Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, poten

Notizie scientifiche e mediche riguardanti il virus, l'infezione e la malattia da HIV. Farmaci, vaccini e cure in sperimentazione.
sun
Messaggi: 53
Iscritto il: sabato 16 agosto 2014, 22:26

Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, poten

Messaggio da sun » venerdì 22 agosto 2014, 22:25

Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, potential HIV cure

http://www.rdmag.com/news/2014/08/vault ... l-hiv-cure

Questo studio mi ha richaimato alla mente queste applicazioni, delle quali non so se ancora sono in corso:

Methods Development for Blood Borne Macrophage Carriage of Nanoformulated Antiretroviral Drugs

http://www.jove.com/video/2460/methods- ... e-carriage.



uffa2
Amministratore
Messaggi: 6752
Iscritto il: lunedì 26 novembre 2007, 0:07

Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da uffa2 » sabato 23 agosto 2014, 7:27



HIVforum ha bisogno anche di te!
se vuoi offrire le tue conoscenze tecniche o linguistiche (c'è tanto da tradurre) o sostenere i costi per mantenere e sviluppare HIVforum, contatta con un PM stealthy e uffa2, oppure scrivi a staff@hivforum.info

Dora
Messaggi: 7491
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da Dora » sabato 23 agosto 2014, 9:41

sun ha scritto:Questo studio mi ha richaimato alla mente queste applicazioni, delle quali non so se ancora sono in corso:

Methods Development for Blood Borne Macrophage Carriage of Nanoformulated Antiretroviral Drugs

http://www.jove.com/video/2460/methods- ... e-carriage.
Pochi mesi fa è uscito su Future Medicine un articolo, che raccoglie diverse interviste fatte in occasione del 4th Annual Meeting of the American Society of Nanomedicine. Soprattutto l'intervista a Tatiana Bronich e quella a Howard Gendelman mi sono parse molto utili per capire a che punto siamo nella ricerca di nanoforumulazioni di farmaci antiretrovirali e quale può essere l'uso delle nanoparticelle per arrivare a intaccare i reservoir:



sun
Messaggi: 53
Iscritto il: sabato 16 agosto 2014, 22:26

Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da sun » venerdì 29 agosto 2014, 3:06

Domanda al prof. Howard E Gendelman
Do you think such an approach could lead to HIV eradication?
Under the correct set of circumstances, I believe the answer is ‘yes’. In what circumstances would such eradication of HIV-1 be made possible by nanomedicines? The antiretroviral drug would have to be delivered to the right tissue, the right cell and the right subcellular organelle where active viral replication is operative. It would have to be the same tissues where native or conventional ART does not reach or if it did would gain access in only a subinhibitory concentration. Such tissues would include the brain, the gut and the lymphoid reservoirs. However, bringing the drug to sites of viral growth would not be sufficient to eradicate the virus. A second step would be needed to rid the sites of latent or restricted virus. This would entail destruction of such infected cells either by the immune system after stimulation of latent infection or by facilitating the death of these cells whether they be lymphocytes, macrophages or other cell reservoirs. Notably, bringing a drug that could modulate latent infection to sites of action would be a boost. Whether this would facilitate eradication or simply lower the already low amounts of virus in such circumstances is not known. However, the possibility exists that this type of approach could be successful.

Poi nel seguito parla di dieci anni....

Questi studi potevano essere incoraggiati di più ( anche se erano e sono delle ricerche di frontiera ,"Future Medicine" ) i centri di ricerca al mondo sono pochissimi.
Lo studio di Endsley e HO in cui ha descritto delle nanoparticelle lipidiche di IDV ricoperte di un peptide per mirare con le nanoparticelle i CD4, è di fine 2012 e si basa su altri piccoli studi sperimentali.
Quello citato da te nel post:
http://hivforum.info/forum/viewtopic.php?t=1090 - di Kinman è del 2006 (Optimization of lipid-indinavir complexes for localization in lymphoid tissues of HIV-infected macaques http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16760797 -

Non è una questione di date. La Ricerca va avanti non seguendo una linea retta. Probabilmente nel 2006 forse questo studio era troppo avanzato, anche se la ricerca di Kinman aveva evidenziato una concentrazione di Indinavir maggiore di 6 volte nei linfonodi dei macachi. (Dal punto di vista di un S+ forse meritava di + proseliti e finanziamenti), poi se oggi si parla di futura possibile eradicazione...



