[AIDS 2018] Amsterdam, 23-27 luglio

Le principali novità dai congressi riguardanti la malattia da HIV (CROI, IAS/IAC, ICAAC...) e i nostri commenti.
Dora
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Re: [AIDS 2018] Amsterdam, 23-27 luglio

Messaggio da Dora » venerdì 10 maggio 2019, 5:45

Dora ha scritto:
lunedì 10 dicembre 2018, 14:59
Dora ha scritto:E si dovrà anche parlare della grave questione di abusi e molestie nel filone #MeToo che ha toccato UNAIDS, è stata raccontata dai giornali di mezzo mondo (in Italia ne ha parlato solo LetteraDonna, riferendo però di un altro caso di molestie), ed è finita perfino su Lancet ad aprile, con un articolo e un editoriale, perché è emerso il ruolo per null'affatto limpido del direttore generale dell'Agenzia ONU, Michel Sidibé, che avrebbe coperto il violentatore - il vicedirettore esecutivo Luiz Loures - e fatto pressioni sulla vittima perché tacesse.
UNAIDS ha approvato in tutta fretta un Gender Action Plan 2018–2023, ma è chiaro che questo non basta.
Fra altri, anche un gruppo di attiviste africane ha chiesto le dimissioni di Sidibé, spiegando come questi comportamenti minino la fiducia nella leadership di UNAIDS, e giurando che si faranno sentire ad Amsterdam:
  • If UNAIDS is to emerge as an institution that has the trust of women, their allies, and communities around the world, it must demonstrate that it is prepared to choose justice over loyalty to those at the top.

    We beat AIDS denialism. We won the battle for affordable antiretroviral medicines. We will win the battle against sexual harassment and for gender equality – and as we will eventually win this battle in our countries, we must win it now at UNAIDS. #MeToo.


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Panel investigating bullying, harassment at UNAIDS finds ‘boy’s club,’ calls for firing of head - raccontava Jon Cohen per Science la settimana scorsa: un gruppo di indagine indipendente, istitutito a luglio da Michel Sidibé per rispondere alle accuse gravissime di cui ho riferito in occasione di AIDS 2018, ha studiato l'humus culturale che domina a UNAIDS e concluso che vi vige una cultura da "club per soli uomini", che non impedisce violenze sessuali, bullismo e abusi di potere.
Il report del gruppo indipendente conclude che a UNAIDS c'è un "vuoto di responsabilità", che la crisi al vertice minaccia il lavoro dell'agenzia ONU e che serve una riforma radicale: la prima cosa da fare è che Sidibé si levi di torno. Lui, per parte sua, non pare intenzionato a dimettersi.
Altri dettagli su Science.

Le signore del #MeToo che protestavano ad Amsterdam avevano ragione.
E finalmente Sidibé ha dovuto dare le dimissioni.
E naturalmente, dato che nel mondo strano in cui viviamo le persone che sbagliano o fanno male vengono premiate, il Mali, il suo paese d'origine, l'ha nominato ministro della Sanità e degli Affari Sociali. E l'ONU si compiace.
In Italia questa bruttissima storia è stata seguita solo dal Giornale, che la settimana scorsa, riprendendo le fila della vicenda nell'attesa della notizia delle dimissioni, ricordava opportunamente:
  • Intanto Loures ha lasciato Unaids nel febbraio 2018, alla fine del suo mandato. Ma il vero obiettivo è la poltrona di Sidibe, che gestisce un budget da 180 milioni di dollari all'anno, un apparato gigantesco e spesso superpagato, finanziato dalle Nazioni Unite e da una serie di cosponsor. Nei giorni scorsi è stata lanciata la gara per il successore, che dovrò essere nominato l'anno prossimo dal segretario generale dell'Onu Antono Guterres. «Stipendio attraente e pacchetto di benefit», promette il bando. Ma la vera sfida sarà dimostrare al mondo che quelli di Unaids si occupano di bloccare davvero l'Hiv, oltre che di bere, fare sesso e accapigliarsi per il potere.
Ecco. Appunto. Cialtr0ni, ma questa è l'ONU.



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