Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Notizie scientifiche e mediche riguardanti il virus, l'infezione e la malattia da HIV. Farmaci, vaccini e cure in sperimentazione.
Keanu
Messaggi: 282
Iscritto il: giovedì 31 luglio 2014, 12:14

Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da Keanu » sabato 4 ottobre 2014, 9:26

MILANO - Anche Milano ha il suo 'Mississippi baby', un caso del tutto analogo a quello della bimba americana positiva al virus dell'Hiv che con la sua storia è finita per due volte sotto i riflettori delle cronache mondiali: la prima nel marzo del 2013, quando a un congresso internazionale fu data la notizia della sua guarigione dopo una massiccia terapia antiretrovirale iniziata dalla nascita. La seconda nel luglio scorso, quando, dopo la sospensione del trattamento, il virus è riapparso nel sangue. La stessa cosa è accaduta a un 'Milano baby' in cura all'ospedale Sacco, dato alla luce nel 2009 da una donna Hiv-positiva, e anche lui infetto al momento dalla nascita. Subito è iniziata la terapia d'urto che ha abbattuto la carica virale fino ad azzerarla. Per 3 anni nessuna traccia di Hiv. Ma dopo lo stop alle cure, di nuovo la sua ricomparsa.
Il caso è descritto su Lancet e dimostra "purtroppo che la guarigione dall'Hiv può essere solo apparente", spiega Mario Clerici, del dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti dell'università Statale di Milano-Fondazione Don Gnocchi. "Il piccolo ora ha 5 anni, ha ripreso i farmaci e da un anno per effetto delle terapie il virus è ancora scomparso. Ma non si può più parlare di guarigione".
Non solo. Per la prima volta al mondo gli scienziati milanesi hanno verificato che "l'Hiv lascia sul sistema immunitario delle tracce indelebili, anche nel periodo in cui il virus sembra completamente sparito dall'organismo. E' come quando si cammina sul cemento ancora fresco: le impronte rimangono per sempre", sottolinea Clerici.
Al centro dello studio italiano c'è l'osservazione condotta su un neonato assistito da Vania Giacomet e Gianvincenzo Zuccotti del reparto di Pediatria del Sacco di Milano. Era il dicembre del 2009: la madre si era presentata in ospedale, in travaglio, alla 41esima settimana di gravidanza. Nel passato aveva fatto uso di droghe endovena, ma ignorava di essere Hiv-positiva. Il neonato è venuto alla luce con un parto naturale, in buone condizioni, e i test hanno individuato una quantità elevatissima di virus nel sangue del piccolo (oltre 150mila copie per millilitro). Entro le prime 12 ore di vita i medici hanno quindi iniziato la profilassi antiretrovirale 'strong', all'inizio con zidovudina e nevirapina e poi con un cocktatil a 3 (lopinavir, zidovudina e lamivudina). I tassi di Hiv sono crollati e, dopo 6 mesi, del virus non c'era più traccia.
Ogni esame virologico condotto da Nadia Zanchetta e Mariarita Gismondo del reparto di Microbiologia clinica e virologia risultava negativo. Il 'Milano baby' "aveva perso del tutto la sua sieroporitività - dice Clerici - e per 3 anni, da ogni punto di vista, è sembrato definitivamente guarito". Tuttavia, approfonditi esami immunologici svolti dal gruppo di Clerici - Daria Trabattoni e Mara Biasin della cattedra di Immunologia della Statale - eseguiti nella fase di apparente guarigione del bebè, hanno svelato la presenza di "profonde alterazioni, simili a quelle che caratterizzano i pazienti con infezione attiva".
Dopo la prima notizia dagli Usa, con l'annuncio del successo della sospensione delle cure alla bimba Mississippi, "la madre - continua Clerici - ha chiesto se fosse possibile interrompere anche per il suo bimbo la terapia" e con il consenso di tutti si è tentato lo stop. Dopo l'interruzione, però, l'infezione è riapparsa rapidamente. "Abbiamo dimostrato che le analisi immunologiche possono rivelare la mancanza di guarigione anche quando il virus sembra completamente scomparso". Un'evidenza che non era stata raggiunta nel caso della bambina americana (tornata anche lei Hiv-positiva) e nemmeno nel famoso 'paziente Berlino', l'uomo che si è sieronegativizzato dopo un trapianto di staminali ematopoietiche prelevate da un donatore dotato di una mutazione 'scudo' contro il virus dell'Aids, e ritenuto ad oggi l'unico adulto guarito dall'Hiv.
"Malgrado i farmaci a nostra disposizione possano diminuire la morbilità e la mortalità" da Hiv-Aids, "al momento non sono in grado di eliminare veramente il virus - conclude Clerici -. L'infezione da Hiv non è ad oggi da considerarsi guaribile: la ricerca di una cura deve continuare". Al momento resta in sospeso il caso di una bimba di Los Angeles, nata Hiv-positiva nel 2013 e subito trattata con un mix di farmaci. Anche dal suo organismo il virus sembra scomparso, ma la piccola non ha ancora interrotto le cure. Se lo facesse, ipotizzano i medici milanesi, è ormai ragionevole pensare che purtroppo l'Hiv ritornerebbe.
A questo punto mi domando"quanto abbiamo capito veramente di questa malattia?" :?



