Lambertenghi: le staminali fra scienza e diritto (STAMINA!)

I più importanti avanzamenti medico-scientifici al di fuori del campo HIV.
Dora
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Re: Lambertenghi: le cellule staminali fra scienza e diritto

Messaggio da Dora » sabato 16 marzo 2013, 16:18

Sma: le staminali non funzionano, primi dati scientifici sulla cura. Neuromuscular Disorders: "Morti 2 bimbi su 5"

L'Huffington Post | Pubblicato: 15/03/2013 19:15 CET | Aggiornato: 16/03/2013 10:47 CET

Sono morti dopo le prime somministrazioni di cellule staminali mesenchimali due dei cinque bambini malati di atrofia muscolare spinale (Sma) trattati nell'ospedale Burlo Garofolo di Trieste per la decisione di un tribunale. Altri tre hanno concluso il trattamento, ma in gravi condizioni di salute.

Per la prima volta vengono pubblicati su una rivista scientifica internazionale i dati relativi al trattamento con staminali mesenchimali eseguito in conseguenza della decisione del Tribunale a Trieste. La rivista, Neuromuscular Disorders, è la più prestigiosa nel campo delle malattie neuromuscolari. Ed è qui che, in seguito alla pubblicazione, sono arrivati i commenti degli esperti dall'estero, perplessi e preoccupati perchè i trattamenti basati sulle cellule staminali mesenchimali vengono condotti al fuori delle regole canoniche della sperimentazione clinica e decisi in seguito alle decisioni dei tribunali.

La ricerca si inserisce nel dibattito sul metodo stamina. E nella storia di Salvatore, autorizzato a curarsi con questo metodo. Lui e la sorella Erika, per la quale è in corso ora l'udienza a Torino, sono affetti dalla sindrome di Niemann-Pick, malattia neurodegenerativa che porta a perdere progressivamente l'uso dei muscoli. Proprio il metodo stamina era stato bocciato dagli esperti. Il ministro della Salute Renato Balduzzi aveva aperto il caso con l'Aifa per capire se questa metodica, giunta alla ribalta delle cronache perché al centro di una controversia legale riguardante le cure alla piccola Celeste e ad altri bambini come lei affetti da gravi patologie, fosse sicura e senza che i pazienti corressero nessun rischio. Come quella della Piccola Sofia, la bambina difesa da Adriano Celentano con un intervento sul Corriere della Sera.

Le critiche che stanno arrivando dall'estero preoccupano anche gli esperti italiani. Per Eugenio Mercuri, neurologo pediatra dell'Università Cattolica di Roma, "stiamo perdendo credibilità. A questo punto non è così scontato che entrino in Italia i prossimi studi internazionali per la sperimentazione di farmaci contro l'atrofia muscolare spinale". Sarebbe grave perdere queste opportunità, considerando che la necessità di seguire le regole della sperimentazione anche nel caso delle staminali mesenchimali "è condivisa - ha affermato - in modo trasversale da genitori e medici".

I dati pubblicati dal Burlo Garofolo riguardano i cinque bambini reclutati dall'ospedale fra il dicembre 2010 e il dicembre 2011: un maschio e quattro femmine di età compresa fra tre e 20 mesi, tutti affetti da Sma. Uno dei cinque bambini, si legge nella pubblicazione, è morto per insufficienza respiratoria all'età di 18 mesi; un secondo paziente ha interrotto il trattamento dopo la quinta iniezione ed è morto all'età di un anno per insufficienza respiratoria. Gli altri tre bambini hanno completato il trattamento per i sei mesi previsti e tutti e tre hanno avuto bisogno di supporto per nutrizione e respirazione. Nessun cambiamento, infine, nemmeno nella concentrazione di proteine nel liquido cerebro-spinale. A questo punto l'ospedale si è rivolto ad un comitato scientifco esterno, che comprendeva anche esperti di cellule staminali e di Sma, per una revisione comune dei risultati. "Il decorso clinico dei pazienti trattati non ha mostrato segni di miglioramento", rilevano gli autori della pubblicazione. Così, "a causa della mancanza di efficacia, nel dicembre 2011 l'ospedale, in accordo con il Comitato etico, ha deciso di sospendere il reclutamento dei pazienti".



