Un vaccino per l'HIV?

Notizie scientifiche e mediche riguardanti il virus, l'infezione e la malattia da HIV. Farmaci, vaccini e cure in sperimentazione.
lollo777
Messaggi: 1
Iscritto il: mercoledì 24 ottobre 2012, 19:49

Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da lollo777 » mercoledì 24 ottobre 2012, 23:32

Salve a tutti, mi stavo chiedendo..ma una vera e propria cura definitiva all'AIDS c'è già in fase sperimentale? Perchè ho letto su alcuni articoli in inglese che ci sono vicini. L'unico in italiano che ne parla è questo: http://scienza.studionews24.com/dai-vir ... ntro-aids/.
Poi ci sarebbe anche questo del fatto quotidiano ma è un po' più vecchiotto: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ds/348652/

Voi che ne pensate? E' questione di 1,2...5 anni e si arriverà ad una cura veramente definitiva?



Dora
Messaggi: 7491
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Dora » giovedì 25 ottobre 2012, 8:00

lollo777 ha scritto:Salve a tutti, mi stavo chiedendo..ma una vera e propria cura definitiva all'AIDS c'è già in fase sperimentale?
Ciao "lollo777".
Ci sono in corso diverse sperimentazioni per trovare una cura, ma finché restano sperimentazioni non si può dire che una cura ci sia né, tanto meno, che sia definitiva.
Perchè ho letto su alcuni articoli in inglese che ci sono vicini. L'unico in italiano che ne parla è questo: http://scienza.studionews24.com/dai-vir ... ntro-aids/.
Poi ci sarebbe anche questo del fatto quotidiano ma è un po' più vecchiotto: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ds/348652/
Di anticorpi potentissimi ne vengono trovati almeno un paio ogni anno, ma sempre in persone che hanno un decorso normale della malattia. E questo ti spiega perché un anticorpo in sé, per quanto potente, possa fare ben poco.

È però uscito proprio ieri un breve articolo su Science News in cui si parla di una possibile via per utilizzare più anticorpi insieme. Te lo traduco, sottolineando il fatto che la sperimentazione è stata fatta su topi e che prima di passare sugli uomini e di capire se potrà avere successo, bisognerà attendere anni.

Reassessing Antibodies as Treatment for HIV Infection

by Jon Cohen on 24 October 2012, 1:10 PM

Combattere l’HIV con gli anticorpi è come combattere l’incendio di un bosco con tubi per irrigare un giardino.
Gli anticorpi possono rallentare il virus, ma questo fa continuamente copie di sé stesso, costruendo delle versioni mutanti che sfuggono a questa fondamentale risposta immunitaria.

Ora, un esperimento suggerisce che infondere nei topi degli anticorpi rari ed eccezionalmente potenti prodotti in laboratorio e poi combinati insieme in un cocktail potrebbe funzionare come trattamento integrativo o forse addirittura sostituire i farmaci antiretrovirali. C’è molta strada da fare dai topi agli uomini, e il costo per produrre anticorpi terapeutici potrebbe rivelarsi proibitivo. Ma questa idea seduce molti ricercatori.

Gli anticorpi più potenti contro l’HIV sono stati isolatti da persone non in terapia che NON erano riuscite a controllare la loro infezione per molti anni. Questi cosiddetti anticorpi ampiamente neutralizzanti (bNAbs) fanno poco nell’aiutare le persone che li producono, ma il fatto che esistano indica che le mutazioni hanno creato delle popolazioni virali sempre più diversificate, che a loro volta hanno spinto il sistema immunitario a sviluppare una risposta che è più potente e lavora contro un maggior numero di varianti.

Sfortunatamente, il virus muta molto in fretta e riesce ad aggirare ciascuno dei bNAbs presi singolarmente. Ma un team guidato dall’immunologo Michel Nussenzweig, della Rockefeller University di New York, ha dimostrato che potrebbe essere possibile essere più furbi del virus se si combinano molti bNAbs che colpiscono parti diverse dell’HIV.

