OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bufale

Notizie scientifiche e mediche riguardanti il virus, l'infezione e la malattia da HIV. Farmaci, vaccini e cure in sperimentazione.
Dora
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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da Dora » giovedì 30 gennaio 2014, 7:27

alfaa ha scritto:Quello che vorrei capire però è : in questi articoli su caruso presentano la haart in maniera molto negativa o davvero il virus fa tutti quei danni nonostante la terapia? Non so se qualcuno già mi ha risposto,se si chiedo scusa ma non l'ho letto da nessuna parte
Alfaa, scusa se non sono stata esplicita. Rispondendo ad Admeto, pensavo di rispondere anche a te:
Dora ha scritto:
admeto ha scritto:Poi concordo con alfa, più che rassicurare questi articoli allarmano, perchè parlano della condizione dei sieropositivi con viremia stabilmente soppressa in modo molto preoccupante: "alta mortalità", "possibilità di sviluppo di tumori e altre patologie"... Spero che esasperare il quadro delle attuali terapie in modo negativo sia solo un espediente per dare maggiore risalto alla "scoperta" del vaccino... Però, caspita!!! Chi ignora altri studi sull'efficacia della HAART può rimanerci secco leggendo queste cose!!!
Credo tu abbia ragione: quando si vuole far vedere come è importante e bella una certa strategia, la si oppone ad una situazione catastrofica. Così non solo chi propone questa strategia passa per salvatore della Patria, ma anche se la strategia è scarsina sembrerà sempre e comunque una meraviglia a fronte di un disastro.
Questo con buona pace della correttezza dell'informazione, dell'equilibrio emotivo dei malati e del rischio di creare speranze illusorie in sani e malati tutti insieme.
Con quanto poi ti ha detto Uffa sul marketing credo che ci siamo: possiamo definire
*articoli pubblicitari*
quelli che hanno così malamente trattato il caso del "vaccino Caruso".
L'informazione corretta è un'altra cosa.



Dora
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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da Dora » mercoledì 19 febbraio 2014, 17:31

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MARIJUANA E HIV


La scorsa settimana, una notizia sulla marijuana ha fatto il giro della Rete. Ora viene ripresa anche in italiano e si merita una menzione in questo thread.
Lo studio della Louisiana State University – pubblicato su AIDS Research and Human Retroviruses – è stato fatto su macachi affetti da SIVmac251 ed avrebbe dimostrato che la somministrazione costante di tetraidrocannabinolo (THC) diminuisce la viremia e l’infiammazione della mucosa intestinale nelle scimmie.
Tutti i dettagli del lavoro potete leggerli nell’articolo: Modulation of Gut-Specific Mechanisms by Chronic Δ9-Tetrahydrocannabinol Administration in Male Rhesus Macaques Infected with Simian Immunodeficiency Virus: A Systems Biology Analysis.

Parliamo di scimmie, dunque, non di un trial clinico su esseri umani. Tuttavia, questo non ha impedito alla stampa di scatenarsi in titoli fuorvianti: Un nuovo studio dimostra come curare l'AIDS con la marijuana; oppure: Arriva dalla Marijuana la cura per l'Aids?
Quello qui sotto è l’articolo che La Stampa di oggi dedica alla notizia.

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Tutti di corsa a farsi canne su canne (è il consumo cronico che sembra aver fatto bene ai macachi)?
Beh, forse è il caso di aspettare un momento e leggere questo post, pubblicato in una sezione non a caso intitolata "Segugio" del sito di Knight SCIENCE JOURNALISM, il programma di giornalismo scientifico dell’MIT (Massachussets Institute of Technology).
Per carità di Patria, evito di far notare che tutti i rilievi fatti nel post possono tranquillamente essere riferiti anche agli articoli italiani.
Mi pare una buona lezione di giornalismo, piena di spunti interessanti anche per il futuro di questo thread.



Stories Claim Marijuana Fights HIV and Should be Tested in Patients. Extrapolating From Small Animal Trial.

