[vIAS 2021] VIRTUAL

[Dora]

La 11° International AIDS Society (IAS) Conference on HIV Science si terrà in forma virtuale a partire da domenica prossima: dal 18 al 21 luglio.

Qui il programma, come sempre enorme e dispersivo.
A parte la onnipervasiva presenza di Covid e coinfezioni Covid-HIV, molte le sezioni dedicate alla ricerca di una cura e alla ricerca sui nuovi farmaci. In particolare, domenica 18 si parte con HIV reservoirs: Lessons for cures e con HIV reservoir regulation and cure.

Lunedì 19, segnalo

• HIV vaccines and immunotherapy: Quo vadis?
  Old versus New: New ARV Drug Classes Open Up New Therapeutic Choices For The Multiclass Resistant Patients. What Can Be Achieved?
  HIV Cure & Gene Therapy Forum opening session
  Advances in gene therapy (HIV Cure & Gene Therapy Forum) e
  What is coming next for in vivo gene therapy? (HIV Cure & Gene Therapy Forum)
  Waving the wand: Untangling HIV reservoir dynamics
  Will there be a next generation HIV vaccine if current ones fail?

C'è anche una sezione dedicata a Immunometabolism and HIV pathogenesis, che tratta un tema affascinante - è tra l'altro appena uscito su Nature Communications un lavoro del Wistar Institute, che penso verrà presentato al congresso da Clovis Palmer, in cui sono stati individuati dei marker metabolici in grado di predire durata e successo del controllo della viremia una volta sospesa la cART: Non-invasive plasma glycomic and metabolic biomarkers of post-treatment control of HIV. È una ricerca interessante, perché può avere implicazioni non solo per tutti i trial di ricerca di una cura nei quali si fanno sospensioni terapeutiche in attesa di vedere quando e come avviene il rebound della viremia, ma anche nel modo in cui intendiamo la patogenesi dell'infezione e le co-morbilità.

Martedì 20, tante discussioni sulla cART:

• Antiretroviral therapy: Time to change the paradigm? e
  Let's talk about switch: optimizing ART for your patients today,
  The time for long-acting is now – taking a new approach in treatment of people living with HIV e
  ART today and tomorrow.

Ma non solo cART. Anche anticorpi monoclonali: COVID-19 and HIV: Monoclonal antibodies for their prevention and treatment; vaccini: An HIV vaccine: who needs it?; infiammazione: Inflammation and tissue damage: Causes and repair mechanisms; ancora terapia genica: Advances in in vivo cell and gene therapy (HIV Cure & Gene Therapy Forum) e Bringing curative genetic interventions for HIV and sickle-cell disease to resource-limited settings (HIV Cure & Gene Therapy Forum).

Infine, mercoledì 21: Why are so many people still dying from AIDS? Turning the tide on advanced HIV e In it together: Co-infections in people living with HIV.

Non so se e che cosa riuscirò a scrivere. Vedremo quali materiali saranno resi disponibili dagli organizzatori e quando.

[Dora]

Il seminario biennale di IAS Towards an HIV Cure, dopo quello del 2017 dedicato a Cura dell'HIV e del Cancro e dopo quello del 2019 dedicato a HIV e HBV, quest'anno non precede, ma è spalmato nei giorni del congresso, è dedicato alla terapia genica ed è co-diretto da Mike McCune (ora alla Fondazione Gates) e Paula Cannon.
Gli obiettivi: accelerare la ricerca (e dopo la battuta d'arresto del Covid c'è davvero da mettersi a correre), stimolare la collaborazione tra ricercatori fornendo anche una piattaforma per condividere informazioni e favorire discussioni, aiutare le nuove leve a farsi avanti, promuovere gli investimenti.

Questo il programma dettagliato:

[Dora]

La parte politica del congresso, come sempre largamente maggioritaria, segue la Dichiarazione Politica su HIV e AIDS 2021 Ending inequalities and getting on track to end AIDS by 2030, adottata dagli Stati membri delle Nazioni Unite lo scorso giugno.
La IAS sente il bisogno di ricordare che, per superare il mancato raggiungimento degli obiettivi posti nella lotta all'HIV/AIDS per il 2020, è necessario seguire la scienza e prendere decisioni basate sulle evidenze scientifiche. Non lo ricorda soltanto, ma lo argomenta creando una apposita pagina web.
Un anno e mezzo fa, mi sarebbe parso un ridicolo anacronismo buono forse solo per la Russia ma, dopo le derive anti-scientifiche prese dalla politica sanitaria di tanti Stati per contrastare la pandemia di Covid, mai monito mi è parso più opportuno e sensato.

[uffa2]

Direi che questo è un richiamo sensato, anche se forse molto politico e quindi un po' ampolloso (troppo, troppo lunga quella pagina). Urgerebbe anche una riflessione (quella che più volte è stata fatta qui nelle pagine sul COVID) sulla necessità che anche gli scienziati seguano la scienza senza farsi arruolare chissà, magari nel programma (che io ho trovato un po' generico) di questo appuntamento, da qualche parte ci potrebbe esserne l'occasione...

