Gli integratori? fanno venire il cancro

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Dora
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Re: Gli integratori? fanno venire il cancro

Messaggio da Dora » venerdì 3 febbraio 2017, 12:18

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RISO ROSSO CONTRO IL COLESTEROLO - non sono caramelle


So che se ne parla in diversi altri thread, ma questo mi pare più indicato di altri per segnalare che sono stati studiati gli effetti avversi del riso rosso fermentato usato contro il colesterolo come sostituto delle statine - fra l'altro proprio da ricercatori italiani - e si è visto che è meglio non prenderlo come fossero graziose caramelline rosse.

Lo studio sul British Journal of Pharmacology: Adverse reactions to dietary supplements containing red yeast rice: assessment of cases from the Italian surveillance system

Una recensione piuttosto preoccupata sul sito dell'American Council on Science and Health: Is Red Yeast Rice A Safe Alternative To Prescription Cholesterol Medicine?

Ne parla anche l'Istituto Superiore di Sanità:

Integratori a base di riso rosso fermentato: un’analisi delle sospette reazioni avverse
  • 2 febbraio 2017 – Gli integratori alimentari a base di riso rosso fermentato (Red yeast rice, RYR) sono spesso utilizzati da persone con elevati livelli di colesterolo. Il riso rosso fermentato contiene monacolina K, una molecola con una struttura chimica identica alla lovastatina (una statina registrata come farmaco per il trattamento dell’ipercolesterolemia). Per tale motivo, nonostante in letteratura siano stati pubblicati pochi studi che ne hanno valutato il profilo di sicurezza rispetto alle statine, il riso rosso fermentato viene spesso consigliato e usato da persone con elevati livelli di colesterolo e/o intolleranti alle statine.

    Nell’articolo “Adverse reactions to dietary supplements containing red yeast rice: assessment of cases from the Italian surveillance system”, pubblicato a gennaio 2017 sul British Journal of Clinical Pharmacology, vengono riportati i risultati di uno studio che ha approfondito il profilo di rischio degli integratori contenenti riso rosso fermentato attraverso l’analisi delle segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse pervenute al sistema di fitosorveglianza coordinato dall’Iss.

    Da aprile 2002 a settembre 2015 su un totale di 1261 segnalazioni, 52 segnalazioni, relative a 55 reazioni avverse, hanno riguardato integratori a base di riso rosso fermentato. In particolare, le reazioni riportate consistevano in:
    • - mialgia e/o aumento della creatinfosfochinasi (19)
      - rabdomiolisi (1)
      - reazioni gastrointestinali (12)
      - danni al fegato (10)
      - reazioni cutanee (9)
      - altri tipi di reazioni (4).
    L’età media dei 52 soggetti era di 64 anni, il 70% erano donne; in 13 casi (25%) la reazione ha richiesto il ricovero in ospedale e 28 pazienti (54%) stavano assumendo farmaci. La valutazione della relazione causale (cioè la probabilità dell’associazione tra reazione avversa e prodotto assunto) è risultata certa in 1 caso, probabile in 31 casi, possibile in 18, improbabile in 3 e non valutabile in 2 casi.

    Ciò che emerge è dunque che il profilo di rischio del riso rosso fermentato è simile a quello delle statine. È auspicabile che si continui a monitorare la sicurezza degli integratori alimentari e, più in generale, dei prodotti definiti come “naturali”, al fine di definire il loro profilo di rischio, così da aumentare le conoscenze degli operatori sanitari e dei consumatori qualora decidano di utilizzarli.

    Risorse utili



skydrake
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Re: Gli integratori? fanno venire il cancro

Messaggio da skydrake » venerdì 3 febbraio 2017, 15:16

Mi ha consigliato di prenderlo il mio infettivologo.
Stava per prescrivermi delle statine, ma poi ha chiesto (di sua iniziativa) di provare a fare questo tentativo.
Avrà i suoi effetti collaterali, ma quelli del colesterolo alto sono più preoccupanti (tipo infarto, ho già delle calcificazioni alle coronarie).
Un pochino il colesterolo me lo ha abbassato.
Però poi ho abbandonato il Prezista e il colesterolo è sceso ancora di più..
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Dora
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Re: Gli integratori? fanno venire il cancro

Messaggio da Dora » venerdì 3 febbraio 2017, 15:30

skydrake ha scritto:Avrà i suoi effetti collaterali, ma quelli del colesterolo alto sono più preoccupanti (tipo infarto, ho già delle calcificazioni alle coronarie).
Certo che gli effetti del colesterolo possono essere preoccupanti! Ma, per evitare di confrontare le mele con le pere, il confronto sugli effetti avversi non deve essere fatto con il colesterolo, ma con le statine.