Dora
Messaggi: 7495
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da Dora » domenica 5 ottobre 2014, 6:54

Keanu ha scritto:A questo punto mi domando"quanto abbiamo capito veramente di questa malattia?" :?
Forse bisognerebbe chiedersi quanto di questa malattia hanno capito quei medici del Sacco ... (e non è che la domanda sia meno inquietante).
Ti dico molto brevemente l'idea che mi sono fatta di questa storia, con la premessa che non ho letto l'articolo su Lancet e sappiamo tutti che, a basarsi su quanto dicono comunicati stampa e veline dei giornali, si rischia di prendere delle gran cantonate.

Anzitutto, provo una rabbia sconfinata al pensiero che a Milano, nel 2009, un bambino sia nato sieropositivo. Trovo orribile che una donna sia arrivata al parto senza che nessuno le avesse caldamente consigliato un test HIV, data anche la sua situazione di tossicodipendenza.

In secondo luogo, mi pare molto probabile che quel bambino sia stato contagiato durante la gestazione, perché alla nascita aveva già una viremia altissima. Questo significa che i reservoir di HIV latente hanno avuto chissà quanto tempo per formarsi. Da quello che la scienza sa dell'HIV (ma che i medici del Sacco sembrano avere trascurato), anni e anni di completa soppressione della viremia intaccano a malapena il reservoir: il fatto che non riuscissero a trovare HIV nel bambino dimostra soltanto che l'HIV se ne stava latente in posti dove i medici del Sacco non sono andati a cercare (proprio come è successo alla baby del Mississippi, che almeno, alla nascita, aveva una viremia bassa, quindi si può pensare sia stata contagiata in prossimità del parto).

In terzo luogo, essersi basati, nelle loro valutazioni, anche sul fatto che il bambino risultasse sieronegativo è quanto meno bizzarro, perché è ormai conoscenza assodata che i neonati messi precocemente in terapia non sviluppano anticorpi anti-HIV che li rendano positivi ai test.

In quarto luogo, avere sospeso la ART al bambino perché la madre ha sentito la storia della Mississippi Baby fa pensare che i medici del Sacco abbiano agito sull'onda dell'emotività e non della razionalità (un po' come i giudici che hanno imposto i trapianti con le staminali di Vannoni perché erano i genitori a chiederli, ma da dei medici ti aspetti che abbiano conoscenze scientifiche migliori rispetto a quelle che possono avere dei giudici); oppure che abbiano scientemente fatto esperimenti su un bambino (e non so, onestamente, che cosa sia peggio).

In quinto luogo, se Clerici aveva osservato dei marker immunologici alterati nel bambino quando era in terapia e pareva "guarito", avrebbe dovuto considerarli un indicatore molto forte della persistenza dell'infezione, perché sappiamo che Timothy Brown, che è stato malato di HIV per un tempo molto più lungo di questo bambino, da quando è guarito i marker immunologici li ha sistemati (perfino la fibrosi dei linfonodi è regredita a livelli tipici di una persona sieronegativa).

In sesto luogo, perché ne parlano adesso, cioè ben due anni dopo il fallimento del loro esperimento? Hanno aspettato di veder fallire la cura nella Mississippi Baby per dire la loro? Se avessero parlato prima, forse avrebbero dato indicazioni utili a chi sta attuando dei trial clinici di sospensione della ART in bambini messi in terapia a poche ore dalla nascita.

In conclusione (è meglio che mi fermi, ma potrei continuare): io credo che questi medici, sospendendo la ART in un bambino in cui SI SAPEVA CON ALTISSIMA PROBABILITÀ che l'HIV sarebbe ricomparso, abbiano trattato il bambino come se fosse una cavia e si siano comportati in modo non etico.



