CTP31: un inibitore dell'ingresso long-acting

Notizie scientifiche e mediche riguardanti il virus, l'infezione e la malattia da HIV. Farmaci, vaccini e cure in sperimentazione.
Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

CTP31: un inibitore dell'ingresso long-acting

Messaggio da Dora » mercoledì 23 novembre 2016, 7:32

Immagine


CTP31: UN NUOVO INIBITORE DELL'INGRESSO LONG-ACTING


Me ne sono accorta soltanto adesso, ma all'HIVR4P il mese scorso è stato presentato da ricercatori del NIAID insieme a ricercatori di Navigen Inc., una società di Salt Lake City, un nuovo candidato inibitore dell'ingresso di HIV. Si chiama per ora [divbox]CPT31[/divbox] ed è stato sperimentato come PReP su un gruppo di macachi, funzionando molto bene, ma promette di essere utile nche per trattare l’infezione da HIV, soprattutto in persone ampiamente trattate e con virus multi-resistenti.

La caratteristica di questo farmaco che lo rende diverso da quelli che abbiamo visto finora, e in particolare da altri inibitori della fusione, come il Fuzeon (enfuvirtide), e dell’ingresso, come il Maraviroc, è di essere un D-peptide, cioè la formulazione speculare di un L-peptide - in breve una sequenza di amminoacidi in cui un atomo di carbonio, invece di essere “levo”, cioè girato a sinistra, è girato a destra.
Tutti gli amminoacidi (le proteine, gli enzimi, i peptidi) che si trovano in natura sono “levo”. Se si riesce a crearne una versione “destra”, che sia esattamente speculare all’originale, si possono avere diversi vantaggi. Infatti, come ci ricorda Navigen:

  • - i D-peptidi sono più stabili e meno immunogenici degli L-peptidi naturali;
    - i D-peptidi si legano a un’area di superficie più larga degli L-peptidi e questo li rende più specifici e più adatti delle molecole piccole a distruggere larghe interfacce di proteine;
    - ma i D-peptidi sono anche di gran lunga più piccoli degli anticorpi, quindi riescono a raggiungere bersagli molto più piccoli nei tessuti;
    - i D-peptidi si possono utilizzare come agonisti di recettori;
    - infine, rispetto ai farmaci biologici, i D-peptidi costano relativamente poco.


Su questo tipo di sostanze Navigen lavora da molti anni, già nel 2007 Michel Kay che, oltre a essere professore di biochimica alla University of Utah, è Direttore Scientifico della D-peptide Research Division della società, ha pubblicato un lavoro sui D-peptidi come inibitori dell’ingresso di HIV.
Hanno ricevuto molti finanziamenti dagli NIH e oggi hanno in fase preclinica avanzata un D-peptide, il CPT31, iniettabile, a rilascio prolungato, e che presenta alcune caratteristiche che lo rendono molto interessante:

  • -è molto potente contro la maggior parte dei ceppi di HIV in circolazione e non crea resistenze crociate con altri inibitori dell’ingresso;

    - poiché ha un’affinità di legame estremamente alta con una regione altamente conservata della glicoproteina gp41 della proteina Env di HIV, che media direttamente la fusione del virus con la membrana della cellula attaccata, presenta anche una barriera genetica molto alta, che rende assai improbabile lo sviluppo di resistenze;

    - è scarsamente immunogenico;

    - dal momento che è molto specifico nel colpire il suo target su HIV, fa pochi danni alle cellule tutt’attorno, quindi dovrebbe causare effetti collaterali minimi;

    - ha delle modalità di somministrazione – presumibilmente un’iniezione una volta al mese – che lo rendono infinitamente più attraente rispetto al Fuzeon, che è un L-peptide naturale e che nel corpo risulta instabile, quindi richiede dosaggi maggiori e più frequenti (due iniezioni al giorno, con tutti i problemi che questo comporta e che l’hanno reso un farmaco pochissimo prescritto);

    - dal momento poi che nei test preclinici si è visto che funziona sia contro virus R5-, sia contro virus X4-tropici, potrebbe essere molto meglio del Maraviroc, che può essere usato solo contro virus CCR5-tropici, deve essere preso due volte al giorno, e causa non pochi eventi avversi;

    - naturalmente si candida ad essere usato insieme ad altri antiretrovirali per un regime di cART long-acting.


