Spero quindi di non commettere gravi errori nel citare alcuni passaggi di questo articolo (è un po' un esercizio anche per me cercare di sintentizzare, tradurre e spiegare allo stesso tempo): The Detection of Acute HIV Infection (al link: http://jid.oxfordjournals.org/content/2 ... /S270.full )theo ha scritto:Scusate se mi intrometto, se possibile, Rospino, potresti spiegare il concetto che lega i sintomi alla positività del test? Questa cosa l'ho già letta più volte ma non capisco se è sempre automatico che se una persona ha sintomi da hiv ha poi un test positivo, GRAZIE.
Allora, l'infezione acuta da HIV, ovvero il periodo nel quale vengono manifestati i cosiddetti "sintomi" (che sono aspecifici, non dimentichiamolo mai) è una fase che s'inserisce nel periodo che passa dal momento in cui si contrae il virus a quello della sieroconversione (ovvero, la formazione e quindi la rilevabilità degli anticorpi nel sangue).
Dopo un periodo chiamato "fase eclisse" (che dura in media 10 giorni, nel quale l'HIV è presente soprattutto nei tessuti dove ha avuto luogo l'infezione e nel sangue non è diffuso a livelli rilevabili), e quindi durante la prima fase dell'infezione acuta da HIV, il virus si replica ad una velocità molto alta, e nel sangue si verifica un picco della viremia, cioè possono essere trovate grosse quantità di HIV-RNA; in una seconda fase (in media dopo altri sette giorni) diventa rilevabile l'antigene p24 del virus. Questo antigene, che viene rilevato nei test di IV generazione, si presenta prima della formazione degli anticorpi (che avviene in una terza fase) e quando i livelli di HIV-RNA superano le 10.000 copie.
Tipicamente, sintomi dell'infezione acuta si verificano di solito due settimane dopo aver contratto il virus, in coincidenza col picco della viremia. Quindi già dopo pochissimi giorni dal verificarsi dei sintomi da infezione acuta, l'antigene p24 può essere rilevato nel sangue.