Gli Omega-3 pervengono lo scompenso cardiaco
Inviato: lunedì 26 settembre 2016, 6:19
Omega-3 promossi dalle linee guida Esc 2016 sullo scompenso cardiaco
L'impiego di acidi grassi polinsaturi (PUFA) della serie n-3 (noti anche come omega-3) in aggiunta alla terapia standard è in grado di ridurre il numero di ospedalizzazioni e la mortalità nei pazienti affetti da scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta.
I risultati dello studio GISSI-Prevenzione avevano già dimostrato una riduzione della mortalità nei pazienti post-infartuati trattati con gli acidi grassi polinsaturi n-3 rispetto ai controlli, come conseguenza della ridotta morte cardiaca improvvisa associata al trattamento. In particolare, un’analisi post-hoc del GISSI-Prevenzione ha dimostrato che il trattamento giornaliero con 1 g di PUFA n-3 nei pazienti post-infartuati è in grado di ridurre la mortalità sia nei soggetti con disfunzione ventricolare sinistra [RR 0,76 (IC 95%:
0,60-0,96), p=0,02], sia in quelli con funzione conservata [RR 0,81 (IC 95%: 0,59-1,10), p=0,17], con un effetto sulla morte cardiaca improvvisa più marcato nei pazienti con frazione di eiezione ridotta [RR 0,42 (0,26- 0,67), p=0,0003] rispetto ai pazienti con frazione di eiezione conservata (>50%) [RR 0,89 (0,41-1,69) p=0,71].
Questi dati rispecchiano quelli emersi dal Cardiovascular Health Study, nell’ambito del quale il consumo di pesce, principale fonte di omega-3 con la dieta, si è inversamente associato all’incidenza di scompenso cardiaco in una popolazione di circa 5000 adulti di età ≥65 anni seguiti per 12 anni.
Articolo completo:
http://www.pharmastar.it/index.html?cat=19&id=22370
L'impiego di acidi grassi polinsaturi (PUFA) della serie n-3 (noti anche come omega-3) in aggiunta alla terapia standard è in grado di ridurre il numero di ospedalizzazioni e la mortalità nei pazienti affetti da scompenso cardiaco con frazione di eiezione ridotta.
I risultati dello studio GISSI-Prevenzione avevano già dimostrato una riduzione della mortalità nei pazienti post-infartuati trattati con gli acidi grassi polinsaturi n-3 rispetto ai controlli, come conseguenza della ridotta morte cardiaca improvvisa associata al trattamento. In particolare, un’analisi post-hoc del GISSI-Prevenzione ha dimostrato che il trattamento giornaliero con 1 g di PUFA n-3 nei pazienti post-infartuati è in grado di ridurre la mortalità sia nei soggetti con disfunzione ventricolare sinistra [RR 0,76 (IC 95%:
0,60-0,96), p=0,02], sia in quelli con funzione conservata [RR 0,81 (IC 95%: 0,59-1,10), p=0,17], con un effetto sulla morte cardiaca improvvisa più marcato nei pazienti con frazione di eiezione ridotta [RR 0,42 (0,26- 0,67), p=0,0003] rispetto ai pazienti con frazione di eiezione conservata (>50%) [RR 0,89 (0,41-1,69) p=0,71].
Questi dati rispecchiano quelli emersi dal Cardiovascular Health Study, nell’ambito del quale il consumo di pesce, principale fonte di omega-3 con la dieta, si è inversamente associato all’incidenza di scompenso cardiaco in una popolazione di circa 5000 adulti di età ≥65 anni seguiti per 12 anni.
Articolo completo:
http://www.pharmastar.it/index.html?cat=19&id=22370