Già che ci sono, aggiungo il link - per chi se lo volesse vedere - alla recentissima presa di posizione unitaria della Società Italiana di Diabetologia e della Società Italiana degli Studi sull'Arteriosclerosi sui nutraceutici (fra cui riso rosso e fitosteroli) per il trattamento dell'ipercolesterolomia:
Commento del professor Edzard Ernst, ieri, nel suo blog:
  • Many advocates of alternative medicine are highly sceptical of the value of statins. Yet, it seems clear that statins exert considerably larger effects on our lipid profile than nutraceuticals. So, why not use the treatment that is best documented and most efficacious? One answer could lie in the well-known adverse effects of statins. However, can we be sure that nutraceuticals are devoid of serious side-effects? I am not sure that we can: statins have been fully investigated, and we therefore are well-informed about their risks. Nutraceuticals, by contrast, have not been monitored in such detail, and their safety profile is therefore not as well-understood.

    Other advocates of alternative medicine argue that cholesterol (I use the term simplistically without differentiating between the ‘good and bad’ cholesterol) has been hyped by the pharmaceutical industry and is, in truth, not nearly as important a risk factor as we have been led to believe. This line of thought would consequently deny the need to lower elevated cholesterol levels and therefore negate the need for cholesterol-lowering treatments. This stance may be popular, particularly in the realm of alternative medicine, but, to the best of my knowledge, it is erroneous.

    Obviously, the first line treatment for people with pathological lipid profiles is the adoption of different life-styles, particularly in terms of nutrition. This may well incorporate some of the nutraceuticals mentioned above. If that strategy is unsuccessful in normalizing our blood lipids – and it often is – we should consider the more effective conventional medications; and that unquestionably includes statins.

    I do not expect that everyone reading these lines will agree with me, yet, after studying the evidence, this is my honest conclusion – and NO, I am not paid or otherwise rewarded by the pharmaceutical industry or anyone else!



skydrake
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Gli integratori salvavita: le statine e la monacolina K

Messaggio da skydrake » mercoledì 22 marzo 2017, 0:48

Dora ha scritto:
skydrake ha scritto:Avrà i suoi effetti collaterali, ma quelli del colesterolo alto sono più preoccupanti (tipo infarto, ho già delle calcificazioni alle coronarie).
Certo che gli effetti del colesterolo possono essere preoccupanti! Ma, per evitare di confrontare le mele con le pere, il confronto sugli effetti avversi non deve essere fatto con il colesterolo, ma con le statine.
Appunto.
Meglio tenersi il colesterolo medio alto con la monacolina K o il colesterolo medio basso con le statine?
Questo era il dilemma del mio infettivologo, non certamente tenere il colesterolo altissimo senza fare nulla.
Dora ha scritto:
  • Many advocates of alternative medicine are highly sceptical of the value of statins.

Un motivo in più per prenderle in considerazione.
Dora ha scritto: Obviously, the first line treatment for people with pathological lipid profiles is the adoption of different life-styles, particularly in terms of nutrition.

Il colesterolo LDL dipende dall'alimentazione molto di meno rispetto quello HDL.
Eliminando quasi del tutto la carne sono riuscito a far scendere il colesterolo totale da 298 a 256 (con l'HDL a 54). Quando la causa è iatrogena e non alimentare, migliorare solo l'alimentazione non fa miracoli.



Dora
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Re: Gli integratori? fanno venire il cancro

Messaggio da Dora » martedì 20 febbraio 2024, 15:18

Sul Foglio di ieri Enrico Bucci racconta i risultati sulla niacina (vitamina B3) di uno studio appena pubblicato su Nature Medicine
Come l'eccesso di vitamina B3 può creare danno al cuore

ENRICO BUCCI 19 FEB 2024

Il marketing spinto di integratori, sali minerali e vitamine spesso ci fa dimenticare che, oltre a dubbi sull’efficacia, ci possono essere dati ancora non certi sulla loro sicurezza. Ce lo ricorda uno studio appena pubblicato sulla vitamina B3

Gli scaffali delle farmacie, così come le pubblicità diffuse per ogni dove, sono riempiti dagli integratori e dai vanti delle loro miracolose proprietà. Ad ogni occasione – in ultimo durante la pandemia causata da SARS-CoV-2 – sedicenti esperti e ricercatori frettolosi si affrettano a riscoprire i benefici di questo o quell’integratore, vitamina, spezia; e così curcuma, quercetina, resveratrolo e un’infinità di sostanze più o meno purificate e di sali minerali o vitamine finiscono per intasare le discussioni di tutti, provocando un altro picco di vendite, fino all’inevitabile delusione quando si scopre l’ovvio – cioè che la prova di efficacia di un trattamento non si raggiunge in televisione, in un preprint, in un articolo scientifico pubblicato in tutta fretta, magari pure su una rivista cosiddetta predatoria.

Ora, si potrebbe pensare che, a parte il danno al portafoglio e la disillusione, questi prodotti non lascino danni; del resto, se i medici, i farmacisti, i professionisti più svariati e perfino qualche premio Nobel del passato che ne promuovono l’uso avessero notizia del fatto di un qualche effetto collaterale serio, ci si aspetta che i loro entusiasmi dovrebbero proporzionalmente diminuire.


