietà scientifica che contrasta con l’andazzo oramai consolidato nella comunicazione scientifica.

Ma la reazione dei media mi ha comunque sorpreso. La notizia non è da poco e fino a qualche tempo fa avrebbe avuto ben altro risalto. Con tutte le ansie e le domande che ci si può fare, la notizia “c’è” e, allora, come mai ha avuto una ricaduta così insignificante, e non solo in Italia?

Ho pensato a diverse ipotesi.
La prima è un’ipotesi “di tipo olistico”: la stampa generalista è oramai allo sfascio più acclarato, i soldi sono finiti, i giornali si arrabattano tra copia/incolla delle agenzie di stampa, free lance a pochi euro ad articolo e una manciata di “professionisti” assunti in altri tempi… in questo panorama lo spazio per una visione strategica dei diversi settori delle notizie è oramai svanita.
Ma non basta.
Non spiega un fenomeno che è non solo italiano.
Una spiegazione potrebbe essere il COVID: tutta l’attenzione è puntata su questo e non c’è spazio per altro.
Un’altra spiegazione può essere intrinseca ai meccanismi dell’editoria: questa è una buona notizia che turba un panorama di notizie tragiche e per di più è un po’ incerta, insomma spegne il climax e non sappiamo neppure se con ragione… ma è una spiegazione troppo difficile.
Non basta…
Non riesco proprio a spiegare come così tante testate siano “disattente”.

Mi viene un’unica spiegazione: la scienza “ha stancato”.
È troppo complessa, ha tempi troppo lunghi per i media di oggi.

Una notizia come questa va capita e va spiegata, e deve essere a sua volta compresa da chi la legge, tutto troppo difficile.
La tendenza oramai affermata è quella delle notizie su cui prendere posizione, che mobilitano gli animi e non il ragionamento, da questo punto di vista quindi le notizie da un congresso scientifico sono insignificanti.
A meno che la notizia non faccia il verso all’uomo che morde il cane (il colesterolo fa bene, le medicine fanno male e cose del genere) non interessa a nessuno, non appaga il lettore e non serve a fare clickbaiting.
Un titolo come “paziente con HIV negativo agli esami da un anno e mezzo” è già difficile, se poi devi aggiungerci “ma non si sa perché” e, peggio “non si sa se è guarito per davvero” ammoscia tutto.

Ecco, la mia ricostruzione è che questo meccanismo si sia manifestato sin dall’inizio, prima nella comunicazione congressuale, che ha cercato di non esaltare per non dover affrontare poi delle delusioni, poi nelle agenzie di stampa, che hanno amplificato i dubbi, quindi nei media internazionali…

Con tutti i dubbi, e la paura di un nuovo caso di “Mississippi baby”, è un peccato perché questa notizia comunque racconta che la ricerca non si ferma e che c’è ancora bisogno di sostenerla, e questa notizia sarà letta da pochi…
Poi, magari, nelle prossime ore assisteremo ai fuochi d’artificio (comunque da temere), ma non ne sarei così convinto…
Ciao uffa, anche io ho cercato subito riscontri, zero.
Condivido le tue osservazioni, bella analisi.
Oggi uffa lo dico io, sono 30 anni ormai che "non è dietro l'angolo". Vorrei smettere di prendere pillole 😊
Ansa oggi:https://www.ansa.it/canale_saluteebenes ... a53e4.html



Dora
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Dora » mercoledì 8 luglio 2020, 14:10

Io direi che la scarsa copertura mediatica che sta avendo questo caso clinico è molto più un problema in Italia che all'estero.
Ieri non se ne sono occupati solo i grandi siti dedicati ad HIV - da POZ a ben due post in AIDSmap scritti da due mostri sacri dell'attivismo come Gus Cairns e Liz Highleyman, che hanno anche fatto una videointervista congiunta a Savarino, fino ad arrivare stanotte a uno dei sempre più rari post di Richard Jefferys, che ha così dato consacrazione mondiale a questa ricerca. Ma sono usciti un lungo e dettagliato articolo sul New York Times e su Science si è scomodato perfino Jon Cohen. Il mondo anglosassone ha seguito e sta seguendo la vicenda e il mondo scientifico ne è informato attraverso la divulgazione di MedicalXpress, ScienceAlert, Medscape ...

Sono i giornalisti italiani ad arrancare (e ovviamente gli attivisti sono, come sempre, non pervenuti).

E qui credo l'analisi di Uffa sia condivisibile: la nostra stampa è drogata dal coronavirus, mentre l'opinione pubblica è ormai satura e di sentir parlare di virus, epidemie, ricerca scientifica e compagnia cantante temo non ne possa semplicemente più, quindi non stimola la stampa a diversificare i propri interessi e si accontenta di intossicarsi con la COVID.

E poi sappiamo che quello che attira click sono le liti da pollaio in cui i virologi e gli altri esperti si prendono a borsettate a suon di "zanzarologo", "supponente", "torna nella fogna" e simili carinerie accademiche.
Dal momento che né Savarino, né Diaz sono persone che si prestano all'hype, e anzi sono stati i primi a sottolineare la singolarità di questo caso clinico, i limiti e le tante cose che ancora devono essere chiarite, abbiamo che la vera, bella notizia che arriva dal congresso della IAS in Italia l'abbiamo data noi. Non è una novità.
Così come non è una novità che l'Istituto Superiore di Sanità taccia anche quando avrebbe ragione di pavoneggiarsi (e si pavoneggi con un vaccino che non c'è, quando di ragioni per far festa non ce ne sono mai state).
Meno male che almeno un comunicato stampa è uscito sulla Associated Press: se i giornalisti italiani vogliono occuparsi del caso, le fonti divulgative non mancano.



uffa2
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da uffa2 » mercoledì 8 luglio 2020, 14:37

Dora ha scritto:
mercoledì 8 luglio 2020, 14:10
Così come non è una novità che l'Istituto Superiore di Sanità taccia anche quando avrebbe ragione di pavoneggiarsi (e si pavoneggi con un vaccino che non c'è, quando di ragioni per far festa non ce ne sono mai state).
Ah già, l'ISS: si saranno persi nelle paludi pontine?


HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

Dora
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Dora » mercoledì 8 luglio 2020, 15:42

uffa2 ha scritto:
mercoledì 8 luglio 2020, 14:37
Dora ha scritto:
mercoledì 8 luglio 2020, 14:10
Così come non è una novità che l'Istituto Superiore di Sanità taccia anche quando avrebbe ragione di pavoneggiarsi (e si pavoneggi con un vaccino che non c'è, quando di ragioni per far festa non ce ne sono mai state).
Ah già, l'ISS: si saranno persi nelle paludi pontine?
Saranno troppo impegnati a salvare la Patria dal coronavirus....



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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da uffa2 » mercoledì 8 luglio 2020, 16:57

Dora ha scritto:
mercoledì 8 luglio 2020, 15:42
Saranno troppo impegnati a salvare la Patria dal coronavirus....
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Mr_T
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Mr_T » mercoledì 8 luglio 2020, 17:18

notiziona che in questo momento storico non può far altro che donare un briciolo di pseranza in più del dovuto! sono contento per tutta la comunità e vorrei rivolgere un enorme GRAZIE a tutti coloro che si sottopongono a questi trial dando fiducia nella scienza ed, allo stesso tempo, aiutando la comunità poz a trovare la strada giusta.
Quindi se da una parte va lodato il servizio reso dai ricercatori di tutto il mondo dall'altra esprimo massimo orgoglio e stima per tutti coloro che accettano di fare le "cavie" (passatemi il termine) per nobili scopi. (onestamente non so se avrei le p...e di sottopormi a qualche sperimentazione in ragione dei possibili rischi che si possono correre)
per quanto riguarda il giornalismo italioto, sono sempre più convinto che il sistema informativo nazionale è a dir poco "provinciale" dunque non meravigliamoci dell'inerzia a cui oggi assistiamo o degli articoli di bassa lega che ogni giorno ci propinano.



rospino
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da rospino » mercoledì 8 luglio 2020, 17:26

Ciao a tutt@,

innanzitutto colgo l'occasione per salutare i vecchi iscritti del forum, e per rinnovare la mia stima per Dora, Uffa e per tutti coloro che, più o meno direttamente, contribuiscono a mantenere in piedi questo forum a distanza da anni. È da moltissimo tempo che non scrivo, ma il forum (l'HIV un po' meno, oramai) è spesso nei miei pensieri, e non solo quando sento nominare il virus, e molte volte sono tornato a consultarlo come una delle pochissime fonti attendibili di notizie sull'argomento.
Vi segnalo che tra ieri e oggi la notizia del paziente di San Paolo è rimbalzata su tutte le testate più importanti qui in Spagna (ne hanno anche parlato in televisione), tra cui:
El País: https://elpais.com/sociedad/2020-07-08/ ... -sida.html
El Mundo: https://www.elmundo.es/ciencia-y-salud/ ... b466b.html
La Vanguardia: https://www.lavanguardia.com/vida/20200 ... acion.html
Rtve: https://www.rtve.es/noticias/20200708/p ... 6260.shtml
... e molte altre ancora!

Leggendo il post di Dora, sono rimasto un po' deluso per il fatto che gli altri 4 partecipanti a questo mini trial abbiamo avuto un ritorno della viremia; allo stesso tempo spero che presto si possano avere notizie di dettaglio riguardo alla combinazione fortunata di fattori che ha portato a questo grande successo.

Un abbraccio!



Betulla
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Iscritto il: lunedì 2 dicembre 2019, 20:21

Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Betulla » mercoledì 8 luglio 2020, 19:48

L'hiv in Italia non tira più. Anni fa al Maurizio Costanzo se ne parlava di continuo, venni a conoscenza delle terapie proprio da lì quando ancora gli ospedali non le avevano disponibili. Si trovavano solo alla farmacia del Vaticano. Sembra un secolo fa.
È pensare che c'è coinvolto un ricercatore italiano. .



Taurus
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Iscritto il: lunedì 9 aprile 2018, 9:16

Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Taurus » mercoledì 8 luglio 2020, 21:34

rospino ha scritto:
mercoledì 8 luglio 2020, 17:26

Leggendo il post di Dora, sono rimasto un po' deluso per il fatto che gli altri 4 partecipanti a questo mini trial abbiamo avuto un ritorno della viremia; allo stesso tempo spero che presto si possano avere notizie di dettaglio riguardo alla combinazione fortunata di fattori che ha portato a questo grande successo.
Già caro rospi
no, è la stessa delusione che ho avuto io. Ahimè, ancora una volta, sembra più una botta di culo che l'esito di una combinazione replicabile su vasta scala. Certo, l'elemento interessante è che sia in remissione (per la prima volta) grazie ad un mix di farmaci e non per un intervento invasivo e pericoloso. Ma tant'è : se gli stessi ricercatori ammettono di non avere idea del perché di questo successo, personalmente metto il "brasilian patient" allo stesso livello di considerazione del Berlin e London patient.



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