Come Nussenzweig e colleghi spiegano in un articolo pubblicato oggi [ieri] sull’edizione online di Nature, hanno testato i bNAbs in un modello di topo “umanizzato”. L’HIV non può replicarsi nelle cellule di topo, così i ricercatori hanno utilizzato dei topi cui era stato deliberatamente distrutto il sistema immunitario per poi ricostruirglielo con delle cellule staminali umane. Dopo aver infettato i topi con l’HIV, il gruppo ha testato 5 diversi bNAbs isolati recentemente da esseri umani e poi prodotti artificialmente come anticorpi monoclonali in colture di laboratorio.

(…) Se la terapia con anticorpi ampiamente neutralizzanti si rivelasse funzionante, potrebbe avere diversi vantaggi [rispetto alla ART], dice Nussensweig. “Questi anticorpi sono prodotti naturalmente dagli esseri umani e non dovrebbero avere molti effetti collaterali e potrebbero avere effetto per molto tempo. Potenzialmente, potrebbero essere usati due o tre volte all’anno”.

Quando i ricercatori hanno testato i bNAbs in monoterapia, i livelli di HIV – come ci si aspettava – sono scesi, ma poi sono risaliti nel giro di 2 settimane, perché il virus era mutato per sfuggire gli anticorpi che erano stati somministrati. Un cocktail di 3 bNAbs che penetrano attraverso le proteine di superficie dell’HIV in tre diversi punti è andato solo un po’ meglio. Ma, quando i ricercatori hanno combinato 5 diversi bNAbs, il virus è rimasto soppresso in 7 topi su 8 per 60 giorni.

L’idea di una terapia con i bNAbs aveva perso slancio diversi anni fa, dopo il fallimento di due piccoli studi su esseri umani.
Nel numero del giugno 2005 di Nature Medicine, un gruppo guidato da Alexandra Trkola dell’Università di Zurigo aveva raccontato di avere avuto pochissimo successo con un cocktail di 3 bNAbs dato a 14 persone con HIV. Ma Trkola spiega che i bNAbs che esistevano allora erano molto meno forti di quelli disponibili adesso. “I nuovi potenti anticorpi monoclonali e i nuovi modelli di topi umanizzati aprono senza dubbio delle possibilità fantastiche”, dice.

L’immunologo Dennis Burton, che lavora sui bNAbs allo Scripps Research Institute di San Diego, dice che questa idea “eccitante” ha ancora una lunga strada davanti, prima che la terapia con i bNAbs dimostri di servire nel caso delle persone con HIV. Anzitutto, l’HIV non si replica a livelli particolarmente elevati nel topo umanizzato, e questo significa che le persone infette da molti anni potrebbero ospitare molte più differenti varianti virali che sarebbero più difficili da contrastare da parte dei bNAbs. Inoltre, questi topi non hanno dei sistemi immunitari integri. Gli esseri umani possono sviluppare anticorpi contro gli anticorpi monoclonali, rendendoli inefficaci. Da un punto di vista strettamente pratico, gli anticorpi monoclonali sono costosi e difficili da produrre in gradi quantità.”

Nussenzweig è consapevole delle sfide. “[Il nostro lavoro] non significa che funzionerà negli esseri umani," dice. "Penso però che significhi che dovrebbe essere testato negli esseri umani”.



skydrake
Messaggi: 9918
Iscritto il: sabato 19 marzo 2011, 1:18

Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da skydrake » giovedì 25 ottobre 2012, 9:34

sottolineando il fatto che la sperimentazione è stata fatta su topi e che prima di passare sugli uomini e di capire se potrà avere successo, bisognerà attendere anni.
Premesso, non ho letto ancora nulla di questo nuovo studio, ma la frase sopra mi preoccupa. Spero che siano topi transgenici con sistema immunitario veramente umanizzato fino all'ultimo dettaglio, perchè nel corso degli anni non so più quanti anticorpi, vaccini e antiretrovirali sono venuti fuori che funzionavano benissimo sulle cavie di laboratorio, ma non altrettanto su essere umani. SUI TOPI FUNZIONA TUTTO. Per forza. Se il topo non è umanizzato, l'HIV non attecchisce nemmeno.

