Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
Dora
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Re: Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da Dora » venerdì 20 novembre 2015, 9:06

Datex ha scritto:non voglio peccare di ottimismo o di ingenuità ma credo che questo coming out di sheen possa a lungo termine portare benefici sostanziali. [...] molti oggi sanno che la malattia si cura. inoltre la rivelazione forzata della sua diagnosi sta facendo infuriare tutte le associazioni americane e testate come poz. non vorrei sbagliarmi ma forse questo era l'evento necessario al cambiamento.
Posso chiederti se questa è una tua speranza che, come credo tutti qui, certamente condivido, o se ti sei formato la convinzione che il "caso Sheen" possa innescare un cambiamento (quale?) in base a considerazioni razionali? E nel caso, quali?
Io ci sto riflettendo sopra da giorni e le tue idee in proposito mi interessano molto. Grazie!



Datex
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Re: Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da Datex » venerdì 20 novembre 2015, 19:01

Dora ha scritto:
Datex ha scritto:non voglio peccare di ottimismo o di ingenuità ma credo che questo coming out di sheen possa a lungo termine portare benefici sostanziali. [...] molti oggi sanno che la malattia si cura. inoltre la rivelazione forzata della sua diagnosi sta facendo infuriare tutte le associazioni americane e testate come poz. non vorrei sbagliarmi ma forse questo era l'evento necessario al cambiamento.
Posso chiederti se questa è una tua speranza che, come credo tutti qui, certamente condivido, o se ti sei formato la convinzione che il "caso Sheen" possa innescare un cambiamento (quale?) in base a considerazioni razionali? E nel caso, quali?
Io ci sto riflettendo sopra da giorni e le tue idee in proposito mi interessano molto. Grazie!
intanto ti ringrazio per il tuo interesse (x me è un onore) e x dare modo di approfondire il discorso. ovviamente la mia è + una sensazione che però si basa su alcuni avvenimenti di questi giorni e sulle reazioni dei molti fan di scheen.
leggendo i commenti nella pagina facebook di today, la trasmissione che ha ospitato sheen c'è un'armata di sostenitori che ha espresso solidarietà nei suoi confronti, ma soprattutto complimenti per il coraggio dimostrato. probabilmente molti sono fan ma non importa perchè spesso si innesca una reazione a catena che coinvolge anche altre persone.

link:

quello che sta infatti facendo infuriare non pochi, tra associazioni e sostenitore della causa, è che sheen sia stato costretto a rivelare la sua condizione in quanto ricattato. questo evidenzia di quanto sia vivo e vegeto lo stigma attorno a questa malattia. finalmente ne abbiamo una prova concreta e sarà curioso vedere come si evolverà la fase giudiziaria. sheen ha avvocati con le palle che potrebbero innescare un meccanismo interessante e creare un precedente nella giustizia americana (considerazione personale).

inoltre su alcune testate giornalistiche tedesche si parla di altre star tra cui lady gaga e magic johnson che hanno espresso solidarietà nei suoi confronti e che lo invitano a prendere posizione e a lottare per la causa:

http://www.spiegel.de/panorama/leute/st ... 63483.html

infine sheen potrebbe presto tornare sugli schermi (la sony pare che gli abbia fatto una proposta) diventando così un simbolo vivente, una star a tutti gli effetti, che dimostra di poter convivere e bene con la sieropositività. potrebbe addirittura interpretare un ruolo attinente alla sieropositività e svegliare un interesse da parte di hollywood ad approfondire alcuni aspetti. stupisce infatti che l'argomento viene poco trattata nelle trame dei film o telefilm. si vedrà. credo tuttavia che una figura come sheen mancasse e che dai tempi di rock hudson nessun personaggio famoso e di spicco sia stato collegato alla malattia, a parte forse magic johnson che ormai non è più attivo come prima.

aggiungo che anche sul corriere i commenti alla notizia non sono stati del tutto negativi:

http://www.corriere.it/spettacoli/15_no ... 6274.shtml

insomma l'argomento hiv sta in questo momento riconquistando una certa attenzione e potrebbe innescare discussione e considerazioni sullo stigma, vera e unica barriera alla prevenzione, e sulla criminalizzazione.



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Re: Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da Datex » venerdì 20 novembre 2015, 19:15

riporto un link di poz relativo alle reazioni innescate dalla community americana:

http://www.poz.com/articles/community_r ... 8063.shtml

nell'articolo di poz ci sono altri link interessanti di varie testate giornalistiche americane.