18 Feb 2014

di Faye Flam


La settimana scorsa, dei ricercatori hanno annunciato che, in un minuscolo studio, hanno trattato una manciata di macachi infetti da SIV con la cannabis. I ricercatori hanno riferito, in una rivista chiamata AIDS Research and Human Retroviruses, che dopo aver esaminato gli intestini delle scimmie avevano osservato meno infiammazione e una viremia più bassa rispetto a quanto avevano visto nelle scimmie di controllo.
I giornalisti medici competenti sanno fare di meglio che sollevare speranze riguardo a qualsiasi malattia a seguito di un singolo, minuscolo studio su animali o, se è per questo, anche a uno studio su animali più consistente. In questo caso, non sappiamo neppure se il trattamento avrebbe consentito agli animali di vivere più a lungo o di avere una salute migliore.
E tuttavia un paio di agenzie di stampa si sono precipitate a fare titoli in cui si dichiarava che l’erba combatte l’AIDS e hanno insinuato che la mancanza di entusiasmo da parte della comunità medica dipendeva dalla natura illecita della droga, piuttosto che da cautela poiché si trattava di un piccolo studio su animali.

Questo è l’Huffington Post, che ha intitolato Can Marijuana Stop the Spread of AIDS?:
  • Una notizia fantastica dal Louisiana State University Health Sciences Center suggerisce che l’uso quotidiano della cannabis potrebbe rallentare la diffusione dell’HIV.
    La cattiva notizia è che gli esperimenti hanno usato dei macachi rhesus, quindi non è del tutto chiaro se questa cosa funzionerà davvero negli esseri umani. Ma è promettente.
Qui non è chiaro chi pensi che questo studio sia fantastico o promettente, poiché non sono citati ricercatori esterni. È l’opinione dei giornalisti?

The Daily Beast ha deciso di lasciar perdere il punto di domanda nel titolo e limitarsi a dichiarare: Weed can block HIV’s spread – no, seriously.
La storia suggerisce con forza che l’unica cosa che si frappone fra i malati di AIDS e un farmaco efficace sia la pruderie e la paura irrazionale dell’erba.
E tuttavia gli unici commenti positivi sullo studio vengono da persone che non sono esperte nella ricerca di base sull’AIDS. L’unico infettivologo esperto citato è scettico, ma questo non impedisce al Daily Beast di sottintendere energicamente che l’erba aiuterebbe gli esseri umani malati di AIDS, non solo alleviando i loro sintomi, ma combattendo l’infezione. Come prima citazione da una fonte esterna, la storia usa un policy manager di un gruppo chiamato la Drug Policy Alliance. Ai lettori non viene raccontato che cosa faccia questa organizzazione o perché questa persona venga citata riguardo a una ricerca sull’AIDS:
  • Amanda Reiman, policy manager in California della Drug Policy Alliance, era a un congresso nel 2011 quando la dottoressa Molina ha presentato i suoi risultati. “È stato rivoluzionario. Tutti erano stupefatti”, racconta al Daily Beast.
Ma se si legge la storia con attenzione, il presunto “stupore” si è visto non a un congresso sull’AIDS, ma a un congresso sulla ricerca sui cannabinoidi. Una bella differenza.
C’è una sola persona che abbia una grande esperienza in questa storia, ed ecco che cosa dice:
  • Il Dr. Carl Dieffenbach, Direttore della Division of AIDS (DAIDS) del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), aveva appena letto lo studio quando abbiamo parlato. “Personalmente, non vedo la sua rilevanza per la condizione umana”, ha detto. “Sto parlando come contribuente e come scienziato”.
Strano. Una giornalista chiama il direttore della Divisione AIDS agli NIH, questi dice che lo studio in questione non ha rilevanza per gli esseri umani e lei non gli chiede una spiegazione, o non condivide la sua spiegazione con i lettori.
L’autrice, Abby Haglage, prova a spiegare lei stessa la maggior parte della scienza [su cui la ricerca si basa], piuttosto che citare l’autore dell’articolo o qualche altra fonte. È un’immunologa? La sua biografia dice che è un redattore della homepage del Daily Beast e si occupa di farmaci, di droni e di comici.
Tantissime domande sono lasciate senza risposta in questa storia. Quanto è stato grande l’effetto? Quante scimmie erano nella sperimentazione? Ci sono stati altri trattamenti che potrebbero aver causato questo effetto negli animali? Quanto bene gli studi sull’SIV delle scimmie si traducono negli uomini con HIV? L’effetto che è stato osservato è un indicatore importante del fatto che un trattamento è probabile che funzioni negli esseri umani? La storia non lo dice.

