Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, poten

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alfaa
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Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da alfaa » venerdì 29 agosto 2014, 15:48

Ah ok quindi sarebbe un modo per dare meno farmaci? Non è una possibile strategia di cura?

In quell'intervista pero si parla anche di eradicazione



skydrake
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Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da skydrake » venerdì 29 agosto 2014, 16:16

PS.
Qualcuno mi sa indicare una CPE score table (quella con le capacità di penetrazione nel cervello) più recente del 2010?

Immagine

Mi sarebbe piaciuto vedere come si piazzano gli ultimi antiretrovirali, come il Dolutegravir.

PPS
Notare che nella tabella sopra l'Indinavir , l'antiretrovirale oggetto dello studio precedente, ha già punteggio 4, cioè il massimo.
È facile nanotrasportare una molecola così piccola.
Molto più interessante sarebbe vedere il comportamento con le molecole con punteggio 3, anche perché sono molte e 3 vuol dire che ci passerebbe, ma la concentrazione non è più tanto elevata, ad esempio mi pare che il Prezista, pur avendo un punteggio di 3, raggiunge una concentrazione media nel cervello 10 volte inferiore rispetto a quella nel sangue.
Le nanoparticelle potrebbero potenzialmente aiutare molto gli antiretrovirali con punteggio 3.



skydrake
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Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da skydrake » venerdì 29 agosto 2014, 16:32

alfaa ha scritto: In quell'intervista pero si parla anche di eradicazione
Ma se la cellula infetta entrasse in latenza?

Se il DNA virale fosse già trascritto nel genoma della cellula, ma questa è latente e non sta facendo nulla, l'antiretrovirale ci potrà anche entrare ed uscire, ma che cambierebbe?
Gli antiretrovirali attualmente esistenti interferiscono sulla moltiplicazione del virus in una delle sue fasi (ingresso, integrasi, proteasi ecc.). Ma se la cellula infetta sta dormendo? Gli antiretrovirali mica individuano il DNA virale quando è già trascritto (casomai a farlo è qualche terapia genica, ma questo è un altro capitolo ancora).

La devi anche sveglia' sta' cellula, con della cortistatina, con dell'acido valproico o qualche altro farmaco antilatenza.



cesar78
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Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da cesar78 » venerdì 29 agosto 2014, 16:46

alfaa ha scritto:Ah ok quindi sarebbe un modo per dare meno farmaci? Non è una possibile strategia di cura?

In quell'intervista pero si parla anche di eradicazione
Ci sono due aspetti differenti su questo tema, come ha già ricordato skydrake anche in altri post: il primo, è l'uso delle nanoparticles per portare i farmaci in modo più netto e mirato. Possibili vantaggi: riduzione degli effetti tossici a lungo termine e prolungata emivita del farmaco (che potrebbe essere profuso a cadenza mensile o trimestrale, invece che giornaliera, vedi il GSK744).
Questo però potrebbe non bastare (l'intervista lo dice) -assolutamente non basta dico io- per l'eradicazione: occorre risvegliare hiv latente. Quindi il secondo aspetto di cui parlano è proprio quello di usare le nanoparticles nelle formulazioni di eventuali farmaci antilatenza e/o in combinazione a nanoparticelle di antiretrovirale. Insomma, il virus va svegliato e poi ucciso.

Nell'intervista su futurmedicine la professoressa Susan Swindells dice che "è troppo presto per speculare sulle nanoparticelle" ma che "la nanomedicina potrebbe migliorare la situazione". Alla domanda "L'eradicazione potrà mai essere raggiunta e in che modo può essere fatta?", lei risponde: "Abbiamo esempi di soggetti infetti con apparente eradicazione virale, quindi ciò sembra certamente raggiungibile. [...] Gli attuali sforzi per eliminare i reservoirs comprendono il cosiddetto approccio 'shock & kill', che prima attiva le cellule per indurre il virus latente, poi pulisce il virus attivato con la terapia antiretrovirale. [...] Purtroppo, questi sforzi non hanno avuto successo fino ad oggi e ora sembra che i reservoirs siano molto più grandi di quanto pensassimo."

Quindi, sì, è una strategia di cura. Funzionerà? Non lo sappiamo. 8-)



Dora
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Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da Dora » venerdì 29 agosto 2014, 17:03

Le nanoparticelle possono fungere da veicolo per trasportare sostanze in comparti difficilmente accessibili dell'organismo.
La ricerca con cui Sun ha dato inizio a questo thread riguarda proprio l'uso di certe nanoparticelle per trasportare un farmaco anti-latenza fino a cellule latentemente infette.
Quindi, la risposta alla domanda di Alfaa è: sì, questa tecnologia può essere utilizzata all'interno di una strategia di cura.

