Una nuova associazione: PLUS ONLUS
Una nuova associazione: PLUS ONLUS
Me ne sono accorta soltanto ora: da qualche mese, esiste una nuova associazione specificamente dedicata a persone LGBT con HIV.
PLUS ONLUS
L'HIV si batte con l'informazione e lottando contro le discriminazioni
PLUS ONLUS, è una associazione a prevalenza “patient based” il cui impegno è rivolto principalmente alla tutela degli interessi delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trans) colpite dall’infezione da HIV. Perché questa scelta nel già cospicuo panorama delle associazioni di lotta contro l’HIV/AIDS?
L’epidemia da HIV si è sviluppata in modo diverso nelle varie zone del pianeta. Negli Stati Uniti e nel Nord Europa, fin dall’inizio l’infezione ha investito la nostra comunità con tutta la sua forza distruttiva, con tutta la capacità di spaventare sia le persone colpite, sia tutto il resto della società che ha reagito spesso con lo stigma e la discriminazione.
Le comunità locali hanno creato associazioni i cui nomi (Gay Men Health Crisis, Gay Men Fight Aids, ecc.), ci dicono chiaramente quanto importante sia stato il contributo della comunità omosessuale nella lotta contro l’HIV. Al di la delle sigle, buona parte delle associazioni sono state colonizzate da persone omosessuali.
Persone impaurite che hanno trovato nel gruppo, nell’associazionismo, la forza per reagire. In Italia, in parte, le cose sono andate diversamente. HIV, fin dai primi anni, ha investito principalmente le persone tossicodipendenti per via dello scambio di siringhe, e in modo sensibilmente inferiore gli omosessuali maschi.
Oggi, a ormai 30 anni dall’inizio della pandemia, in Italia l’andamento epidemiologico ha preso strade diverse. Anche grazie ad interventi di riduzione del danno mirati ad evitare lo scambio di siringhe ma non solo, le sieroconversioni in area tossicodipendenze sono crollate, mentre è salito, in modo preoccupante, il contagio da trasmissione sessuale nei confronti del quale è stato fatto davvero poco e male.
Sono ormai numerosi gli studi, quali Sialon e Emis, che ci dicono che la comunità omosessuale italiana può vantare una prevalenza di casi di HIV che sfiora il 10%, ma che arriva a superare il 12% nelle maggiori città del Paese quali Milano, Roma o anche Bologna (fonte: Emis, Ungass 23). A questi valori, molto preoccupanti, si aggiungono i dati dei cosiddetti late presenters, ossia le persone che arrivano alla diagnosi di HIV quando sono ormai prossimi all’Aids, che coprono una elevata percentuale dei 4.000 casi all’anno di nuove sieroconversioni (dati ISS). Si tenga presente secondo ECDC (European Center for Disease Control) una comunità è da considerarsi esposta al rischio se la prevalenza è maggiore del 5%. Quindi, dopo 30 anni e con un forte ritardo rispetto al resto dell’Europa, la comunità omosessuale italiana, e Arcigay in particolare, si è interrogata sulle migliori vie per affrontare quella che sembra essere, a tutti gli effetti, una crisi che investe la nostra comunità. PLUS Onlus nasce nel solco tracciato dalle grandi strutture europee “gay-oriented”, in anni più recenti organizzate anche in checkpoint (centri gestiti direttamente dalle comunità più esposte). PLUS nasce grazie al coraggio di alcuni soci di Arcigay che hanno deciso di accettare la sfida e partecipare a questa nuova avventura, per far si che persone Lgbt sieropositive non siano costrette a scegliere da che parte stare, ma abbiano la possibilità di essere tutelate con competenza e serietà sia come persone Lgbt, sia come sieropositivi.
