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P.S. Seguirà forse, prima o poi, un messaggio riguardante la marcia indietro su un'altra gigantesca montatura della medicina contemporanea, e cioè quella delle famose "cellule staminali".
perchè dici questoLeon ha scritto:un'altra gigantesca montatura della medicina contemporanea, e cioè quella delle famose "cellule staminali".
Mi piace molto quello che il professor Maseri dice sulla complessità e sarebbe un aiuto a chiunque si trovi ad affrontare una qualunque malattia (sia da medico, sia da malato) riuscire a tenerne conto.Leon ha scritto:Unica possibile ancora di salvezza: al solito, dei clinici tanto bravi quanto umani e attenti alla persona, umili e onesti, come questo grande della cardiologia.
Non solo lo ricordo perfettissimamente, non solo apprezzo molto il tuo "hs" in rosso, ma è proprio questo che avevo in mente quando ho aperto questo thread: se un marker infiammatorio degno di questo nome non c'è, se ne piglia uno che si è sempre misurato in metri e si comincia a misurarlo in millimetri, poi ci si inventa la qualunque, basata appunto sui millimetri, e si arriva addirittura alla sfacciataggine (delinquenziale) di far approvare farmaci TUTT'ALTRO CHE TRANQUILLI (quali le statine) appunto per, come dicevo nel titolo, "CURARE IL MARKER" (marker di NULLA), con tanti saluti alla clinica!Dora ha scritto:Ricordi quando la studiavamo un paio (o più) di anni fa, perché volevano mettere sotto statine tutte le persone con HIV che avessero non la CRP ma addirittura la hs-CRP alta?
Eh no, Dora! Salvo restando che anch'io credo proprio che uno stato infiammatorio cronico, come si riscontra nella malattia da HIV, non sia né normale né tanto meno benefico, il professor Maseri, almeno per quanto riguarda le malattie cardiovascolari (che non sono poco, anche limitandosi all'ambito delle "patologie non-AIDS" della malattia da HIV), dice chiaro e tondo non solo che il ruolo causale dell'infiammazione è tutto da vedere, ma anche che la proteina C reattiva (e dunque figuriamoci la versione "hs" della medesima!!!) è un marker dei miei stivali!Eravamo partiti da enormi perplessità e infine giunti agli stessi dubbi.
Dubbi che però la breve intervista al professor Maseri non risolve, perché lui si limita a negare la correlazione stretta fra CRP alta e infarto, ma gli studi usciti in questi anni sulla CRP nell'infezione da HIV sono davvero tanti, non tutti finanziati da industrie farmaceutiche, e tendono tutti a considerare la CRP - insieme al D dimero, all'IL-6 e a pochi altri - un marker di infiammazione affidabile che, se si alza e resta alto, non dovrebbe essere trascurato. Fra l'altro, un marker sul quale si può agire, a differenza di altri che, se ce li hai alti, te li tieni e basta.
Leon, mi dispiace perché colpisce te, che non hai nessuna responsabilità, ma da questo momento io entro in sciopero.Leon ha scritto:Salvo restando che anch'io credo proprio che uno stato infiammatorio cronico, come si riscontra nella malattia da HIV, non sia né normale né tanto meno benefico, il professor Maseri, almeno per quanto riguarda le malattie cardiovascolari (che non sono poco, anche limitandosi all'ambito delle "patologie non-AIDS" della malattia da HIV), dice chiaro e tondo non solo che il ruolo causale dell'infiammazione è tutto da vedere, ma anche che la proteina C reattiva (e dunque figuriamoci la versione "hs" della medesima!!!) è un marker dei miei stivali!
Anche se so che stai calcando la mano, e anche se le statine sono una bestia nera fra te e me, non mi azzarderei in un confronto fra gli effetti collaterali delle statine e quelli dell'IL-2.Se poi vogliamo divertirci a sistemare marker (snaturandoli preventivamente e prendendo a calci la clinica), possiamo anche, in campo HIV, riempire di interleuchina-2 tutti quelli con i CD4 più o meno sgrausi: sicuramente, i referti tireranno parecchio su di morale questi pazienti (anche se non credo al punto di ripagarli degli effetti collaterali dell'interleuchina-2 medesima), ma la clinica, come hanno stradimostrato lo studio Esprit e quell'altro, concomitante, di cui adesso mi sfugge il nome (studi con ENDPOINTS *CLINICI*, appunto), rimarrà TALE E QUALE.
Non dirlo troppo forte, ché c'è il rischio concreto che qualcuno si fermi alla lettera e non colga lo spirito.Ma allora, non è meglio, sotto tutti i punti di vista, fare una piccola modifica ai software dei laboratori cosicché, "in caso di bisogno", facciano automaticamente lievitare i referti di qualche centinaio (e/o punto percentuale) di CD4?