Intervista a Claudio Flamigni.



isabeau
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Re: Lambertenghi: le cellule staminali fra scienza e diritto

Messaggio da isabeau » sabato 16 marzo 2013, 21:24

eccoci...ne stiamo venendo a una?? nel senso verra'"vietata"sta terapia se pur "compassionevole??altrimenti non rampiamo piu' fuori, a quel bimbo si a quell'altro no,giudice si giudice no...usssignùr ke casòtto :roll: :ugeek:



Dora
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Re: Lambertenghi: le cellule staminali fra scienza e diritto

Messaggio da Dora » lunedì 18 marzo 2013, 18:10

Mentre i giudici di Fano autorizzano la terapia a un bambino affetto dal morbo di Krabbe, due opinioni autorevoli: quella dell'oncologo Umberto Veronesi e quella del genetista Giuseppe Novelli.

Veronesi:
  • Le regole della scienza 'sono semplicemente regole, studiate per garantire la massima efficacia e trasparenza, e per evitare abusi da parte di qualche scellerato che tenti di sfruttare commercialmente la disperazione delle famiglie. La Sanità pubblica non lavora per il male della popolazione. Lo Stato non è un nemico'. Lo scrive sulla Stampa l'oncologo Umberto Veronesi a proposito dell'infusione di cellule staminali e del metodo Stamina.
    'Le cellule staminali sono un tipico caso di 'overpromising' della scienza - spiega -: l'entusiasmo a seguito di una scoperta può essere tale da far nascere troppe aspettative, o far sottostimare i tempi di applicazione'.
    Quando furono isolate per la prima volta negli anni '90, ricorda, 'pensammo di essere ad una svolta per tutte le malattie degenerative, per cui avevamo trovato una sorta di serbatoio di cellule di ricambio' ma 'dopo 15 anni siamo ancora lontani da tutto questo'. La ragione, aggiunge, 'sta nella difficoltà e nella complessità delle procedure per ottenerle e utilizzarle'.
    Per Veronesi i casi di Sofia, degli altri bimbi trattati agli Ospedali Civili di Brescia e altri casi simili 'hanno drammaticamente confuso chi sta seguendo sperimentazioni cliniche sulle staminali, chi è in attesa di una cura che pare non arrivare in tempo, e in generale tutte le famiglie che hanno casi di malattie molto gravi'. 'Come medico e ricercatore - afferma - rimango convinto che i pazienti debbano seguire le terapie sperimentali certificate dagli enti di sorveglianza, come l'Aifa e l'Istituto Superiore di Sanità, e che gli ospedali debbano seguire le indicazioni di questi organismi che hanno omologhi in ogni Paese civile'.
Novelli:
  • "Sono un centinaio le terapie sperimentali a base di cellule staminali approvate nel mondo, a diversi livelli, dalle autorità regolatorie. E questo dopo la presentazione di protocolli dettagliati e nel rispetto di rigide regole a tutela dei pazienti. In Europa si fa molta ricerca e c'è un'agenzia ben nota, che stabilisce le regole e i controlli necessari, volta per volta, a garanzia dei malati. Ecco perchè quella italiana al momento è un'anomalia difficile da comprendere". A intervenire sulla vicenda del metodo Stamina è il genetista Giuseppe Novelli, preside della facoltà di medicina dell'Università di Roma Tor Vergata e componente dell'Ema, Agenzia europea dei medicinali, raggiunto dall'Adnkronos Salute a Londra, dove sta seguendo un incontro proprio all'Ema dedicato alla farmacogenetica.

