Cito dal Tempo di oggi, perché mi pare che racconti la vicenda in modo più dettagliato rispetto ad altre fonti, cogliendo l'aspetto odioso del millantare la capacità di eradicare il loro male a persone che stanno morendo - olio di
False cure anti-cancro. Medico nei guai
Vendeva a prezzi salati sciroppo a base di olio e vitamina per farmaci miracolosi
ISERNIA Quando una persona a cui vuoi bene viene colpita dal cancro, l’ultima cosa che vorresti sentirti dire è «non c’è più niente da fare». E quando purtroppo quella sentenza arriva è facile perdere lucidità e fidarti di chiunque ti proponga un rimedio, anche se si tratta solo di uno «sciroppo» fatto di olio d’oliva e vitamina A, per cui sei disposto a pagare fino a quindicimila euro. Perché ti dicono che è l’ultimo ritrovato in campo oncologico, sperimentato in America. E soprattutto perché a dirtelo è un medico. Questo quanto accaduto a una decina di famiglie molisane che hanno creduto nella cura di un chirurgo iraniano che lavora a Bologna. Il professionista ora è stato iscritto nel registro degli indagati, insieme a due intermediari. L’ipotesi di reato contestata dalla Procura di Isernia è truffa aggravata, illecita commercializzazione di farmaci ed esercizio abusivo di attività medico farmaceutica.
L’inchiesta, affidata ai carabinieri del Nas, è nata da una denuncia. Qualche tempo fa un uomo di Rocchetta al Volturno si è presentato in Procura per raccontare la sua storia. Sua sorella era malata di cancro. E quando la terapia tradizionale si è rivelata inefficace, qualcuno gli ha consigliato di rivolgersi al medico iraniano. I familiari della donna hanno fatto un giro su internet e hanno trovato il sito web su cui la cura era pubblicizzata.
Un farmaco rivoluzionario, capace di curare il male. Certo costoso, e parecchio. Ma per quelle persone era l’ultimo, disperato, tentativo. Una piccola luce in fondo al tunnel: devono averla vista così. Hanno contattato il medico e hanno iniziato a somministrare la cura alla donna. Qualche tempo dopo però è morta.
Il miracolo promesso non si è avverato. Da lì la decisione di denunciare l’accaduto, anche per impedire ad altre famiglie di trovarsi nella stessa situazione. Gli uomini del Nas, guidati dal comandante Forciniti, hanno avviato le verifiche del caso.
Hanno accertato che c’erano altre persone che stavano vivendo la stessa esperienza. Soprattutto malati terminali, che avevano acquistato online quel prodotto pagando, per un flacone dai 5mila ai 15mila euro. Andando avanti con le indagini, gli inquirenti hanno scoperto che il medico per vendere il suo «farmaco», in Molise poteva contare sull’aiuto di due intermediari.
Erano loro che si davano da fare per trovare pazienti a cui somministrare la cura. Al momento non è dato sapere se queste persone ricevevano soldi in cambio o se agivano perché convinti dell’efficacia della cura. Saranno le indagini a stabilirlo.
Anche perché la vicenda è tutt’altro che conclusa. È altamente probabile che a fidarsi del medico non siano state solo le famiglie molisane. Intanto ieri mattina, il procuratore capo Albano e il comandante del Nas Forciniti hanno incontrato la stampa per fare il punto sull’inchiesta. Un’occasione per rivolgere un appello a non fidarsi degli - come li ha definiti Albano - spacciatori di speranza.
«Speriamo - ha detto il procuratore - che la denuncia e la diffusione mediatica di questa attività illecita impedisca ulteriori episodi criminosi e stimoli altre persone, ugualmente vittime di analoghi comportamenti fraudolenti, a denunciare i casi alle forze dell’ordine ed in particolare ai carabinieri del Nas, che continuano a svolgere indagini in merito».
Deborah Di Vincenzo