[IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Le principali novità dai congressi riguardanti la malattia da HIV (CROI, IAS/IAC, ICAAC...) e i nostri commenti.
Dora
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[IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Messaggio da Dora » domenica 9 luglio 2017, 9:42

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IAS 2017, la 9th IAS Conference on HIV Science, avrà inizio a Parigi fra un paio di settimane sotto la nuova presidenza IAS affidata a Linda-Gail Bekker, vicedirettore del Desmond Tutu HIV Centre, University of Cape Town.

Le grandi linee dei programmi della International AIDS Society sono state presentate e discusse a Durban l'anno scorso, sia mediante la Seconda Dichiarazione di Durban - ACCESS EQUITY RIGHTS - NOW!, sia mediante la Strategia Scientifica Globale 2016 Verso una Cura dell'Infezione da HIV. Quest'anno vedremo quanto dei buoni propositi ha cominciato ad essere realizzato.

Il programma è online e online sono anche i titoli degli abstract, così come un programma poco dettagliato dello IAS HIV Cure & Cancer Forum, il solito seminario che da qualche anno precede l'inizio dei congressi IAS/AIDS e che quest'anno non è dedicato soltanto alla presentazione delle ultime ricerche sulla cura, ma vede l'ingresso dei temi e problemi connessi al cancro. Perché questo allargamento di orizzonte, Françoise Barré-Sinoussi, insieme a Steven Deeks, Sharon Lewin e Anna Laura Ross ce l'ha spiegato in occasione del I dicembre scorso, in un post intitolato CONVERGING ROADS BETWEEN HIV AND CANCER RESEARCH.


Cominciamo dal forum sulla cura.

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E queste sono alcune delle sessioni che cercherò di seguire (vedrò i singoli abstract fra qualche giorno):

Lunedì 24





Martedì 25





Mercoledì 26




Semola
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Re: [IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Messaggio da Semola » domenica 9 luglio 2017, 10:50

Programma bello ricco... speriamo ci siano notizie interessanti.
Io continuo a guardare con grande interesse il carT :!: :!:



Dora
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Re: [IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Messaggio da Dora » domenica 9 luglio 2017, 12:03

Semola ha scritto:Io continuo a guardare con grande interesse il carT :!: :!:
Vero? Anche a me queste ricerche affascinano molto. A Parigi Kitchen parlerà di car-T in un modello di scimmie.
Aggiornerò il thread in Verso una Cura CAR-T: linfociti T riprogrammati per contrastare HIV.



Semola
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Re: [IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Messaggio da Semola » domenica 9 luglio 2017, 12:29

Dora ha scritto:
Semola ha scritto:Io continuo a guardare con grande interesse il carT :!: :!:
Vero? Anche a me queste ricerche affascinano molto. A Parigi Kitchen parlerà di car-T in un modello di scimmie.
Aggiornerò il thread in Verso una Cura CAR-T: linfociti T riprogrammati per contrastare HIV.
Si, decisamente... Anche se è ancora agli albori, secondo me sarà il futuro di tante patologie.
Per i tuomori è già abbastanza utilizzato ed ora stanno inziando ad utilizzarlo, con le opportune modifiche, per alcune malattie autoimmuni ad immunogeno noto....
Forse un giorno, sarà utilizzato anche per l'HIV. L'unico limite è trovare un antigene da far riconosce al TCR dei CD8 che sia espresso specificamente delle cellule infettate o dalle cellule del reservoir. O in alternativa, modificare il TCR dei CD4 per immunomodularli ad hoc. Sulla carta, lo trovo comunque un ostacolo meno complicato rispetto all'utilizzo di staminali ingegnerizzate, il Crispr/cas9 o le combinazioni anti-latenza.



Dora
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Re: [IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Messaggio da Dora » giovedì 20 luglio 2017, 20:34

The Paris Statement: HIV Science Matters - Per mettere fine all'epidemia servono continui contributi e investimenti nella scienza.




