Leon ha scritto:Salvo restando che anch'io credo proprio che uno stato infiammatorio cronico, come si riscontra nella malattia da HIV, non sia né normale né tanto meno benefico, il professor Maseri, almeno per quanto riguarda le malattie cardiovascolari (che non sono poco, anche limitandosi all'ambito delle "patologie non-AIDS" della malattia da HIV), dice chiaro e tondo non solo che il ruolo causale dell'infiammazione è tutto da vedere, ma anche che la proteina C reattiva (e dunque figuriamoci la versione "hs" della medesima!!!) è un marker dei miei stivali!
Leon, mi dispiace perché colpisce te, che non hai nessuna responsabilità, ma da questo momento
io entro in sciopero.
Non so come definirlo, se sciopero del post o sciopero dell'approfondimento o di quel che ti pare, ma mi sono stancata di dover continuamente rifare cose già fatte. Quindi, finché non verrà reso di nuovo accessibile l'archivio, con le centinaia di lavori che abbiamo scritto e sudato negli anni, non potrò risponderti come si deve.
A parte questa dichiarazione di principio, che probabilmente cadrà nel vuoto come quelle che l'hanno preceduta, mi limito a ricordarti che è vero che la CRP è un marker generico e pertanto così vago da non poter essere direttamente collegabile alla predizione di un CVD in persone con HIV, ma è anche considerata (
non posso citarti i lavori finché l'archivio è chiuso, ma un rimandino alla Grace McComsey di AIDS 2012 non è un vero strappo alla regola) un parametro abbastanza *serio* di stato infiammatorio nella malattia da HIV (appunto, insieme al D-dimero, all'IL-6 e al TNF-alfa). Utile da monitorare, perché trattabile e inoltre metabolico e non immunitario.
Quindi l'idea di mantenerla bassa (anche BASSISSIMA, se la si misura tramite test della hs-CRP) grazie alle statine - date indipendentemente dai livelli di colesterolo - non credo che sia poi così folle o dettata solo dal desiderio di ingrassare qualche industria farmaceutica, soprattutto se teniamo conto che altri parametri infiammatori - tipo quelli dell'attivazione immunitaria - per il momento non è chiaro come migliorarli. La vedrei di più come un atto di disperazione, un'extrema ratio in assenza di uno straccio di farmaco che diminuisca l'attivazione immunitaria, persistente nonostante la ART.
Proprio l'altro giorno parlavamo di ACE inibitori. Non ho ancora avuto né il tempo, né la testa per scrivere un post, ma l'idea (fantastica, a mio avviso) di diminuire la fibrosi del tessuto linfatico per far sì che aumenti la produzione/disponibilità di IL-7 e quindi i CD4 e i CD8 naive siano di più e funzionino meglio, e così migliori la funzione immunitaria nel suo complesso, non mi pare poi così diversa - nella sostanza - dall'idea di usare le statine per diminuire lo stato infiammatorio cronico, che a sua volta è causa di tante POSSIBILI patologie non-AIDS.
Poi tutte queste maledette patologie non-AIDS capitano anche in persone che hanno la CRP nella norma? È un gran peccato (e la conferma di quanto dice il professor Maseri sulla complessità)! Ma resta il fatto che quando nella norma non è, la PROBABILITÀ che qualche rogna non-AIDS arrivi è aumentata. Quindi agire lì dove si può significa tentare almeno di mettere una pezza su UNA DELLE spie dell'infiammazione.
Rimango sul generico, perché non ho dei numeri sotto mano e non li voglio cercare (
causa sciopero). Spero che, in ogni caso, il mio ragionamento risulti comprensibile.
Se poi vogliamo divertirci a sistemare marker (snaturandoli preventivamente e prendendo a calci la clinica), possiamo anche, in campo HIV, riempire di interleuchina-2 tutti quelli con i CD4 più o meno sgrausi: sicuramente, i referti tireranno parecchio su di morale questi pazienti (anche se non credo al punto di ripagarli degli effetti collaterali dell'interleuchina-2 medesima), ma la clinica, come hanno stradimostrato lo studio Esprit e quell'altro, concomitante, di cui adesso mi sfugge il nome (studi con ENDPOINTS *CLINICI*, appunto), rimarrà TALE E QUALE.
Anche se so che stai calcando la mano, e anche se le statine sono una bestia nera fra te e me, non mi azzarderei in un confronto fra gli effetti collaterali delle statine e quelli dell'IL-2.
Ma allora, non è meglio, sotto tutti i punti di vista, fare una piccola modifica ai software dei laboratori cosicché, "in caso di bisogno", facciano automaticamente lievitare i referti di qualche centinaio (e/o punto percentuale) di CD4?
Non dirlo troppo forte, ché c'è il rischio concreto che qualcuno si fermi alla lettera e non colga lo spirito.