Nello studio sulle scimmie del CPT31 come PrEP, Kay e colleghi hanno provato a infettare ripetutamente per via rettale 4 macachi rhesus con un virus chimera SHIV altamente virulento, dopo aver loro somministrato una singola dose di farmaco e nessuna scimmia si è infettata.
Ora l’idea è anche quella di arrivare a formulare il CPT31 come microbicida.




Fonti:



Soletto80
Messaggi: 407
Iscritto il: lunedì 24 ottobre 2016, 22:10

Re: CTP31: un inibitore dell'ingresso long-acting

Messaggio da Soletto80 » domenica 27 novembre 2016, 18:53

Dora ha scritto:Immagine


CTP31: UN NUOVO INIBITORE DELL'INGRESSO LONG-ACTING


Me ne sono accorta soltanto adesso, ma all'HIVR4P il mese scorso è stato presentato da ricercatori del NIAID insieme a ricercatori di Navigen Inc., una società di Salt Lake City, un nuovo candidato inibitore dell'ingresso di HIV. Si chiama per ora [divbox]CPT31[/divbox] ed è stato sperimentato come PReP su un gruppo di macachi, funzionando molto bene, ma promette di essere utile nche per trattare l’infezione da HIV, soprattutto in persone ampiamente trattate e con virus multi-resistenti.

La caratteristica di questo farmaco che lo rende diverso da quelli che abbiamo visto finora, e in particolare da altri inibitori della fusione, come il Fuzeon (enfuvirtide), e dell’ingresso, come il Maraviroc, è di essere un D-peptide, cioè la formulazione speculare di un L-peptide - in breve una sequenza di amminoacidi in cui un atomo di carbonio, invece di essere “levo”, cioè girato a sinistra, è girato a destra.
Tutti gli amminoacidi (le proteine, gli enzimi, i peptidi) che si trovano in natura sono “levo”. Se si riesce a crearne una versione “destra”, che sia esattamente speculare all’originale, si possono avere diversi vantaggi. Infatti, come ci ricorda Navigen:

  • - i D-peptidi sono più stabili e meno immunogenici degli L-peptidi naturali;
    - i D-peptidi si legano a un’area di superficie più larga degli L-peptidi e questo li rende più specifici e più adatti delle molecole piccole a distruggere larghe interfacce di proteine;
    - ma i D-peptidi sono anche di gran lunga più piccoli degli anticorpi, quindi riescono a raggiungere bersagli molto più piccoli nei tessuti;
    - i D-peptidi si possono utilizzare come agonisti di recettori;
    - infine, rispetto ai farmaci biologici, i D-peptidi costano relativamente poco.


Su questo tipo di sostanze Navigen lavora da molti anni, già nel 2007 Michel Kay che, oltre a essere professore di biochimica alla University of Utah, è Direttore Scientifico della D-peptide Research Division della società, ha pubblicato un lavoro sui D-peptidi come inibitori dell’ingresso di HIV.
Hanno ricevuto molti finanziamenti dagli NIH e oggi hanno in fase preclinica avanzata un D-peptide, il CPT31, iniettabile, a rilascio prolungato, e che presenta alcune caratteristiche che lo rendono molto interessante:

  • -è molto potente contro la maggior parte dei ceppi di HIV in circolazione e non crea resistenze crociate con altri inibitori dell’ingresso;

    - poiché ha un’affinità di legame estremamente alta con una regione altamente conservata della glicoproteina gp41 della proteina Env di HIV, che media direttamente la fusione del virus con la membrana della cellula attaccata, presenta anche una barriera genetica molto alta, che rende assai improbabile lo sviluppo di resistenze;

    - è scarsamente immunogenico;

    - dal momento che è molto specifico nel colpire il suo target su HIV, fa pochi danni alle cellule tutt’attorno, quindi dovrebbe causare effetti collaterali minimi;

    - ha delle modalità di somministrazione – presumibilmente un’iniezione una volta al mese – che lo rendono infinitamente più attraente rispetto al Fuzeon, che è un L-peptide naturale e che nel corpo risulta instabile, quindi richiede dosaggi maggiori e più frequenti (due iniezioni al giorno, con tutti i problemi che questo comporta e che l’hanno reso un farmaco pochissimo prescritto);

    - dal momento poi che nei test preclinici si è visto che funziona sia contro virus R5-, sia contro virus X4-tropici, potrebbe essere molto meglio del Maraviroc, che può essere usato solo contro virus CCR5-tropici, deve essere preso due volte al giorno, e causa non pochi eventi avversi;

    - naturalmente si candida ad essere usato insieme ad altri antiretrovirali per un regime di cART long-acting.


