KALETRA PER CORONAVIRUS

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
Blast
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Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da Blast » sabato 1 febbraio 2020, 21:06

Io ci feci la PEP nel 2006 col Kaletra, e avevo nausea e diarrea ogni santo giorno. Un incubo. Poi la diarra mi veniva senza dolori addominali, ogni volta che andavo in bagno era una sorpresa :lol:


CIAO GIOIE

punto

Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da punto » sabato 1 febbraio 2020, 22:44

Comunque la prima terapia i aids fu' kaletra prezista norvir se ben ricordo... Nausea più che altro.... Isentress dopo mi fu' interrotto perché vedevo mostri incubi incredibili e forti dolori muscolari... Chissà se questo coronavirus accelererà la messa in opera e sviluppo di farmaci per noi con hiv ... Che da questo male possa nascere un bene ...



skydrake
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Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da skydrake » domenica 2 febbraio 2020, 0:06

A proposito di Prezista...faccio notare una cosa.

L'idea di utilizzare il Kaletra (Lopinavir più un booster, il Rtonavir) non è casuale.
Questo coronavirus è un parente stretto della SARS del 2003.
Sono entrambi dei coronavirus (l'ultimo arrivato è detto 2019-nCoV, cioè 2019 Novel Coronavirus, quello del 2003 è detto SARS-CoV, cioè Severe acute respiratory syndrome-related coronavirus).
Ebbene, dal 2003 in poi sperimentarono contro la SARS il Kaletra, con un certo successo:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/15018130/

Sperimentato perché era il più potente anti(retro)virale allora conosciuto.
Il Prezista, della stessa classe Lopinavir (inibitori della proteasi), arrivò solo nel 2006.
Non solo, oltre gli inibitori della proteasi sono stati messi a punto molti altri anti(retro)virali e antivirali (es. solo per HCV più di una decina) talvolta che funzionano per più tipi di virus (es. gli NRTI possono funzionare sia contro l'HIV che l'HCV).
In altre parole, rispetto all'epidemia di SARS del 2003 la medicina adesso ha molte più carte su cui puntare.



marte82

Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da marte82 » domenica 2 febbraio 2020, 13:07

Infatti tra HIV e HCV abbiamo così tanti antivirali che tra questi almeno alcuni potrebbero se non altro rallentare la replicazione virale aiutando così l'organismo a sconfiggerlo più rapidamente!



skydrake
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Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da skydrake » domenica 2 febbraio 2020, 13:43

marte82 ha scritto:
domenica 2 febbraio 2020, 13:07
Infatti tra HIV e HCV abbiamo così tanti antivirali che tra questi almeno alcuni potrebbero se non altro rallentare la replicazione virale aiutando così l'organismo a sconfiggerlo più rapidamente!
Però i tempi sono molto stretti. Per la SARS si è dovuto aspettare 20 mesi prima che la ricerca medico scientifica tirasse fuori qualcosa con un minimo di efficacia. Considerata la esperienza con la SARS, con quest'ultimo coronavirus ad essere ottimisti riusciranno a tirare qualcosa fuori in 6 mesi. Ecco perché è fondamentale riuscire a rallentare la sua diffusione ad almeno fino a primavera inoltrata. Prendendo i polmoni ha il suo massimo impatto dal tardo autunno ad inizio primavera. Fra otto mesi inizierà il prossimo autunno. Con la prossima brutta stagione sarà inevitabile che questo virus si diffonda in maniera ubiquitaria. Anche la Spagnola del 1918 in realtà divenne una pandemia mondiale solo più tardi, nel 1919. Entrambi anno un tasso di mortalità simile (attorno al 2%). Quindi è una gara conto il tempo, occorre trovare non dico un vaccino o una "cura" definitiva, ma un qualcosa che possa ridurre la mortalità, entro 7-8 mesi.



Dodi75
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Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da Dodi75 » domenica 2 febbraio 2020, 14:56

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/ ... tml#foto-1

In questo articolo alcuni principi attivi potenzialmente utili nella profilassi



Cucaio

Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da Cucaio » domenica 2 febbraio 2020, 16:44

