Mi scuso in anticipo se l’argomento dovesse turbare qualcuno.
La relazione è stata presentata all’EACS di Belgrado e le slides sono state rese disponibili da J. Levin (Natap).
Premessa:
- • da quando esiste la HAART, le patologie che definiscono tipicamente la sindrome da immunodeficienza acquisita sono state sostituite da altre, che sovente vengono chiamate “patologie non-AIDS”.
Scopi di questo studio erano:
- • determinare i tassi di incidenza delle infezioni batteriche non-AIDS correlate gravi abbastanza da richiedere l’ospedalizzazione;
• identificare i fattori di rischio per tali infezioni;
• determinare l’influenza della HAART sul rischio di infezioni, a vari livelli di competenza del sistema immunitario, definiti dal numero dei CD4.
- • il rischio di polmonite nell’era della HAART rimane di 6-8 volte più alto per le persone HIV+ che per gli HIV-;
• tendenze simili valgono anche per la meningite batterica e per l’infezione invasiva da pneumococco;
• esiste una associazione fra l’aumento del rischio di certe patologie non-AIDS e la diminuzione del numero dei CD4;
• è stata avanzata l’ipotesi che la HAART possa avere un effetto protettivo contro certe infezioni non-AIDS indipendentemente dal numero dei CD4.
- • sono stati utilizzati i dati raccolti da EuroSIDA, una coorte prospettica e multinazionale, per determinare i tassi di incidenza della prima diagnosi delle seguenti infezioni non-AIDS correlate: batteriemia, endocardite, meningite, peritonite, polmonite, osteite e pielonefrite;
• sono state prese in considerazione solo infezioni serie, che hanno richiesto il ricovero in ospedale.
- • durante un follow-up di 32.877 persone/anno, a 258 pazienti sono state diagnosticate infezioni non-AIDS;
• le infezioni più frequenti sono state, nell’ordine: polmonite, batteriemia e pielonefrite;
• confrontando chi era in terapia e chi no, si è visto che la HAART si associava a una diminuzione del 60% del rischio di contrarre un’infezione non-AIDS;
• un numero di CD4 > 500 comportava una diminuzione del rischio di infezione, sia rispetto a CD4 < 350, sia anche rispetto a CD4 compresi fra 350 e 500;
• altri fattori indipendenti di rischio di contrarre un’infezione non-AIDS erano: una diagnosi di AIDS, il sesso femminile, l’età, l’uso di droghe per via endovenosa, la regione d’Europa e il diabete.
- • infezioni non-AIDS gravi abbastanza da richiedere l’ospedalizzazione rimangono una causa diffusa di morbilità fra le persone con HIV. L’identificazione dei fattori di rischio, compresi fattori connessi all’HIV come l’assenza di HAART e il basso numero di CD4, così come i fattori non HIV-correlati, quali il genere, l’età, il diabete, è un passo importante per ridurre il rischio di contrarre queste infezioni;
• il rischio di contrarre infezioni batteriche è più basso nelle persone in terapia e con CD4 alti;
• l’inizio precoce della HAART e una buona aderenza servono a ridurre la morbilità causata da infezioni non-AIDS;
• sono necessari altri studi per capire le differenze riscontrate in parti diverse dell’Europa.
Figura 4: la coorte EuroSIDA
Figura 5: i metodi dell’indagine
Figura 6: le caratteristiche dei pazienti
Figura 7: i risultati
Figura 8: i tassi di incidenza non aggiustati stratificati in base al numero di CD4
Figura 9: i tassi di incidenza aggiustati in rapporto a tutti gli altri fattori
Figura 10: l’incidenza della polmonite
Figura 11: i tassi di incidenza aggiustati in rapporto al numero dei CD4 dei pazienti in terapia e non in terapia
Figura 12: limiti dello studio