Keanu
Messaggi: 282
Iscritto il: giovedì 31 luglio 2014, 12:14

Re: Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da Keanu » domenica 5 ottobre 2014, 11:42

Dora ha scritto:
Keanu ha scritto:A questo punto mi domando"quanto abbiamo capito veramente di questa malattia?" :?
Forse bisognerebbe chiedersi quanto di questa malattia hanno capito quei medici del Sacco ... (e non è che la domanda sia meno inquietante).
Ti dico molto brevemente l'idea che mi sono fatta di questa storia, con la premessa che non ho letto l'articolo su Lancet e sappiamo tutti che, a basarsi su quanto dicono comunicati stampa e veline dei giornali, si rischia di prendere delle gran cantonate.

Anzitutto, provo una rabbia sconfinata al pensiero che a Milano, nel 2009, un bambino sia nato sieropositivo. Trovo orribile che una donna sia arrivata al parto senza che nessuno le avesse caldamente consigliato un test HIV, data anche la sua situazione di tossicodipendenza.

In secondo luogo, mi pare molto probabile che quel bambino sia stato contagiato durante la gestazione, perché alla nascita aveva già una viremia altissima. Questo significa che i reservoir di HIV latente hanno avuto chissà quanto tempo per formarsi. Da quello che la scienza sa dell'HIV (ma che i medici del Sacco sembrano avere trascurato), anni e anni di completa soppressione della viremia intaccano a malapena il reservoir: il fatto che non riuscissero a trovare HIV nel bambino dimostra soltanto che l'HIV se ne stava latente in posti dove i medici del Sacco non sono andati a cercare (proprio come è successo alla baby del Mississippi, che almeno, alla nascita, aveva una viremia bassa, quindi si può pensare sia stata contagiata in prossimità del parto).

In terzo luogo, essersi basati, nelle loro valutazioni, anche sul fatto che il bambino risultasse sieronegativo è quanto meno bizzarro, perché è ormai conoscenza assodata che i neonati messi precocemente in terapia non sviluppano anticorpi anti-HIV che li rendano positivi ai test.

In quarto luogo, avere sospeso la ART al bambino perché la madre ha sentito la storia della Mississippi Baby fa pensare che i medici del Sacco abbiano agito sull'onda dell'emotività e non della razionalità (un po' come i giudici che hanno imposto i trapianti con le staminali di Vannoni perché erano i genitori a chiederli, ma da dei medici ti aspetti che abbiano conoscenze scientifiche migliori rispetto a quelle che possono avere dei giudici); oppure che abbiano scientemente fatto esperimenti su un bambino (e non so, onestamente, che cosa sia peggio).

In quinto luogo, se Clerici aveva osservato dei marker immunologici alterati nel bambino quando era in terapia e pareva "guarito", avrebbe dovuto considerarli un indicatore molto forte della persistenza dell'infezione, perché sappiamo che Timothy Brown, che è stato malato di HIV per un tempo molto più lungo di questo bambino, da quando è guarito i marker immunologici li ha sistemati (perfino la fibrosi dei linfonodi è regredita a livelli tipici di una persona sieronegativa).

In sesto luogo, perché ne parlano adesso, cioè ben due anni dopo il fallimento del loro esperimento? Hanno aspettato di veder fallire la cura nella Mississippi Baby per dire la loro? Se avessero parlato prima, forse avrebbero dato indicazioni utili a chi sta attuando dei trial clinici di sospensione della ART in bambini messi in terapia a poche ore dalla nascita.

In conclusione (è meglio che mi fermi, ma potrei continuare): io credo che questi medici, sospendendo la ART in un bambino in cui SI SAPEVA CON ALTISSIMA PROBABILITÀ che l'HIV sarebbe ricomparso, abbiano trattato il bambino come se fosse una cavia e si siano comportati in modo non etico.
Quoto Dora!Perdonami la veemenza delle parole,ma quei medici sono proprio deficienti!Credevo che,diligentemente,avessero messo immediatamente la donna in ART già durante la gestazione, una volta riscontrata la sua sieropositività,secondo la prassi,dopo esser venuti a conoscenza della sua tossicodipendenza e averle fatto tutte le analisi del caso e invece hanno lasciato agire il virus indisturbato!Ma la cosa più grave è che abbiano dichiarato il bimbo guarito,solo perché il virus non era rilevabile nel sangue o,forse,basandosi sul rapporto CD4-CD8,non ne ho la più pallida idea.Ma sono anni che si parla del problema della latenza dell'HIV,che è il vero ostacolo alla cura definitiva. Loro,"medici" del campo,dovrebbero sapere che la ricerca sta facendo sforzi incredibili e provando tutto ciò che è possibile per eliminare la forma latente del virus, possibile che loro non abbiano minimamente pensato al formarsi del reservoir a fronte di una viremia altissima nel bambino appena nato? Quindi,non so fino a che punto abbiano trattato questo bambino da cavia: per sperimentare cosa?Che assumendo la ART subito dopo la nascita si eradica l'HIV dall'organismo? Anche i muri sanno che la ART non eradica nulla,proprio per il problema della latenza. Allora volevano dimostrare qualcosa o essere i protagonisti della solita notizia bufala riportata dalla stampa"leggerina"?Il risultato è solo che la fama ce l'hanno...sì di medici ridicoli e incompetenti. Sono senza parole!
ps: avrei dovuto mettere la notizia nel thread " OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bufale.."