Sandro Mattioli Presidente PLUS Onlus
Per informazioni, interviste e contatti:
Sandro Mattioli e Stefano Pieralli http://casserosalute.it/
Cliccare qui per vedere un'intervista a Mattioli:
PLUS ONLUS
L'HIV si batte con l'informazione e lottando contro le discriminazioni
PLUS ONLUS, è una associazione a prevalenza “patient based” il cui impegno è rivolto principalmente alla tutela degli interessi delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trans) colpite dall’infezione da HIV. Perché questa scelta nel già cospicuo panorama delle associazioni di lotta contro l’HIV/AIDS?
L’epidemia da HIV si è sviluppata in modo diverso nelle varie zone del pianeta. Negli Stati Uniti e nel Nord Europa, fin dall’inizio l’infezione ha investito la nostra comunità con tutta la sua forza distruttiva, con tutta la capacità di spaventare sia le persone colpite, sia tutto il resto della società che ha reagito spesso con lo stigma e la discriminazione.
Le comunità locali hanno creato associazioni i cui nomi (Gay Men Health Crisis, Gay Men Fight Aids, ecc.), ci dicono chiaramente quanto importante sia stato il contributo della comunità omosessuale nella lotta contro l’HIV. Al di la delle sigle, buona parte delle associazioni sono state colonizzate da persone omosessuali.
Persone impaurite che hanno trovato nel gruppo, nell’associazionismo, la forza per reagire. In Italia, in parte, le cose sono andate diversamente. HIV, fin dai primi anni, ha investito principalmente le persone tossicodipendenti per via dello scambio di siringhe, e in modo sensibilmente inferiore gli omosessuali maschi.
Oggi, a ormai 30 anni dall’inizio della pandemia, in Italia l’andamento epidemiologico ha preso strade diverse. Anche grazie ad interventi di riduzione del danno mirati ad evitare lo scambio di siringhe ma non solo, le sieroconversioni in area tossicodipendenze sono crollate, mentre è salito, in modo preoccupante, il contagio da trasmissione sessuale nei confronti del quale è stato fatto davvero poco e male.
Sono ormai numerosi gli studi, quali Sialon e Emis, che ci dicono che la comunità omosessuale italiana può vantare una prevalenza di casi di HIV che sfiora il 10%, ma che arriva a superare il 12% nelle maggiori città del Paese quali Milano, Roma o anche Bologna (fonte: Emis, Ungass 23). A questi valori, molto preoccupanti, si aggiungono i dati dei cosiddetti late presenters, ossia le persone che arrivano alla diagnosi di HIV quando sono ormai prossimi all’Aids, che coprono una elevata percentuale dei 4.000 casi all’anno di nuove sieroconversioni (dati ISS). Si tenga presente secondo ECDC (European Center for Disease Control) una comunità è da considerarsi esposta al rischio se la prevalenza è maggiore del 5%. Quindi, dopo 30 anni e con un forte ritardo rispetto al resto dell’Europa, la comunità omosessuale italiana, e Arcigay in particolare, si è interrogata sulle migliori vie per affrontare quella che sembra essere, a tutti gli effetti, una crisi che investe la nostra comunità. PLUS Onlus nasce nel solco tracciato dalle grandi strutture europee “gay-oriented”, in anni più recenti organizzate anche in checkpoint (centri gestiti direttamente dalle comunità più esposte). PLUS nasce grazie al coraggio di alcuni soci di Arcigay che hanno deciso di accettare la sfida e partecipare a questa nuova avventura, per far si che persone Lgbt sieropositive non siano costrette a scegliere da che parte stare, ma abbiano la possibilità di essere tutelate con competenza e serietà sia come persone Lgbt, sia come sieropositivi.