Dora
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Re: Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da Dora » venerdì 20 novembre 2015, 19:20

Grazie mille, Datex.
Adesso sono di corsa, ma conto domani di riprendere alcune delle tue considerazioni. Mi sembra una bella occasione anche per noi di discutere argomenti importanti.



Datex
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Re: Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da Datex » venerdì 20 novembre 2015, 19:40

grazie dora.

aggiungo una cosa forse banale ma non troppo. sheen è ancora un uomo molto attraente e ha un effetto notevole sulle donne. il suo modo di fare un pò spavaldo, provocante e da bad boy appunto irrita alcuni ma allo stesso tempo affascina molti altri. nel contesto questo potrebbe avere un effetto paradossalmente positivo a livello di percezione. forse uno psicologo potrebbe approfondire meglio.



Dora
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Re: Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da Dora » sabato 21 novembre 2015, 10:35

Datex ha scritto:leggendo i commenti nella pagina facebook di today, la trasmissione che ha ospitato sheen c'è un'armata di sostenitori che ha espresso solidarietà nei suoi confronti, ma soprattutto complimenti per il coraggio dimostrato. probabilmente molti sono fan ma non importa perchè spesso si innesca una reazione a catena che coinvolge anche altre persone.

link:

quello che sta infatti facendo infuriare non pochi, tra associazioni e sostenitore della causa, è che sheen sia stato costretto a rivelare la sua condizione in quanto ricattato. questo evidenzia di quanto sia vivo e vegeto lo stigma attorno a questa malattia. finalmente ne abbiamo una prova concreta e sarà curioso vedere come si evolverà la fase giudiziaria. sheen ha avvocati con le palle che potrebbero innescare un meccanismo interessante e creare un precedente nella giustizia americana (considerazione personale).

[...] credo tuttavia che una figura come sheen mancasse e che dai tempi di rock hudson nessun personaggio famoso e di spicco sia stato collegato alla malattia, a parte forse magic johnson che ormai non è più attivo come prima.

[...] insomma l'argomento hiv sta in questo momento riconquistando una certa attenzione e potrebbe innescare discussione e considerazioni sullo stigma, vera e unica barriera alla prevenzione, e sulla criminalizzazione.
Anzitutto, vorrei premettere che le idee che mi sto facendo sul “caso Charlie Sheen” sono così legate al susseguirsi degli eventi di questi giorni che molto probabilmente sono destinate a cambiare e anche a capovolgersi in base a quanto deve ancora accadere.

I ragionamenti che sto facendo al momento sono questi:

1. LA REAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA ALLA RIVELAZIONE: come sappiamo – basti pensare a #JeSuisCharlie, solo per rimanere a un altro Charlie e a un evento vicino nel tempo – le prime reazioni a un evento che in qualsiasi modo colpisce l’opinione pubblica sono per lo più emotive. Appena l’emozione si stempera, la solidarietà lascia il posto ai distinguo, alle prese di distanza, al riemergere delle opinioni differenti.
Quindi non conterei troppo sul perdurare di sentimenti di umana comprensione nei confronti di Charlie Sheen e mi aspetto che, passata la commozione per un attore famoso che va in TV a fare rivelazioni sul suo stato di salute, se c’erano dei pregiudizi nei confronti della sua malattia, questi riprendano il sopravvento. A meno che l’ondata di emotività non venga incanalata verso una presa di coscienza razionale e collettiva sulla realtà dell’infezione da HIV oggi, nel 2015.
Questo può avvenire se, da qui all’1 dicembre, gli attivisti e le istituzioni sanitarie riusciranno a martellare con le corrette informazioni. Dopo il I dicembre, però, subentrerà la saturazione e più nessuno dedicherà il suo tempo a leggere articoli sull’HIV.
Quanto saranno solide le informazioni acquisite dall’opinione pubblica in questo paio di settimane? Quanto perdureranno?
Se lasciate a sé stesse, evaporeranno in brevissimo tempo e i pregiudizi riemergeranno.
Qui entra in gioco il punto numero 2.