    "Le terapie sperimentali a base di staminali suscitano grandi speranze, ma vanno somministrate in base a protocolli previsti, che consentano di rilevare non solo l'efficacia, ma anche eventuali problemi. Per questo gli esperti internazionali si incontrano, analizzano studi in vitro e in vivo e tutti i dati prima di autorizzare le sperimentazioni". E' fondamentale, infatti, in medicina, che i dati possano essere sottoposti al controllo di soggetti terzi, e che siano replicabili, evidenzia Novelli.
    "Qui a Londra arrivano aziende e ricercatori di tutto il mondo che sottopongono possibili nuovi trattamenti alle analisi dell'agenzia - prosegue Novelli - La comparazione nella scienza è fondamentale per realizzare reali progressi, e questo soprattutto di fronte a grandi speranze e a malattie incurabili. Non possiamo sempre ipotizzare che ci siano chissà quali interessi nascosti dietro alle cautele delle autorità regolatorie: non siamo tutti pagati dall'industria. Tanto che, ribadisco, diverse terapie sperimentali con staminali sono approvate a diversi livelli, e dunque sono sottoposte a varie fasi di sperimentazione, in tutto il mondo. Soltanto così la ricerca va avanti. Dunque capisco la necessità delle famiglie e la loro disperazione", conclude Novelli, "ma sottolineo l'importanza dell'applicazione di regole condivise, a tutela prima di tutto dei malati".



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Re: Lambertenghi: le cellule staminali fra scienza e diritto

Messaggio da isabeau » lunedì 18 marzo 2013, 21:14

giusto per tenere "acceso"il discorso,ieri sera alle Iene la mamma di Sofia era felicissima di aver avuto di rif o di raf il "permesso" per la seconda "dose".................................



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Re: Lambertenghi: le cellule staminali fra scienza e diritto

Messaggio da Puzzle » martedì 26 marzo 2013, 19:30




Dora
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Re: Lambertenghi: le cellule staminali fra scienza e diritto

Messaggio da Dora » mercoledì 27 marzo 2013, 8:22

Sono davvero felice che la più importante rivista scientifica internazionale sia scesa in campo per segnalare la piega da delirio presa da questa brutta storia.
Spero che il prestigio di Nature faccia la differenza anche in questo caso, come accadde l'anno scorso nella vicenda Ruggiero.
Credo infatti sia chiaro a tutti che, se non fossimo riusciti a richiamare l'attenzione di Nature sulla Lettera al rettore dell'università di Firenze, difficilmente sarebbe stata creata una commissione d'inchiesta e Ruggiero sarebbe ancora libero di propagandare le sue teorie negazioniste sotto lo scudo dell'università. E magari ancora qualche ricercatore distratto lo inviterebbe ai congressi.



Dora
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Re: Lambertenghi: le cellule staminali fra scienza e diritto

Messaggio da Dora » mercoledì 27 marzo 2013, 12:18

Appena entra in campo Nature, altri si svegliano e riprendono immediatamente i suoi articoli (non solo quotidianosanità, naturalmente - da cui arriva l'articolo riportato sotto e che sta seguendo la vicenda-Stamina in modo molto attento):
  • L’Italia (...) torna sotto l’osservazione critica del mondo scientifico internazionale.


Brucia, vero, vedere che il mondo scientifico parla dell'Italia quasi solo per le sue miserie?



Metodo Stamina. Nature si indigna insieme agli scienziati italiani

Un lungo articolo sulla prestigiosa rivista statunitense attacca la decisione del Governo di portare avanti il metodo Stamina sui pazienti che avevano già iniziato il “trattamento”. Quasi tutta la comunità scientifica – anche italiana – boccia il metodo. Ma buona parte dell’opinione pubblica è a favore.