Nello studio sulle scimmie del CPT31 come PrEP, Kay e colleghi hanno provato a infettare ripetutamente per via rettale 4 macachi rhesus con un virus chimera SHIV altamente virulento, dopo aver loro somministrato una singola dose di farmaco e nessuna scimmia si è infettata.
Ora l’idea è anche quella di arrivare a formulare il CPT31 come microbicida.




Fonti:
Io prendo Triumeq da 20 giorni ( prima terapia carica 150000 cd4 450) il dolutegravir che c è nel
Mio farmaco dovrebbe anche lui essere molto forte per evitare resistenze corretto?



rospino
Messaggi: 3782
Iscritto il: giovedì 19 dicembre 2013, 19:58

Re: CTP31: un inibitore dell'ingresso long-acting

Messaggio da rospino » domenica 27 novembre 2016, 19:31

Soletto80 ha scritto:Io prendo Triumeq da 20 giorni ( prima terapia carica 150000 cd4 450) il dolutegravir che c è nel
Mio farmaco dovrebbe anche lui essere molto forte per evitare resistenze corretto?
Soletto questo non c'entra niente col thread, aprine uno apposta...


Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk


 
La verità non esiste e la vita come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci lasciamo circondare.

Soletto80
Messaggi: 407
Iscritto il: lunedì 24 ottobre 2016, 22:10

Re: CTP31: un inibitore dell'ingresso long-acting

Messaggio da Soletto80 » domenica 27 novembre 2016, 19:44

Scusatemi sono ancora in fase di acquisizione notizie



agosto21
Messaggi: 476
Iscritto il: sabato 6 giugno 2015, 19:39

News ottima?

Messaggio da agosto21 » lunedì 24 agosto 2020, 15:02




penta62
Messaggi: 138
Iscritto il: martedì 23 giugno 2020, 17:21

Re: News ottima?

Messaggio da penta62 » lunedì 24 agosto 2020, 20:08

direi di si direi!!! Cmq è ancora in fase sperimentale; da quel che ho capito sul sito in inglese è un nuovo farmaco

a lunga durata. dati certi si avranno con la sperimentazione sul uomo..........................staremo in contatto



uffa2
Amministratore
Messaggi: 6761
Iscritto il: lunedì 26 novembre 2007, 0:07

Re: News ottima?

Messaggio da uffa2 » martedì 25 agosto 2020, 10:32

amori cari, mi spiace spegnere gli entusiasmi ma di questa novità si è già parlato nel forum... nel 2016!

viewtopic.php?f=4&t=5870

perciò vi rimando a quel thread...


HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: CTP31: UN NUOVO INIBITORE DELL'INGRESSO LONG-ACTING

Messaggio da Dora » martedì 25 agosto 2020, 14:33

uffa2 ha scritto:
martedì 25 agosto 2020, 10:32
amori cari, mi spiace spegnere gli entusiasmi ma di questa novità si è già parlato nel forum... nel 2016!

viewtopic.php?f=4&t=5870

perciò vi rimando a quel thread...
Ci hanno messo 5 anni (cinque anni!) per pubblicare la ricerca che hanno presentato all'HIVR4P nell'ottobre 2016:

Prevention and treatment of SHIVAD8 infection in rhesus macaques by a potent d-peptide HIV entry inhibitor

E non è da dire che i revisori dei PNAS siano stati lenti, meticolosi e esigenti, perché l'articolo è stato sottoposto a fine maggio e quasi subito pubblicato.
Se vanno avanti così, a capire se funziona nell'uomo ci arrivano nel 2050.

Dal comunicato stampa:
Upcoming human trials, scheduled for later this year, will help determine whether CPT31 is safe and effective in humans. Kay says that the full course of human clinical trials and subsequent FDA approval could take several years.
@uffa2, che ne dici, accodiamo questo thread a quello del 2016?



Rispondi