Sandro Mattioli Presidente PLUS Onlus
Per informazioni, interviste e contatti:
Sandro Mattioli e Stefano Pieralli http://casserosalute.it/
Cliccare qui per vedere un'intervista a Mattioli:
Re: Una nuova associazione: PLUS ONLUS
Mi chiedo ad occhio e croce quanta è la percentuale della popolazione gay con vita sessuale attiva e promiscua (saune, parcheggi, batuage ecc.). Se già il 10% della popolazione gay totale è già infetta, a questi ritmi nel giro di qualche anno la totalità di quella a comportamento a rischio sarà HIV+.Dora ha scritto: Sono ormai numerosi gli studi, quali Sialon e Emis, che ci dicono che la comunità omosessuale italiana può vantare una prevalenza di casi di HIV che sfiora il 10%, ma che arriva a superare il 12% nelle maggiori città del Paese quali Milano, Roma o anche Bologna
Re: Una nuova associazione: PLUS ONLUS
Non so, certo le stime attuali e le proiezioni future sono terrorizzanti.skydrake ha scritto:Mi chiedo ad occhio e croce quanta è la percentuale della popolazione gay con vita sessuale attiva e promiscua (saune, parcheggi, batuage ecc.). Se già il 10% della popolazione gay totale è già infetta, a questi ritmi nel giro di qualche anno la totalità di quella a comportamento a rischio sarà HIV+.
Io sono solo contenta che, finalmente, l'Arcigay e una persona impegnata come Mattioli prendano atto che i tassi di infezione presso gli omo- e bi-sessuali sono paragonabili a quelli degli Stati Uniti. È da almeno tre anni che i CDC hanno lanciato l'allarme, pubblicando dei dati sempre più preoccupanti (questa, a mio parere, la ragione della fretta di alcune associazioni americane a ottenere la PrEP, in barba a dubbi, perplessità e paure).
Ora, non ho idea se una nuova associazione serva a qualcosa, se non fosse possibile utilizzare enti/istituzioni già esistenti, se gli strumenti di prevenzione comportamentale attualmente disponibili, implementati con quelli farmacologici che a breve saranno sul mercato, potranno mettere un freno al dilagare dei contagi fra MSM.
Quello che però credo sia da salutare con favore è il fatto che - pur in un ritardo cui credo non siano estranee certe rigidità ideologiche (la campagna contro le "categorie a rischio" e lo stigma che vi si connetterebbe, per esempio) - pare che l'Arcigay si stia svegliando.
Mi auguro anche che si cominci a fare prevenzione differenziando in modo inequivocabile il "messaggio" in base alle persone cui ci si rivolge. Gli argomenti che possono (potrebbero) far presa su un giovane omosessuale sono completamente diversi da quelli che potrebbero convincere una signora in menopausa o un eterosessuale di 40 anni ad adottare delle protezioni.
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Re: Una nuova associazione: PLUS ONLUS
Ciao
Mamma che faccia da scemo che ho in quel video... grazie per aver aperto la discussione.
Come qualcuno ha amabilmente sottolineato arrivo lungo nel rispondere , cercherò di essere più presente in futuro, poi capirete il perché.
Le stime riportate dagli studi Sialon e, soprattutto, Emis sono in effetti preoccupanti soprattutto per le punte massime raggiunte in alcune zone del paese.
Sono stime di prevalenza sulla popolazione MSM, quelle dell'area di Verona (Sialon) sono state fatte con un campione statisticamente attendibile. Emis, che ha cercato di campionare gli MSM di tutta Italia, più che al campione attendibile ha puntato, riuscendoci, ai numeri dei rispondenti: oltre 15.000
Non è quindi una stima scientifica, ma il numero del campione è tale che ci da una direzione molto attendibile.
La cosa drammatica che è, non so se anche voi avete questa sensazione, io riscontro enormi difficoltà a convincere l'autorità sanitaria qui dell'Emilia Romagna sul fatto che tali stime meritano azioni mirate e non la solita campagna generalista. Sembra che siano più preoccupati loro della possibilità di discriminazione del gruppo esposto, che noi.
Più che vicini agli USA, che hanno una situazione penosa, siamo vicini al Nord Europa. Noi abbiamo avuto negli anni una storia epidemiologica differente, HIV ha colpito più gli IDU per via dello scambio di siringhe. Oggi la situazione è molto diversa.
