Ciao ragazzi, vi racconto brevemente la mia storia e vi pongo una domanda alla quale spero possiate rispondere.
Circa 10 anni fa conosco un signore con il quale ho una frequentazione assidua con rapporti non protetti che si limitano però solo a masturbazioni reciproche e "strusciate" senza mai penetrazioni nè attive nè passive (nè orali nè anali).
E' capitato però avere il suo sperma sulla mia pancia. un mese fa scopro che è sieropositivo da prima che mi conoscesse, ora ha 76 anni e chissà da quanto tempo lo è (ho la speranza, ma non la certezza che sia in cura da tanto tempo assumendo i farmaci antiretrovirali perchè mi parlava di controlli periodici in ospedale)! Non ho più rapporti con lui da circa 6 anni, nei quali non ho avuto sintomi che mi facessero pensare all'hiv. Ho deciso di fare il test in sopedale, il risultato dovrebbe essere pronto domani o sabato, inutile dirvi il mio stato d'animo: non dormo più, ho voglia di piangere e mi sento solo perchè capisco che nonostante i tanti amici l'unica persona su cui potrei contare veramente è mia mamma.
Non so se avrò il coraggio di aprire la busta con il risultato, non so quando farlo (visto che devo farmi poi 30 km per tornare a casa ed in caso di risultato positivo, davverò non credo riuscirei a tornare).
La domanda che vi faccio è questa: da circa 1 mese e mezzo ho una sensazione di "respiro fresco in gola", è come se avessi poco muco nel naso, non ho mal di gola ne tosse ma è una sensazione strana, è come se le mucose del naso fossero secche.
Il medico mi ha detto che non è nulla e l'otorino mi ha detto che può essere reflusso che provoca una piccola irritazione in gola.
Può essere questo un sintomo dell'hiv?
Scusate se mi sono dilungato troppo e GRAZIE 10, 100, 1000 volte!!!!!
Il giorno dei giorni
Re: Il giorno dei giorni
direi che se le cose sono state sempre così e la memoria non ti fa scherzi, siete stati molto attenti, e che rischi proprio non ne avete corsi...
nondimeno, ti ricordo che il contagio avviene in una bassa percentuale di casi anche quando il partner è sicuramente sieropositivo e si fanno cose meno sicure, a questo link puoi trovare dati che direi sono rassicuranti.
ciao, facci sapere!
nondimeno, ti ricordo che il contagio avviene in una bassa percentuale di casi anche quando il partner è sicuramente sieropositivo e si fanno cose meno sicure, a questo link puoi trovare dati che direi sono rassicuranti.
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Re: Il giorno dei giorni
Ciao ragazzi, oggi ho ritirato l'esito: NEGATIVO!
Non so spiegare come mi sento, nè cosa ho provato quando mi hanno consegnato quel foglio, un'infinità di stati d'animo contrastanti bagnati da lacrime copiose che faccio fatica ancora adesso a trattenere. Ci sono diverse considerazioni che mi sento di fare e diversi "però".
Innnazitutto vi ringrazio di vero cuore (in particolare te uffa) per avermi fatto sentire, anche se indirettamente, meno solo in questi giorni; ho affrontato il tutto da solo (ovviamente) e l'unico supporto/sfogo per me siete stati tutti voi che mi avete ascoltato e che ho "ascoltato" leggendo tantissimi vostri post.
Da oggi ( e veniamo ai "però") i miei rapporti in generale con la "gente normale" (nel senso più qualunquista del termine) cambieranno parecchio, in questi giorni di attesa mi sono sentito osservato, soprattutto oggi in ospedale quando ho ritirato il responso, la caposala del reparto malatie infettive (non voglio definirla escremento perchè mancherei di rispetto al concime naturale più nobile che ci sia) mentre piangevo ed ho cercato di abbracciarla ringraziandola (per cosa poi), si è tirata indietro!!!! Non so casa abbia pensato, ma forse il solo fatto di essere in quel reparto tra i possibili pazienti faceva di me una persona da non "toccare"! Ci sono rimasto male ed è una cosa che non dimenticherò mai. Ironia della sorte poi, in questi giorni con alcuni amici (o presunti tali) è capitato di parlare di hiv (ricordando il film Filadelfia) e parlando di dentisti e roba varia, beh il terrore dipinto sui loro volti non lasciava dubbi sulla loro ipotetica reazione ad una notizia del tipo: ho l'hiv! Fa niente, ciò che conta sono quei pochissimi amici che, viceversa, ad una notizia del genere ti avrebbero semplicemente abbracciato e pianto con te, fortunatamente ne ho tre, ai quali presto racconterò tutto.