skydrake ha scritto:
domenica 2 febbraio 2020, 13:43
marte82 ha scritto:
domenica 2 febbraio 2020, 13:07
Infatti tra HIV e HCV abbiamo così tanti antivirali che tra questi almeno alcuni potrebbero se non altro rallentare la replicazione virale aiutando così l'organismo a sconfiggerlo più rapidamente!
Però i tempi sono molto stretti. Per la SARS si è dovuto aspettare 20 mesi prima che la ricerca medico scientifica tirasse fuori qualcosa con un minimo di efficacia. Considerata la esperienza con la SARS, con quest'ultimo coronavirus ad essere ottimisti riusciranno a tirare qualcosa fuori in 6 mesi. Ecco perché è fondamentale riuscire a rallentare la sua diffusione ad almeno fino a primavera inoltrata. Prendendo i polmoni ha il suo massimo impatto dal tardo autunno ad inizio primavera. Fra otto mesi inizierà il prossimo autunno. Con la prossima brutta stagione sarà inevitabile che questo virus si diffonda in maniera ubiquitaria. Anche la Spagnola del 1918 in realtà divenne una pandemia mondiale solo più tardi, nel 1919. Entrambi anno un tasso di mortalità simile (attorno al 2%). Quindi è una gara conto il tempo, occorre trovare non dico un vaccino o una "cura" definitiva, ma un qualcosa che possa ridurre la mortalità, entro 7-8 mesi.
Condividi in pieno. Ho ancora la flebile speranza che riescano a contenerlo,come fu per la Sarà,prima che diventi pandemico. Sennò so caxxi.
Non si sa ancora che tipo di reazione possa avere un organismo che già combatte HIV.



skydrake
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Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da skydrake » domenica 2 febbraio 2020, 18:57

Cucaio ha scritto:
domenica 2 febbraio 2020, 16:44
Non si sa ancora che tipo di reazione possa avere un organismo che già combatte HIV.
Beh, la Spagnola alla fine provocava più morti tra i giovani che nei vecchi, perché sfruttava la maggiore reattività del sistema immunitario
Però la Spagnola e l'ultimo coronavirus sono molto diversi.



Dora
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Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da Dora » martedì 4 febbraio 2020, 6:39

uffa2 ha scritto:
venerdì 31 gennaio 2020, 12:29
Al di là delle vignette, ho il piacere di condividere con voi una traduzione molto spartana fatta per scarsità di tempo con Google e messa un po’ a posto, di un articolo apparso qualche giorno fa online su Science magazine

Per battere il nuovo coronavirus potremmo usare una combinazione di farmaci anti-HIV o di altri farmaci esistenti?
di Jon CohenJan. 27 gennaio 2020
https://www.sciencemag.org/news/2020/01 ... oronavirus

Quando un nuovo virus spaventoso emerge nell’uomo, gli scienziati impiegano molti mesi, se non anni, a sviluppare e testare un vaccino. Anche la ricerca di nuovi trattamenti richiede molto tempo, ma esiste un’altra opzione: provare i farmaci esistenti per vedere se hanno attività contro il nuovo virus.

Nel caso del nuovo coronavirus (2019-nCoV), i ricercatori stanno già provando antivirali ampiamente usati per curare l’HIV, nella speranza che possano essere in grado di combattere anche il coronavirus. Altri antivirali ancora sperimentali - incluso uno che è stato testato senza successo contro l’Ebola l’anno scorso - potrebbero anche essere promettenti.

L’ospedale Jin Yintan di Wuhan, in Cina, dove sono stati curati i primi 41 pazienti noti, ha già avviato uno studio randomizzato e controllato sulla combinazione di farmaci anti-HIV di lopinavir e ritonavir (Aluvia®/Kaletra®), secondo un rapporto del 24 gennaio condotto da un gruppo di scienziati cinesi in The Lancet. La combinazione mira alla proteasi, un enzima usato sia dall’HIV che dai coronavirus per tagliare le proteine quando si fanno nuove copie di se stessi. (Abbvie ha donato al governo cinese 2 milioni di dollari della combinazione.)
Ci sono alcune prove che il trattamento potrebbe funzionare: uno studio pubblicato nel 2004 ha mostrato che la combinazione ha mostrato “sostanziali benefici clinici” quando somministrata a pazienti che avevano una sindrome respiratoria acuta grave (SARS), che è causata da un coronavirus simile a 2019-nCoV.
Ma quello studio non ha randomizzato i pazienti a ricevere il trattamento o un placebo, il gold standard per studi controllati. Piuttosto, ha confrontato i pazienti trattati con i due inibitori della proteasi più la ribavirina, un farmaco che interferisce con la replicazione virale, con i pazienti con SARS che in precedenza avevano ricevuto solo ribavirina. I ricercatori hanno visto un “risultato apparentemente migliorato” nel primo gruppo. Poiché, però, dal 2004 non sono stati segnalati casi di SARS, non c’è stata la possibilità di uno studio randomizzato.
Gli inibitori della proteasi vengono anche testati contro un terzo coronavirus. L’Arabia Saudita ha ora in corso uno studio attentamente progettato in cui i pazienti con sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) ricevono la combinazione lopinavir / ritonavir più l’interferone beta-1b, che aumenta le risposte immunitarie mediante meccanismi poco chiari o un placebo. Tuttavia, la MERS è geneticamente più “distante” dal 2019-nCoV rispetto alla SARS. In uno studio sui topi condotto da Ralph Baric dell’Università della Carolina del Nord, Chapel Hill, e pubblicato online su Nature Communications il 10 gennaio, questo cocktail di farmaci aveva avuto risultati decisamente scialbi.
Baric spiega che le proteine nel corpo umano legano il 99% di questi inibitori della proteasi, lasciandone poco per combattere i virus. “Sono efficaci contro l’HIV perché questo è dannatamente sensibile al farmaco”, afferma Baric. I coronavirus, al confronto, sono insensibili e, in questo caso “non è possibile raggiungere in un essere umano un livello di farmaco tale da permetterne il funzionamento”.

