Apprezzo il tuo commento, ben scritto e con delle piacevoli citazioni. Perché censurarmi? Credo di rispondere sempre per me stesso e non mettere mai in mezzo nessuno. Racconto per come vivo essere in aids.uffa2 ha scritto: ↑giovedì 29 aprile 2021, 14:52Caro il mio @giovane88 (che poi, "giovane": alla tua età uno era già risorto…)giovane88 ha scritto: ↑mercoledì 28 aprile 2021, 19:45La mia vita è rovinata per sempre, sono libero di dire la mia esperienza, tu la vivi alla grande? Scrivilo e non venirmi a rompere le scatole, perché altrimenti potrei dirti che sei un superficiale, che questa malattia ti cambia e ti devasta per sempre. Che inghiottire tre farmaci a vita è devastante sotto qualsiasi profilo, psicologico e fisico (nessun organo ne è assente: dai reni, al fegato, al cuore, ai polmoni, al sistema linfatico, al sistema riproduttivo, al cervello, ai muscoli, allo scheletro, al sistema nervoso centrale e periferico, all'intestino).
Tu te la vivi alla grande? Testimonia la tua esperienza che io testimonio la mia. Ognuno ha mille variabili diverse.
Questa volta, nonostante la quantità di messaggi di protesta che ho ricevuto sui tuoi interventi, non me la sento di censurarti per davvero… eppure posso dirti che sbagli tutto?
Hai ragione, «la nostra vita è appesa a un filo».
Del resto, non c’è bisogno di rimembrare le tre parche che tagliano il filo della vita dei soldati achei, né i soldati di Ungaretti che stanno come d'autunno sugli alberi le foglie: tutti sappiamo di essere appesi a un filo, tutti sappiamo per vita vissuta che basta un nulla per vedere ogni nostro progetto ogni nostro desiderio saltare per aria. Un incidente, il lavoro che non c’è più, una diagnosi “sgradevole” e tutto va “a ramengo”.
Noi con la nostra diagnosi lo abbiamo visto in prima persona: una mattina ti alzi, vai tranquillo a ritirare un foglietto e invece ti fanno sedere davanti a un dottore che ti spiega che nulla sarà come prima; un bel fastidio, vero…
Però, se posso dirtela tutta, nessuno di noi è venuto al mondo con la garanzia che non avrebbe avuto problemi nella vita, che tutto sarebbe stata una tranquilla anche se non esaltante passeggiata dalla culla alla bara.
C’è chi a vent’anni si trova su una sedia a rotelle perché incredibilmente s’è preso una pallottola vagante, chi a venticinque muore di leucemia perché una banda di str.onzi non si accorge che qualcosa non andava nonostante costanti esami del sangue, chi porterà per tutta la vita la croce di un figlio morto in un incidente in cui era alla guida… ogni giorno c’è qualcuno che legittimamente urla il proprio dolore per quanto la vita sa essere ingiusta e dolorosa.
Il tuo dolore, la tua rabbia, li abbiamo vissuti tutti, ognuno di noi ricorda le proprie lacrime, i propri sogni infranti e vorrei che tu comprendessi questo. Questo, come ho già detto, qui non è Facebook; è un ritrovo di vite segnate da un lutto, che semplicemente sono ancora vive e fanno quello che tutti hanno il dovere di fare: cercare di continuare a vivere nel miglior modo possibile.
Spero caro @giovane88, che presto ci si possa reincontrare, e che tu possa incontrare qualcuno di noi per guardare in faccia il tuo futuro.
Se non starai attento e non metterai un limite all’età come si fa su Grindr vedrai tanta bruttezza: cinquantenni coi capelli bianchi, qualche ruga e molta stanchezza figlia di giornate faticose e per niente gratificanti. Gente che parla dei propri problemi a prendere sonno, dei bruciori di stomaco o della prostata, gente noiosa e demoralizzante.
Capirai che il tuo destino è terribile: invecchierai e diventerai brutto e bolso, non quanto me, ma insomma…
Spero che quel giorno per te venga presto perché per me è stato bellissimo, me lo ricordo ancora: sono arrivato una sera del 2008 a Bologna per incontrare un gruppo di mostri come me, ed è stato uno shock.
Sono arrivato e ho visto un paio di colleghi di gaiezza, “un sacco” di donne (tre o quattro) e una coppia che aveva qualche anno più di me: erano stati contagiati prima della caduta del muro di Berlino, addirittura prima che nascessi tu, ed erano lì sorridenti, pieni di salute e carichi di una voglia di vivere incredibile.
Prima o poi anche le tue condizioni cambieranno.
I CD4 riprenderanno a salire e tutti i problemi che tu ingiustamente scarichi sui farmaci antiretrovirali inizieranno ad attenuarsi.
Riprenderai la tua vita normale, fatta di pochi entusiasmi e molte incazzature.
Anche se oggi non ci credi, anche se oggi pensi «ma va’ ‘sto deficiente che mi fa il coaching di atteggiamento mentale positivo» prima o poi succederà pure a te, è la condanna di tutti, accorgersi che la vita continua e che non abbiamo scampo se non viverla.
Fino a quando le tre parche non si stuferanno di noi.
Io ancora ad oggi non conosco nessuno di persona che ha questa malattia. Aver sentito e aver compreso sulla mia pelle cosa sia e raccontare quanto sia brutto viverla, è semplicemente raccontare un dolore.
Avevo una ragazza, avevo dei sogni, avevo delle speranze. Ora è stato spazzato via tutto. Per un errore commesso anni fa in un periodo molto buio della mia vita, è tornato a reclamare la mia vita. Sappiamo bene, e molti me l’hanno detto, che queste sono cose che ti segnano profondamente la vita.
Che sono quegli eventi che cercano di annientarti nelle viscere del proprio corpo. Proprio come esistono momenti e eventi meravigliosi nella vita che cercano di migliorarti, questi eventi, se non hai le spalle forti, ti travolgono, in un spirale di autodistruzione.
Sono eventi per cui, nessuno ci ha garantito che non sarebbero avvenuti ma è anche vero che la stragrande maggioranza delle persone non ha o ne ha di molto minori o più in là con l’età.
Digli ad una persona che sarà malata a vita. Digli che potrà essere rifiutata per qualcosa che non può controllare. Digli che verrà discriminato. Digli che dovrà fare i conti con molto dolore fisico e psicologico. Digli che dovrà affrontare una parola: stigma.Non é roba che capita a tutti, nè per intensità nè per difficoltà.
Anzi diciamocela tutta: la maggior parte delle persone non affronterà mai e così precocemente questo dolore. Molti, come mi hanno detto, non riusciranno mai a superarlo è il
Tempo non riuscirà a lenire il dolore.
Forse raccontarlo, nella sua crudezza potrebbe essere terapeutico per tutti, togliere quel velo di buonismo e dir.ci le cose nude e crude.
Sarà che raccontare l’AIDS negli anni ‘90 come
Qualcosa di terribile e usare l’alimentazione viola può aver messo in guardia e salvato molte persone. È come per un fotografo andare in guerra e non fotografare anche i suoi momenti più brutti e crudi per non impressionare le
Persone.
Non lo só, forse stó divagando ma non voglio raccontare una versione che non mi appartiene o con toni che non la rappresentano.
Ognuno racconti come la vive, è questo la pluralità delle voci, credo che il limite dei 18 sia passato.
Eh comunque, non sono dell’88, sono più giovane, è solo un numero per rimanere in totale anonimato, anche con l’età.