DCA la molecola che disintegra i tumori. ma non è brevettabi

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DCA la molecola che disintegra i tumori. ma non è brevettabi

Messaggio da thelondonsuede » giovedì 25 agosto 2011, 17:44

Quando nel gennaio 2007 il settimanale inglese “New Scientist” ne diede notizia, per le persone che ogni giorno lottano contro l’insidia del cancro si accese la provvidenziale luce di una nuova – e a volte anche l’ultima – speranza.

Lo ione dicloroacetato (DCA), molecola organica ottenuta dalla semplice riduzione di un acido carbossilico, si è dimostrato di grande efficacia nei test effettuati su colture di cellule umane e su cavie: “uccide quasi tutti i tumori disattivandone «l’immortalità»” [1].

I primi studi – condotti presso l’Università di Alberta (Edmonton, Canada) da Evangelos Michelakis – hanno svelato il ruolo chiave della suddetta molecola nel ripristinare, all’interno delle cellule tumorali, le funzionalità dei mitocondri; sono proprio tali organelli in grado d’innescare a loro volta l’apoptosi, ossia l’essenziale processo che permette alle cellule anomale di autodistruggersi. Come risultato, si è ottenuta una significativa regressione delle neoplasie osservate in vitro, idem negli organismi dei ratti.

La correlazione fra l’inattività mitocondriale ed il cancro era nota fin dagli anni Trenta del sec. XX. Prima d’ora si riteneva però impossibile rimediare a ciò che appariva non come la causa originaria, ma il danno. Questa tesi viene posta in discussione dalla recente scoperta: gli effetti del DCA sembrano infatti evidenziare il contrario. È questa sorta di “avaria” del mitocondrio l’evento scatenante? La scienza non ne ha ancora la certezza.

Per di più, il dicloroacetato viene da alcuni decenni utilizzato – oltre che per la potabilizzazione dell’acqua – nel trattamento clinico dei bambini affetti da alcune sindromi metaboliche, quindi l’impiego terapeutico sugli esseri umani non risulta essere affatto una novità. Effetti collaterali: lievi, ossia gonfiori e disturbi della circolazione. È comunque indispensabile andare avanti con la sperimentazione per giungere ad un composto farmaceutico adeguato; ma proprio a questo punto sorgono i più disparati impedimenti procedurali.

La caratteristica che ha rapidamente scatenato un allarmante caso sui generis riguarda la non brevettabilità della molecola DCA: “il prossimo passo dei ricercatori sarà la sperimentazione sull’uomo, che dovrà essere finanziata da associazioni non a scopo di lucro, università e governi. È infatti improbabile che le case farmaceutiche vogliano partecipare all’iniziativa, dato che l’impiego clinico di un farmaco non brevettato non garantirebbe loro alcun profitto”, in quanto – aggiungiamo noi – renderebbe inutili i prodotti da loro messi in commercio. Un atroce paradosso che rischia di vanificare i progressi della ricerca medica, gettandoli alle ortiche. La semplicità della sostanza, anziché confermarsi come valore intrinseco, si distorce nell’ambito delle politiche del libero mercato, traducendosi per un verso nel disinteresse delle multinazionali farmaceutiche; dall’altro, nella speculazione di aziende chimiche le quali, fin da subito, ne hanno ampliato la distribuzione sottoforma di reagente da laboratorio. Ovvero, non adeguato all’uso interno!

Nel frattempo, non solo si è continuato ad attendere invano che la Food and Drugs Administration approvasse ufficialmente il dicloroacetato, ma per una serie sinistra e beffarda di circostanze, centinaia di ammalati che dal 2007 lo assumono di spontanea, disperata iniziativa – al di fuori del controllo medico – in caso d’intossicazione fornirebbero agli enti pubblici una valida ragione per sospendere i già esigui finanziamenti. Piuttosto che sottostare ai dettami dell’industria farmaceutica e rinunciare ad una preziosa possibilità di salvezza, sempre più persone si aggregano attorno al sito internet creato dal biologo Jim Tessano [2].

“Sta crescendo l’insofferenza sia da parte dei pazienti sia da parte dei medici per i vincoli procedurali, di natura economica ma anche etico-politica, che condizionano le opportunità di cura. Verosimilmente sono soprattutto i controlli e i vincoli imposti dalla bioetica negli ultimi decenni che hanno determinato un aumento ingente dei costi della sperimentazione, al punto che oggi solo le imprese farmaceutiche possono sostenerli” denuncia Gilberto Corbellini, docente di Storia della Medicina presso la Facoltà di Biotecnologie de «La Sapienza». Nonostante sia gravata da onerosi vincoli normativi “la sperimentazione clinica è indispensabile per stabilire in modo obiettivo l’efficacia di un farmaco. E l’esperienza dei pazienti, a meno che venga organizzata nella forma di un trial clinico, non può appurare nulla”. Una vicenda emblematica che pone in evidenza le molteplici contraddizioni del sistema.

Nel 2010, attraverso la rivista “Science Translational Medicine” sono giunte nuove conferme dai ricercatori dell’Università di Alberta [3]. In pochi mesi, il DCA testato su cinque uomini affetti da glioblastoma, la forma più maligna di tumore al cervello, ha rinnovato l’attività mitocondriale ed arrestato la crescita delle cellule cancerose. Adesso urge uno studio controllato con placebo: sempre che qualcuno sia disposto a finanziarlo.

Note:
[1] Andy Coghlan, Cheap, “safe” drugs kills most cancers, New Scientist – 17 January 2007. Gli studi del Dr. Michelakis sono stati pubblicati dalla rivista scientifica Cancer Cell, Volume 11, Issue 1, 37-51, 1 January 2007
[2] The DCA Site – Updating You on DCA and Cancer (www.thedcasite.com).
[3] E.D. Michelakis, G. Sutendra, P. Dromparis, L. Webster, A. Haromy, E. Niven, C. Maguire, T.-L. Gammer, J. R. Mackey, D. Fulton, B. Abdulkarim, M.S. McMurtry, K.C. Petruk, Metabolic Modulation of Glioblastoma with Dichloroacetate, “Science Translational Medicine”, Vol. II. Iss. 31, 12 May 2010, pp. 31ra34.

http://www.discover-your-sound.net/dca- ... vettabile/