HIV-DNA come nuovo marker

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
rospino
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HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da rospino » giovedì 3 gennaio 2019, 17:40

Taurus ha scritto:
rospino ha scritto:
marte82 ha scritto:Non si muore più per aids ma si muore di infarto o tumore...sempre morte è!
Non è così, stai del tutto travisando le parole che hai ascoltato nell’intervista.
In realtà marte82 non ha tutti i torti caro Rospino, sto Andreoni c'è andato giù pesante in questa intervista.....
Beh ma non si può neanche crocifiggere un luminare che è abituato a “comunicare” tramite articoli scientifici, e che quando rilascia interviste del genere dà per scontato che siano rivolte ad esperti del settore che sanno dare la corretta interpretazione alle parole!
Il canale di YouTube utilizzato è infatti quello di Pharmastar, non una testata divulgativa.


 
La verità non esiste e la vita come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci lasciamo circondare.

Taurus
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Re: HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da Taurus » giovedì 3 gennaio 2019, 17:51

No no, non lo stavo mica crocifiggendo....ho solo notato come, proprio perché non rivolto ad un pubblico di sieropositivi o comunque di uditori comuni, abbia riportato cose che già sappiamo in maniera molto...come dire....cruda? Realistica?



marte82

Re: HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da marte82 » giovedì 3 gennaio 2019, 18:29

uffa2 ha scritto:Questo è un concetto difficile da chiarire, e ci proverò da capra quale sono.
Il decesso da AIDS, per collasso del sistema immunitario, è una cosa, l’infiammazione cronica un’altra.
Nelle persone con HIV, l’infiammazione da HIV è controllata dalle terapie antiretrovirali che, abbattendo la carica virale, spengono buona parte dei focolai di questo incendio.
Ma è abbastanza ovvio che qualcosa resta, e, in più, le persone con HIV “purtroppo” non muoiono più giovani, e questo vuol dire che un sacco di condizioni legate al tempo che passa si sommano all’HIV, pur controllato.
In questo senso l’infezione diventa un fattore di rischio aggiunto a quelli naturali derivati dal tempo e dalla genetica personale.
Abbiamo sempre saputo questo, così come sappiamo che, grazie alla quantità di controlli che facciamo, molti fattori di rischio possono essere controllati e anticipati in maniera più efficiente che nella popolazione generale.
Abbiamo un fattore di rischio in più, ma abbiamo la possibilità di intervenire su tutti quegli altri fattori che spesso “sorprendono” i “sani”.

Di qualcosa bisogna morire, noi “abbiamo già avuto molto culo”, dobbiamo fare la nostra parte cercando di mitigare i fattoi di rischio mitigabili.
L’azzeramento della carica virale adesso è diventato il minimo sindacale!



rospino
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Re: HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da rospino » giovedì 3 gennaio 2019, 18:41

Taurus ha scritto:No no, non lo stavo mica crocifiggendo....ho solo notato come, proprio perché non rivolto ad un pubblico di sieropositivi o comunque di uditori comuni, abbia riportato cose che già sappiamo in maniera molto...come dire....cruda? Realistica?
Sappiamo sulla base di cosa? L’aspettativa di vita di una persona sieropositiva è oggi pressoché identica a quella di una persona sieronegativa... e credo che la maggior parte della popolazione muoia per cause come infarto e tumore... cioè non capisco cosa ci sia di strano in queste parole se riportate all’interno di un contesto scientifico di un certo tipo.


 
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Taurus
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Re: HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da Taurus » giovedì 3 gennaio 2019, 19:03

Rospino, il professore ha detto esattamente il contrario. Cioè che non moriamo più di Aids, ma di infarto e tumori, semplicemente perché (secondo lui) nonostante la art, il virus continua a replicarsi (sia pur in minima parte) grazie ai reservoirs, tenendo attiva l'infiammazione. Ecco perché (e questo è il senso dell'intervista) occorre considerare altri markers per monitorare questa malattia, oltre ai cd4 e la viremia



Eilan
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Re: HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da Eilan » giovedì 3 gennaio 2019, 19:18

Resta il fatto che, a distanza di 20 anni dall'introduzione della ART, ancora non si va oltre. I nostri cd4 sono fittizi e l'infiammazione è un grosso problema.
Dopo 20 anni (non uno, ma ben venti), se i farmaci sono migliorati lo si deve in gran parte grazie alla ricerca farmaceutica. Ma non ci si offre ancora nemmeno uno straccio di curetta funzionale, almeno per poter compensare la tossicità a lungo termine.
Ci vorrebbe una forte pressione pubblica per chiedere una terapia che curi e non che tamponi e basta. Fossimo ancora in compagnia degli attivisti degli anni 80, forse, ci sarebbe già stata.
Voglio la cura!