Anche per questo stiamo cercando di portare avanti il progetto Checkpoint. Pur fra mille difficoltà e interessi politici ed economici (a certi medici la mafia gli fa una pippa). Nel resto d'Europa i checkpoint sono mirati alla popolazione MSM, che sappia io solo a Copenhagen ne hanno aperto un secondo mirato agli IDU perché, evidentemente, c'è un ritorno di HIV fra questa popolazione. Un motivo ci sarà e non mi sembra di vedere levate di scudi delle associazioni LGBT europee.
Recentemente sono stati aperti i checkpoint a Lisbona, ad Atene (!), questo da un certo punto di vista ci ha aiutato... un po' di orgoglio italiano! Se paesi più poveri di noi investono in questo campo evidentemente vale la pena... Staremo a vedere.
Per riprendere quanto scritto all'inizio: mi dispiace Dora ma ti devo disilludere almeno in parte. Arcigay non si sta affatto svegliando, almeno non Arcigay di Bologna.
Arcigay rimane sempre una associazione vocata alla lotta per i diritti, l'uguaglianza, ecc. La salute resta marginale in quella visione, HIV fa ancora paura.
E, per dirla tutta, io mi sono stancato di dover accompagnare per mano i compagni di Arcigay perché capiscano cosa significa essere sieropositivi. Anche per questo ho pensato di avviare una nuova avventura che si chiama Plus. Non tanto perché bramassi una sedia, sai che mi frega, quanto per cercare di far crescere un po' una coscienza nel movimento e decisamente è più facile farlo da fuori.
Arcigay nazionale ha un segretario nazionale, Michele, che ha il nostro stesso "problema", è bravo e ha mantenuto la delega alla salute. Spero che questo serva a qualcosa a livello della struttura nazionale.
Qualche cosa si muove a livello di sentire personale, per esempio so che il presidente di Arcigay Catania, Giovanni Caloggero, vuole fare un Pride quest'anno dove l'elemento politico centrale sarà la lotta contro HIV.
Abbiamo avuto incarico dal ministero del lavoro di portare avanti una ricerca-intervento sulle discriminazioni rivolte alle persone sieropositive... insomma qualcosa si muove. Ma è ancora troppo poco per incidere politicamente e per avere e soprattutto dare la necessaria svolta alle politiche di prevenzione (dove per prevenzione intendo anche la positive prevention), di questo Paese.
Scusate la lunghezza. D'altra parte non intervengo spesso. Ora che non sono più in Arcigay forse avrò più tempo per seguire i trend.
Ciao
Mamma che faccia da scemo che ho in quel video... grazie per aver aperto la discussione.
Come qualcuno ha amabilmente sottolineato arrivo lungo nel rispondere , cercherò di essere più presente in futuro, poi capirete il perché.
Le stime riportate dagli studi Sialon e, soprattutto, Emis sono in effetti preoccupanti soprattutto per le punte massime raggiunte in alcune zone del paese.
Sono stime di prevalenza sulla popolazione MSM, quelle dell'area di Verona (Sialon) sono state fatte con un campione statisticamente attendibile. Emis, che ha cercato di campionare gli MSM di tutta Italia, più che al campione attendibile ha puntato, riuscendoci, ai numeri dei rispondenti: oltre 15.000
Non è quindi una stima scientifica, ma il numero del campione è tale che ci da una direzione molto attendibile.
La cosa drammatica che è, non so se anche voi avete questa sensazione, io riscontro enormi difficoltà a convincere l'autorità sanitaria qui dell'Emilia Romagna sul fatto che tali stime meritano azioni mirate e non la solita campagna generalista. Sembra che siano più preoccupati loro della possibilità di discriminazione del gruppo esposto, che noi.
Più che vicini agli USA, che hanno una situazione penosa, siamo vicini al Nord Europa. Noi abbiamo avuto negli anni una storia epidemiologica differente, HIV ha colpito più gli IDU per via dello scambio di siringhe. Oggi la situazione è molto diversa.
