EuroSIDA: incidenza infezioni batteriche non-AIDS negli HIV+

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Dora
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EuroSIDA: incidenza infezioni batteriche non-AIDS negli HIV+

Messaggio da Dora » lunedì 17 ottobre 2011, 16:01

Di norma, evito di aprire thread dedicati soltanto a disastri, perché non mi va di spargere sale sulle ferite. Ma quando, circa tre settimane fa, è morto di sepsi il dottor Frascino, ho letto molte reazioni nei forum di persone che si chiedevano come fosse possibile che una persona HIV+ in terapia morisse di sepsi. Di qui al mettere in dubbio l’utilità della HAART, per alcuni il passo è stato breve. Ritengo quindi che i risultati della coorte EuroSIDA sull’incidenza delle infezioni batteriche gravi non-HIV correlate in persone con HIV possano servire a chiarirci un poco le idee.
Mi scuso in anticipo se l’argomento dovesse turbare qualcuno.


La relazione è stata presentata all’EACS di Belgrado e le slides sono state rese disponibili da J. Levin (Natap).

Premessa:
  • • da quando esiste la HAART, le patologie che definiscono tipicamente la sindrome da immunodeficienza acquisita sono state sostituite da altre, che sovente vengono chiamate “patologie non-AIDS”.


Scopi di questo studio erano:
  • • determinare i tassi di incidenza delle infezioni batteriche non-AIDS correlate gravi abbastanza da richiedere l’ospedalizzazione;
    • identificare i fattori di rischio per tali infezioni;
    • determinare l’influenza della HAART sul rischio di infezioni, a vari livelli di competenza del sistema immunitario, definiti dal numero dei CD4.
Punti di partenza:
  • • il rischio di polmonite nell’era della HAART rimane di 6-8 volte più alto per le persone HIV+ che per gli HIV-;
    • tendenze simili valgono anche per la meningite batterica e per l’infezione invasiva da pneumococco;
    • esiste una associazione fra l’aumento del rischio di certe patologie non-AIDS e la diminuzione del numero dei CD4;
    • è stata avanzata l’ipotesi che la HAART possa avere un effetto protettivo contro certe infezioni non-AIDS indipendentemente dal numero dei CD4.
Metodi della ricerca:
  • • sono stati utilizzati i dati raccolti da EuroSIDA, una coorte prospettica e multinazionale, per determinare i tassi di incidenza della prima diagnosi delle seguenti infezioni non-AIDS correlate: batteriemia, endocardite, meningite, peritonite, polmonite, osteite e pielonefrite;
    • sono state prese in considerazione solo infezioni serie, che hanno richiesto il ricovero in ospedale.
Risultati:
  • • durante un follow-up di 32.877 persone/anno, a 258 pazienti sono state diagnosticate infezioni non-AIDS;
    • le infezioni più frequenti sono state, nell’ordine: polmonite, batteriemia e pielonefrite;
    • confrontando chi era in terapia e chi no, si è visto che la HAART si associava a una diminuzione del 60% del rischio di contrarre un’infezione non-AIDS;
    • un numero di CD4 > 500 comportava una diminuzione del rischio di infezione, sia rispetto a CD4 < 350, sia anche rispetto a CD4 compresi fra 350 e 500;
    • altri fattori indipendenti di rischio di contrarre un’infezione non-AIDS erano: una diagnosi di AIDS, il sesso femminile, l’età, l’uso di droghe per via endovenosa, la regione d’Europa e il diabete.
Conclusioni:
  • • infezioni non-AIDS gravi abbastanza da richiedere l’ospedalizzazione rimangono una causa diffusa di morbilità fra le persone con HIV. L’identificazione dei fattori di rischio, compresi fattori connessi all’HIV come l’assenza di HAART e il basso numero di CD4, così come i fattori non HIV-correlati, quali il genere, l’età, il diabete, è un passo importante per ridurre il rischio di contrarre queste infezioni;
    • il rischio di contrarre infezioni batteriche è più basso nelle persone in terapia e con CD4 alti;
    • l’inizio precoce della HAART e una buona aderenza servono a ridurre la morbilità causata da infezioni non-AIDS;
    • sono necessari altri studi per capire le differenze riscontrate in parti diverse dell’Europa.

Figura 4: la coorte EuroSIDA

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Figura 5: i metodi dell’indagine

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Figura 6: le caratteristiche dei pazienti

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Figura 7: i risultati

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Figura 8: i tassi di incidenza non aggiustati stratificati in base al numero di CD4

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Figura 9: i tassi di incidenza aggiustati in rapporto a tutti gli altri fattori

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Figura 10: l’incidenza della polmonite

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Figura 11: i tassi di incidenza aggiustati in rapporto al numero dei CD4 dei pazienti in terapia e non in terapia

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Figura 12: limiti dello studio

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