27 MAR - “I centri che offrono trattamenti con cellule staminali che non siano mai stati validati finiscono di solito per giocare al gatto e al topo con le istituzioni regolatrici, in qualsiasi paese del mondo. In Italia no, e un trattamento del genere adesso è approvato ufficialmente. Il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha infatti decretato che una controversa terapia con cellule staminali sia portata avanti in 32 pazienti terminali, per lo più bambini, nonostante le cellule usate non siano lavorate secondo gli standard di sicurezza italiani”. La storia è quella di Stamina Foundation,che tanto ha scaldato opinione pubblica e mezzi di comunicazione italiani: una cura che non è mai stata dimostrata tale, né rigorosamente testata come si fa di solito con tutte le terapie, soprattutto quelle che possono essere pericolose. E queste parole sono l’inizio di un articolo apparso proprio ieri su Nature, una delle più prestigiose riviste di scienza nel mondo: il pezzo, che riporta testimonianze di esperti e ricercatori italiani, indica ciò che sta avvenendo in Italia come un vero paradosso.
E non lo fa certo a torto, seppure proprio stamattina sia arrivata dal Ministero la precisazione che “nessun riconoscimento ufficiale è mai stato conferito al cosiddetto Metodo Stamina”. Il problema è che se la comunità accademica boccia il metodo, l’opinione pubblica è ormai convinta che questo possa essere la soluzione per numerose malattie degenerative.

A leggere le parole con cui si apre l’articolo su Nature – così come quelle dei numerosi istituti di ricerca e associazioni di pazienti che hanno preso parola sulla questione in Italia in questi ultimi mesi – si capisce perché il titolo del pezzo a firma Alison Abbott sia “La decisione sulle staminali che fa infuriare i ricercatori”.
Sono infatti gli stessi medici ed esperti a prendere parola sull’argomento, e di sicuro non con parole lusinghiere. “È pura alchimia”. È Elena Cattaneo, ricercatrice proprio nell’ambito delle cellule staminali all’Università di Milano, a definirla così, senza mezzi termini, nel suo colloquio con la corrispondente di Nature.
La questione è controversa, e la disputa è possibile per via di una legge italiana: nel nostro paese, l’uso “compassionevole” di terapie non ancora approvate è possibile nel caso di pazienti terminali, ai quali non sono rimaste altre opzioni di cura. Nel caso in cui questi criteri siano soddisfatti il Ministero della Salute può autorizzare l’uso dei trattamenti “su base emergenziale”, comunque previa approvazione della qualità, e fornirli gratuitamente. Peccato – spiega a Nature Amedeo Santosuosso, giudice milanese e docente all’Università di Pavia, specializzato nel diritto applicato alla scienza – che in questo caso ci sia una certa ambiguità: “Il problema alla base della questione Stamina Foundation è che non c’è nessuna prova, in alcuno studio scientifico, che questa possa essere efficace. Secondo me questo vuol dire che non può esserne approvata la qualità e quindi che il suo uso, seppur compassionevole, non possa essere legittimato dal Ministero”.

Anzi, in realtà l’unico risultato ad oggi pubblicato sul metodo Stamina è uno studio dell’IRCCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste, uscito a ottobre sulle pagine di Neuromuscular Disorders , in cui il test su cinque bambini con atrofia muscolare spinale aveva portato gli autori a concludere che “il trattamento non aveva effetti sul corso della malattia”. In quel caso Davide Vannoni, lo psicologo dell’Università di Udine che ha inventato Stamina, aveva dichiarato come tali risultati dipendessero dal fatto che il cocktail di staminali usato non era correttamente formulato.
Tuttavia, c’è da dire che lo stesso Vannoni non ha mai pubblicato dati e risultati della sua “terapia”, né i dettagli precisi di come questa viene somministrata. Un atteggiamento che va contro le basi stesse del metodo scientifico che dai tempi di Galileo prevede che la scienza debba fornire risultati condivisibili e soprattutto verificabili. In più, durante i controlli disposti dal procuratore torinese Raffaele Guariniello e, in seguito, dell’Aifa, più volte i laboratori di Stamina sono stati redarguiti (e talvolta anche chiusi), per le condizioni di lavoro non appropriate: mancanza di protocolli di lavoro o di follow-up, inadeguatezza delle informazioni etiche, assenza di standard di sicurezza che garantissero preparazioni incontaminate.