Dora
Messaggi: 7495
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da Dora » domenica 5 ottobre 2014, 23:06

Keanu ha scritto:Il risultato è solo che la fama ce l'hanno...sì di medici ridicoli e incompetenti. Sono senza parole!
A questo forse Clerici dovrebbe aver fatto l'abitudine. Ancora una volta il "Mago" ha toppato.
ps: avrei dovuto mettere la notizia nel thread " OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bufale.."
Vedo che siamo in piena sintonia: l'ho segnalato proprio in quel thread l'altro giorno (http://www.hivforum.info/forum/viewtopi ... 572#p44572).
Solo che lì mi interessava parlare di un articolo uscito su Articolo Tre, che raccontava la storia di un "Milano Baby" e poi se la rimangiava due righe dopo, dando l'ennesimo esempio di giornalismo spazzatura (e quel thread si sta riempiendo di così tanto materiale da discarica che non oso pensare allo schifo quando faremo le somme a fine anno ...).
Sono contenta che tu abbia aperto un thread a parte, perché mi sto facendo tante domande sul modo in cui è stata usata la tragedia di questo bambino, come se non fosse già stato abbastanza tartassato dal destino e ci fosse bisogno di dargli qualche botta in più, così, tanto per fargli capire subito quanto possa essere dura la vita.

Tanto per essere chiari su che cosa stiamo parlando: alla nascita il bambino aveva HIV RNA 152.560 copie/mL e ci ha messo 6 mesi di ART molto forte per arrivare ad avere viremia irrilevabile. Forse già questo poteva far pensare che con la Baby del Mississippi questo piccolino non c'entrava nulla.
Ma la cosa che a me pare più incredibile è che "Mago" Clerici ha scoperto che, nonostante a tre anni - quando si è deciso di interrompere la ART - anticorpi, DNA, RNA e p24 fossero negativi, c'erano marker chiarissimi di attivazione dei CD4 e dei CD8. E non stiamo parlando di cose super sofisticate, parliamo di cose banali, come il CD25, l'HLA-DR, il CD69 ... sono cose che so perfino io.
Bene, nonostante questi indicatori così forti del fatto che il bambino non era guarito, questi signori hanno comunque deciso che volevano emulare la Baby del Mississippi. E in due settimane si sono ritrovati a dover gestire un rebound della viremia.
Per me questi l'etica non sanno neppure che cosa sia.
  • A woman at 41 weeks’ gestation presented to our hospital in December, 2009, in labour. She had a history of intravenous drug use, and was unaware of her HIV status. Rapid HIV-1 testing was positive and she had high viral load. A small-for-gestational-age boy was delivered vaginally, in good condition. 12 h after his birth virological analyses, comprising HIV 1-2 antibody western blot (gag, pol, env) and HIV-1 antigen p24, were positive, and his HIV-RNA viral load was 152 560 copies per mL. We started prophylaxis with zidovudine and nevirapine within 12 h of birth, but at day 4 his viral load was 13 530 copies per mL. After checking for possible viral resistance we started triple antiretroviral therapy with ritonavir boosted lopinavir, zidovudine, and lamivudine. Plasma viral load was 3971 copies per mL at day 15, 49 copies per mL after 3 months, and below assay detection at 6 months. Viral load remained undetectable and CD4 T cells were higher than normal range (appendix).

