Dora ha scritto: ↑domenica 3 settembre 2017, 9:35
I BAMBINI MORTI DI HIV E LA CHIESA ORTODOSSA RUSSA
Giuro che non pensavo di continuare con la storia dei bambini morti. Non lo volevo fare perché è dolorosissima e mi fa ribollire il sangue, perché le dinamiche sono sempre le stesse, perché mi sembra di avere già detto molto.
Così, quando il 30 agosto scorso ho letto una
notizia della Tass in cui si riferiva che una bambina HIV positiva di 8 anni è morta a San Pietroburgo, perché i suoi genitori sono dei negazionisti e le hanno negato i trattamenti nonostante i ripetuti tentativi dei medici di convincerli a darle gli antiretrovirali, mi sono detta: l'ennesima tacca sul fucile degli assassini - archivia la notizia nel file "Negazionismo in Russia" e lasciala lì.
Tuttavia, non ho potuto non notare che la notizia veniva data dalla Tass, l'agenzia governativa, la bocca dello stesso regime che con le sue politiche sciagurate tanto ha fatto per far dilagare il negazionismo nel Paese.
Poi però il 31 agosto mi è arrivato
un articolo pubblicato su
PRI (Public Radio International), il sito di una ONG che si occupa di giornalismo, media e impegno civile. In questo articolo - non a caso intitolato
"Mentre il governo guarda dall'altra parte, l'AIDS si diffonde rapidamente" - Anna Nemtsova ricorda le enormi contraddizioni in cui si dibattono le politiche russe di contrasto all'HIV/AIDS di cui abbiamo ampiamente parlato in questo thread e riporta le parole di un consulente di Putin, Sergei Markov, che ammette: "le autorià russe sono divise più o meno 50 a 50 fra coloro che ritengono necessario essere aperti e parlare della questione dell'epidemia di AIDS e coloro che insistono che la questione dovrebbe essere ignorata, quanto meno nei discorsi pubblici. Ecco perché fino ad oggi l'approccio federale all'epidemia è stato sbiadito e ...fallimentare".
Più che
sbiadito, io lo definirei
schizofrenico. Ma va bene, mi sono detta, archivia anche questo.
Stamattina però mi sveglio e mi ritrovo nella mail box
un articolo pubblicato ieri da
Russia Today - sì, proprio loro, il canale satellitare governativo che
tanto spazio ha dato ai ragli dei negazionisti. Qui la storia della bambina morta è raccontata con molti più dettagli. E sono dettagli che inquietano.
A parte un'età differente rispetto a quella riferita dalla Tass (10 e non 8 anni), l'articolo della redazione di RT - che si basa su una breve
notizia uscita in russo su Fontanka.ru e su
un articolo pubblicato su Rosbalt.ru, entrambi del 30 agosto - ci dice che la bambina, morta il 26, era stata affidata alla famiglia di un prete ortodosso. Nonostante fossero consapevoli della diagnosi di HIV, i genitori affidatari consideravano la piccola
"assolutamente sana" e hanno rifiutato di darle i farmaci perché ritenevano che questi le avrebbero
"fatto più male che bene" - il solito slogan della propaganda negazionista.
Il prete e sua moglie erano convinti che
"l'AIDS sia un mito inventato dalle avide industrie farmaceutiche".
Chissà chi può averglielo messo in testa, a questi devoti ortodossi? Che abbiano ascoltato anche loro
le parole dell'arciprete Dmitry Smirnov, come fece Yulia Yakovleva, la madre della bimba di Tyumen
morta lo scorso luglio?
Nel 2014, i medici del Centro AIDS di San Pietroburgo hanno segnalato il problema a Svetlana Agapitova, mediatore per i diritti dei bambini, l'equivalente locale di Anna Kuznetsova, il Commissario per i diritti dell'infanzia a livello federale, come sappiamo negazionista dell'HIV/AIDS.
Non sembra che la signora abbia preso molto a cuore la sorte della piccola.
Quando la coppia è stata scelta per adottare la bambina, è stata informata che la bimba era nata HIV positiva, ma per anni hanno preso in giro le autorità, impedendo che i medici avessero contatti con la figlia. Pare che solo in seguito si sia capito che il prete e la moglie sono seguaci della
"medicina tradizionale" e prima hanno trattato la bambina con
"erbe cinesi", poi l'hanno portata in Germania per curarla con
"integratori biologicamente attivi".
Così la ragazzina è morta e ora c'è in corso
un'inchiesta.
Un politico di San Pietroburgo, Elena Kiseleva, si arrampica sui vetri: "se la bambina, nata con HIV, è sopravvissuta così a lungo, lo dobbiamo ai suoi genitori, che hanno fatto di tutto per farla guarire".
Autorità della Chiesa Ortodossa Russa di San Pietroburgo, che non ammettono né smentiscono che il padre della bimba sia un prete, dicono che non si devono fare paralleli fra la Chiesa Ortodossa e il negazionismo dell'HIV.
L'articolo di RT si conclude con una frase che mette sullo stesso piano negazionismo e scienza:
- I sostenitori del negazionismo dell'HIV/AIDS rifiutano l'esistenza del virus. Gli scienziati dicono che il negazionismo dell'AIDS è pseudoscienza.
Insomma, per quei campioni della libertà di informazione di
Russia Today, UNO vale UNO.
Credo che nei prossimi tempi avremo ancora modo di vedere all'opera questo atteggiamento schizofrenico che sta intossicando la Russia. Anzi, credo che lo vedremo arrivare a lambire le nostre spiagge