Poi arrivano i giornalisti, saltano di palo in frasca (dalla sperimentazione su tupi a come se avessero concluso una sperimentazione fase III su uomini) fanno i titoloni tipo "trovato vaccino per l'HIV". E' dal 1996 che si leggono occasionalmente tali titoloni. Speriamo che sia la volta buona, ma lo sapremmo fra molti anni, conclusa almeno una sperimentazione fase II su uomini.



Dora
Messaggi: 7491
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Dora » giovedì 25 ottobre 2012, 14:00

skydrake ha scritto:Spero che siano topi transgenici con sistema immunitario veramente umanizzato fino all'ultimo dettaglio, perchè nel corso degli anni non so più quanti anticorpi, vaccini e antiretrovirali sono venuti fuori che funzionavano benissimo sulle cavie di laboratorio, ma non altrettanto su essere umani. SUI TOPI FUNZIONA TUTTO. Per forza. Se il topo non è umanizzato, l'HIV non attecchisce nemmeno.
Michel Nussenzweig, per quanto ne so, è un immunologo molto, molto bravo.
Ricordo una sua stupenda lezione al CROI 2011, proprio sugli anticorpi neutralizzanti. Se ti va, guardala, perché era davvero interessante: Neutralizing Antibody Response to HIV.

Dall'articolo si direbbe che abbiano fatto tutto per bene:
  • To examine the potential of recently discovered antibodies to control HIV-1 infection effectively, we used non-obese diabetic (NOD) mice that carry targeted disruptions of the recombinase activating gene 1 (Rag12/2) and interleukin receptor commongammachain (Il2rgnull) reconstituted with human fetal liver-derived CD341 haematopoietic stem cells.

    Humanized mice were preferred to non-human primates for these experiments because the latter produce anti-human antibodies that can alter the bioavailability of the injected human antibodies after only one to 2 weeks.

    Humanized mice were analysed for engraftment and infected intraperitoneally (i.p.) with a CCR5-tropic HIV-1 isolate (NL4-3 carrying a YU2 envelope; HIV-1YU2)18. Viral load in plasma was determined by quantitative polymerase chain reaction with reverse transcription (qRT–PCR) with a limit of detection of 800 copies ml21. Viraemia was established (geometric mean of 1.063105 copies ml21) by 14–20 days, and was stable for 60 days before decreasing to a geometric mean of 1.63104 copies ml21 at 120 days after infection. Persistent viraemia was associated with progressive reduction in CD41 T cells as measured by decreasing CD41 to CD81 T-cell ratios.



cesar78
Messaggi: 360
Iscritto il: mercoledì 11 luglio 2012, 9:14

Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da cesar78 » giovedì 4 aprile 2013, 21:47

Aggiungo la news su questo post... A proposito di vaccini in studio e "anticorponi" neutralizzanti :) vi propongo un articolo (pessimo) uscito oggi su LaStampa, mentre in fondo trovate il link all'articolo ufficiale uscito su Nature ieri.

Mappata l’evoluzione del virus dell’Hiv
La ricerca apre la strada allo studio di un vaccino più efficace

Mappato per la prima volta «il percorso evolutivo dell’anticorpo e quello del virus dell’Hiv, definendo con precisione la sequenza di eventi che induce il potere ampiamente neutralizzante degli anticorpi».

