STUPORE E SCONCERTO - il vaccino svanito.
Ieri, quando sono entrata nel sito di ICAR e ho visto che, finalmente, erano stati
messi online asbstract, poster e slides delle presentazioni, ho avuto un'esperienza sconcertante. Ora ve la racconto - ve la offro come spunto di riflessione per il weekend.
Allora ... stavo leggendo le ben 91 slides della presentazione di Antonella d'Arminio Monforte dedicate ai
30 anni di ricerca su HIV/AIDS in Italia, quando all'improvviso sono stata scaraventata in un'altra storia: erano scomparsi tutti i riferimenti conosciuti, ero letteralmente precipitata in un altro mondo.
Immaginate lo stupore che provereste nel leggere un libro sulla seconda Guerra Mondiale senza trovare alcun accenno all'olocausto degli ebrei. Nulla, neppure una parola sulla distruzione degli ebrei d'Europa. Voi la storia del XX secolo la conoscete, sapete come sono andate le cose e sapete che solo se vi chiamate Jean Marie Le Pen potete pensare che le camere a gas siano state un trascurabile "dettaglio della Storia". Se siete una persona onesta, il posto della shoah nella storia del '900 e nella coscienza dell'Europa vi è perfettamente chiaro.
Bene, l'impressione che io ho avuto leggendo le slides della d'Arminio Monforte è stata identica: dai 30 anni di ricerca su HIV/AIDS nel nostro Paese era sparito anche il più minuscolo accenno al vaccino Tat!
Non una parola su una ricerca che per più di 15 anni ha monopolizzato l'attenzione, drenato i fondi, inquinato le coscienze del mondo italiano che ruota attorno all'HIV/AIDS.
Ora, io riesco facilmente ad immaginare l'imbarazzo e perfino il senso di frustrazione che clinici e ricercatori per bene possono provare relativamente a questo vaccino. Ma non è che si possano cancellare decenni di storia come Stalin faceva fare dalle fotografie di regime ogni volta che qualche notabile del partito veniva epurato.
Non solo questo tipo di revisionismo non è un modo onesto di affrontare la storia (o la Storia) e non vale a ripulirsi l'anima, ma è anche un atteggiamento pericoloso, che spinge a fare e rifare sempre i medesimi errori.
Cari clinici e ricercatori, per quanto la tentazione di liberarvi dall'imbarazzo cancellandola dalle foto di famiglia possa essere forte, state attenti a non trasformare Barbara Ensoli in un convitato di pietra, ché rischiate altrimenti di far
la fine di Don Giovanni.
https://www.youtube.com/watch?v=RzQMtnjiceY