Ho trovato un articolo sul caso Stamina del dottor
Antonio Panti che, come sa chi ha seguito il caso Ruggiero, è il Presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze.
Lo ritengo particolarmente interessante, perché esce sul
numero di febbraio di Toscana Medica, che è il "MENSILE DI INFORMAZIONE E DIBATTITO PER I MEDICI TOSCANI A CURA DELL’ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI DI FIRENZE".
L'articolo ha un titolo inequivocabile:
Medici, magistrati e ciarlatani: il caso Stamina
Ne riporto qualche stralcio.
- (...) La libertà di cura, in particolare quando i costi sono a carico della fiscalità generale, è un diritto delimitato dalla rispondenza alle regole della scienza, cioè alla dimostrazione di efficacia e di non dannosità. La valutazione soggettiva del paziente o del medico è esclusa. La tutela del paziente e della collettività sono affidate all’unico criterio che finora l’umanità ha inventato per avvicinarsi alla verità e cioè al metodo della scienza.
I magistrati lo sanno? Mentre il Procuratore di Torino incrimina l’ideatore di Stamina (e i medici di Brescia che hanno agito senza un protocollo scientifico e il parere di un comitato etico), molti magistrati impongono la cura Stamina a carico del SSN e il TAR Lazio sconfessa la commissione di esperti perché questi avevano già espresso la loro opinione. E che esperti sarebbero altrimenti?
(...) Arduo spiegare che il metodo della scienza è l’unica garanzia di fronte a fraudolente panacee. Il viaggio ai Santuari della fede può aumentare la resilienza spirituale del paziente.
Ma la frode è soltanto un reato, aggravato dal volgersi a persone che non hanno altra scelta che sperare nel miracolo. E la scienza non fa né promette miracoli ma soltanto lenti e documentati progressi.
(...) è vero che i confini tra medicina e ciarlataneria sono talvolta incerti in una scienza probabilistica, volta ad agire sulla macchina più complessa che esista, l’uomo. Laddove la medicina non riesce a risolvere i problemi della gente, cure “miracolose” sono esistite, esistono e sempre ne vedremo di nuove. Anzi, spesso, lo stregone mostra quell’empatia oggi nascosta dietro il riduzionismo della tecnica.
L’Ordine che posizione assume su questa vicenda?
La condanna è evidente e scontata, ma forse si può fare qualche altra annotazione. Non interessa la vicenda giudiziaria mentre preoccupa il destino dei pazienti e delle loro famiglie.
Qui però è importante rafforzare i convincimenti dei medici. Il medico non può non sentire le “ragioni del cuore” ma deve seguire le regole della scienza. E quindi non può che avvalersi di rimedi validati secondo le regole del metodo sperimentale. I medici non possono mentire: se hanno una buona idea debbono condividerla per il bene dell’umanità. Inoltre è parte del metodo sperimentale non fidarsi delle percezioni soggettive: soltanto i risultati statisticamente validi danno garanzia. Qualsiasi malattia ha un decorso irregolare, soggetto a transitori miglioramenti, a modifiche dovute a impensabili “effetti placebo”, all’emotività di chi osserva il malato. La scienza si fonda anche sul tentativo di eliminare la soggettività dell’osservatore. Il dolore provocato da una prognosi infausta non può indurre il medico a sottacerla se non nei limiti della deontologia. Così la durezza di una sentenza non può indurre il magistrato a scambiare il giudizio con la pietà. (...)
Queste situazioni mettono a dura prova la medicina perché rendono esplicita la fragilità di ogni impresa umana di fronte alla inspiegabilità della sofferenza. L’organo della professione tuttavia non può che riaffermare antichi valori.
I medici debbono ritrovare rapporti di cura più partecipi e umani. Ma l’agire del medico non può travalicare il metodo della scienza. L’onestà intellettuale è la misura della curiosità per la scienza e dell’amore per chi soffre. I ciarlatani non vivono solo dei fallimenti della scienza ma anche della distanza di una tecnologia fredda e dell’incoerenza di chi dovrebbe offrire un richiamo forte alla ragione in ogni momento della vita.
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Alla luce di parole tanto sagge, umane e meditate, che esprimono una posizione che non posso non condividere con tutto il mio cuore e tutta la mia razionalità, e rinnovando al Dottor Panti e all'Ordine da lui presieduto l'espressione della mia più piena fiducia, ricordo al Dottor Panti che da quasi due anni stiamo attendendo una presa di posizione da parte dell'Ordine dei Medici di Firenze sull'operato del professor Marco Ruggiero.