Silente1982
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Re: HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da Silente1982 » giovedì 3 gennaio 2019, 19:19

Ciao a tutti

La mia è solo una opinione personale ma credo che il professore non consideri nelle cause di morte da infarto o tumori altri fattori estremamente importanti di chi è affetto da hiv.

Ad esempio non si considera il alto psicologico ed emotivo, associato allo stress continuo.
È noto come queste due componenti portino a depressione tanto più in persone hiv positive che hanno prospettive di vita solitarie con l’avanzare Dell’eta.

Personalmente ritengo che il maggior fattore di rischio sia dovuto a serie complicanze psicologiche.
Basterebbe osservare i dati di mortalità della popolazione in accordo con il livello culturale, reddito ed area geografica. Allo stesso modo ci sono chiari dati scientifici di come persone depresse abbiamo una aspettativa di vita nettamente inferiore alle altre portando seriamente all’insorgenza di infarti, diabete o tumori (a causa di autolesionismo).

Sarebbe interessante osservare i dati grezzi del professore per capire di cosa stia parlando. Non a caso ci sono programmi di analisi psicologici atti proprio a capire l’evoluzione del paziente in questo senso (io ne faccio parte come sperimentale).



rospino
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HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da rospino » giovedì 3 gennaio 2019, 19:41

Silente1982 ha scritto:Sarebbe interessante osservare i dati grezzi del professore per capire di cosa stia parlando.
È proprio questo il punto ed è quello che dico io. Infatti è sbagliato generalizzare come si sta facendo in questo thread, senza capire di cosa si stia parlando in concreto (a maggior ragione se non si è informati sullo specifico argomento).


 
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Taurus
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Re: HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da Taurus » giovedì 3 gennaio 2019, 19:47

Eilan ha scritto:Resta il fatto che, a distanza di 20 anni dall'introduzione della ART, ancora non si va oltre. I nostri cd4 sono fittizi e l'infiammazione è un grosso problema.
Dopo 20 anni (non uno, ma ben venti), se i farmaci sono migliorati lo si deve in gran parte grazie alla ricerca farmaceutica. Ma non ci si offre ancora nemmeno uno straccio di curetta funzionale, almeno per poter compensare la tossicità a lungo termine.
Ci vorrebbe una forte pressione pubblica per chiedere una terapia che curi e non che tamponi e basta. Fossimo ancora in compagnia degli attivisti degli anni 80, forse, ci sarebbe già stata.
Voglio la cura!

Parole SANTE eilan! Ti dirò di piu', faccio molta fatica ad accodarmi a chi sostiene che dovremmo ritenerci "fortunati", per non essere morti e avere a disposizione terapie moderne. Faccio ancora piu' fatica a condividere i continui salamelecchi ad un mondo scientifico che non ha fatto altro che fallire miseramente nella ricerca di una cura e di un vaccino; non in 5 o 6 anni, ma in 40 anni!! Ancora oggi, quando Dora posta i piccoli risultati incoraggianti di qualche ricerca, c'è sempre il successivo smarcamento da parte dei ricercatori sull'efficacia in breve termine degli stessi. E' il loro lavoro, Cristo Santo, sono PAGATI per questo! Nel 2018 io non devo ringraziare né sentirmi fortunato, sono solo incazzato nero e ho tutto il diritto di maledire e stramaledire una scienza che ancora "consente" che ci si ammali di questo tremendo virus SCOPANDO, un'"attività" che miliardi di persone fanno in ogni istante della giornata e che dovrebbe portare solo piacere e non morte. Purtroppo non ho il coraggio di espormi pubblicamente, sento molto lo stigma che inevitabilmente è associato all'HIV, altrimenti ti guro che sarei stato il primo a incatenarmi di fronte a qualche istituto di ricerca con le telecamere di tutto il mondo puntate in faccia.



marte82

Re: HIV-DNA come nuovo marker

Messaggio da marte82 » giovedì 3 gennaio 2019, 19:57

Eilan ha scritto:Resta il fatto che, a distanza di 20 anni dall'introduzione della ART, ancora non si va oltre. I nostri cd4 sono fittizi e l'infiammazione è un grosso problema.
Dopo 20 anni (non uno, ma ben venti), se i farmaci sono migliorati lo si deve in gran parte grazie alla ricerca farmaceutica. Ma non ci si offre ancora nemmeno uno straccio di curetta funzionale, almeno per poter compensare la tossicità a lungo termine.
Ci vorrebbe una forte pressione pubblica per chiedere una terapia che curi e non che tamponi e basta. Fossimo ancora in compagnia degli attivisti degli anni 80, forse, ci sarebbe già stata.
Voglio la cura!
Guarda la questione che i cd4 “recuperati” non sono come quelli “originali” ancora me la devono spiegare...avevo aperto anche un post su questo argomento (INCONGRUENZE); chi ha un nadir basso viene anche escluso dalle sperimentazioni nonostante ora abbia 1000 cd4...



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