Anche per questo stiamo cercando di portare avanti il progetto Checkpoint. Pur fra mille difficoltà e interessi politici ed economici (a certi medici la mafia gli fa una pippa). Nel resto d'Europa i checkpoint sono mirati alla popolazione MSM, che sappia io solo a Copenhagen ne hanno aperto un secondo mirato agli IDU perché, evidentemente, c'è un ritorno di HIV fra questa popolazione. Un motivo ci sarà e non mi sembra di vedere levate di scudi delle associazioni LGBT europee.
Recentemente sono stati aperti i checkpoint a Lisbona, ad Atene (!), questo da un certo punto di vista ci ha aiutato... un po' di orgoglio italiano! Se paesi più poveri di noi investono in questo campo evidentemente vale la pena... Staremo a vedere.
Per riprendere quanto scritto all'inizio: mi dispiace Dora ma ti devo disilludere almeno in parte. Arcigay non si sta affatto svegliando, almeno non Arcigay di Bologna.
Arcigay rimane sempre una associazione vocata alla lotta per i diritti, l'uguaglianza, ecc. La salute resta marginale in quella visione, HIV fa ancora paura.
E, per dirla tutta, io mi sono stancato di dover accompagnare per mano i compagni di Arcigay perché capiscano cosa significa essere sieropositivi. Anche per questo ho pensato di avviare una nuova avventura che si chiama Plus. Non tanto perché bramassi una sedia, sai che mi frega, quanto per cercare di far crescere un po' una coscienza nel movimento e decisamente è più facile farlo da fuori.
Arcigay nazionale ha un segretario nazionale, Michele, che ha il nostro stesso "problema", è bravo e ha mantenuto la delega alla salute. Spero che questo serva a qualcosa a livello della struttura nazionale.
Qualche cosa si muove a livello di sentire personale, per esempio so che il presidente di Arcigay Catania, Giovanni Caloggero, vuole fare un Pride quest'anno dove l'elemento politico centrale sarà la lotta contro HIV.
Abbiamo avuto incarico dal ministero del lavoro di portare avanti una ricerca-intervento sulle discriminazioni rivolte alle persone sieropositive... insomma qualcosa si muove. Ma è ancora troppo poco per incidere politicamente e per avere e soprattutto dare la necessaria svolta alle politiche di prevenzione (dove per prevenzione intendo anche la positive prevention), di questo Paese.
Scusate la lunghezza. D'altra parte non intervengo spesso. Ora che non sono più in Arcigay forse avrò più tempo per seguire i trend.
Ciao
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Re: Una nuova associazione: PLUS ONLUS
Dimenticavo...
Visto che ci sono e che Plus è decisamente povera in questo momento
Vi giro anche questo link:
http://www.metastore.it/store/categoria ... lus-onlus/
lo so... non è uno spettacolo di maglietta ma è un inizio...
Ciao.
Visto che ci sono e che Plus è decisamente povera in questo momento
Vi giro anche questo link:
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lo so... non è uno spettacolo di maglietta ma è un inizio...
Ciao.
Re: Una nuova associazione: PLUS ONLUS
Ma va là ... sei carino!Sandro Mattioli ha scritto:Mamma che faccia da scemo che ho in quel video...
Non avevo capito che la nascita di Plus avesse segnato anche la tua uscita da Arcigay. Mi spiace, so che sono fasi che possono lasciare qualche amarezza.La cosa drammatica che è, non so se anche voi avete questa sensazione, io riscontro enormi difficoltà a convincere l'autorità sanitaria qui dell'Emilia Romagna sul fatto che tali stime meritano azioni mirate e non la solita campagna generalista. Sembra che siano più preoccupati loro della possibilità di discriminazione del gruppo esposto, che noi. (...)
Per riprendere quanto scritto all'inizio: mi dispiace Dora ma ti devo disilludere almeno in parte. Arcigay non si sta affatto svegliando, almeno non Arcigay di Bologna.