Dora
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Re: [IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Messaggio da Dora » sabato 22 luglio 2017, 15:26

QUALCHE DATO SULL'EPIDEMIA PRIMA DI INIZIARE IAS 2017


Oggi è iniziata la due giorni del Forum sulla Cura, cui seguirà da domani il congresso vero e proprio.
In attesa di cominciare a vedere alcune delle ricerche presentate a Parigi, vorrei segnalare che in questi giorni sono stati pubblicati diversi report, articoli, considerazioni, sugli ultimi dati dell'epidemia.

Il documento principale è ENDING AIDS: PROGRESS TOWARDS THE 90–90–90 TARGETS, pubblicato da UNAIDS il 20 luglio, in cui si analizzano i progressi fatti nell'ultimo anno per raggiungere entro il 2030 l'obiettivo 90-90-90 (90% delle persone con HIV diagnosticate, 90% di chi ha diagnosi di HIV in terapia, 90% di chi è in terapia con viremia soppressa).
Il comunicato stampa che accompagna il file offre una panoramica dei dati presentati. Due i principali:

  • 1. LA METÀ DELLE PERSONE CON HIV OGGI SONO IN TERAPIA: sono 19,5 milioni di persone, il 53% del totale che ammonta a 36,7 milioni.
    2. IN UN DECENNIO LE MORTI ALL'ANNO PER AIDS SI SONO DIMEZZATE: erano 1,9 milioni nel 2005 (con solo poco più di mezzo milione di persone in ART), sono state 1 milione nel 2016.

    Poiché nel 2015 è stato raggiunto l'obiettivo prefissato di avere 15 milioni di persone in terapia, UNAIDS ritiene che, se si manterrà questa tendenza e si rispetteranno le linee guida che richiedono di trattare con antiretrovirali chiunque abbia una diagnosi di HIV indipendentemente dallo stato del suo sistema immunitario, sarà possibile raggiungere l'obiettivo successivo, quello di avere 30 milioni di persone in ART nel 2020, considerato un prerequisito per il raggiungimento nel 2030 dell'obiettivo 90-90-90, che permetterebbe di avere la soppressione della viremia nel 73% della popolazione HIV+ mondiale, una soglia teorica che si stima essere necessaria (e sufficiente) a creare blocchi nella trasmissione così diffusi da fermare la diffusione dell'epidemia.

    I dati raccolti da 168 Paesi ci dicono che nel 2016 la situazione generale era 70-77-82, ma 7 Paesi hanno già raggiunto l'obiettivo del 2030 (Botswana, Cambogia, Danimarca, Islanda, Regno Unito, Singapore e Svezia), mentre 11 vi sono vicini.
    Le zone del mondo più vicine al controllo dell'epidemia sono l'Africa orientale e meridionale, l'Europa centrale, il Nord America e l'America latina.
    Invece, l'Europa dell'est e l'Asia centrale sono quelle dove l'epidemia è ancora dilagante, con solo il 22% delle persone con HIV che raggiunge viremia irrilevabile e il 60% di tutte le nuove infezioni fra 2010 e 2016. Si stima che nel 2015 l'81% delle nuove infezioni si sia concentrato nella Federazione Russa.

    Se poi si scende un poco di più nei dettagli, si scopre che non ci sono proprio da usare tono trionfalistici: solo il 43% dei bambini con HIV ha accesso alla ART, a confronto del 54% degli adulti. 2 bambini su 3 sotto i due anni sono diagnosticati in ritardo e iniziano i farmaci quando l'immunodeficienza è avanzata - ciò comporta un alto tasso di mortalità in questa fascia d'età.

    I giovani nella fascia d'età 15-24 anni sono i più esposti al contagio - e questo vale soprattutto per le ragazze nell'Africa sub-sahariana, che costituiscono il 59% delle nuove infezioni in quella fascia d'età. Le conoscenze su infezione e test sono a livelli bassissimi.

    Le risorse economiche sono definite flat: a fine 2016 erano disponibili 19 miliardi di dollari, ma ne servono 26 entro il 2020 (i dati su ricerca e investimento per prevenzione, terapia e cura, nelle *letture per il weekend* di ieri: 21 luglio 2017).