[Dora]

Direi che questo è un richiamo sensato, anche se forse molto politico e quindi un po' ampolloso (troppo, troppo lunga quella pagina). Urgerebbe anche una riflessione (quella che più volte è stata fatta qui nelle pagine sul COVID) sulla necessità che anche gli scienziati seguano la scienza senza farsi arruolare

Da quello che abbiamo visto nell'ultimo anno e mezzo, di scienziati che si riempiono la bocca di parolone altisonanti di scienza, tacciano chi la pensa diversamente da loro di no-vax, no-mAB, chiusurista-pessimista-squadrista, e poi si vendono alla politica come consumate meretrici ce ne sono in abbondanza. Non conterei troppo su momenti di resipiscenza durante un congresso che, alternandosi alla Conferenza Mondiale, tende per sua natura ad essere un carrozzone politico e propagandistico più che un consesso scientifico.

programma (che io ho trovato un po' generico)

Non ho visto tutti gli abstract e i poster, magari qualcosa di eccitante c'è, però mi ha colpito la povertà di idee nuove sulla cura e il girare attorno alla scalabilità, come se già fossimo al punto di preoccuparci di rendere accessibile a tutti quello che ancora non c'è. Forse è perché siamo in una fase di transizione, forse perché una misteriosa forma di long-Covid sta ammorbando anche la ricerca su HIV, ma non mi aspetto grandi cose da questo IAS 2021.

[Dora]

Questo è il libro degli abstract:

IAS 2021 Abstract Book

E questi dei brevi Summaries sulle singole sessioni del congresso.


Mentre per slides e sintesi di presentazioni su farmaci, PrEP e comorbilità, è ora online la pagina di Natap dedicata a

11th IAS - Conference on HIV Science

[giovane888]

Direi che questo è un richiamo sensato, anche se forse molto politico e quindi un po' ampolloso (troppo, troppo lunga quella pagina). Urgerebbe anche una riflessione (quella che più volte è stata fatta qui nelle pagine sul COVID) sulla necessità che anche gli scienziati seguano la scienza senza farsi arruolare

Da quello che abbiamo visto nell'ultimo anno e mezzo, di scienziati che si riempiono la bocca di parolone altisonanti di scienza, tacciano chi la pensa diversamente da loro di no-vax, no-mAB, chiusurista-pessimista-squadrista, e poi si vendono alla politica come consumate meretrici ce ne sono in abbondanza. Non conterei troppo su momenti di resipiscenza durante un congresso che, alternandosi alla Conferenza Mondiale, tende per sua natura ad essere un carrozzone politico e propagandistico più che un consesso scientifico.

programma (che io ho trovato un po' generico)

Non ho visto tutti gli abstract e i poster, magari qualcosa di eccitante c'è, però mi ha colpito la povertà di idee nuove sulla cura e il girare attorno alla scalabilità, come se già fossimo al punto di preoccuparci di rendere accessibile a tutti quello che ancora non c'è. Forse è perché siamo in una fase di transizione, forse perché una misteriosa forma di long-Covid sta ammorbando anche la ricerca su HIV, ma non mi aspetto grandi cose da questo IAS 2021.

Ho letto i bollettini, che disastro! Notizie mirabolanti del tipo: reservoir più piccolo quando viene iniziato precocemente e con cellule cd4 alte! O notizie altisonanti come: probabilmente come Unhambo anche Mosaico fallirà, ma ehi non disperatevi ci sono ben 11 studi di fase 1 e ben due di inizio fase 2, praticamente non sanno dove mettere mano!!

E meno male che è la più grande organizzazione al mondo! E poi se ne vengono con affermazioni mirabolanti del tipo: se fossero investiti i soldi della ricerca del covid nell'hiv, l'avanzamento sarebbe più rapido. E grazie al caxxo!

Più leggo e più mi accorgo che non sanno proprio che pesci prendere e soprattutto chi ha un sistema immunitario come il mio, deve aspettare l'estrema unzione. E parole come quelle di David Baltimore diventano sempre più vere. Quando gli chiedevano quanto tempo ci sarebbe voluto per la cura, lui rispondeva sempre "mancano ancora 10 anni", stessa risposta ogni volta che glielo dicevano, così da rimandare ogni volta la risposta, ovvero che ogni volta sembrava di dover ripartire da zero.


E le case farmaceutiche lo sanno bene, hanno farmaci da cui spremere soldi per i prossimi almeno 70-80 anni, pronti ad usare trucchi come il tenofovir fumarato con l'alafenamide.

Ora capisco anche perché quando chiedevano a Fauci sulla ricerca della cura e sulla fine dell'epidemia: è solo un faro che serve a porre speranza, ma non c'è nulla, serve a non far andare nella disperazione le persone. Ma siamo allo stesso punto degli anni '80 con farmaci a vita, cancro, diabete, effetti collaterali quotidiani e stigma a vita.

Come disse un famoso professore, questa malattia sarà eliminata quando tutte le persone con hiv sulla terra saranno morte.

[giovane888]

è stato postato il webinar di ias 2021 incentrato sul caso di cura della paziente di new york, sulla necessità di avviare trial sulla cura in Africa, e su quello che potrebbe accadere nei prossimi 10 anni. Webinar con introduzione e gestione di Sharon Lewin

https://www.youtube.com/watch?v=nFmLOcmYCFM