    At 3 years of age, tests for HIV antibodies, DNA, p24, RNA, and repeated viral cultures were negative. In view of these results and recent reports of apparent cure of HIV infection, and in agreement with the mother, we stopped antiretroviral therapy (ART). At this time we examined peripheral blood mononuclear cells (PBMCs) for immune response. Even with the apparent clearance of HIV, we saw increased numbers of activated CD4 and CD8 T cells (CD25+, HLA-DRII+, D69+), as well as alterations of the T-cell differentiation pathway, with reduced naive and central memory, increased effector memory, and terminally differentiated CD4 and CD8 T cells. On stimulation of PBMCs with HIV (AT-2), we saw increased proportions of HIV-specific perforin-producing and of granzyme-producing cytotoxic T lymphocytes, and interferon α and tumour necrosis factor α-secreting CD4 and CD14+ cells (appendix). mRNA (real time PCR) and cytometric analysis confirmed these results. 1 week after stopping treatment, the patient’s viral load was undetectable and antigen and antibody tests were negative; however, viral load rebounded (36 840 copies per mL) within 2 weeks. We restarted treatment with the same drug combination, and 10 days later viral load was 346 copies per mL, but tests for HIV DNA, antigens and antibodies, and western blot became positive. Viraemia was suppressed below detectability by month 3 of therapy. [il resto qui]



rospino
Messaggi: 3782
Iscritto il: giovedì 19 dicembre 2013, 19:58

Re: Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da rospino » lunedì 6 ottobre 2014, 22:01

Di solito non intervengo mai in questi thread che hanno contenuti di carattere più scientifico, a parte un ruolo passivo teso ad approfondire la mia conoscenza dell'HIV e di tutto che è ad esso correlato, ma in questo caso non posso astenermi, nella mia parziale ignoranza, dal condividere il vostro stupore per ciò che ho letto sulla stampa al riguardo. Il caso, seppur trattato con una certa superficialità, è parso ai miei occhi una cosa davvero sconvolgente... da farmi dubitare profondamente e sin da subito, pur non conoscendo i dettagli dei quali ho appreso leggendo i vostri interventi (e che hanno confermato la mia prima impressione), della serietà dei medici che ad esso si sono approcciati. :cry:



Keanu
Messaggi: 282
Iscritto il: giovedì 31 luglio 2014, 12:14

Re: Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da Keanu » martedì 7 ottobre 2014, 8:57

Dora ha scritto:
Keanu ha scritto:Il risultato è solo che la fama ce l'hanno...sì di medici ridicoli e incompetenti. Sono senza parole!
A questo forse Clerici dovrebbe aver fatto l'abitudine. Ancora una volta il "Mago" ha toppato.
ps: avrei dovuto mettere la notizia nel thread " OSSERVATORIO STAMPA: amplificazioni, bolle di sapone, bufale.."
Vedo che siamo in piena sintonia: l'ho segnalato proprio in quel thread l'altro giorno (http://www.hivforum.info/forum/viewtopi ... 572#p44572).
Solo che lì mi interessava parlare di un articolo uscito su Articolo Tre, che raccontava la storia di un "Milano Baby" e poi se la rimangiava due righe dopo, dando l'ennesimo esempio di giornalismo spazzatura (e quel thread si sta riempiendo di così tanto materiale da discarica che non oso pensare allo schifo quando faremo le somme a fine anno ...).
Sono contenta che tu abbia aperto un thread a parte, perché mi sto facendo tante domande sul modo in cui è stata usata la tragedia di questo bambino, come se non fosse già stato abbastanza tartassato dal destino e ci fosse bisogno di dargli qualche botta in più, così, tanto per fargli capire subito quanto possa essere dura la vita.

Tanto per essere chiari su che cosa stiamo parlando: alla nascita il bambino aveva HIV RNA 152.560 copie/mL e ci ha messo 6 mesi di ART molto forte per arrivare ad avere viremia irrilevabile. Forse già questo poteva far pensare che con la Baby del Mississippi questo piccolino non c'entrava nulla.
Ma la cosa che a me pare più incredibile è che "Mago" Clerici ha scoperto che, nonostante a tre anni - quando si è deciso di interrompere la ART - anticorpi, DNA, RNA e p24 fossero negativi, c'erano marker chiarissimi di attivazione dei CD4 e dei CD8. E non stiamo parlando di cose super sofisticate, parliamo di cose banali, come il CD25, l'HLA-DR, il CD69 ... sono cose che so perfino io.
Bene, nonostante questi indicatori così forti del fatto che il bambino non era guarito, questi signori hanno comunque deciso che volevano emulare la Baby del Mississippi. E in due settimane si sono ritrovati a dover gestire un rebound della viremia.
Per me questi l'etica non sanno neppure che cosa sia.
  • A woman at 41 weeks’ gestation presented to our hospital in December, 2009, in labour. She had a history of intravenous drug use, and was unaware of her HIV status. Rapid HIV-1 testing was positive and she had high viral load. A small-for-gestational-age boy was delivered vaginally, in good condition. 12 h after his birth virological analyses, comprising HIV 1-2 antibody western blot (gag, pol, env) and HIV-1 antigen p24, were positive, and his HIV-RNA viral load was 152 560 copies per mL. We started prophylaxis with zidovudine and nevirapine within 12 h of birth, but at day 4 his viral load was 13 530 copies per mL. After checking for possible viral resistance we started triple antiretroviral therapy with ritonavir boosted lopinavir, zidovudine, and lamivudine. Plasma viral load was 3971 copies per mL at day 15, 49 copies per mL after 3 months, and below assay detection at 6 months. Viral load remained undetectable and CD4 T cells were higher than normal range (appendix).

