alfaa ha scritto:Ma se la haart riuscisse a penetrare dovunque allo stesso modo,come fa nel sangue, il virus sarebbe eradicato o ci sarebbero altri ostacoli?
Se ho ben capito con queste nanoparticelle,si vorrebbe far arrivare la haart nei reservoir per distruggerlo dovunque?
No, io non avevo affatto capito questo. Forse è dovuto all'ambiguità del termine "reservoir", che indica sia gli anfratti dove più facilmente il virus si nasconde e si replica, come i linfonodi fibrotici, midollo e cervello, sia le singole cellule infette e latenti, come i CD4 memoria, le emopoietiche del midollo e gli astrociti del cervello.
Sono due cose leggermente diverse, che si vedono sopratutto nel caso dei linfonodi fibrotici, dove potrebbero non esserci cellule infette intrinsecamente reservoir (ma solo semplici CD4), posti dove comunque il virus si può replicare causa le basse concentrazioni degli antiretrovirali, in quanto li arrivano in concentrazioni molto inferiori.
Come fai a colpire i reservoir (in senso di cellule) latenti? Dovresti prima svegliarli, ma questo è un altro capitolo (vedi il tread sui farmaci anti-latenza).
Mi pareva che servissero (anche, innanzitutto, ma non solo) ad aumentare le concentrazioni degli antiretrovirali dove più servivano, tipo nei linfonodi e nel cervello.
Prendiamo anche solo il tenofovir dixoprofil. Mettiamo anche che non riescano ad aumentarne la concentrazione nel cervello per via della barriera ematoencefalica, ma che riescano ad aumentare la concentrazione di 6 volte nei linfonodi, come con l'indinavir.
Facendo cosi, a patto che in contemporanea tu prenda almeno un altro antiretrovirale che ti protegga il cervello e già avevi raggiunto la zero viremia, ne puoi prendere un dosaggio 6 volte inferiore a tutto vantaggio delle tue ossa, dei tuoi reni e dei mitocondri dei tuoi muscoli e del tuo fegato.
Se poi riuscissero a superare la barriera ematoencefalica (e per tutti gli antiretrovirali nelle colonne 2 e 3 della tabella del
CPE Score, c'è questa possibilità concreta), allora le nanoparticelle permetterebbero davvero di ridurre drasticamente i dosaggi delle ART.