[CROI 2015] PROGRAMMA E ATTESE

Le principali novità dai congressi riguardanti la malattia da HIV (CROI, IAS/IAC, ICAAC...) e i nostri commenti.
Puzzle
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Re: [CROI 2015] PROGRAMMA E ATTESE

Messaggio da Puzzle » lunedì 23 febbraio 2015, 10:31

Non volevo creare polemiche, era solo una battuta perché, da mia esperienza, non solo nell'hiv, la mia impressione è che le associazioni (e non solo) in Italia vivano e lavorino in funzione di sé stesse, spesso in futili competizioni, per questo motivo gli è molto difficile vedere il mondo esterno. E, ripeto, che non lo scrivo per polemica, ma solo perché lo reputo un modo sbagliato per fare associazionismo. Chiudo qui perché questa discussione è dedicata a cose più importanti.



Dora
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Re: [CROI 2015] PROGRAMMA E ATTESE

Messaggio da Dora » lunedì 23 febbraio 2015, 10:47

Puzzle ha scritto:Non volevo creare polemiche, era solo una battuta perché, da mia esperienza, non solo nell'hiv, la mia impressione è che le associazioni (e non solo) in Italia vivano e lavorino in funzione di sé stesse, spesso in futili competizioni, per questo motivo gli è molto difficile vedere il mondo esterno. E, ripeto, che non lo scrivo per polemica, ma solo perché lo reputo un modo sbagliato per fare associazionismo.
Sì certo, non avevo affatto inteso un tono polemico. ;)

Il problema è che in Italia siamo fortemente penalizzati dalla lingua e dal fatto di conoscere poco l'inglese. Questo, poi, temo corrisponda a una visione molto ristretta del mondo, specie di quello scientifico, che - ci piaccia o no - è unito proprio dall'inglese.
Però la capacità di districarsi nell'inglese molto semplice degli articoli scientifici non può andare disgiunta da una capacità di capire - nel concreto - quel che si legge. Ora, quando si vedono le cantonate immani prese dagli attivisti italiani sulla ricerca, il dubbio che di ricerca capiscano poco non può non sorgere.
Per capire dove stia andando una ricerca sofisticata come quella di una cura dell'HIV non si può far altro che armarsi di umiltà e di tanta pazienza e mettersi a studiare.
Dovevano farlo già tanti anni fa. Ora il tempo stringe e loro, che sono sempre tanto critici nei confronti degli amerikani (come dimenticare l'esordio di Mattioli in questo forum, quando nel 2010 non aveva la minima idea di che cosa fosse Treatment as Prevention e lo definì una trovata dei soliti americani asserviti a Big Pharma?!), sulla visione esportata dagli Stati Uniti finiranno con l'appiattirsi (vedi Tasp e PrEP, solo per restare in tema).

Opinione personale di Dora.



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