2. LE REAZIONI DEGLI ATTIVISTI E DELLE ASSOCIAZIONI: il “caso Sheen” per chi si occupa in senso lato di HIV è un bagno di realtà, perché ha sbattuto sulle facce di tutti in modo dirompente quanto ancora sia profondo lo stigma e quanto facilmente i diritti delle persone con HIV possano essere violati. Per quanto dolorosi, i bagni di realtà possono essere molto utili, perché mettono di fronte alla necessità di aumentare il proprio impegno e di dirigerlo meglio, così da renderlo più efficace.
Chi si occupa di contrastare lo stigma sa quanto siano volatili le ondate emotive nel provocare cambiamenti e quanto invece sia il lavoro quotidiano, la goccia che scava la pietra, a indurre modificazioni profonde nel sentire dell’opinione pubblica. Io credo che quanto abbiamo visto in questi giorni servirà da stimolo agli attivisti per lavorare di più, per trovare modi nuovi e più efficaci per costruire una narrazione sull’infezione da HIV che sia più vicina a quello che l’infezione è oggi e permetta a chi non ce l’ha di capire come vivono le persone con il virus.
Parlo degli attivisti americani e di qualche inglese. Come è noto, il livello della mia fiducia nell'intelligenza e capacità di azione degli attivisti italiani è piuttosto basso.

3. CHARLIE SHEEN IN SÉ E PER QUANTO PUÒ “SERVIRE ALLA CAUSA”: le reazioni che ho letto degli attivisti americani mi sono parse molto simili alla prima reazione che ho avuto io. Come personaggio pubblico, Charlie Sheen mi piace poco: è un antisemita, un antivaccinista, un negazionista dell’11 settembre, uno che offende e minaccia le donne – non esattamente una persona con cui mi piacerebbe uscire a cena. Ma il modo in cui la sacralità della sua privacy è stata violata e il coraggio (e - ammettiamolo – anche il mestiere) con cui ha affrontato il pubblico durante la trasmissione su Today me l’hanno reso umanamente simpatico, mi hanno spinto a chiedermi io come mi sentirei e come mi comporterei se fossi nei suoi panni? Sarei capace di altrettanto coraggio?

Passata la commozione e l’indignazione, rimane però da chiedersi se lui – Charlie Sheen come persona e come personaggio – possa servire come “poster boy”.
Io di questo dubito, proprio per le stesse ragioni per cui è stato massacrato dalla stampa: perché il personaggio pubblico che ha incarnato fino ad oggi ripropone esattamente lo stereotipo che si cerca di contrastare.

E poi c’è lui, la persona che è stata forzata a rivelare la propria sieropositività per mettere un freno ai ricatti.
Certamente dietro suggerimento del suo team legale, ha dichiarato in una “lettera aperta”:
  • […] In questo periodo sconcertante e difficile [dopo la diagnosi], io ero disorientato e ho scelto (o pagato) la compagnia di tipi disgustosi e insulsi. Indipendentemente dalla loro cattiva reputazione, per quanto riguarda la mia condizione io mi sono sempre comportato onestamente, usando i condom. Purtroppo, la mia verità ben presto è divenuta il loro tradimento; come un diluvio di ricatto ed estorsione, è divenuta protagonista in questo circo dell’inganno.
    Fino ad oggi, ho pagato milioni e milioni a questi feroci ciarlatani.
    Bloccato in un vuoto di paura, ho scelto di consentire alle loro minacce e ai loro imbrogli di esaurire in gran parte l’eredità dei miei figli, mentre il mio “segreto” rimaneva seppellito negli alveari della loro follia (o così io pensavo).
    Notizia flash: questo finisce oggi. Reclamo indietro la mia libertà. I piatti della bilancia della giustizia saranno rapidamente e giustamente rimessi in equilibrio.
    In conclusione: io accetto questa condizione non come una maledizione o un flagello, ma come un’opportunità e una sfida. Un’opportunità per aiutare gli altri. Una sfida per migliorare me stesso. […]
    I giorni delle feste sono dietro di me. I giorni della filantropia mi sono davanti.
    Ernest Hemingway una volta scrisse: “Il coraggio è grazia sotto pressione”.
    Il tempo di stare sotto pressione per me è finito. Ora io abbraccio il coraggio e la grazia.
Quanto lui stesso sarà disponibile ad essere usato come “poster boy” credo dipenderà molto dalle sue vicende legali, se dovrà affrontare dei processi per cause di “non disclosure”, se da questi processi emergerà che ha messo in pericolo o addirittura infettato qualcuno, se subirà delle condanne.
Questo è presto per dirlo, perché fino ad ora quel che si è visto è solo polvere negli occhi.

In ogni caso, ascoltando le parole del Dr Robert Huizenga (*) – molto noto a Hollywood come “Dr Robert” e con un passato che comprende la partecipazione all'abilissima difesa di OJ Simpson – la mia impressione è che la linea di difesa sia già stata tracciata: se Charlie Sheen finirà in tribunale, i suoi legali useranno l’argomento del disturbo bipolare per spiegare gli eccessi della sua vita passata che l’hanno “portato” a mettere a rischio la sua salute “e dunque” a infettarsi. E, se emergerà che non ha rivelato la sua condizione prima di fare sesso o addirittura ha infettato qualcuno, verrà usata la depressione per spiegare sia il comportamento incosciente, sia la mancata aderenza alla terapia antiretrovirale. Il tutto allo scopo di procacciargli attenuanti.