Eppure, nonostante le prime posizioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco e degli stessi esperti del Ministero fossero di bocciatura – gli esperti avevano dichiarato ad agosto scorso che “il trattamento non è eseguito in base ad alcun metodo scientifico documentato; non vi sono inoltre comprovati dati scientifici sulla sua efficacia” – il Governo aveva poi deciso di autorizzare l’Ospedale Maggiore di Milano a produrre le staminali necessarie al metodo, e dunque in sostanza di continuare la somministrazione sui piccoli pazienti.
A nulla sono valse le proteste dei ricercatori e degli esperti italiani, tredici dei quali (compresa Cattaneo e Santosuosso) avevano scritto in una lettera aperta al Ministro Balduzzi: “La comunità dei ricercatori e medici che lavora per sviluppare trattamenti sicuri ed efficaci contro gravi malattie comuni o rare è perplessa di fronte alla decisione, sull'onda di un sollevamento emotivo, di autorizzare la somministrazione di cellule dette mesenchimali, anche se prodotte in sicurezza da laboratori specializzati. Non esiste nessuna prova che queste cellule abbiano alcuna efficacia nelle malattie per cui sarebbero impiegate. Non esiste nessuna indicazione scientifica del presunto metodo originale secondo il quale le cellule sarebbero preparate. Ci sembra questo uno stravolgimento dei fondamenti scientifici e morali della medicina, che disconosce la dignità del dramma dei malati e dei loro familiari”.
Ancor più duro era stato Paolo Bianco, scienziato che si occupa di staminali all’Università Sapienza di Roma, che aveva sottolineato come il Ministero stesse di fatto “approvando anche la produzione in centri di ricerca non all’altezza, e dicendo che una pratica non autorizzata dalla comunità scientifica, non pubblicata per una revisione accademica, e sconosciuta, sia a tutti gli effetti una terapia”.

Nonostante la bocciatura totale di tutta la comunità scientifica, la terapia andrà però avanti. E anche con un consenso piuttosto ampio dell’opinione pubblica, tanto che durante la manifestazione del Pdl del 23 marzo a Roma una manifestante era addirittura scesa in piazza a petto nudo con slogan pro-life e pro-Stamina dipinti sul corpo. E tanto che Vannoni ha dichiarato che la “pubblicità sollevata intorno alla questione gli ha già portato 9 mila nuovi pazienti”.
Parte di questo consenso è dovuto anche alla pesante campagna mediatica che si è fatta in televisione e su internet a favore del “trattamento”: prima il programma televisivo “Le Iene” e poi una campagna virale abbastanza diffusa sui social network hanno portato il tema all’attenzione del pubblico.
Peccato che in entrambi i casi si insinuasse la cattiveria di istituzioni scientifiche che non volevano curare dei bambini con importanti terapie, ma in nessuno dei due si spiegava che quella stessa terapia non è stata mai approvata e anzi è vista con preoccupazione dagli scienziati di tutto il mondo, perché mai verificata con criteri scientifici, né – spesso – condotta con le dovute precauzioni cliniche. E che questo vuol dire che potrebbe essere nella migliore delle ipotesi inefficace, e nella peggiore nociva.


Laura Berardi
  • Immagine


P.S. Intanto ieri, sulla Gazzetta Ufficiale, è stato il decreto 'Disposizioni in materia sanitaria', in vigore da oggi, sull'impiego di medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva, tra cui le cure con cellule staminali. In sostanza il provvedimento prevede che i pazienti che hanno iniziato questo tipo di cure, che comprendono i trattamenti secondo il metodo Stamina, potranno portare a termine i loro protocolli anche se il laboratorio di riferimento non e' autorizzato.

