...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa persona?
...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa persona?
( http://www.corriere.it/esteri/12_novemb ... 4519.shtml )
...E quando capita che il morto e il sopravvissuto siano la stessa persona (un vecchio malato di HIV via via ridotto a men dell'ombra di sé stesso, per dire), come si fa?
Re: ...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa perso
Come si fa, Leon? Si soffre come cani e non ci si può dare nessuna risposta, nessuna che abbia senso. E forse una spremuta di pompelmo su una tomba ogni mattina non è poi la risposta più folle che si possa immaginare. Però, ombra o non ombra, si deve andare avanti.Leon ha scritto:...E quando capita che il morto e il sopravvissuto siano la stessa persona (un vecchio malato di HIV via via ridotto a men dell'ombra di sé stesso, per dire), come si fa?
Ultima modifica di Dora il mercoledì 7 novembre 2012, 11:45, modificato 1 volta in totale.
Re: ...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa perso
Leon...
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Re: ...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa perso
Ti assicuro che ho visto tante persone desiderare la morte, ma quelle stesse persone poi le ho viste urlare per restare in vita...e questo a me basta per soffrire fino all'ultimo rifiutando la morte come liberazione. Anche alla sofferenza trovagli un valore non chiedermi quale ti prego sarei in difficoltà...
Re: ...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa perso
Ciao Leon intervengo solo con poche parole, purtroppo trovano il tempo che hanno, e non sono di nessuna utilità pratica lo so, ma vorrei dirti che comprendo molto bene quello che hai scritto, non perchè me la vivi anche io così, ma perchè sembri mio fratello.
Quando rimaniamo soli io e lui, a volte si lascia andare in queste considerazioni, ed io sento addosso tutta la sua stanchezza, la sua fragilità, la sua lucidità, purtroppo non trovo le parole giuste per fargli coraggio, per dirgli che non è vero, che non si è perduto del tutto, e che se anche è malato e più limitato, lui è sempre lui, come tu sei sempre Leon, e allora non riesco a fare nient'altro che dargli un colpetto sul braccio e chiedergli di andarcene a fare un giro.
Così camminando a volte ci perdiamo in discorsi forse banali, saltando (io) frequentemente di pala in frasca, come ad esempio se sia meglio tagliare l'erba in un modo, per poi passare immediatamente a parlare di quello che aveva sul banchetto il pescivendolo questa settimana, o se quest'anno ci siano poche cimici perchè il mais è bruciato tutto.
Vicino a noi c'è la campagna con tanti alberi e tanta quiete, spesso con la bella stagione ci fermiamo a sedere su una panchina a guardare passar le macchine, fumiamo due o tre sigarette, e poi torniamo verso casa mia, dopodiché lui mi fa un cenno con la mano di saluto e mi dice - ci vediamo - io lo guardo salire in macchina e lo seguo con lo sguardo fino alla curva, poi salgo in casa.
Ecco mi piacerebbe passarti queste mie immagini inutili che nulla producono ai fini di una soluzione per farti stare meglio, sono solo momenti che io passo con lui e che sono pure difficili da trasmettere, per la sensazione che lasciano ad entrambi, però a noi fanno bene.
Quando rimaniamo soli io e lui, a volte si lascia andare in queste considerazioni, ed io sento addosso tutta la sua stanchezza, la sua fragilità, la sua lucidità, purtroppo non trovo le parole giuste per fargli coraggio, per dirgli che non è vero, che non si è perduto del tutto, e che se anche è malato e più limitato, lui è sempre lui, come tu sei sempre Leon, e allora non riesco a fare nient'altro che dargli un colpetto sul braccio e chiedergli di andarcene a fare un giro.
Così camminando a volte ci perdiamo in discorsi forse banali, saltando (io) frequentemente di pala in frasca, come ad esempio se sia meglio tagliare l'erba in un modo, per poi passare immediatamente a parlare di quello che aveva sul banchetto il pescivendolo questa settimana, o se quest'anno ci siano poche cimici perchè il mais è bruciato tutto.