Dora
Messaggi: 7491
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da Dora » venerdì 29 agosto 2014, 7:26

sun ha scritto:Questi studi potevano essere incoraggiati di più ( anche se erano e sono delle ricerche di frontiera ,"Future Medicine" ) i centri di ricerca al mondo sono pochissimi.
Lo studio di Endsley e HO in cui ha descritto delle nanoparticelle lipidiche di IDV ricoperte di un peptide per mirare con le nanoparticelle i CD4, è di fine 2012 e si basa su altri piccoli studi sperimentali.
Quello citato da te nel post:
http://hivforum.info/forum/viewtopic.php?t=1090 - di Kinman è del 2006 (Optimization of lipid-indinavir complexes for localization in lymphoid tissues of HIV-infected macaques http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16760797 -

Non è una questione di date. La Ricerca va avanti non seguendo una linea retta. Probabilmente nel 2006 forse questo studio era troppo avanzato, anche se la ricerca di Kinman aveva evidenziato una concentrazione di Indinavir maggiore di 6 volte nei linfonodi dei macachi. (Dal punto di vista di un S+ forse meritava di + proseliti e finanziamenti), poi se oggi si parla di futura possibile eradicazione...
Ricordo che al CROI dell'anno scorso si parlò molto di nanomedicina. Il sito non è accessibile, ma c'è qualcosa in Natap:

http://www.natap.org/2013/CROI/croi_187.htm

Inoltre, ho appena letto un articolo di Margolis sul Journal of NeuroVirology - Translational challenges in targeting latent HIV infection and the CNS reservoir problem (anche questo lo trovi in Natap) - in cui le nanoparticelle sono considerate una via preferenziale per portare normali antiretrovirali e farmaci antilatenza ad attaccare il reservoir nel cervello.

Quanto alla lentezza con cui procedono queste ricerche ... sì, hai ragione. Però credo ci siano problemi tecnici da affrontare non di poco conto. Ad esempio, fino a poco tempo fa, continuavo a vedere citate nanoparticelle d'oro o di altri metalli. Adesso molte sono lipidiche, proteiche, idrosolubili, etc (Margolis continua a parlare di "gold nanoparticles", per la verità). A me pare un bel passo avanti, perché l'idea di particelle metalliche, per quanto minuscole, che si accumulano nel cervello non è che mi piaccia molto. Forse sono condizionata da quanto si legge sull'inquinamento da polveri sottili o sui tumori causati dall'asbesto, ma delle particelle che si distruggono o vengono semplicemente riassorbite dopo aver trasportato i farmaci dove servono mi piacciono assai di più.



skydrake
Messaggi: 9921
Iscritto il: sabato 19 marzo 2011, 1:18

Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da skydrake » venerdì 29 agosto 2014, 7:44

Dora ha scritto:...le nanoparticelle sono considerate una via preferenziale per portare normali antiretrovirali e farmaci antilatenza ad attaccare il reservoir nel cervello.
La fattibilità di questo aspetto non mi ha mai convinto.
La maggioranza degli antiretrovirali più utilizzati sono delle molecole medio-grosse che fanno molta fatica a passare la barriera emato-encefalica (non so le dimensioni di quelle approvate negli ultimi 2-3 anni). Le più piccole sono perlopiù le più vecchie (Nevirapina, AZT).

Alle molecole più grosse, tipo il Tenofovir, gli potranno attaccare nanoparticelle di tutti i tipi, ma se immaginiamo la barriera emato-encefalica come un setaccio, non passeranno comunque.



Dora
Messaggi: 7491
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da Dora » venerdì 29 agosto 2014, 7:53

skydrake ha scritto:
Dora ha scritto:...le nanoparticelle sono considerate una via preferenziale per portare normali antiretrovirali e farmaci antilatenza ad attaccare il reservoir nel cervello.
La fattibilità di questo aspetto non mi ha mai convinto.
La maggioranza degli antiretrovirali più utilizzati sono delle molecole medio-grosse che fanno molta fatica a passare la barriera emato-encefalica (non so le dimensioni di quelle approvate negli ultimi 2-3 anni). Le più piccole sono perlopiù le più vecchie (Nevirapina, AZT).

Alle molecole più grosse, tipo il Tenofovir, gli potranno attaccare nanoparticelle di tutti i tipi, ma se immaginiamo la barriera emato-encefalica come un setaccio, non passeranno comunque.
Magari il tenofovir no (*), ma altre molecole possono essere "nanoformulate" e per esempio il raltegravir è stato trasportato oltre la barriera emato-encefalica sulle ali di nanoparticelle d'oro. Questo è quanto scrive Margolis nell'articolo linkato sopra:
  • It is believed that improved drug delivery to the CNS will reduce the underlying persisting infection in the CNS and thus reduce the establishments of reservoirs. A proposed strategy to achieve this enhanced delivery of ART includes the use of nanotechnology. Nanoparticles (NPs) are solid colloidal particles in the nanometer range which can be used as delivery systems by absorption, entrapment, or covalent attachment of therapeutic drugs. Several different types of nanoparticles have been developed differing in their nature, such as liposomes, dendrimers, micelles, and inorganic crystals (Sanvicens and Marco 2008). In addition, some antiretroviral drugs can be nanoformulated and carried into monocyte-derived macrophages (Dou et al. 2009). These systems have proven to increase CNS drug penetration, in addition to offering potential for further benefits including the simultaneous deliver of different molecules or the increase of the drug bioavailability. Gold nanoparticles (AuNPs) comprise an interesting nanoparticle approach to be used for HIV therapy. Its small size, ~2-nm diameter, inert nature and multivalency make them attractive as carrier for drugs. AuNPs can be conjugated with an entry inhibitor and exert antiviral activity (Bowman et al. 2008). In addition, entry of AuNPs has been demonstrated in lymphocytes, macrophages, and microendothelial cells, without observable short-termtoxicity. Further, such particles can be fabricated to display conjugates of raltegravir, an HIV integrase inhibitor, and inhibit viral replication. Finally, AuNPs cross the BBB and can be found in the brain parenchyma in mice (Garrido et al. 2013).