    At 3 years of age, tests for HIV antibodies, DNA, p24, RNA, and repeated viral cultures were negative. In view of these results and recent reports of apparent cure of HIV infection, and in agreement with the mother, we stopped antiretroviral therapy (ART). At this time we examined peripheral blood mononuclear cells (PBMCs) for immune response. Even with the apparent clearance of HIV, we saw increased numbers of activated CD4 and CD8 T cells (CD25+, HLA-DRII+, D69+), as well as alterations of the T-cell differentiation pathway, with reduced naive and central memory, increased effector memory, and terminally differentiated CD4 and CD8 T cells. On stimulation of PBMCs with HIV (AT-2), we saw increased proportions of HIV-specific perforin-producing and of granzyme-producing cytotoxic T lymphocytes, and interferon α and tumour necrosis factor α-secreting CD4 and CD14+ cells (appendix). mRNA (real time PCR) and cytometric analysis confirmed these results. 1 week after stopping treatment, the patient’s viral load was undetectable and antigen and antibody tests were negative; however, viral load rebounded (36 840 copies per mL) within 2 weeks. We restarted treatment with the same drug combination, and 10 days later viral load was 346 copies per mL, but tests for HIV DNA, antigens and antibodies, and western blot became positive. Viraemia was suppressed below detectability by month 3 of therapy. [il resto qui]
Dora sul caso di questo povero bambino sei più informata di me,grazie per avermi chiarito la vicenda...e più leggo i tuoi post e più cresce lo sconforto e la rabbia,soprattutto quando è in gioco la vita di un bambino,che,a differenza di molti adulti come sua madre,si trova con questa malattia non per sua scelta.
Non conosco il"Mago",ma tu sì e da come lo descrivi non mi sembra uno che sta a guardare troppo le norme deontologiche della sua professione.E non mi pare nemmeno uno stacanovista,visto che dichiara un sieropositivo guarito nonostante i marker di attivazione CD4/CD8 e decide di sospendere la terapia ARV.
Ma non è solo lui. E' intervenuto anche il prof. Aiuti.Alla stampa costui ha lasciato queste dichiarazioni:
Il bimbo milanese era stato sottoposto a terapia antivirale a meno di 12 ore dalla nascita, eppure questa tempestività non è stata sufficiente. “Si è visto che dopo un contatto a rischio, come un rapporto sessuale o l’uso di siringhe infette – spiega Aiuti -, se si fa una terapia antivirale entro le 4-6 ore, c’è la possibilità che l’infezione non avvenga. Nel caso del bimbo milanese, probabilmente, quelle poche cellule infettate tra le 6 e le 12 ore dalla nascita sono state sufficienti a far riemergere l’infezione a distanza di anni. Esiste, infatti – aggiunge l’immunologo -, una quota di linfociti infettati che non si riesce ancora ad eliminare del tutto, pari a circa 200-250mila cellule. Un numero che può sembrare alto, ma che in realtà corrisponde allo 0,1% dei linfociti umani. Al di sotto di questa soglia – sottolinea Aiuti – non siamo ancora riusciti ad andare, e questo perché i linfociti infettati possono vivere a lungo, anche fino a 8-10 anni. Se si esclude il caso del cosiddetto paziente di Berlino (Timothy Borown, ritenuto ad oggi l’unico adulto guarito dall’Hiv dopo un trapianto di staminali ematopoietiche, ndr), non è ancora possibile azzerare il numero di cellule infettate da Hiv”.