Barton F. Haynes e il suo gruppo di ricerca del Duke Human Vaccine Institute potrebbe essere giunto a un risultato fondamentale per la ricerca di un vaccino per l’Hiv che sia in grado di aumentare la capacità del corpo di reagire al virus dell’Aids.
La maggior parte dei vaccino inducono la risposta degli anticorpi, ma il virus dell’ Hiv ha mostrato di essere un bersaglio difficile, dato che gli anticorpi hanno un raggio limitato e il virus cambia rapidamente per eluderli, in una escalation “militare” in cui solitamente gli anticorpi soccombono.
Gli scienziati, come si legge su Nature, hanno usato nuove tecnologie per individuare il comportamento di virus e anticorpi agli albori dell’infezione e la successiva risposta immunitaria e evoluzione del virus. La chiave è stata una persona in Africa in cui l’Hiv è stato individuato in un momento così precoce che il virus non era ancora mutato per evitare l’assalto immunitario.
Questo soggetto, inoltre, aveva un sistema immunitario che produceva anticorpi ampiamente neutralizzanti, una condizione che riguarda di solito il 20 per cento degli infettati da Hiv. Il team, identificando i primordi dell’infezione, ha scoperto la glicoproteina virale di superficie che innesca l’inizio dello sviluppo degli anticorpi e ha sviluppato un piano per la realizzazione di un potenziale vaccino che coinvolge opportuni immunogeni che stimolano la produzione di anticorpi ampiamente neutralizzanti.

Nature: Researchers see antibody evolve against HIV



skydrake
Messaggi: 9918
Iscritto il: sabato 19 marzo 2011, 1:18

Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da skydrake » giovedì 4 aprile 2013, 22:19

Ad alcuni quesiti di questo studio si cerca di dare una risposta in quest'altro:
http://hivforum.info/forum/viewtopic.php?f=4&t=2210



Dora
Messaggi: 7491
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Dora » venerdì 5 aprile 2013, 12:03

Puzzle ha scritto:Study could aid development of more effective vaccines.

For the first time, scientists have tracked in a patient the evolution of a potent immune molecule that recognizes many different HIV viruses.

By revealing how these molecules — called broadly neutralizing antibodies — develop, the research could inform efforts to make vaccines that elicit similar antibodies that can protect people from becoming infected with HIV. The researchers, led by Barton Haynes of Duke University School of Medicine in Durham, North Carolina, found that broadly neutralizing antibodies developed only after the population of viruses in the patient had diversified — something that had been suspected of occurring in patients, but had not actually been observed. The team reports its findings on Nature's website today.
(...)
http://www.nature.com/news/researchers- ... iv-1.12720
Riprendo qui questo intervento di Puzzle nel thread Researchers see antibody (CH103) evolve against HIV per tenere tutto insieme.
A quell'articolo su Nature si accompagna una pagina di commento scritta da Hugo Mouquet e Michel Nussenzweig - Rockefeller University, N.Y.
Nussenzweig è uno dei maggiori ricercatori nel campo dei BNAbs (Broadly Neutralizing Antibodies) (cfr. da questo post in poi) e credo che la sua opinione abbia un grande peso.



HIV: Roadmaps to a vaccine

Dopo più di 30 anni dall'inizio della pandemia di AIDS, non esiste ancora un vaccino efficace. Ma l'analisi di potenti anticorpi umani, ad ampia azione, ottenuti da singole cellule, suggerisce un approccio razionale allo sviluppo di un vaccino.

La nostra comprensione del modo in cui gli esseri umani rispondono all'HIV è stata rivoluzionata dall'introduzione di tecniche per isolare anticorpi anti-virali da singole cellule. questi metodi hanno portato alla scoperta di potenti anticorpi, che si formano naturalmente e che possono neutralizzare un ampio spettro di virus HIV.
Queste scoperte, insieme all'associazione fra risposte anticorpali e protezione dall'infezione che è stata identificata in una sperimentazione su esseri umani del vaccino RV144 [il vaccino Thai], hanno dato nuovo vigore alla ricerca di vaccini basati su anticorpi anti-HIV.
Tuttavia, è anche divenuto chiaro che gli anticorpi anti-HIV sono sottoposti a livelli insolitamente alti di mutazioni, che costituiscono un possibile ostacolo allo sviluppo di un vaccino.
Fra altri studi recenti sull'argomento, c'è un articolo pubblicato oggi nel sito di Nature, in cui Liao et al. tracciano l'evoluzione degli anticorpi e del virus durante la risposta di un paziente all'infezione da HIV.