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Tantissimi altri dati, nel documento di UNAIDS, mentre nei seguenti articoli ci sono molte considerazioni su come migliorare i test, la distribuzione dei farmaci, gli interventi sulle popolazioni chiave:






Un altro importante documento è stato appena pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e riguarda il problema delle resistenze agli antiretrovirali e generalmente agli antimicrobici, che sono in aumento in molti Paesi e possono mettere a rischio i progressi evidenziati dai dati di UNAIDS e il raggiungimento dei prossimi obiettivi: HIV DRUG RESISTANCE REPORT 2017, accompagnato da questo comunicato stampa
.



Semola
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Re: [IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Messaggio da Semola » lunedì 24 luglio 2017, 12:47

Quanto è vera questa notizia? Qualcuno sa qualcosa?

http://www.repubblica.it/salute/medicin ... 171499887/



Dora
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Re: [IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Messaggio da Dora » lunedì 24 luglio 2017, 13:29

Semola ha scritto:Quanto è vera questa notizia? Qualcuno sa qualcosa?

http://www.repubblica.it/salute/medicin ... 171499887/
L'articolo è impreciso - nulla di strano, trattandosi di Repubblica, che ha una lunga storia di cantonate su HIV.

Questo il comunicato stampa degni NIH: Child living with HIV maintains remission without drugs since 2008.
Il poster, un late breaker, è stato liberato dall'embargo soltanto stamattina:

Viral and host characteristics of a child with perinatal HIV-1 following a prolonged period after ART cessation in the CHER trial
  • Background: In the 6-year CHER trial (2005-2011), HIV-infected infants were randomized to deferred antiretroviral therapy (ART) or early limited ART for 40 (ART-40W) or 96 (ART-96W) weeks; ART reinitiation was based on CD4 and clinical criteria. We describe a child, randomized to ART-40W in 2008, who on long term follow-up, maintains an undetectable viral load after 8.5 years off-ART.
    Methods: Studies conducted to describe immunological and viral characteristics included: ultrasensitive qualitative nested and quantitative semi-nested PCR assay to assess HIV DNA reservoir; co-culture of CD4 cells with MOLT-4/CCR5 and CD8-depleted phytohaemagglutinin-activated lymphocytes to detect replication-competent virus.
    Results: HIV diagnosis was confirmed by HIV-DNA PCR+ at age 32 days, and on days 39 and 60, VL was >750,000 and 151,000 copies/ml respectively. ART started at age 8.7 weeks and was interrupted at 40 weeks post randomisation. On ART, VL declined to < 50copies/ml at week 24 and was < 20 copies/ml post-interruption .During later follow-up 6-monthly VLwere also < 20copies/ml. At age 9.5 years, the child was clinically asymptomatic with CD4 802 cells/µl. Qualitative DNA PCR was negative. HIV-antibody by ELISA was negative but was weakly reactive to Gag p40 and p24 on Western blot; a weak Gag-specific CD4 T-cell response was detected by whole blood intracellular cytokine assay. Proviral DNA was positive by ultrasensitive nested (int) PCR and HIV DNA reservoir size was estimated at 2.2 copies/106 PBMCs by semi-nested quantitative (RT) assay. DNA sequencing of Gag confirmed subtype-C virus. No replication-competent virus was detected in culture supernatants by day 22 using p24 ELISA and ultrasensitive nested RT-PCR. All HLA loci were heterozygoous (A*30:02:01/66:01; B*08:01:01/44:03:01; C*04:01:01/07:01:01; DRB1*12:01:01/13:02:01; DPB1*01:01:01/18:01; B1*05:01:01/06:09:01). The KIRAA1 genotype included both full-length and truncated KIR2DS4. Immunophenotyping showed few CCR5-expressing CD4 T-cells (6.6%), low CCR5 density, low immune activation (HLA-DR, TIGIT), high PD-1expression and high % naive CD8 T-cells.
    Conclusions: To our knowledge, this is the first case of sustained virological control from a randomized trial of ART interruption following early treatment of infants. Further investigation may expand our understanding of how the immune system controls HIV replication and inform future research strategies for ART interruption after early ART.



oakson
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Bambina africana guarita da la Repubblica

Messaggio da oakson » lunedì 24 luglio 2017, 14:47

http://larep.it/2uYBIP4

Verso una cura?

