aurora ha scritto:Faccio ammenda di ciò che ho scritto.Dietro i titoloni sensazionalistici c'e' spesso il nulla dei pavoneggiamenti degli accademici.Addirittura uno studio del 2013 dice testualmente :chi prende omea 3 ha il 71% in piu'di possibilità di ammalarsi di cancro alla prostata.Qui siamo al ridicolo.Ma chi finanzia questi "studi" bislacchi?mistero.
Per favore non tirare fuori frasi tipo "ma chi finanzia questi studi?"
È un modo di pensare complottistico.
Quasi sempre gli studi non sono in contraddizione fra loro (almeno nella parte della presentazione dei dati) ma è piuttosto la loro complessità (o meglio, la complessità del corpo umano) a rendere difficile la loro comprensione.
Probabilmente tu avrai letto questo articolo tratto dalla stampa giornalistica:
http://www.repubblica.it/ultimora/24ore ... io/4371202
Ma in realtà fa riferimento a questo studio, qui descritto più in dettaglio:
https://www.fredhutch.org/en/news/relea ... ancer.html
Notare che non punta il dito contro gli omega 3 e basta, ma su "
high levels of omega-3 fatty acids". Quantifica anche quei "
high levels".
Però, nell'articolo in italiano tratto dalla stampa generalista parla solo di
"gli acidi grassi Omega 3", omettendo gli "
alti livelli" davanti.
Anche la curva del rischio cardiovascolare versus quantità di grassi (in questo caso ingeriti) è a forma di U:
"The study found a U-shaped association between consumption of marine n-3 polyunsaturated fatty acids (n-3 PUFA) and the risk of developing AF"
Tra l'altro il punto più basso della curva a U è in corrispondenza a un dosaggio abbastanza basso (circa una perla o poco più di Omega3 gionaliere, pari a due opzioni di salmone a settimana).
Capita spesso in medicina con i micronutrienti: in piccole dosi fanno bene e il rischio cardiovascolare (o di tumori, o di altro ancora) cala, ma viceversa, continuando ad aumentare le dosi, fanno più danni che benefici e la curva del rischio (Y) versus quantità (X) riprende a salire.