Arcigay rimane sempre una associazione vocata alla lotta per i diritti, l'uguaglianza, ecc. La salute resta marginale in quella visione, HIV fa ancora paura.
E, per dirla tutta, io mi sono stancato di dover accompagnare per mano i compagni di Arcigay perché capiscano cosa significa essere sieropositivi. Anche per questo ho pensato di avviare una nuova avventura che si chiama Plus. Non tanto perché bramassi una sedia, sai che mi frega, quanto per cercare di far crescere un po' una coscienza nel movimento e decisamente è più facile farlo da fuori.
Io speravo davvero che avessero capito che la prevenzione deve essere pensata in base alle persone cui ci si rivolge: è un po' il colmo che chi si dedica alle esigenze e ai diritti degli omosessuali non colga la necessità di parlare loro con un linguaggio che gli appartenga, non trovi?
Ma mi fa molto piacere che tu stia dedicando le tue energie e la tua esperienza a un'attività più mirata, perché credo che solo concentrandosi su un obiettivo ben chiaro sia possibile fare qualcosa, altrimenti sono soltanto parole e propaganda. L'impressione che mi dà Arcigay è di un gran calderone, mentre con Plus sarai meno legato da vincoli ideologici e potrai lavorare seguendo le intuizioni di cui ci stai parlando.
Spero che troverai collaborazione in tante persone. Per quanto sta al forum, non dubito che Uffa sarà d'accordo nel darti tutto l'aiuto possibile.
Buon lavoro!
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Re: Una nuova associazione: PLUS ONLUS
OK incasso il "carino" grazie
Si qualche amarezza ammetto che c'è stata ma ho elaborato il lutto, per così dire.
Siamo rimasti in buoni rapporti in ogni caso, continuo a collabarare con Arcigay (come hai notato con il questionario Pratiche Positive). Arcigay è un calderone e non potrebbe essere diversamente perché si occupa di molti temi e lo fa a livello nazionale. Mettici diverse dive e il gioco è fatto.
Tuttavia, come credo di aver già scritto, nutro speranze che la gestione del nuovo segretario dia una svolta. Michele, oltre ad essere dei nostri, è in gambe e volitivo. Spero che non si lasci abbindolare dagli oscuri meccanismi "politici" dell'associazione.
A presto
Sandro
Si qualche amarezza ammetto che c'è stata ma ho elaborato il lutto, per così dire.
Siamo rimasti in buoni rapporti in ogni caso, continuo a collabarare con Arcigay (come hai notato con il questionario Pratiche Positive). Arcigay è un calderone e non potrebbe essere diversamente perché si occupa di molti temi e lo fa a livello nazionale. Mettici diverse dive e il gioco è fatto.
Tuttavia, come credo di aver già scritto, nutro speranze che la gestione del nuovo segretario dia una svolta. Michele, oltre ad essere dei nostri, è in gambe e volitivo. Spero che non si lasci abbindolare dagli oscuri meccanismi "politici" dell'associazione.
A presto
Sandro
Re: Una nuova associazione: PLUS ONLUS
Abbiamo tanti thread dedicati a MSM e HIV, ma questo mi pare particolarmente adatto per segnalare l'ennesimo allarme lanciato dai Centers for Disease Control (CDC) sul dilagare dell'infezione fra gli omo-, bisessuali e transgender negli Stati Uniti. Qui, perché il disagio espresso da Sandro Mattioli nei confronti di Arcigay e la nascita di PLUS ci ricordano che anche in Italia le associazioni che si occupano di omosessuali tendono a nascondere sotto il tappeto la questione-HIV. E intanto anche qui l'infezione si allarga.
CDC warns gay men of ‘epidemic’ HIV rates
BY THADDEUS BAKLINSKI
Mon Jul 08, 2013 13:46 EST
WASHINGTON, DC, July 8, 2013 (LifeSiteNews.com) - A fact sheet released at the end of June by the US Centers for Disease Control (CDC) warns that HIV rates, already at epidemic proportions, are continuing to climb steadily among men who have sex with men (MSM).