(*) Ci sono però degli indiani - non so chi siano, né sono risalita al libro da cui è tratto il PDF - che scrivono di avere sviluppato e ottimizzato una nanoformulazione di tenofovir: http://shodhganga.inflibnet.ac.in/bitst ... er%206.pdf



cesar78
Messaggi: 360
Iscritto il: mercoledì 11 luglio 2012, 9:14

Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da cesar78 » venerdì 29 agosto 2014, 14:24

Le nanoparticelle d'oro però sono utili in un'altra applicazione tecnologica: questa macchina le utilizza per il monitoraggio dei pazienti (in paesi e/o zone con risorse limitate, ma forse viene usata anche nei nostri centri :?: ). I campioni di sangue vengono mischiati con le nanoparticelle e la macchina fa la conta dei CD4 (e altri parametri) in soli 8 minuti, potendo dare i risultati ai pazienti già durante la visita. Bella, no?

https://www.youtube.com/watch?v=707tIJTca8k



alfaa
Messaggi: 1465
Iscritto il: giovedì 24 ottobre 2013, 17:41

Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da alfaa » venerdì 29 agosto 2014, 14:36

Ma se la haart riuscisse a penetrare dovunque allo stesso modo,come fa nel sangue, il virus sarebbe eradicato o ci sarebbero altri ostacoli?

Se ho ben capito con queste nanoparticelle,si vorrebbe far arrivare la haart nei reservoir per distruggerlo dovunque?

Il medico intervistato mi sembrava fiducioso,diceva 10-20 anni crede ci possa essere l'eradicazione con questa tecnica( sempre se ho tradotto bene ).Certo 10 e 20 sono 2 tempi molto diversi e 20 anni non sono di certo pochi,però è sicuramente piu rassicurante di chi non sa manco se l'eradicazione potrà esserci



skydrake
Messaggi: 9921
Iscritto il: sabato 19 marzo 2011, 1:18

Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da skydrake » venerdì 29 agosto 2014, 15:30

alfaa ha scritto:Ma se la haart riuscisse a penetrare dovunque allo stesso modo,come fa nel sangue, il virus sarebbe eradicato o ci sarebbero altri ostacoli?

Se ho ben capito con queste nanoparticelle,si vorrebbe far arrivare la haart nei reservoir per distruggerlo dovunque?
No, io non avevo affatto capito questo. Forse è dovuto all'ambiguità del termine "reservoir", che indica sia gli anfratti dove più facilmente il virus si nasconde e si replica, come i linfonodi fibrotici, midollo e cervello, sia le singole cellule infette e latenti, come i CD4 memoria, le emopoietiche del midollo e gli astrociti del cervello.
Sono due cose leggermente diverse, che si vedono sopratutto nel caso dei linfonodi fibrotici, dove potrebbero non esserci cellule infette intrinsecamente reservoir (ma solo semplici CD4), posti dove comunque il virus si può replicare causa le basse concentrazioni degli antiretrovirali, in quanto li arrivano in concentrazioni molto inferiori.

Come fai a colpire i reservoir (in senso di cellule) latenti? Dovresti prima svegliarli, ma questo è un altro capitolo (vedi il tread sui farmaci anti-latenza).

Mi pareva che servissero (anche, innanzitutto, ma non solo) ad aumentare le concentrazioni degli antiretrovirali dove più servivano, tipo nei linfonodi e nel cervello.

Prendiamo anche solo il tenofovir dixoprofil. Mettiamo anche che non riescano ad aumentarne la concentrazione nel cervello per via della barriera ematoencefalica, ma che riescano ad aumentare la concentrazione di 6 volte nei linfonodi, come con l'indinavir.
Facendo cosi, a patto che in contemporanea tu prenda almeno un altro antiretrovirale che ti protegga il cervello e già avevi raggiunto la zero viremia, ne puoi prendere un dosaggio 6 volte inferiore a tutto vantaggio delle tue ossa, dei tuoi reni e dei mitocondri dei tuoi muscoli e del tuo fegato.

Se poi riuscissero a superare la barriera ematoencefalica (e per tutti gli antiretrovirali nelle colonne 2 e 3 della tabella del CPE Score, c'è questa possibilità concreta), allora le nanoparticelle permetterebbero davvero di ridurre drasticamente i dosaggi delle ART.
Ultima modifica di skydrake il venerdì 29 agosto 2014, 16:06, modificato 3 volte in totale.



Rispondi