Lo studio di Baric ha anche testato l’interferone beta-1b con un farmaco sperimentale prodotto da Gilead, il remdesivir, che interferisce con l’enzima polimerasi virale. I topi infetti da MERS cui era stata somministrata questa combinazione andavano molto meglio, con una replicazione virale ridotta e una migliore funzionalità polmonare. La combinazione potrebbe funzionare anche con 2019-nCoV. “Remdesivir ha avuto attività contro tutti i coronavirus che abbiamo testato e sarei sorpreso se non avesse avuto attività contro questo”, afferma il co-autore Mark Denison, un virologo della Vanderbilt University che studia i coronavirus dal 1984. (Remdesivir è stato anche testato contro l’Ebola nella Repubblica Democratica del Congo lo scorso anno, ma non ha fatto altrettanto bene di altri due trattamenti.)
Ma i ricercatori avvertono che il modello di topo si avvicina solo alla MERS nell’uomo. E indipendentemente da quali vengano utilizzati, i farmaci hanno maggiori possibilità di lavorare se somministrati subito dopo l’infezione, afferma Denison. “La sfida con SARS, MERS, questo nuovo coronavirus e altri virus che causano una polmonite grave è la finestra di opportunità”, afferma. Remdesivir è bravo a ridurre i livelli di virus nel corpo, dice Denison, “ma devi arrivare presto ai pazienti se vuoi avere un impatto significativo sulla malattia”. Molte persone con infezioni respiratorie cercano assistenza solo quando sviluppano sintomi gravi, ossia diversi giorni dopo che si ammalano.
Yuen Kwok-Yung, un microbiologo dell’Università di Hong Kong che è stato coautore di un’analisi completa dei potenziali trattamenti coronavirus in Nature Reviews Drug Discovery nel 2016, concorda sul fatto che il remdesivir è il farmaco più promettente per 2019-nCoV e MERS. “Tuttavia, questo farmaco non è disponibile a Hong Kong e in Cina”, afferma Yuen. Dice che gli scienziati di Hong Kong - che dal 27 gennaio avevano otto casi confermati di 2019-nCoV - probabilmente testeranno il lopinavir / ritonavir in combinazione con l’interferone beta-1b in studi randomizzati e controllati, supponendo che avranno la possibilità di vedere più pazienti.
È iniziato anche lo sviluppo di trattamenti completamente nuovi.
Regeneron Pharmaceuticals ha sviluppato anticorpi monoclonali per il trattamento di MERS che sono ora in fase di test nei primi studi sull’uomo. Un portavoce dell’azienda ha detto a ScienceInsider che i ricercatori hanno iniziato a identificare anticorpi simili che potrebbero funzionare contro 2019-nCoV. Con Ebola, Regeneron ha impiegato solo 6 mesi per sviluppare trattamenti candidati e testarli su modelli animali, ha osservato il portavoce. (Un cocktail di questi anticorpi si è successivamente imposto nella sperimentazione clinica che ha anche testato remdesivir, riducendo la mortalità da Ebola del 94% quando somministrato subito dopo l’inizio della malattia.)
Il trattamento ideale per 2019-nCoV potrebbe essere un farmaco come remdesivir più anticorpi monoclonali, afferma Denison. “L’idea di utilizzare quelli in combinazione avrebbe prospettive molto buone.”
Si è scoperto che SARS e il nuovo coronavirus 2019 non solo condividono l'80% del genoma, ma usano lo stesso recettore per colpire le cellule target.
È stata anche approntata una sorta di protocollo per trattare i casi di polmonite da 2019-nCoV e, anche se i casi trattati sono ancora pochi, sembra avere una buona efficacia. Invece per il vaccino ci sarà da attendere.
L'Oca Sapiens ieri ha scritto un post nel suo blog su Repubblica per fare il punto sui farmaci per trattare la nuova epidemia di coronavirus:

3 FEBBRAIO 2020

La "scoperta" della clorochina

I coronavirus non sono retrovirus come l'HIV, ma sono a Rna lo stesso, da qui il dubbio che non si riesca a dimostrare l'efficacia di vaccini come quelli in via di sviluppo per la Sars che forse potrebbe immunizzare contro la polmonite di Wuhan. Due hanno superato un piccolo esperimento di fase 1, sono "sicuri", cioè non tossici, ma anche i vaccini anti-HIV erano sicuri. Eppure sono tutti falliti, anche l'ultimo che aveva "imparato" dai fallimenti precedenti - delusione e bibliografia di Dora su HIV-Forum.