Gli anticorpi sono prodotti dai linfociti B del sistema immunitario. I recettori sulla superficie di ciascun linfocita B circolante sono unici e rendono possibile una risposta immune a qualsiasi struttura estranea. Quando un linfocita B incontra un'entità che si accorda con il suo recettore, è stimolato a proliferare e a secernere anticorpi contro quella struttura. Anche se i geni dei linfociti B frequentemente subiscono mutazioni somatiche (non germinali) per aumentare l'affinità degli anticorpi che essi producono, gli anticorpi anti-HIV sono insoliti, perché sono altamente mutati dal punto di vista somatico - essi pertanto sono piuttosto diversi da quelli codificati dai linfociti B che iniziano a rispondere all'infezione.

Inoltre, queste mutazioni sembrano necessarie perché gli anticorpi possano legarsi a proteine eterologhe dell’envelope virale (quelle espresse dalla maggior parte dei virus HIV). Se i linfociti B che esprimono il precursore germinale dell’anticorpo non si legano all’antigene, come vengono stimolate in primo luogo, e perché gli anticorpi hanno bisogno di così tante mutazioni? Rispondere a queste domande è di importanza fondamentale se si vuole riprodurre con una vaccinazione questo processo di sviluppo di anticorpi.

Alcuni pazienti con HIV sviluppano anticorpi ampiamente neutralizzanti, ma solo 2-4 anni dopo l’infezione.
L’esame degli anticorpi prodotti da un singolo linfocita B umano ha mostrato che queste risposte ampiamente neutralizzanti sono dovute a una combinazione di anticorpi in certe persone, mentre in altre a singoli, potenti anticorpi. Nel tentativo di analizzare i meccanismi naturali che portano alla generazione di questi anticorpi, Liao e colleghi hanno studiato un paziente che ha sviluppato anticorpi ad ampio spettro e potenti.

Gli autori hanno studiato la co-evoluzione del virus HIV-1 e degli anticorpi ampiamente neutralizzanti per 34 mesi dall’inizio dell’infezione. Hanno isolato un anticorpo specifico contro il virus chiamato CH103 e delle sue varianti clonali da singoli linfociti B memoria, ottenuti usando come esca una proteina della envelope del virus resa fluorescente.
Il CH103 neutralizza il 55% degli isolati di HIV-1 e colpisce il sito sul virus che si lega alle molecole CD4 sulla superficie dei linfociti T (le cellule immunitarie che l’HIV infetta).
Come altri anticorpi di questa classe, il CH103 è altamente mutato dal punto di vista somatico, mentre il suo precursore germinale non mutato non riesce a legarsi a proteine eterologhe della envelope dell’HIV-1.

Una delle scoperte fondamentali di Liao e colleghi è che il precursore anticorpale germinale del CH103 ha una alta affinità per la proteina envelope espressa dal virus originario che ha infettato quel paziente. Gli autori ipotizzano che un progenitore dei linfociti B che esprime questo anticorpo germinale possa essere stimolato a rispondere solo in presenza di proteine envelope del virus originario, o di proteine simili.
L’idea che sia più probabile che certe proteine envelope e non altre inducano risposte anticorpali ampiamente neutralizzanti è supportata da esperimenti nei macachi che dimostrano che delle envelope specifiche inducono queste risposte all’SIV delle scimmie, mentre altre non lo fanno.