Peccato, perché probabilmente c’è una buona storia da scrivere sui possibili benefici medici del THC, che sono rimasti inesplorati. E c’è probabilmente una buona storia da raccontare su questo articolo in particolare. Ma suggerire che la marijuana potrebbe aiutare i malati di AIDS se non fosse per la pruderie della comunità scientifica non è giustificato dalle informazioni offerte. Questo pezzo sembra particolarmente ingiusto nei confronti della comunità dei ricercatori dell’AIDS, poiché insinua che essi stanno permettendo a una ripugnanza irrazionale nei confronti della marijuana di ostacolare le esigenze dei pazienti.

Il modo corretto per riflettere su questa questione è di chiedere se i ricercatori dell’AIDS avrebbero usato questa scoperta per arrivare a un trial clinico se la sostanza fosse stata un qualche altro farmaco – qualcosa di non illecito. Questa domanda rimane senza risposta.

L’unico altro articolo che ho visto era nel blog del San Francisco Chronicle, dove c’era una storia breve e onesta sotto il titolo Pot fights AIDS, study suggests.
  • Delle scimmie infette da AIDS trattate con THC, il principale principio attivo della marijuana, hanno avuto viremie più basse e più cellule immunitarie, secondo uno studio innovativo pubblicato nella rivista AIDS Research and Human Retroviruses.
Questo pezzo è stato in grado di rimanere sulla notizia, senza venderla oltre il suo valore o insinuare che i ricercatori dell’AIDS stiano ostacolando i pazienti.



uffa2
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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da uffa2 » mercoledì 19 febbraio 2014, 18:05

oddio, adesso inizieranno le scempiaggini in rete contro la Ka$ta che vuole impedirci di fermare l'aidie$$e con le kanne :roll:


HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

Dora
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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da Dora » mercoledì 19 febbraio 2014, 18:10

uffa2 ha scritto:oddio, adesso inizieranno le scempiaggini in rete contro la Ka$ta che vuole impedirci di fermare l'aidie$$e con le kanne :roll:
Beh, per adesso, kanna libera, sì ... ma per le scimmie!

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stealthy
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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da stealthy » mercoledì 19 febbraio 2014, 18:31

Ecco perché ieri me ne hanno regalato una :lol:



Puzzle
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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da Puzzle » giovedì 20 febbraio 2014, 8:05

Ma non sarebbe stato più serio uno studio su persone sieropositive consumatrici di marjuana?



Dora
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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da Dora » giovedì 20 febbraio 2014, 9:39

Puzzle ha scritto:Ma non sarebbe stato più serio uno studio su persone sieropositive consumatrici di marjuana?
Chissà, forse lo faranno.
Immagino che sarà più facile trovare volontari per questo trial che per tutti quelli sulla cura.
Si sa che i cannabinoidi hanno un'azione modulante sulla motilità e sulla secrezione intestinale, così come sulla secrezione degli acidi gastrici. L'idea è dunque che la presenza di recettori dei cannabinoidi nella mucosa del tratto gastrointestinale suggerisca un possibile ruolo del THC nel modulare la risposta gastrointestinale all'infezione. La Molina e colleghi hanno quindi ipotizzato che questi effetti immunomodulanti dei cannabinoidi possano conferire una protezione a stomaco e intestino dall'infiammazione causata dall'infezione.