Il decreto prevede inoltre che d'ora in poi tutti i medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva, in cui rientrano i trattamenti con le staminali, possano essere utilizzati esclusivamente in un ospedale pubblico, clinica universitaria o istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Con un regolamento ministeriale da emanare nei prossimi giorni saranno fissate regole piu' precise per garantire la sicurezza dei pazienti e sara' fissata una precisa procedura di valutazione degli esiti dell'impiego di queste terapie.
(Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/121 ... legge.html.)



Dora
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Re: Lambertenghi: le cellule staminali fra scienza e diritto

Messaggio da Dora » venerdì 29 marzo 2013, 7:35

Estratti da Staminali, la cura che fa inorridire gli scienziati ma fa alzare l'audience - di MedBunker.

  • Doveva succedere.
    Non è la prima volta che le riviste scientifiche internazionali si stupiscono del pressapochismo italiano. Chi conosce la mentalità di certi paesi (soprattutto quelli anglosassoni) non resterà sorpreso del fatto che persino Nature (considerata una delle riviste scientifiche più serie e prestigiose al mondo) parla della vicenda e lo fa con toni apocalittici. "La cura che fa inorridire gli scienziati", è così che la rivista inglese parla dell'assurda vicenda delle terapie con staminali somministrate a...furor di televisione.
    A centro pagina campeggia la foto di una donna che si è spogliata per sostenere la causa di Sofia e dei bambini come lei, così la frittata è completa.
    Italia, terra di poeti, santi, scrittori e creduloni.



  • Un "uomo qualunque" (nel caso in questione un "non medico", docente di psicologia, già proprietario di una agenzia di ricerche di mercato) inventa una cura rivoluzionaria, la somministra pietosamente (compassionevolmente?) a persone che soffrono e queste tornano alla vita: quale miglior miracolo di questo?
    Nessuno dei "credenti" si è chiesto se questa "persona qualunque" abbia inventato davvero una cura (no, non è vero), se questa cura è davvero così compassionevole com'è descritta (no, sembra sia somministrata in condizioni disastrose), se almeno funziona (no, chi la somministra non ha mai portato un solo dato per dimostrarlo), basta il miracolo e come tutti i miracoli che si rispettino, al bene si deve contrapporre il male ed eccolo impersonificato dal "governo", i potenti, le lobby (beh, in questo caso non esiste alcuna "lobby", non esistono farmaci che curano la malattia, ma non importa, fa parte del miracolo), tutti contro il povero dottore (in lettere) che aiuta il prossimo sofferente.
    Ma al momento in cui tutto sembra crollare, ecco che arriva l'angelo buono. Una volta arrivava dal cielo, oggi dallo schermo televisivo e si chiama Giulio.
    Prepara un servizio, lo manda in onda e giustizia è fatta. La cura funziona, il dottore è un genio, la bambina è salva. Immaginate: persino il cattivo ministro della salute, in un impeto di bontà e convinto dai pianti di mezza nazione, consente a tutti quei bambini di sottoporsi alle cure (che i tessuti somministrati contenessero secondo le indagini inquinanti e che avessero un'azione attiva brevissima, non può rientrare nei canoni della storia a lieto fine, quindi non ne parliamo più, come non ha importanza ai fini della sceneggiatura che tutto si svolgesse fuori dalle regole della scienza e delle norme di legge).