L'agenzia Xinhua ha ripreso la notizia - già uscita su Science e altre riviste - di farmaci con "buoni effetti inibitori" sul nCoV-2019 "a livello cellulare". Nella provincia di Hubei, sarebbe già stata chiesta l'autorizzazione di prescriverli "off-label". Sono
  • il Remdesivir, la Clorochina e il Ritonavir. ... la scoperta è stata fatta da ricercatori dell'Accademia militare di medicina e dell'Istituto di virologia di Wuhan che fa parte dell'Accademia cinese delle scienze.

Il nazionalismo mi pare esagerato. L'avranno letto su un numero del Lancet Infectious Diseases del 2003, all'epoca della SARS, dove la "scoperta" era stata pubblicata da Andrea Savarino dell'ISS et al.

Con collaboratori di mezzo mondo faceva - e fa tuttora - ricerca sui farmaci dimenticati, fuori brevetto, per vedere se i loro meccanismi di interferenza biochimica funzionano per patologie diverse da quelle per le quali sono stati sperimentati, autorizzati e ormai stra-collaudati.

E il riposizionamento ("repurposing") che aiuterebbe innanzitutto i paesi poveri.

Anni fa, gli avevo chiesto di spiegarmi bene la faccenda della clorochina, un po' scettica sui risultati in vitro anche se erano stati subito confermati da altre ricerche. Si sa che è un anti-malarico da secoli, e c'è una bella differenza tra la riproduzione del plasmodio nel nostro organismo, e quella di un virus a Dna, Zika per esempio, o a Rna come i coronavirus.

Nel 2005 [*], Savarino aveva suggerito di verificare in vivo l'efficacia di inibitori di proteasi, proprio quelli contro l'Hiv come il ritonavir, perché in vitro e nei suoi modelli al computer si attaccano al coronavirus della SARS nel punto giusto per tappargli la proteasi cruciale.

Era passata l'emergenza, le case farmaceutiche erano meno interessate a finanziare esperimenti clinici. Puntavano sugli anticorpi monoclonali, molto più redditizi di molecole dal brevetto scaduto, ma Andrea S. dice c'è un trial in corso con un inibitore delle proteasi.

Ce ne sono stati altri in Canada, a Hong Kong e in altri paesi anche contro il coronavirus della MERS trasmesso dei cammelli. Poco a poco l'idea si è fatta strada tant'è che per il nCoV-2019 si è usato nel caso di un singolo paziente. Ma ancora non si riesce a trovare un dosaggio che agisca rapidamente e non sia pericoloso per tutti, in particolare per quelli anziani e in cattiva salute ancora prima di ammalarsi di polmonite.

Forse a Wuhan dovrebbero provare prima con la clorochina.

Agg. Ho sbagliato, dice Andrea S., uno degli inibitori
  • il lopinavir era già stato usato empiricamente sulla SARS prima che me ne occupassi io. Data la mancanza di omologia tra le proteasi dei coronavirus e quella di HIV, ascrissero all'inizio l'efficacia di lopinavir ad un effetto antiinfiammatorio generico. Io diedi il rationale scientifico a questa strategia, e mostrai con il molecular docking che il lopinavir è una molecola flessibile che riesce ad incastrarsi anche in una proteasi del virus della SARS.
Grazie delle correzioni, Doc.

p.s. Come sempre, l'aggiornamento della Commissione cinese per la sanità è tradotto su Promedmail.


[*] NdD: La bella review di Savarino sul Journal of Clinical Virology - Expanding the frontiers of existing antiviral drugs: Possible effects of HIV-1 protease inhibitors against SARS and avian influenza - non è in open access. Se qualcuno la vuole leggere, me la chieda.



skydrake
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Re: KALETRA PER CORONAVIRUS

Messaggio da skydrake » martedì 4 febbraio 2020, 19:33

Come avevo scritto un paio di giorni fa, c'è chi pensato di usare il Darunavir (Prezista), contro il coronavirus:
https://www.jnj.com/johnson-johnson-lau ... lth-threat



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