"Gay and bisexual men remain at the epicenter of the HIV/AIDS epidemic," says Jonathan Mermin, the director of the CDC's division of HIV/AIDS prevention.
The CDC notes that while homosexual men make up only a very small percentage of the male population (4%), MSM account for over three-quarters of all new HIV infections, and nearly two-thirds (63 percent) of all new infections in 2010 (29,800).
"Men who have sex with men remain the group most heavily affected by HIV in the United States," the fact sheet states.
US News reports that if HIV infections among men who have sex with men (MSM) continue to rise at the current rates, more than half of college-aged homosexual men will have HIV by the age of 50.
When broken down by age group, the CDC reported that new infections among the youngest MSM, aged 13-24, increased from 7,200 infections in 2008 to 8,800 in 2010, which translates into a 22 percent increase in that time span.
Young black MSM continue to have the highest infection rate, according to the CDC, accounting for more than half (55 percent) of new infections among young MSM.
"CDC’s new estimates show that African Americans, more than any other racial/ethnic group, continue to bear the greatest burden of HIV in the United States," the report states. "While blacks represent approximately 14 percent of the total U.S. population, they accounted for almost half (44 percent) of all new HIV infections in 2010 (20,900). HIV incidence among blacks was almost eight times higher than that of whites - 68.9 v. 8.7 per 100,000 of the population."
However, the total number of infections is highest amongst Whites: “White MSM continue to represent the largest number of new HIV infections among MSM (11,200), followed closely by black MSM (10,600) and Hispanic MSM (6,700)."
Despite the disturbing data, the United States' leading gay advocacy organizations - known pejoratively as "Gay Inc." by some HIV activists - barely make mention of or allocate any resources towards fighting the scourge, instead focusing on things like passing gay "marriage," fighting anti-gay bullying, and "fostering positive places of worship," according to US News.
"The recent rise of HIV/AIDS ... is huge and it's not talked about because 'Gay Inc.' says nothing about it," Peter Staley, founder of the Treatment Action Group, told US News.
The CDC states that their analysis did not examine the factors driving the increases in HIV/AIDS in MSM.
The organization notes that while "studies indicate that individual risk behavior alone does not account for the disproportionate burden of HIV among young MSM," other factors are involved in the escalating HIV/AIDS epidemic in the homosexual community, including, "higher prevalence of HIV among MSM, which leads to a greater risk of HIV exposure with each sexual encounter; the high proportion of young MSM (especially young MSM of color) who are unaware of their infection, which increases the risk of unknowingly transmitting the virus to others; stigma and homophobia, which deter some from seeking HIV prevention services; barriers, such as lack of insurance and concerns about confidentiality, that result in less access to testing, care, and antiretroviral treatment; and high rates of some STDs, which can facilitate HIV transmission. Additionally, many young MSM may underestimate their personal risk for HIV."
In its list of the best ways to protect oneself from HIV/AIDS infection, the CDC gives first place to abstinence, saying, "the most reliable way to avoid infection is to abstain from sex."
This is followed by "mutual monogamy." A reduction in the number of sexual partners and the use of condoms is further down the list of effective prevention methods.
The full text of the CDC report "New HIV infections in the US" is available here.
Ed ecco l'articolo su US News con le dichiarazioni di Peter Staley di TAG:
Gay Community Won Battles on Marriage, But May Be Losing the War on HIV/AIDS
CDC warns gay men of ‘epidemic’ HIV rates
BY THADDEUS BAKLINSKI
Mon Jul 08, 2013 13:46 EST
WASHINGTON, DC, July 8, 2013 (LifeSiteNews.com) - A fact sheet released at the end of June by the US Centers for Disease Control (CDC) warns that HIV rates, already at epidemic proportions, are continuing to climb steadily among men who have sex with men (MSM).