<edit dell'amministrazione, che ha unito a questo thread un post "autonomo">



Dora
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Re: [IAS 2017] Parigi, 23-26 luglio

Messaggio da Dora » lunedì 24 luglio 2017, 17:15

Il prof Guido Silvestri, che da qualche tempo ha aperto una bella pagina su Facebook in cui spiega la scienza e combatte le stregonerie della pseudoscienza, ha trovato il tempo durante IAS 2017 di scrivere un post che mi pare molto adatto a questo thread.
Guido Silvestri, Medico & Scienziato ha scritto:HIV/AIDS nel 2017: STATO DELL’ARTE in 10 PUNTI e 1000 PAROLE
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1. A 36 anni di distanza dalla prima descrizione dell’AIDS come una nuova malattia infettiva, ed a 34 anni di distanza dalla scoperta di HIV come agente eziologico di questa malattia, lo stato della ricerca in questa materia si puo’ riassumere con la nota metafora del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno.

2. Il bicchiere mezzo pieno e’ rappresentato da questi fatti: (i) e’ stato scoperto e caratterizzato l’agente eziologico dell’AIDS (che e’ appunto il virus HIV); (ii) e’ stata definita l’origine dell’epidemia a partire dai virus SIV delle scimmie africane; (iii) sono stati compresi i meccanismi centrali di trasmissione dell’infezione e patogenesi della malattia; (iv) sono stati sviluppati tests di laboratorio che permettono di diagnosticare e monitorare l’infezione, e rendono sicuro l’uso di sangue ed emoderivati; e (v) sono stati sviluppati farmaci antiretroviralI che hanno drammaticamente ridotto sia la mortalita’ legata all’infezione, sia la trasmissione del virus da madre a figlio.

3. Il bicchiere mezzo vuoto e’ rappresentato dal fatto che: (i) non abbiamo ancora un vaccino che prevenga l’infezione in modo sicuro ed efficace; (ii) non abbiamo ancora una terapia che possa “curare” (cioe’, eliminare completamente) l’infezione dal corpo di un paziente infettato; (iii) non riusciamo ancora a controllare l’epidemia a livello globale, con ~1.5 milioni di nuovi casi di infezione da HIV nel mondo ogni anno; e (iv) non riusciamo ancora a implementare l’uso di terapie antiretrovirali a livello globale, con ~1.2 milioni di morti di AIDS nel mondo ogni anno.

4. Lo sviluppo di un vaccino per l’AIDS e’ estremamente difficile per tre specifici motivi biologici: (i) il virus e’ enormemente variabile in termini di ceppi e varianti che circolano nella popolazione umana; (ii) la proteina di involucro virale (chiamata “envelope”) ha una struttura molecolare che la rende particolarmente difficile da neutralizzare tramite anticorpi; (iii) HIV infetta preferenzialmente cellule coisddette “helper” CD4+, che devono essere “attivate” per poter ospitare il virus – poiche’ ogni vaccino per indurre una forte risposta immunitaria antivirale ha bisogno di “attivare” numerose cellule CD4+, la sua somministrazione puo’ aumentare il numero di cellule bersaglio per il virus (cosi’ favorendo la trasmissione).

5. Nonostante non si sia ancora riusciti a “trovare” il vaccino, la ricerca di base in questo campo ha permesso (i) la comprensione di una serie di meccanismi immunologici che caratterizzano e regolano la risposta immunitaria contro HIV, (ii) lo sviluppo di modelli animali che sono indispensabili per testare questi concetti in vivo, (iii) la scoperta che alcune persone infettate con HIV producono spontaneamente anticorpi che sono perfettamente in grado di neutralizzare il virus, e (iv) lo sviluppo iniziale di immunogeni che sono in grado di indurre la produzione di simili anticorpi neutralizzanti nella scimmia. Per questi motivi non e’ irrealistico pensare che un vaccino per l’AIDS sara’ disponibile nei prossimi 10-20 anni.