Tuttavia, c'è un aspetto che non potrà proprio essere replicato usando lo studio sui macachi come modello: le scimmie PRIMA sono state trattate con somministrazione cronica di THC per quasi un anno e mezzo e POI sono state infettate con l'SIV. Monitorando le viremie, hanno visto che quelle delle scimmie trattate con THC arrivavano in media a 5,2 log, mentre quelle delle scimmie di controllo erano un poco più alte (5,8 log), così come le percentuali dei CD4 e CD8 memoria centrali presenti nell'intestino erano più alte nelle scimmie trattate. Analogamente, una lunga serie di parametri che misurano l'infiammazione erano un poco più bassi nelle scimmie che avevano ricevuto THC.
In ogni caso, la conclusione dell'articolo non è certo di quelle che ti spingono a correre a farti una scorta di erba:
  • Disruption of the intestinal barrier has been proposed as a mechanism that facilitates translocation of intestinal bacteria and bacterial products leading to systemic immune activation/inflammation thereby driving AIDS progression.
    Others have found a role for the endogenous cannabinoid system in the maintenance of intestinal epithelial barrier function, but the work is limited and needs further investigation. Contrary to our expectation, immunofluorescence analysis did not reveal any significant alterations in the expression of ZO-1 or occludin, the principal tight junction proteins responsible for preserving the integrity of the intestinal epithelial barrier.
    While these results do not directly support a role for cannabinoid modulation of intestinal barrier integrity, the implication of cannabinoids as modulators of barrier function, particularly as it pertains to the blood–brain barrier, warrants further investigation.

    In summary, using a systems biology approach to understanding the impact of chronic cannabinoid treatment on gut-associated immunopathology, we identified relevant mechanisms that can potentially modulate disease progression.
    Our results suggest that gut immunomodulation through changes in gene expression, cytokine profiles, and immune cell populations could potentially contribute to chronic THC modulation of SIV disease progression. Moreover, they reveal novel mechanisms that may potentially contribute to decreased morbidity and mortality.
Direi che prima di passare in fase clinica c'è ancora parecchio lavoro da fare.




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Dora ha scritto:The Daily Beast ha deciso di lasciar perdere il punto di domanda nel titolo e limitarsi a dichiarare: Weed can block HIV’s spread – no, seriously.
:lol: :lol: :lol: The Daily Beast ha cambiato titolo all'articolo, trasformandolo in "Weed Could Block H.I.V.’s Spread. No, Seriously" (peccato che ne resti traccia nell'url ... http://www.thedailybeast.com/articles/2 ... ously.html). :lol: :lol: :lol:



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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da Puzzle » giovedì 20 febbraio 2014, 15:19

Per me queste appartengono alla categoria "notizie curiose" (da Settimana Enigmistica) come il resveratrolo contenuto nel vino rosso che tempo fa venne pubblicizzato come toccasana antivirale contro l'hiv. Pure un estratto dalle foglie di tabacco era stato propagandato per essere usato contro l'hiv diversi anni fa, i funghi e ultimamente ci si sono messi anche i gerani.



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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da Dora » venerdì 21 febbraio 2014, 7:45

Puzzle ha scritto:Per me queste appartengono alla categoria "notizie curiose" (da Settimana Enigmistica)
Dubito, però che potranno mai finire nella sezione "strano, ma vero!". ;)

Battute a parte, nonostante le amplificazioni smodate di certa stampa, tutto questo fiorire di vegetali resta comunque ancora lontano anni luce dallo yogurt.
Almeno qui qualche ricerca o ricerchina viene fatta, e più o meno seguendo pratiche scientifiche consolidate. Nulla a che vedere con la sperimentazione diretta su persone con HIV raccattate attraverso la rete o sui ricchi pazienti in un albergo trasformato in clinica svizzera.



*******

P.S. del 22 febbraio: mi fa piacere che sia sceso in campo anche Poz, con un post di Benjamin Ryan che sottolinea sia il clamore davvero fuori luogo suscitato dalla ricerca sul THC ai macachi in buona parte della stampa mondiale, sia un aspetto che abbiamo notato anche qui come problematico - quello del fatto che le scimmie prima sono state trattate e solo dopo infettate.



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Re: OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bu

Messaggio da Dora » giovedì 27 febbraio 2014, 17:46

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Ricordate quando Montagnier si riprometteva di cercare le onde elettromagnetiche emesse dall'HIV per diagnosticare l'infezione e andare alla ricerca dei reservoir?
Quando espresse questo proposito, la comunità scientifica (con 35 premi Nobel in testa) ebbe la conferma che la "malattia dei Nobel" l'aveva ormai definitivamente messo al di fuori della razionalità scientifica, in quel mondo frequentato da ciarlatani, buffoni, truffatori o semplici pazzoidi che con la scienza non hanno nulla a che vedere.
Bene, oggi Montagnier si prende una "rivincita". Ma onestamente non so proprio se potrà vantarsene.
L'esercito egiziano sta infatti invadendo il mondo con la notizia che Lettera43 ci offre in questo modo (che evito di commentare, perché non voglio incorrere nel censore automatico di Uffa):



RIVOLUZIONE O BUFALA? [Ma ve lo state anche a chiedere?!]