Non esattamente quel che ci vuole per contrastare i pregiudizi che gravano sulle persone con HIV - nel caso, un Charlie Sheen che incarna lo psicopatico drogato e ubriacone che si infetta per la sua vita dissoluta e infetta altri perché troppo stordito per ricordarsi di prendere le medicine sarebbe l'ultima cosa che serve a chi cerca di alleggerire lo stigma.

Ecco, più o meno queste sono le riflessioni che sto facendo in questi giorni.


(*)




Datex
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Re: Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da Datex » martedì 24 novembre 2015, 21:41

leggendo qua e la alcune considerazioni in un articolo che critica lo stigma che vergognosamente ancora oggi esiste, molti commenti e titoloni da scandalo stanno fornendo a sheen i mezzi ideali per sfuggire ad una condanna. infatti in teoria la reazione scatenata dai media, con basi diffamatorie, sostengono la tesi che sheen sia stato ricattato e che c'è un motivo preciso per cui non abbia comunicato prima il suo stato di salute. inoltre in california per poter essere condannato è necessario dimostrare la volontà del dolo, ovvero l' intento di trasmettere il virus. il fatto quindi che sheen sia in cura e con una carica virale soppressa lo esclude da questa ipotesi (al di là del fatto che l' intento è molto difficile da provare).



Dora
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Re: Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da Dora » venerdì 8 gennaio 2016, 7:29

Direttamente fra le braccia di uno dei più grandi ciarlatani degli Stati Uniti:



E i titoli che annunciano la partecipazione di Charlie Sheen al ‘Dr. Oz Show’ lunedì prossimo sono del tenore: Charlie Sheen And Dr. Oz Hoping To Find Cure For HIV; When To Watch The Actor’s Next Big Interview On ‘Dr. Oz Show’; Charlie Sheen and Dr. Oz Are Going to "Take Some Untraveled Roads" to Find the Cure for HIV.






Forse dovremo spostare questo thread nell'Osservatorio Stampa?



rospino
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Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da rospino » venerdì 8 gennaio 2016, 8:12

Dora ha scritto:Forse dovremo spostare questo thread nell'Osservatorio Stampa?
La tua capacità di "intuire" con largo anticipo i possibili risvolti di una storia è strabiliante. [emoji1]


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La verità non esiste e la vita come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci lasciamo circondare.

Dora
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Re: Charlie Sheen, la stampa e la privacy dimenticata.

Messaggio da Dora » venerdì 8 gennaio 2016, 11:31

rospino ha scritto:
Dora ha scritto:Forse dovremo spostare questo thread nell'Osservatorio Stampa?
La tua capacità di "intuire" con largo anticipo i possibili risvolti di una storia è strabiliante.
:lol: No, no, non voglio rubare a Uffa il ruolo di Pizia del forum!

L'atteggiamento da adolescente in preda a un delirio di onnipotenza di Charlie Sheen ("This disease chose the wrong person" - come se invece gli altri milioni che hanno l'infezione fossero "le persone giuste" ...), forse può servirgli per trovare la motivazione necessaria ad affrontare i suoi problemi personali, ma lo rende anche molto vulnerabile ai ciarlatani e furbacchioni, gente proprio come il Dr Oz.
Fin dall'inizio lui ha sostenuto che voleva impegnarsi a trovare una cura. Poteva offrirsi come testimonial famoso collaborando con qualche associazione attiva sul fronte della cura, oppure raccogliere soldi per qualche gruppo di ricerca, magari alla UCLA, dove di ricercatori seri ce ne sono tanti.
Invece fa jogging e yoga insieme al Dr Oz e finirà con il rafforzare un messaggio che adesso va tanto di moda, ma che è sbagliato e molto pericoloso, oltre che colpevolizzante nei confronti di chi ce la mette tutta con la vita sana e non riesce comunque a guarire: che con l'alimentazione giusta e con gli opportuni integratori si può battere ogni malattia.
Magari qualcuno di quegli integratori instancabilmente pubblicizzati dal Dr Oz e che la scienza ci dice che fanno più male che bene.
Sta andando a farsi abbracciare da gente come Ruggiero e questo non farà bene a nessuno, soprattutto non farà bene alle persone con HIV.



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