6. Lo sviluppo di una “cura” per l’AIDS e’ anch’esso estremamente difficile per uno specifico motivo biologico, cioe’ il fatto che HIV (che e’ un retrovirus) e’ in grado, durante il suo ciclo vitale all’interno della cellula CD4+, di integrare il suo genoma all’interno del genoma cellulare. Questo fenomeno porta alla presenza di un numero di cellule che ospitano il virus in forma latente, cioe’ del tutto “invisibile” in termini di produzione di particelle virali. Queste cellule infettate latentemente sono in grado di sopravvivere a tempo indefinito nonostante il trattamento con farmaci antiretrovirali e di resistere alla azione delle risposte immunitarie antivirali (i.e., anticorpi neutralizzanti e cellule citotossiche).

7. Nonostante non si sia ancora riusciti a “trovare” la cura per l’infezione da HIV, la ricerca di base in questo campo ha permesso: (i) la comprensione di molti meccanismi molecolari e cellulari che regolano la generazione di cellule infettate “latentemente”, e permettono la persistenza di queste cellule per periodi indefiniti di tempo, (ii) lo sviluppo di modelli animali che aiutano a testare meccanismi patogenetici e potenziali terapie per curare l’AIDS, e (iii) lo sviluppo iniziale di una serie di interventi di tipo farmacologico e/o immunologico che possono ridurre il “reservoir” di cellule infettate latentemente nella scimmia infettata con SIV (il virus “cugino” di HIV) Per questi motivi non e’ irrealistico pensare che una cura per l’infezione da HIV sara’ disponibile nei prossimi 10-20 anni.

8. La ricerca per una “cura” per la infezione da HIV e’ stata grandemente energizzata dal caso del cosiddetto “paziente di Berlino”. Il paziente di Berlino, che si chiama Tim Brown (ed e’ tra i miei amici proprio qui su Facebook), ha una storia non solo molto interessante dal punto di vista medico e scientifico, ma anche estremamente toccante dal punto di vista personale ed umano. Tim era un paziente con infezione da HIV che aveva sviluppato una leukemia maligna. Grazie ad una idea straordinaria del suo medico, il dottor Gero Hutter, Tim e’ stato trattato, per la sua leucemia, con un trapianto di midollo osseo proveniente da un donatore con una rara mutazione genetica (la mancanza del gene per la molecola CCR5, che e’ il recettore di HIV) che lo rendeva resistente alla infezione da HIV. Risultato? Guarigione dalla leucemia e guarigione dall’AIDS.

9. La ricerca scientifica sull’AIDS e la gestione clinica dei pazienti infettati con HIV sono state per lungo tempo danneggiate gravemente dalla presenza di un movimento pseudo-scientifico (il cosiddetto “negazionismo dell’AIDS o “AIDS denialism” in inglese) che, guidato da una cricca di pseudo-scienziati e/o pseudo-medici alleati ad alcuni giornalisti senza etica professionale hanno convinto una parte del pubblico (ed alcuni politici, tra cui l’ex-presidente del South Africa Thabo Mbeki) che le terapie antiretrovirali invece di salvare la vita erano inutilie e dannose. Si calcola che ~350,000 persone siano morte per colpa del negazionismo [sulla somiglianza tra I negazionisti dell’AIDS e gli anti-vaxx torneremo presto a parlare piu’ in dettaglio]

10. Ripetendo il punto #1, tanto abbiamo fatto, e tanto rimane da fare. La sfida e’ grande, a livello scientifico, medico, e di implementazione, ma la speranza e’ altrettanto grande di essere vicini, o almeno non piu’ lontani, alla scoperta di una cura e di un vaccino per questa terribile epidemia.



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