Tuttavia, il semplice dare inizio alla risposta anticorpale non è sufficiente per avere una difesa immunitaria efficace. Serve tempo e un numero insolitamente grande di mutazioni somatiche perché si sviluppino anticorpi ad ampio spettro e potenti.
Liao e colleghi hanno ricostruito la discendenza clonale del CH103, usando campioni che risalivano al tempo dell’infezione. Anche se tutti i membri della linea clonale riuscivano a riconoscere e neutralizzare il virus originario, l’affinità e l’attività neutralizzante contro virus eterologhi sono aumentate gradualmente, attraverso l’accumularsi di mutazioni somatiche.
Gli autori hanno anche scoperto che, come era stato descritto in precedenza nel caso di anticorpi ampiamente neutralizzanti dipendenti dai glicani, la diversificazione del virus e l’emergere di “mutanti di fuga” (quelli che presentano mutazioni nel sito colpito dall’anticorpo) precede lo sviluppo dell’ampiezza dello spettro degli anticorpi. Studiando la struttura cristallina dell’anticorpo CH103 in complesso con la proteina envelope che esso colpisce, Liao e colleghi hanno dimostrato che l’HIV sfugge dalla pressione dell’anticorpo mutando gli amminoacidi residui dentro e attorno al sito di legame del CD4. Questi virus resistenti, poi, generano ulteriori mutazioni somatiche e “affinità di maturazione” delle varianti dell’anticorpo CH103, con la conseguenza che la risposta anticorpale aumenta l’ampiezza della propria capacità neutralizzante.

La ragione dell’alto livello di mutazioni somatiche necessarie per produrre anticorpi anti-HIV potenti e ad ampio spettro è stata studiata di recente. In circostanze normali, l’alta affinità di un anticorpo per il suo obiettivo si raggiunge in genere accumulando 10-15 mutazioni nella regione che determina la complementarietà dell’anticorpo, che forma il sito di contatto dell’antigene. Tuttavia, gli anticorpi anti-HIV ad ampio spettro e potenti contengono 40-100 mutazioni somatiche, che abbracciano sia la regione che determina la complementarietà, sia le regioni che fanno da cornice e che sono relativamente costanti e resistenti alle mutazioni.
Degli esperimenti in cui le mutazioni nelle regioni di contorno venivano invertite in modo selettivo hanno dimostrato che queste mutazioni sono necessarie per l’evoluzione di anticorpi ad ampio spettro e potenti.
Si è scoperto che queste alterazioni strutturali degli anticorpi contribuiscono ai contatti diretti con il virus e migliorano la flessibilità della struttura dell’anticorpo – entrambe caratteristiche necessarie per ottenere una potenza e un’ampiezza di azione ottimali.

Combinando questi dati con le scoperte di Liao e colleghi, si può ipotizzare una spiegazione molecolare del perché gli anticorpi anti-HIV ampiamente neutralizzanti hanno bisogno di 2-4 anni per svilupparsi. Inoltre, si comprende che un vaccino efficace può aver bisogno di raccogliere insieme le risposte dei linfociti B attraverso diversi cicli del processo di maturazione e di mutazione naturale degli anticorpi, e di utilizzare delle envelope virali che favoriscano la produzione di anticorpi potenti e ad ampio spettro nelle persone con HIV.

Un approccio alternativo – ma non mutualmente esclusivo - che è stato proposto di recente consiste nel creare delle specifiche molecole “immunogene” che si leghino e attivino i linfociti B che producono i precursori germinali degli anticorpi ampiamente neutralizzanti.
Se queste “roadmap” possano essere usate per impostare delle strategie vaccinali efficaci ancora non lo sappiamo, ma ci mostrano una via forte e sperimentabile per provare a rispondere alla grande sfida di creare un vaccino contro l’HIV-1 basato su anticorpi.



A chi fosse interessato ad approfondire la questione, suggerisco la lettura di questo post, scritto proprio ieri da Richard Jefferys: Can a Route to Broadly Neutralizing Antibodies Be Traced?
Un thread in cui sono raccontati nei dettagli molti degli aspetti toccati dall’intervento di Nussenzweig è FAUCI: sviluppare un vaccino migliorando l’immunità naturale.
Per il problema dell’”escape virale” [mutanti di fuga], vedere nel thread R. Jefferys: L’odissea dei vaccini terapeutici per l’HIV.