Bisogna, quindi, abituarsi a considerare l’infezione inguaribile, almeno per il momento? “Anche se una notizia come quella descritta su The Lancet è una doccia fredda, la lotta ingaggiata dal sistema immunitario contro il virus non è chiusa – commenta Aiuti -. Sono ottimista sulle capacità del nostro sistema immunitario di vincere questa sfida. Non è impossibile eradicare l’infezione – conclude l’esperto -, concentrando, per esempio, le ricerche su quegli individui che sono geneticamente immuni al virus”.

L'articolo è preceduto da sottotitolone: Aids, bimbo tornato positivo. Aiuti: ‘Doccia fredda, ma non impossibile eradicare virus’Lo scienziato commenta così la notizia dello studio che dimostra che l’Hiv lascia tracce indelebili sul sistema immunitario come nel caso del bimbo tornato positivo
Le tracce indelebili,le impronte sul cemento fresco lasciate dall'HIV sul sistema immunitario (che suggestiva metafora 8-) )sarebbero i reservoirs?Questo lo sanno tutti,medici,ricercatori e pazienti,profani e mosche bianche. E il prof Aiuti non ha minimamente criticato Clerici, la mancata somministrazione della ART durante la gravidanza,l'aver dichiarato il bimbo guarito senza esami approfonditi,l'aver sospeso la terapia al terzo anno di età...no no,è dovuto tutto a poche ore di ritardo nell'inizio della terapia dopo la nascita.
Dovrebbero prendere una pistola e pulirsi le orecchie premendo il grilletto!



uffa2
Amministratore
Messaggi: 6768
Iscritto il: lunedì 26 novembre 2007, 0:07

Re: Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da uffa2 » martedì 7 ottobre 2014, 9:15

Dora ha scritto:In sesto luogo, perché ne parlano adesso, cioè ben due anni dopo il fallimento del loro esperimento? Hanno aspettato di veder fallire la cura nella Mississippi Baby per dire la loro? Se avessero parlato prima, forse avrebbero dato indicazioni utili a chi sta attuando dei trial clinici di sospensione della ART in bambini messi in terapia a poche ore dalla nascita.
Di tutta la catena di incomprensibili (ma sì, siamo eufemistici) eventi intorno a questo sfortunatissimo bambino, direi che l’ultimo -se resta senza spiegazioni- è il più assurdo. Ma come: ti rendi conto che a dispetto delle apparenze il bambino non s’era negativizzato e hai avuto un rebound in due settimane, capisci pure che alcuni indicatori possono guidarti nella valutazione, e tieni la notizia per te per due anni?
Quanti altri bambini sono stati inutilmente usati come cavie in giro per il mondo in quei due anni con interruzioni che si sarebbero potute evitare? quante di quelle interruzioni si sono trasformate in resistenze? Perché non s’è sentita l’urgenza di presentare un posterino almeno, o di scrivere dieci righe per un qualche journal? Ma nelle facoltà di medicina non insegnavano mica “primum non nŏcēre”?


HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

Dora
Messaggi: 7495
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da Dora » martedì 7 ottobre 2014, 10:14

uffa2 ha scritto:
Dora ha scritto:In sesto luogo, perché ne parlano adesso, cioè ben due anni dopo il fallimento del loro esperimento? Hanno aspettato di veder fallire la cura nella Mississippi Baby per dire la loro? Se avessero parlato prima, forse avrebbero dato indicazioni utili a chi sta attuando dei trial clinici di sospensione della ART in bambini messi in terapia a poche ore dalla nascita.
Di tutta la catena di incomprensibili (ma sì, siamo eufemistici) eventi intorno a questo sfortunatissimo bambino, direi che l’ultimo -se resta senza spiegazioni- è il più assurdo. Ma come: ti rendi conto che a dispetto delle apparenze il bambino non s’era negativizzato e hai avuto un rebound in due settimane, capisci pure che alcuni indicatori possono guidarti nella valutazione, e tieni la notizia per te per due anni?
C'è un'altra possibilità, ma fa venire i brividi solo a pensarci: che non abbiano capito che quei marker di attivazione indicavano che l'infezione c'era ancora e l'abbiano realizzato solo a posteriori, quando hanno sospeso la ART e avuto il quasi immediato rebound della viremia.
Ma no, non posso credere che siano stati dei manipolatori fino a questo punto.
Quanti altri bambini sono stati inutilmente usati come cavie in giro per il mondo in quei due anni con interruzioni che si sarebbero potute evitare? quante di quelle interruzioni si sono trasformate in resistenze? Perché non s’è sentita l’urgenza di presentare un posterino almeno, o di scrivere dieci righe per un qualche journal? Ma nelle facoltà di medicina non insegnavano mica “primum non nŏcēre”?
Vogliamo parlare dei piccoli canadesi? Da qui in poi:

http://www.hivforum.info/forum/viewtopi ... 997#p39997

Fra l'altro, il piccolo paziente di Bitnun che ha avuto il rebound del virus appena sospesa la ART ci aveva messo 6 mesi a diventare undetectable ...