Aids, la cura dell'Egitto divide gli scienziati

Promette di diagnosticare la malattia. E di eliminare il virus. Ma si sospetta [sic! Immagine] che sia solo propaganda.

di Matteo Colombo

Un dispositivo che permetterebbe di diagnosticare l’Aids e l’epatite C e un macchinario in grado di eliminare il virus del Hiv.
La scoperta, che potrebbe essere rivoluzionaria [Ehm, veramente l'articolo della BBC che il signor Matteo Colombo ha linkato non la vede proprio così e fin dal titolo sottolinea lo scetticismo perfino dell'opinione pubblica egiziana.] - non esiste tuttavia ancora alcuna pubblicazione scientifica di rilievo o conferma da parte di ricercatori indipendenti sull’efficacia del metodo - arriva dall'Egitto.
L'ANNUNCIO DELL'ESERCITO. Ad annunciarla è stato, durante una conferenza stampa ufficiale delle forze armate egiziane, il generale Ibrahim Abdel Atty, portavoce medico dell’esercito de Il Cairo, sicuro di aver trovato il modo per individuare e debellare queste malattie «con un’efficacia vicina al 100%».


  • Il video sull'efficacia dei dispositivi scoperti in Egitto (video da YouTube).
Le novità sono state presentate come grandi successi della ricerca egiziana ed è stato sottolineato come le nuove diagnosi possano ridurre di molto i costi per la cura di Hiv ed epatite C.
La metodologia rivoluzionaria, infatti, sarebbe in grado rilevare le onde elettromagnetiche emesse dai virus, evitando quindi di dover ricorrere al prelievo di sangue.
RISERBO SULLA SCOPERTA. Gli scienziati dell'esercito, però, hanno preferito mantenere un certo riserbo sulla scoperta. E hanno deciso di non pubblicare il resoconto della ricerca sulle riviste specializzate. Perché? Per evitare che i dispositivi vengano prodotti dalle case farmaceutiche internazionali a prezzi troppo alti.
Tuttavia, sono stati diffusi alcuni spezzoni di un video per fornire prove scientifiche.


  • L'annuncio delle forze armate egiziane sulle scoperte rivoluzionarie (video da YouTube)
Sul web il sospetto che si tratti di un rilevatore di bombe

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L'annuncio egiziano ha però già scatenato le ironie degli esperti (il consigliere scientifico presidenziale dell'Egitto Essam Heggy ha criticato l'annuncio), che hanno sottolineato come non esista alcuna prova scientifica. Alcuni blogger avrebbero addirittura scoperto che questi apparecchi assomigliano molto a un finto rilevatore di bombe che è stato venduto da un truffatore inglese in Iraq.
L'INTERESSE DEGLI SCIENZIATI.
L’esercito ha preso queste scoperte molto seriamente, al punto che queste sono state addirittura annunciate sul sito ufficiale dei militari.
Sembra inoltre che anche un professore dell’University college di Londra sia rimasto stupito del dispositivo, già utilizzato in un ospedale del Nord dell’Egitto, e abbia chiesto di poterlo far visionare da esperti europei indipendenti.
RISCHIO DI PROPAGANDA. In attesa che i ricercatori egiziani spieghino meglio la loro scoperta al mondo, c’è chi sospetta che questo annuncio sia soltanto una mossa propagandistica per rafforzare il potere dei militari e per dimostrare che le forze armate rappresentano l’eccellenza del Paese, anche in campo scientifico.
Un modo per aumentare il consenso dell’esercito che non piace a diversi ricercatori egiziani, preoccupati per la credibilità de Il Cairo nell’ambito della ricerca medica e delle sperimentazioni cliniche.

Giovedì, 27 Febbraio 2014


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