Ricercatori modenesi scoprono il 'marchio' dell'Hiv

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Ricercatori modenesi scoprono il 'marchio' dell'Hiv

Messaggio da thelondonsuede » giovedì 23 febbraio 2012, 11:56

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Blood. Il contatto col virus lascia un segno nelle cellule del sangue: questo apre le porte a nuove cure.

Basta appena un contatto, anche minimo, con il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) per “marchiare”, in modo indissolubile, le cellule del sangue: anche quelle che, in realtà, non verranno mai infettate davvero. Questa sorta di carta d’identità negativa, che può avere effetti dannosi per i linfociti che dovrebbero combattere il virus, apre però le porte anche a nuove possibilità di cura.

La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori italiani, coordinati dal dottor Claudio Casoli del Centro di Ricerca Medica e Diagnostica Molecolare “Gemiblab” di Parma e dal professor Andrea Cossarizza dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che hanno scoperto che l’HIV è in grado di alterare la qualità e il comportamento di piccole molecole di RNA chiamate “micro-RNA”, o “miRNA”, non soltanto nelle cellule che sono state infettate dall’HIV stesso, ma anche in quelle che sono state semplicemente a contatto con i suoi prodotti.

I miRNA sono molecole di RNA che costituiscono circa l’1% di tutti i trascritti genici, ed hanno dimensioni molecolari estremamente limitate. Per questo motivo fino a pochissimo tempo fa è stato molto difficile identificarle e studiarle. Oggi sappiamo che esistono circa un migliaio di miRNA, che non sono direttamente coinvolti nella sintesi delle proteine ma regolano numerose attività cellulari e hanno pertanto un ruolo di grande interesse in diverse patologie neoplastiche o degenerative.

Lo studio collaborativo sull’importanza dei miRNA nell’infezione da HIV è stato portato avanti da gruppi con diverse competenze (infettivologiche, biochimiche, immunologiche), operanti presso il Gemiblab di Parma e le Università di Parma, di Milano, di Modena e Reggio Emilia, presso l’Ospedale “Santa Maria Nuova” di Reggio Emilia e all’Istituto San Raffaele di Milano. I ricercatori hanno esaminato diversi gruppi di pazienti HIV+, da quelli con infezione acuta a quei rarissimi pazienti il cui sistema immunitario controlla perfettamente il virus senza bisogno di farmaci, ai partners sieronegativi di pazienti HIV+. Nei linfociti di questi pazienti il virus lascia appunto un “timbro molecolare”.


Il lavoro, in uscita sulla prestigiosa rivista internazionale Blood (il giornale della American Society of Hematology) e vede come primi autori i dott. Fabio Bignami e Elisabetta Pilotti, identifica una nuova strategia utilizzata dal virus per combattere la risposta immunitaria e questo apre nuove prospettive, in particolare per nuovi aspetti diagnostici e terapeutici dell’infezione da HIV, compresi quelli vaccinali.



FONTE: il resto de carlino



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Re: Ricercatori modenesi scoprono il 'marchio' dell'Hiv

Messaggio da uffa2 » giovedì 23 febbraio 2012, 13:20

il marchio di Zorro:
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Re: Ricercatori modenesi scoprono il 'marchio' dell'Hiv

Messaggio da thelondonsuede » giovedì 23 febbraio 2012, 19:05

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Re: Ricercatori modenesi scoprono il 'marchio' dell'Hiv

Messaggio da HLAB5701 » sabato 25 febbraio 2012, 3:33

thelondonsuede ha scritto:Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Blood. Il contatto col virus lascia un segno nelle cellule del sangue: questo apre le porte a nuove cure.

Basta appena un contatto, anche minimo, con il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) per “marchiare”, in modo indissolubile, le cellule del sangue: anche quelle che, in realtà, non verranno mai infettate davvero. Questa sorta di carta d’identità negativa, che può avere effetti dannosi per i linfociti che dovrebbero combattere il virus, apre però le porte anche a nuove possibilità di cura.

La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori italiani, coordinati dal dottor Claudio Casoli del Centro di Ricerca Medica e Diagnostica Molecolare “Gemiblab” di Parma e dal professor Andrea Cossarizza dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che hanno scoperto che l’HIV è in grado di alterare la qualità e il comportamento di piccole molecole di RNA chiamate “micro-RNA”, o “miRNA”, non soltanto nelle cellule che sono state infettate dall’HIV stesso, ma anche in quelle che sono state semplicemente a contatto con i suoi prodotti.
Hmmmm... sono molto dubbioso sulla veridicità di questo studio.... nonostante ciò, mi va di riporre in esso fiducia.

CHE IL SEMPLICE CONTATTO CON HIV MODIFICHI PERMANENTEMENTE LE "CELLULE DEL SANGUE".
sarebbe cosa micca da poco. anzi, sarebbe AUTOSTRADA per una via terapeutica. per questo ci credo così poco londonino... ma nulla è scritto, ed ogni cosa può accadere...!



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