Proprio per questa ragione, vale la pena di riportare i risultati ottenuti per uno dei prodotti maggiormente prodotti, la niacina o vitamina B3, disponibile in un’infinta varietà di confezioni colorate per ogni uso – contro l’invecchiamento, per il benessere generale, come potenziatore del sistema immune e via fanfaronando, persino come farmaco anti COVID.

Cominciamo dall’utilità reale di questa vitamina: gli adulti devono consumare almeno 15 mg al giorno di niacina, per evitare sindromi da carenza di niacina come la pellagra. L’arricchimento con niacina della farina di frumento e di altri cereali è stato imposto per decenni negli USA, e si è accompagnato alla quasi eliminazione delle morti per pellagra negli Stati Uniti dopo la Grande Depressione. Come al solito, tuttavia, quel che funziona finisce per divenire vittima del suo stesso successo: così, lungi dal riservare l’assunzione di vitamina B3 alla compensazione di eventuali deficienze alimentari – ormai rarissime nel mondo occidentale – si è messa in moto la macchina del marketing parafarmaceutico e degli integratori, inglobando anche questo prodotto in ogni sorta di trattamenti dall’efficacia più o meno immaginaria, ma dalla sicurezza – così si pensava – garantita.

Ebbene, un nuovo studio appena pubblicato su Nature Medicine dovrebbe finalmente raffreddare il circo delle bugie commerciali sulla vitamina B3: due metaboliti derivati infatti dall’assunzione eccessiva di questa vitamina, indicati con le sigle 2PY e 4PY, sono stati associati con un rischio di eventi cardiovascolari gravi elevato di almeno due volte, indipendentemente dai fattori di rischio tradizionali.

Si noti bene: la niacina è ancora oggi frequentemente utilizzata per il controllo del colesterolo, ma da tempo si è provato sia che le statine sono molto più efficaci, sia che tale prodotto, in realtà, nonostante possa effettivamente ridurre il colesterolo, non produce il beneficio clinico atteso. Con il nuovo lavoro, appare chiaro il perché: non solo si tratta di un prodotto meno efficace, ma aumenta indipendentemente il rischio di eventi cardiovascolari gravi, bilanciando l’effetto benefico della riduzione del colesterolo e rendendo così controindicato il suo uso anche nell’unica condizione che, fatta salva l’ipovitaminosi, sembrava avere una qualche ragion d’essere.

I nuovi dati indicano che, non appena assumiamo vitamina B3 in eccesso, produciamo i due metaboliti incriminati, 2PY e 4PY; questi, in due coorti indipendenti di statunitensi ed europei, sono risultati in grado di indurre gli effetti cardiovascolari gravi di cui si riferiva, ma potrebbero anche essere associati ad infiammazione vascolare e aterogenesi – servono ulteriori studi per quanto riguarda questi due punti.

Ora, lo studio descritto non può considerarsi definitivo, sia perché riguarda poche migliaia di individui, sia perché non elimina del tutto alcuni confondenti, soprattutto per quanto riguarda il possibile meccanismo di azione dei metaboliti della niacina; tuttavia, prima di assumere barattoli di un composto la cui efficacia per la miriade di indicazioni commercializzate è non provata, e su cui vi sono invece dubbi fondati circa la sicurezza, sarebbe bene chiedersi se si è nell’unica condizione per cui la vitamina B3 è certamente indicata e benefica – ovvero la corrispondente ipovitaminosi, peraltro facilmente riscontrabile con banali esami diagnostici.

E come per la niacina, è bene smetterla di prendere l’ultima pastiglia, l’ultimo integratore o l’ultima sostanza à la mode: in molti, troppi casi, tanto l’efficacia, quanto la sicurezza di ciò che si pretende benefico e senza effetti collaterali dovrebbe essere meglio studiata, prima di affidarsi al pensiero magico e a meccanismi quanto meno dubbi alla base di supposti benefici.



skydrake
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Re: Gli integratori? fanno venire il cancro

Messaggio da skydrake » mercoledì 21 febbraio 2024, 7:58

E pensare che è uno dei candidati farmaci che forse dovremmo assumere tutti.
Il "Paziente di San Paolo" è stato trattato con un mix aggressivo di 5 antiretrovirali e vitamina B3, per stimolare i reservoir latenti a risvegliarsi.
Ora è eradicato....



Dora
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Re: Gli integratori? fanno venire il cancro

Messaggio da Dora » mercoledì 21 febbraio 2024, 8:40

skydrake ha scritto:
mercoledì 21 febbraio 2024, 7:58
E pensare che è uno dei candidati farmaci che forse dovremmo assumere tutti.
Il "Paziente di San Paolo" è stato trattato con un mix aggressivo di 5 antiretrovirali e vitamina B3, per stimolare i reservoir latenti a risvegliarsi.
Ora è eradicato....
Purtroppo NON è eradicato per niente.



Riguardo allo studio su Nature Medicine, ne approfitto per segnalare questa recensione su STAT:

Niacin has long been a public health darling. But an excess could be bad for the heart, study suggests



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