Francescoz
Messaggi: 185
Iscritto il: giovedì 4 luglio 2013, 20:33
Località: Roma

Anticorpo anti-HIV neutralizza il 55% dei ceppi

Messaggio da Francescoz » domenica 7 luglio 2013, 21:11

AIDS, scoperto l’anticorpo che elimina gran parte dei ceppi virali dell’HIV
Autore: Redazione, 09 Apr 2013


inShare

Potrebbe aprire la strada alla progettazione di un vaccino efficace

USA - A dare la buona notizia è la prestigiosa rivista internazionale Nature: gli anticorpi Ch103 sarebbero in grado di bloccare più del 50 per cento di tutti i ceppi virali noti dell’HIV. Si tratta di un passo importante verso la realizzazione di un vaccino per l’AIDS.


Lo studio, realizzato da un gruppo di ricercatori delle università statunitensi Duke, Columbia, Stanford e della Pennsylvania, ha finalmente tracciato la risposta immunitaria di un paziente al virus e ha permesso di capire come giungere allo sviluppo di anticorpi in grado di distruggere buona parte dei ceppi virali causa dell’HIV.

Nello studio sono stati analizzati molti campioni sequenziali di sangue prelevati da un paziente africano 4 settimane dopo il suo contagio e nei due anni successivi, quando ha iniziato a produrre anticorpi 'neutralizzatori'. Si tratta di proteine a forma di Y in grado di eliminare particelle del virus aggrappandosi ai recettori, presenti su tutta la superficie, che usano per attaccarsi alle cellule. Questi anticorpi Ch103, alla fine sono diventati altamente neutralizzatori, in grado di bloccare il 55% di tutti i ceppi virali noti dell'hiv.

Circa il 20% delle persone sieropositive produce naturalmente questo tipo di anticorpi, ma ciò accade solitamente solo 2-4 anni dopo l'infezione, quando il virus è ormai altamente mutante e in grado di aggirare l’azione degli anticorpi.

In teoria quindi gli anticorpi potrebbero essere clonati in grade quantità e somministrati ai pazienti appena contagiati in forma di cocktail per contrastare i vari ceppi dell’HIV. Se però a un paziente sano fosse somministrato un vaccino che induce i suoi stessi globuli bianchi a produrre lo stesso cocktail di anticorpi il virus non sarebbe in grado di diffondersi, andando così a prevenire l’infezione.

Voi che ne dite?


Francesco

Dora
Messaggi: 7491
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Anticorpo anti-HIV neutralizza il 55% dei ceppi

Messaggio da Dora » lunedì 8 luglio 2013, 5:33

Francescoz ha scritto:AIDS, scoperto l’anticorpo che elimina gran parte dei ceppi virali dell’HIV
Autore: Redazione, 09 Apr 2013

(...)
Voi che ne dite?
Negli ultimi tempi, ogni anno vengono scoperti nuovi anticorpi neutralizzanti e alcuni scienziati ritengono che su questi si possa costruire un vaccino efficace. La ricerca è però ancora agli inizi.
Noi ne parliamo nel thread Un vaccino per l'HIV? (in particolare in questo post si parla del CH103 e dell'articolo su Nature che hai citato).

Se sei d'accordo, credo che sarebbe meglio spostare il tuo intervento in quella discussione.



Francescoz
Messaggi: 185
Iscritto il: giovedì 4 luglio 2013, 20:33
Località: Roma

Re: Anticorpo anti-HIV neutralizza il 55% dei ceppi

Messaggio da Francescoz » lunedì 8 luglio 2013, 8:42

Ciao Dora
Scusa ma sono nuovo del forum quindi non ho letto ancora tutti i post! Comunque hai ragione, spostalo tranquillamente!


Francesco

Rispondi