Vicino a noi c'è la campagna con tanti alberi e tanta quiete, spesso con la bella stagione ci fermiamo a sedere su una panchina a guardare passar le macchine, fumiamo due o tre sigarette, e poi torniamo verso casa mia, dopodiché lui mi fa un cenno con la mano di saluto e mi dice - ci vediamo - io lo guardo salire in macchina e lo seguo con lo sguardo fino alla curva, poi salgo in casa.
Ecco mi piacerebbe passarti queste mie immagini inutili che nulla producono ai fini di una soluzione per farti stare meglio, sono solo momenti che io passo con lui e che sono pure difficili da trasmettere, per la sensazione che lasciano ad entrambi, però a noi fanno bene.
Re: ...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa perso
caxo ke complicazione no no ..non si puo' mica stare cosi' male... secondo me in questi casi si spera di aver seminato dei buoni amici,ci si incontra e bla bla bla bla bla una pacca un ma va' in mona e na' mezza giornata quel ke "rugava"nella testa e nello stomaco un po' si dilegua,certo quando si kiude la porta di casa e spegni la luce quel dolore le' li pronto,ma forse non e' cosi forte...e forse per quella notte il sonno le' pure amico...màma come le' difficile dormire certi notti...... ùe sara' mica colpa della casseaula della mia mamma nèèèè
Re: ...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa perso
A tutti, grazie; in poche o tante parole che abbiate scritto, vi ho "sentito" uno per uno.
Per Melisanda, aggiungerei un "beato Illo!". No, non per il motivo per cui è celebre qua dentro (visto che gli aggiornamenti che ogni tanto dai, più o meno tra le righe, sulla sua salute nel complesso proprio mi impediscono di considerarlo "fortunato", anche solo sotto questo aspetto), ma per il "colpetto sul braccio" (con tutto il resto); posso assicurare che, in situazioni analoghe, arrivano invece coltellate alla schiena (prima - poi, quando uno è ormai più morto che vivo, anche al petto e da tutte le parti).
Per Melisanda, aggiungerei un "beato Illo!". No, non per il motivo per cui è celebre qua dentro (visto che gli aggiornamenti che ogni tanto dai, più o meno tra le righe, sulla sua salute nel complesso proprio mi impediscono di considerarlo "fortunato", anche solo sotto questo aspetto), ma per il "colpetto sul braccio" (con tutto il resto); posso assicurare che, in situazioni analoghe, arrivano invece coltellate alla schiena (prima - poi, quando uno è ormai più morto che vivo, anche al petto e da tutte le parti).
Re: ...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa perso
Mi spiace tanto Leon davvero, lo scopo di quello che ho scritto non era quello di farti sentire più solo, o evidenziare le differenze nei rapporti, mi rendo conto che quello che ho scritto ti ha fatto in qualche modo ''male'', ma voleva invece trasmetterti quello che virtualmente possiamo, e abbiamo fatto qua, su questa piattaforma; mancano gli alberi e la panchina, mancano la presenza e il camminare assieme, ma metaforicamente o allegoricamente (non so quale espressione si leghi meglio) possiamo passare ancora qualche momento così in pub, e intanto proseguire tutti assieme. Sono consapevole che il momento non è dei migliori per nessuno, e sempre più spesso si fa fatica a trovare sia la forza che la motivazione per intervenire, e che, chiuso il pc, ognuno di noi resta solo con i propri problemi da risolvere, (così come quando vedo salire in macchina Illo e andarsene) ma prendiamoci questi attimi, queste pause di leggerezza che fanno solo bene, abbiamo la nostra Isabeau che è un po' il collante per tutti in quella sezione, coraggio caro Leon questo è il mio ''colpettino'' al braccio per te.
Un abbraccino.
Un abbraccino.
Re: ...E se il morto e il sopravvissuto sono la stessa perso
Sono d'accordo con Melisanda: fatti vedere giù in pub ogni tanto, ché quattro parole fanno bene e, anche se virtuali, sono meglio di niente.