"Gay and bisexual men remain at the epicenter of the HIV/AIDS epidemic," says Jonathan Mermin, the director of the CDC's division of HIV/AIDS prevention.
The CDC notes that while homosexual men make up only a very small percentage of the male population (4%), MSM account for over three-quarters of all new HIV infections, and nearly two-thirds (63 percent) of all new infections in 2010 (29,800).
"Men who have sex with men remain the group most heavily affected by HIV in the United States," the fact sheet states.
US News reports that if HIV infections among men who have sex with men (MSM) continue to rise at the current rates, more than half of college-aged homosexual men will have HIV by the age of 50.
When broken down by age group, the CDC reported that new infections among the youngest MSM, aged 13-24, increased from 7,200 infections in 2008 to 8,800 in 2010, which translates into a 22 percent increase in that time span.
Young black MSM continue to have the highest infection rate, according to the CDC, accounting for more than half (55 percent) of new infections among young MSM.
"CDC’s new estimates show that African Americans, more than any other racial/ethnic group, continue to bear the greatest burden of HIV in the United States," the report states. "While blacks represent approximately 14 percent of the total U.S. population, they accounted for almost half (44 percent) of all new HIV infections in 2010 (20,900). HIV incidence among blacks was almost eight times higher than that of whites - 68.9 v. 8.7 per 100,000 of the population."
However, the total number of infections is highest amongst Whites: “White MSM continue to represent the largest number of new HIV infections among MSM (11,200), followed closely by black MSM (10,600) and Hispanic MSM (6,700)."
Despite the disturbing data, the United States' leading gay advocacy organizations - known pejoratively as "Gay Inc." by some HIV activists - barely make mention of or allocate any resources towards fighting the scourge, instead focusing on things like passing gay "marriage," fighting anti-gay bullying, and "fostering positive places of worship," according to US News.
"The recent rise of HIV/AIDS ... is huge and it's not talked about because 'Gay Inc.' says nothing about it," Peter Staley, founder of the Treatment Action Group, told US News.
The CDC states that their analysis did not examine the factors driving the increases in HIV/AIDS in MSM.
The organization notes that while "studies indicate that individual risk behavior alone does not account for the disproportionate burden of HIV among young MSM," other factors are involved in the escalating HIV/AIDS epidemic in the homosexual community, including, "higher prevalence of HIV among MSM, which leads to a greater risk of HIV exposure with each sexual encounter; the high proportion of young MSM (especially young MSM of color) who are unaware of their infection, which increases the risk of unknowingly transmitting the virus to others; stigma and homophobia, which deter some from seeking HIV prevention services; barriers, such as lack of insurance and concerns about confidentiality, that result in less access to testing, care, and antiretroviral treatment; and high rates of some STDs, which can facilitate HIV transmission. Additionally, many young MSM may underestimate their personal risk for HIV."
In its list of the best ways to protect oneself from HIV/AIDS infection, the CDC gives first place to abstinence, saying, "the most reliable way to avoid infection is to abstain from sex."
This is followed by "mutual monogamy." A reduction in the number of sexual partners and the use of condoms is further down the list of effective prevention methods.
The full text of the CDC report "New HIV infections in the US" is available here.
Ed ecco l'articolo su US News con le dichiarazioni di Peter Staley di TAG:
Gay Community Won Battles on Marriage, But May Be Losing the War on HIV/AIDS
- Peter Staley, a gay activist who founded the Treatment Action Group, a HIV/AIDS activist organization, also uses the term.
"The recent rise of HIV/AIDS ... is huge and it's not talked about because 'Gay Inc.' says nothing about it," he says.
In a recent op-ed in The Washington Post, Staley urged 'Gay Inc.' to allocate 10 percent of its budget to fighting HIV. He estimates the groups currently spend less than 1 percent, a number HRC said it couldn't confirm or deny because it doesn't break down its spending by issue type, while GLAAD and NGLTF didn't respond to request for comment. (HRC's total budget is more than $40 million.)