Continuerò a frequentare il mio amico, oggetto delle mie ansie e paure, i rapporti forse, almeno all'inizio, non saranno più come prima (in 10 anni penso che avrebbe potuto trovare il tempo ed i modi per dirmi che aveva l'hiv), ma gli ho voluto bene e sinceramente gliene voglio ancora.
Continuerò a seguire il vostro forum e cercherò nel mio piccolo di dare un contributo alla ricerca e aprire gli occhi ai tanti ciechi che "vedono" questa malattia come una punizione ed una vergogna.
Un abbraccio immenso a tutti voi.
Non so spiegare come mi sento, nè cosa ho provato quando mi hanno consegnato quel foglio, un'infinità di stati d'animo contrastanti bagnati da lacrime copiose che faccio fatica ancora adesso a trattenere. Ci sono diverse considerazioni che mi sento di fare e diversi "però".
Innnazitutto vi ringrazio di vero cuore (in particolare te uffa) per avermi fatto sentire, anche se indirettamente, meno solo in questi giorni; ho affrontato il tutto da solo (ovviamente) e l'unico supporto/sfogo per me siete stati tutti voi che mi avete ascoltato e che ho "ascoltato" leggendo tantissimi vostri post.
Da oggi ( e veniamo ai "però") i miei rapporti in generale con la "gente normale" (nel senso più qualunquista del termine) cambieranno parecchio, in questi giorni di attesa mi sono sentito osservato, soprattutto oggi in ospedale quando ho ritirato il responso, la caposala del reparto malatie infettive (non voglio definirla escremento perchè mancherei di rispetto al concime naturale più nobile che ci sia) mentre piangevo ed ho cercato di abbracciarla ringraziandola (per cosa poi), si è tirata indietro!!!! Non so casa abbia pensato, ma forse il solo fatto di essere in quel reparto tra i possibili pazienti faceva di me una persona da non "toccare"! Ci sono rimasto male ed è una cosa che non dimenticherò mai. Ironia della sorte poi, in questi giorni con alcuni amici (o presunti tali) è capitato di parlare di hiv (ricordando il film Filadelfia) e parlando di dentisti e roba varia, beh il terrore dipinto sui loro volti non lasciava dubbi sulla loro ipotetica reazione ad una notizia del tipo: ho l'hiv! Fa niente, ciò che conta sono quei pochissimi amici che, viceversa, ad una notizia del genere ti avrebbero semplicemente abbracciato e pianto con te, fortunatamente ne ho tre, ai quali presto racconterò tutto.
Continuerò a frequentare il mio amico, oggetto delle mie ansie e paure, i rapporti forse, almeno all'inizio, non saranno più come prima (in 10 anni penso che avrebbe potuto trovare il tempo ed i modi per dirmi che aveva l'hiv), ma gli ho voluto bene e sinceramente gliene voglio ancora.
Continuerò a seguire il vostro forum e cercherò nel mio piccolo di dare un contributo alla ricerca e aprire gli occhi ai tanti ciechi che "vedono" questa malattia come una punizione ed una vergogna.
Un abbraccio immenso a tutti voi.
Re: Il giorno dei giorni
Siamo contenti per te, comunque hai corso rischi zero e quindi il risultato del test era abbastanza ovvio (diciamo anche inutile averlo fatto). Il fatto stesso che tu sia arrivato a piangere per una cosa del genere lascia intuire che non conosci le modalità di trasmissione del virus, che sono ormai alla portata di tutti, soprattutto di chi visita questo forum.