    Cala il sipario.
    Il palinsesto televisivo deve andare avanti e tra sodi sederi che sorridono e balletti ammiccanti si passa ad altri argomenti.
    Ma fuori da quello schermo la vita reale prosegue, centinaia di persone affette da malattie neurodegenerative continuano a fare fronte ai loro problemi, alle difficoltà anche pratiche che una malattia che ti impedisce di muoverti o respirare bene può comportare.
    Un genitore che guarda quella trasmissione potrebbe pure pensare che davanti a quelle parole "guarigione", "cura", "miglioramento", non fare nulla sarebbe assurdo, quasi assassino nei confronti del proprio figlio, ma anche queste cose rovinerebbero l'atmosfera, mica stiamo facendo scienza, questo è spettacolo e quindi l'angelo Giulio non ha pensato di sentire l'opinione di quei genitori che hanno resistito alle sirene della "cura facile", rovinano l'insieme, spezzano la storia. L'ha detto pure Adriano Celentano, la divina Gina Lollobrigida, tutti impegnati a dare il loro contributo alla sceneggiatura persino un'attivista pro-staminali (no, attivista non significa che ha all'attivo centinaia di pubblicazioni sulle malattie neurodegenerative).



  • Perché un film del genere ha tanto successo?
    Serve dirlo? Vogliamo mettere una storia ben confezionata con i lunghissimi e freddi report scientifici? Aspettare anni per i risultati di una ricerca, fare esperimenti, ripeterli, controllarli, accertarsi dei potenziali rischi, essere più sicuri possibile. Che palle! Ma il bello è che quando una cura è già diventata tale, esiste il "follow up" (ovvero il controllo degli effetti successivi alla somministrazione), la sorveglianza post vendita, i confronti con altre terapie, le relazioni sugli eventi avversi. Ci vogliono anni, decenni. Troppo tempo!
    I tempi televisivi devono essere rispettati, gli spot spingono e gli inserzionisti reclamano.
    Vogliamo cure per tutti, subito! Ne esistono centinaia! Ciarlatani Geni incompresi e "ricercatori indipendenti" guariscono tutti da anni! Diciamolo.
    C'è chi cura il cancro con il bicarbonato di sodio, chi con la ricotta (che "favorisce l'evacuazione"), c'è chi ha fatto scoperte che sono state condivise da milioni di persone su Facebook! C'è gente che si fa sputare in un occhio pur di sentirsi dire che guarirà. Perché dei bambini malati devono essere curati con trapianti di cellule staminali ed adulti altrettanto malati non possono essere curati con la ricotta, lo sputo o i frullati misti?

    Che poi, si sa, i medici sono i primi a sapere che esistono cure nascoste, solo che per non perdere il posto di lavoro non lo dicono (sicuramente le useranno per i loro cari però). Gli stessi ricercatori, quelli veri, cercano, cercano e non dicono che dalla sclerosi multipla si guarisce con le staminali, quando lo hanno detto pure le Iene!

    Qualcuno voleva fare un film su queste cose, chissà, fosse trasmesso in prima serata potrebbe diventare un nuovo fenomeno mediatico e poi sarebbe utilissimo, ma poi ha scoperto che i medici se sapessero di una cura efficace "nel 90% dei casi" per "il cancro" la userebbero, mica sono scemi loro, il lavoro resterebbe lo stesso, invece di essere attaccati ed insultati quotidianamente sarebbero considerati dei veri salvatori dell'umanità, su 100 pazienti che curano 90 andrebbero a casa guariti (che poi userebbero questa cura anche per loro ed i loro figli, ma vabbè...). I ricercatori? Ma se esistesse una cura "segreta", perché dovrebbero continuare a prendere 1200 euro al mese con contratto rinnovabile (se va bene, certo, ci sono tante spese in una nazione in crisi...), pubblicherebbero uno studio rivoluzionario e risolverebbero in un colpo i problemi dell'umanità e quelli personali con un viaggio in Svezia per ritirare il Nobel che fa sempre piacere. Invece no, testardi e stupidi continuano a lavorare tutto il giorno senza andare in televisione.
    Ma ci sono le aziende farmaceutiche, quelle pur di guadagnare non guardano in faccia nessuno.

