Immunodeficenza e terapie geniche

I più importanti avanzamenti medico-scientifici al di fuori del campo HIV.
skydrake
Messaggi: 9925
Iscritto il: sabato 19 marzo 2011, 1:18

Immunodeficenza e terapie geniche

Messaggio da skydrake » venerdì 27 dicembre 2013, 21:11

Immunodeficenza combinata grave, speranze da nuova terapia genica

Presentati risultati molto promettenti uno studio di fase I/II presentato al Congresso dell’American Society of Hematology, che ha valutato l’efficacia di una terapia genica di nuova generazione che sembra ripristinare il sistema immunitario di questi bambini senza aumentare il rischio di sviluppare leucemia.

Il termine SCID indica un gruppo di gravi e rare patologie caratterizzate dal mancato sviluppo dei linfociti T e dalla grave compromissione del sistema immunitario, incapace di difendersi dagli agenti infettivi. Si tratta di una malattia che colpisce i bambini alla nascita e che, se non diagnosticata, può risultare fatale. La malattia è conosciuta anche come sindrome dei ‘Bubble Boys’, i ragazzi che devono vivere rinchiusi in una bolla di protezione a causa del malfunzionamento del sistema immunitario.

Nei nove bambini, dai 3,9 ai 10,5 mesi, trattati con la terapia genica, sette erano ancora in vita a tre anni dal trattamento, senza mostrare segni di leucemia. “Comunque, negli studi precedenti, i primi segni di leucemia sono apparsi da 3 a 5 anni dopo il trattamento. Quindi per escludere del tutto questo evento avverso è necessario attendere ancora un po’”, spiegano gli autori.

Attualmente, la terapia standard dei pazienti con SCID è il trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Purtroppo, trovare un donatore compatibile risulta spesso complicato e senza alcuna terapia questi bambini muoiono a causa di infezioni opportunistiche o infezioni virali acquisite in comunità. Gli outcome per i pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali da donatore parzialmente compatibile non sono del tutto positivi. Per questi pazienti, la terapia genica può rappresentare una opzione terapeutica attrattiva.

Nello studio, i partecipanti sono stati trattati con cellule CD34+ prelevate dai pazienti e trasdotte con un vettore gamma retrovirale SIN (self-inactivating) nel quale è stato inserito il gene la cui assenza nei pazienti è causa della malattia. Le cellule sono state successivamente reinfuse nei pazienti. Come spiegano gli autori, negli studi precedenti, l’aumento del rischio di leucemia era legato al fatto che il materiale genetico utilizzato per guidare il gene di interesse a riparare il sistema immunitario dei pazienti era in grado di attivare anche oncogeni che portavano allo sviluppo del tumore. Nel nuovo studio, gli esperti hanno utilizzato promotori “deboli” in grado di attivare solo il gene di interesse e non i geni vicini, riducendo il rischio di sviluppare leucemia.

Il 71% dei pazienti ha raggiunto un livello di CD34+ >300/mcl. All’ultimo follow up i 7 pazienti che hanno risposto alla terapia non hanno presentato infezioni associate alla malattia.

Articolo completo:
http://www.pharmastar.it/index.html?cat=5&id=13265

Abstract:
https://ash.confex.com/ash/2013/webprog ... 58707.html