Vorrei aggiungere, e perdonami se te lo dico ma è una cosa importantissima: gli operatori di un reparto di malattie infettive, per quanto compassionevoli nei confronti dei pazienti, non sono i tuoi migliori amici, ovvio che non ti abbracciano. In Italia c'è la "brutta abitudine" del contatto fisico: se non ti stringono la mano o non ti abbracciano si considerano dei maleducati o senza cuore. In realtà il diffondersi di molti virus come quelli influenzali avviene proprio attraverso le strette di mano, abbracci, baci (e siamo nel periodo del picco influenzale). Molto spesso nelle strutture sanitarie estere si vedono pubblicità che recano scritto "NO HAND SHAKE", e non è cafonaggine, ma semplice prevenzione. Un semplice virus del raffreddore che tu passi ad un infermiere può essere fatale per persone seriamente immunodeficitarie, quali quelle che possono essere ricoverate in un reparto di malattie infettive o in una terapia intensiva.
Non bisogna essere aperti di mente solo nei confronti di chi ha una patologia, ma anche nei confronti di chi cerca di curarla e non fa altro che seguire delle regole, che servono a proteggere delle persone, e che GIUSTAMENTE non si interessano dell'ansia di uno dei centinaia di pazienti che ogni giorno gli capita davanti. Per quello esistono i familiari, gli amici, ed in ultima istanza gli psicologi.
PS: una cosa positiva di tutta la situazione c'è: hai imparato a discriminare gli amici veri da quelli che non lo sono
Vorrei aggiungere, e perdonami se te lo dico ma è una cosa importantissima: gli operatori di un reparto di malattie infettive, per quanto compassionevoli nei confronti dei pazienti, non sono i tuoi migliori amici, ovvio che non ti abbracciano. In Italia c'è la "brutta abitudine" del contatto fisico: se non ti stringono la mano o non ti abbracciano si considerano dei maleducati o senza cuore. In realtà il diffondersi di molti virus come quelli influenzali avviene proprio attraverso le strette di mano, abbracci, baci (e siamo nel periodo del picco influenzale). Molto spesso nelle strutture sanitarie estere si vedono pubblicità che recano scritto "NO HAND SHAKE", e non è cafonaggine, ma semplice prevenzione. Un semplice virus del raffreddore che tu passi ad un infermiere può essere fatale per persone seriamente immunodeficitarie, quali quelle che possono essere ricoverate in un reparto di malattie infettive o in una terapia intensiva.
Non bisogna essere aperti di mente solo nei confronti di chi ha una patologia, ma anche nei confronti di chi cerca di curarla e non fa altro che seguire delle regole, che servono a proteggere delle persone, e che GIUSTAMENTE non si interessano dell'ansia di uno dei centinaia di pazienti che ogni giorno gli capita davanti. Per quello esistono i familiari, gli amici, ed in ultima istanza gli psicologi.
PS: una cosa positiva di tutta la situazione c'è: hai imparato a discriminare gli amici veri da quelli che non lo sono
CIAO GIOIE
Re: Il giorno dei giorni
bene, bene, sono lieto 
(P.S.: capisco la tua emozione, ma la caposala, che forse non era il massimo dell'empatia, non aveva tutti i torti: specialmente in un reparto dove si passa dall'area comune a quella sterile con facilità, meno ci si tocca meglio è
)
(P.S.: capisco la tua emozione, ma la caposala, che forse non era il massimo dell'empatia, non aveva tutti i torti: specialmente in un reparto dove si passa dall'area comune a quella sterile con facilità, meno ci si tocca meglio è
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Re: Il giorno dei giorni
Ciao ragazzi,
Uffa, Blast, rospino avete perfettamante ragione; forse "giudicando" quella caposala mi sono lasciato fregare dall'emozione, la mia, non pensando a ciò che correttamente avete sottolineato. Ovviamente io avevo dato a tale gesto un'interpretazione diversa (stupidamente) e per nulla collegata alla salvaguardia dei pazienti con cui, giocoforza, la caposala entra in contatto.
Un abbraccio ed a presto
Uffa, Blast, rospino avete perfettamante ragione; forse "giudicando" quella caposala mi sono lasciato fregare dall'emozione, la mia, non pensando a ciò che correttamente avete sottolineato. Ovviamente io avevo dato a tale gesto un'interpretazione diversa (stupidamente) e per nulla collegata alla salvaguardia dei pazienti con cui, giocoforza, la caposala entra in contatto.
Un abbraccio ed a presto