:evil:



Dora
Messaggi: 7495
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da Dora » martedì 7 ottobre 2014, 10:31

Keanu ha scritto:Bisogna, quindi, abituarsi a considerare l’infezione inguaribile, almeno per il momento? “Anche se una notizia come quella descritta su The Lancet è una doccia fredda, la lotta ingaggiata dal sistema immunitario contro il virus non è chiusa – commenta Aiuti -. Sono ottimista sulle capacità del nostro sistema immunitario di vincere questa sfida. Non è impossibile eradicare l’infezione – conclude l’esperto -, concentrando, per esempio, le ricerche su quegli individui che sono geneticamente immuni al virus”.
Clerici ieri ha scritto su Scienza in Rete un post dal titolo Purtroppo è un’illusione: dall’HIV non si guarisce, in cui sostiene testualmente:
  • Questi dati, dunque, confermano una volta di più come non esistano cure del tutto risolutive per la infezione da HIV: il virus può essere controllato con la terapia, ma non può essere eradicato.
    Abbiamo nelle nostre mani una terapia, ma la guarigione è un obiettivo attualmente irraggiungibile. Irraggiungibile è anche la possibilità di prevenire l’infezione con un vaccino. Ma questa è un’altra storia.
Naturalmente, l'esperto è lui e non io. Io però continuo ad avere l'impressione che, dato che lui ha toppato ancora una volta, allora stia cercando di coinvolgere nel suo personale fallimento tutti gli altri. Non mi pare persona nel cui giudizio sia saggio riporre grande fiducia.
E il prof Aiuti non ha minimamente criticato Clerici, la mancata somministrazione della ART durante la gravidanza,l'aver dichiarato il bimbo guarito senza esami approfonditi,l'aver sospeso la terapia al terzo anno di età...no no,è dovuto tutto a poche ore di ritardo nell'inizio della terapia dopo la nascita.
Non voglio che l'enorme disagio che questa storia ha scatenato dentro di me mi spinga ad attribuire a questi medici anche responsabilità che non hanno.
Non so se siano stati loro a seguire la gravidanza, ma mi pare improbabile. Temo piuttosto che la mamma sia arrivata al parto senza essere stata seguita nei mesi precedenti. Altrimenti, qualcuno le avrebbe consigliato il test - non so se in gravidanza sia obbligatorio, forse è l'unico caso in cui lo è?
Forse quella mamma ha affrontato la gravidanza da sola e rappresenta un fallimento delle reti sociali di protezione, che esistono proprio per tutelare le persone nei momenti di maggiore fragilità.



Keanu
Messaggi: 282
Iscritto il: giovedì 31 luglio 2014, 12:14

Re: Milano:torna sieropositivo il bimbo che sembrava guarito

Messaggio da Keanu » mercoledì 8 ottobre 2014, 8:34

Non so se siano stati loro a seguire la gravidanza, ma mi pare improbabile. Temo piuttosto che la mamma sia arrivata al parto senza essere stata seguita nei mesi precedenti. Altrimenti, qualcuno le avrebbe consigliato il test - non so se in gravidanza sia obbligatorio, forse è l'unico caso in cui lo è?
Forse quella mamma ha affrontato la gravidanza da sola e rappresenta un fallimento delle reti sociali di protezione, che esistono proprio per tutelare le persone nei momenti di maggiore fragilità.
Hai ragione,non bisogna attribuire colpe a chi non c'entra, ma solo a chi c'entra, o all'indifferenza della società intera, che ha abbandonato una donna sieropositiva,incinta e tossicodipendente a sé. Bisognerebbe conoscere tutti gli aspetti della storia,e non parlo solo di medici ma anche di parenti e amici che non l'hanno aiutata e seguita.
Il test hiv non è obbligatorio in gravidanza,ma solo consigliato.
Ora rimane solo il rammarico per l'ennesimo bambino condannato a quest'inferno. Mi auguro per lui soprattutto che questo "microscopico mostro" venga annientato quanto prima!



Rispondi