In questo assordante silenzio italiano che circonda le ricerche sui farmaci contro SARS-CoV-2, a fianco della mia umilissima voce c'è quella di Enrico Bucci, che oggi firma, insieme a Ernesto Carafoli, un articolo su
Scienza in Rete di cui riporto soltanto una citazione, ma che consiglio caldamente di leggere per intero:
Alcuni punti fermi sul coronavirus.
1. Non è vero, come si continua ossessivamente a dichiarare, che al momento non esistono composti in grado di ostacolare SARS-CoV-2. Almeno due composti - uno è il remdesivir, farmaco antivirale ad ampio spettro, l’altro è la clorochina, che è il più usato farmaco antimalarico- inibiscono con differenti meccanismi d’azione l’abilità del virus di portare a morte colture cellulari umane: è un effetto, come si dice , in vitro, che normalmente deve essere validato con molteplici trial clinici, ma che, sulla scorta delle informazioni di tossicità già disponibili per il fatto che questi due composti sono già stati usati su uomo, in questa situazione di emergenza ha portato ugualmente alla sperimentazione su alcuni pazienti. Il primo paziente statunitense, un 35enne di Seattle in grave stato di insufficienza polmonare, è stato trattato, e guarito, con il remdesivir. Il farmaco è stato messo a disposizione dei medici cinesi, e dalle risposte che se ne hanno, sta avendo un eguale effetto positivo. Da quanto si è potuto capire, il farmaco è stato inoltre usato anche per i due pazienti cinesi che sono guariti dopo il lungo ricovero allo Spallanzani, per quanto in associazione con altri presidi terapeutici.
Ora, queste notizie sono sicuramente note agli esperti che si alternano sulla stampa e nei canali televisivi: rimane quindi incomprensibile come mai, pur se la prudenza è di rigore, non si dia maggior spazio alle notizie sulle terapie sperimentali per SARS-CoV-2. Non si contribuirebbe, dichiarando che qualcosa di più che promettente c’è, a diminuire l’atmosfera avvelenata di questi giorni?
C’è anche spazio per un commento sulla clorochina, l’altro farmaco in sperimentazione contro il coronavirus. Per il momento, come uno di noi ha ricordato, i dati ottenuti su circa 100 pazienti in Cina sembrano confermare un’efficacia della clorochina contro il virus, effetto atteso sulla base di precedenti dati in vitro e in vivo e basato su un meccanismo ben noto.
Oltretutto, tutti sappiamo che la penetrazione della Cina in Africa ha assunto livelli imponenti: milioni di cinesi vanno e vengono continuamente dall’Africa. Stranamente, però, l’Africa sembra sinora scarsamente toccata da Covid-19. E questo nonostante le sue strutture igienico-sanitarie-diagnostiche non siano di certo all’altezza di quelle Europee. Ma sappiamo anche che in Africa la malaria è ancora un terribile flagello ed è noto che in Africa la clorochina è usata dovunque e largamente. E se fosse questa la ragione della attuale scarsa penetrazione del Covid-19 in Africa?
Ora, che la clorochina non piaccia all'OMS lo si può anche capire, vista la preferenza per il remdesivir espressa con tanta fretta già più di un mese fa (marchette per Gilead e sputi su un farmaco che costa niente? CIALTR0NI! Ha ben ragione Alex Berezov a dire che
Ghebreyesus dovrebbe dare le dimissioni).
Ma che in Italia, soprattutto fra gli infettivologi dell'Istituto Superiore di Sanità e i superespertoni della task force del Ministero, si continui a far finta di niente ... io penso male.
Mi vergogno un po', mi dispiace un mondo, ma penso proprio male.
Finirò all'inferno.
Pazienza.
P.S. I cinesi, che hanno BISOGNO di trovare una cura, di trial sulla clorochina ne stanno facendo
30 (TRENTA).