    Appunto, se esistesse una cura che guarisce da malattie oggi inguaribili perché non dovrebbero venderla? Anche a prezzi carissimi, sempre meglio che farla vendere da un privato, non è accaduto con gli antibiotici, l'insulina e gli anestetici? Anche le aziende, sono proprio stupide...
    Esistono industrie che vivono vendendo le flebo di bicarbonato e le stesse dovrebbero nascondere che questo curerebbe il cancro? Ma perché le aziende private fanno nascere cliniche dal nulla e vendono trattamenti a 50.000 euro tutto compreso e le aziende farmaceutiche no? Un attimo, mi sto confondendo, ma "Big Pharma" è furba o stupida?
    D'altronde in questi giorni le varie "cliniche" per staminali sparse in tutto il mondo si stanno muovendo in pubblicità sempre più assillanti, bisogna sfruttare il momento, ci sono tanti piccoli bambini e tante famigliole che possono farci guadagnare tanti soldi, grazie Giulio! Grazie Iene! La vicenda ha dato impulso a tanti ciarlatani che cominciano a diffondere appelli: "scrivete ai giornali", "contattate le Iene", "organizzate manifestazioni"! Tutti sono in fermento, si apre la caccia alla cura compassionevole per tutti. Qualche spicciolo rimarrà in tasca anche a loro, no? Bisogna sfruttare il momento e decine di inventori di medicine stanno mobilitando i loro fedeli.
    Il film non si può fare mi sa, troppo reale, materiale, troppi problemi, noi abbiamo bisogno di sogni, miracoli, promesse irraggiungibili e guru che guidano la nostra speranza verso l'ottimismo. Sarebbe un flop.
    A noi servono prodotti pronti, preconfezionati, rapidi, mica quelle guarigioni frutto di decenni di studi, sudore e sacrifici. Vuoi mettere "Le Iene" con Telethon? I nostri figli, il bene più prezioso che abbiamo, devono essere curati dalla TV (e da internet), la medicina ha fatto ormai il suo tempo.
    La televisione ha trovato la cura per decine di malattie inguaribili e noi perdiamo mesi con noiose maratone Telethon ed infiniti studi che non portano a nulla?
    Pensate un po' dopo l'invenzione della ruota, abbiamo dovuto aspettare secoli per avere le automobili, se avessimo ascoltato i ciarlatani geni incompresi dell'epoca sarebbe bastato unire quattro ruote e pedalare, le automobili le avremmo avute all'epoca degli egiziani, che si sarebbero risparmiati faticose cavalcate sul cammello.



  • Che poi in Italia le staminali si studino seriamente da anni è anche vero, esistono organizzazioni che raccolgono fondi per colmare il vuoto inevitabile da parte dello stato, servono a pagare le strutture, le attrezzature e gli immancabili costi umani e tecnici, con quei fondi si organizzano studi fatti bene, a norma, senza irregolarità ed a volte si arriva anche a guarire veramente o in ogni caso ad aiutare chi verrà a studiare meglio.
    Addirittura c'è gente che dall'estero viene in Italia per curarsi e guarisce.
    Davvero? E le Iene non se ne sono accorte?

    Già.
    Solo che questi ricercatori non parlano di complotto, non promettono se non possono farlo, non vivono di apparizioni in TV. Non ci sono nemmeno sederi ammiccanti, né Celentani o Lollobrigide, nessuno farà manifestazioni in piazza né si spoglierà nudo ma è tutto vero. Come quella storia del bambino affetto da una malattia inguaribile che dagli Stati Uniti viene in Italia e si sottopone a terapia genica con le staminali. E guarisce, come altri 13 bambini. Succede per la prima volta nel mondo, senza Iene, Lollobrigide e Celentani e senza spogliarelli in piazza né pagine Facebook.
    In silenzio.



isabeau
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Re: Lambertenghi: le cellule staminali fra scienza e diritto

Messaggio da isabeau » sabato 30 marzo 2013, 20:16

sarebbe bello faglielo sapere :mrgreen: :?




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