Per rendere le cose più comprensibili, copio qui il post sulle "Vault" che ho scritto per il thread sulla briostatina:
Dora ha scritto:Pareva che la
briostatina 1
e i suoi analoghi di sintesi - i "bryologs" - fossero destinati a non poter mai arrivare alla fase di sperimentazione sull'uomo a causa della loro tossicità.
Ma Paul Wender, il chimico di Stanford che ha creato i "bryologs", e Jerome Zack, immunologo, microbiologo e molte altre cose della UCLA, che da tempo lavora sulla briostatina, hanno unito le loro forze con quelle di Leonard Rome e del suo gruppo di ricerca alla UCLA, che studiano delle particolari nanoparticelle chiamate "Vault", create in laboratorio usando le medesime proteine che formano delle nanoparticelle in natura: dei gusci di proteine che contengono un nucleo lipofilo, che si lega con i lipidi, creando un ambiente che può essere riempito con sostanze terapeutiche.
Hanno così trovato il modo di far trasportare la briostatina da queste particelle di dimensioni minuscole (1 nanometro, infatti, equivale a 1 miliardesimo di metro) fin dentro le cellule del reservoir latente di HIV, dove la briostatina è stata rilasciata ed è riuscita a riattivare la trascrizione del virus senza che le cellule circostanti venissero danneggiate dalla tossicità di questa sostanza.
Questo ha funzionato sia su modelli cellulari, sia nei topi, che hanno ricevuto le Vault cariche di briostatina per via intravenosa, e ci porta un passo più vicini alla sperimentazione sull'uomo.


Immagine



FONTI:



alfaa
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Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da alfaa » venerdì 29 agosto 2014, 17:05

Ma quando dice 10-20 anni a che si riferisce ? Io avevo capito all'eradicazione( stima di questa dottoressa ovviamente)

Comunque io una cosa non ho capito ancora bene dell'hiv: i punti dove non arriva efficacemente la haart sono i reservoir , oppure i reservoir sono un'altra cosa , cioé un altro discorso?



Dora
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Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da Dora » venerdì 29 agosto 2014, 17:16

alfaa ha scritto:Ma quando dice 10-20 anni a che si riferisce ? Io avevo capito all'eradicazione( stima di questa dottoressa ovviamente)
Sì, una valutazione personale che lascia il tempo che trova. Molti ricercatori hanno il vizio di fare previsioni come se fossero degli indovini, tanto fra 10 o 20 anni nessuno glielo andrà a rinfacciare. E poi parlare di 10-20 anni significa non dire niente.
Comunque io una cosa non ho capito ancora bene dell'hiv: i punti dove non arriva efficacemente la haart sono i reservoir , oppure i reservoir sono un'altra cosa , cioé un altro discorso?
La ART arriva in certi punti del corpo (linfonodi, tessuti, sistema nervoso centrale, per esempio) meno bene che in altri. Questi punti vengono chiamati "santuari farmacologici": sono comparti in cui il virus replica attivamente, non è in latenza. Dove invece il virus è latente, cioè in diversi tipi di cellule quiescenti, allora si parla di "reservoir latente".
Sui santuari farmacologici puoi leggere il thread [CROI 2012]C. Fletcher: sconfiggere i santuari farmacologici.



alfaa
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Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da alfaa » venerdì 29 agosto 2014, 17:35

Ok grazie dora, quindi nei reservoir latenti la haart arriva pure ma è inutile in quanto sono latenti appunto?
I genitali dove la haart invece arriva di solito meno bene, che tipo di reservoir sono? Li il virus è tutt'altro che latente



sun
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Nano Atazanavir + URMC-099

Messaggio da sun » venerdì 29 agosto 2014, 23:51

http://www.urmc.rochester.edu/news/stor ... fm?id=4146

URMC-099 antiinfiammatorio che aumenta l'efficacia del Nano ATV.

Se questi Nano farmaci ARV esistono perchè non si spinge ad utilizzarli invece di attendere...
Ad esempio questa sperimentazione partirà nel 2015.
Il Nano Atazanavir è già disponibile (in sperimentazione).
I nano arv non si potrebbero portare a fase IIB (quindi, avere un percorso accelerato di approvazione)?

Novel Kinase and Nanoformulated Protease Inhibitors for Eradication of CNS HIV-1
http://croiconference.org/sites/all/abstracts/522.pdf
https://www.collectiveip.com/grants/NIH:8736399



Rob_Rob
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Re: Vault nanoparticles show promise for cancer treatment, p

Messaggio da Rob_Rob » giovedì 2 febbraio 2017, 11:37

Copio da yahoo

WASHINGTON — An experimental compound boosts the effectiveness of HIV drugs so they may only have to be taken once or twice a year. The developers say the drug, which is not a cure, could make compliance with HIV treatment easier.

The virus that causes AIDS has a number of ways to survive in human cells despite treatment.

One mechanism involves disarming a biological process known as autophagy. Under normal circumstances, autophagy allows cells to sweep away debris, including viruses; but, by suppressing this function, HIV is able to keep on infecting white blood cells, eventually leading to a breakdown of the protective immune system.

Combination therapy

Now, researchers at the University of Rochester Medical Center in New York have successfully tested the drug, called URMC-099, that, when combined with two reformulated antiretroviral drugs, frees up this cleansing function. That allows cells to digest any remnants of the AIDS virus that are left behind after treatment.

By itself, without the HIV drugs, 099 has no antiviral effect and researchers are exploring the reason; but. in combination, it could lead to the development of long-lasting HIV therapy whose effects could last for six or even 12 months.

Harris Gelbard is director of the university's Center for Neurodevelopment and Disease and one of the innovators of this experimental agent.

“We've actually been able to clear virus [HIV] from lymph nodes, spleen, liver, brain and keep it in check for far greater lengths of time than would normally be the case," he reported.

Available to all?

Gelbard said long-acting HIV drugs would improve compliance with the regimen. He notes resistance to AIDS drugs can develop if a patient misses a single dose.

Gelbard says the aim is to make the experimental drug widely available.

“We don't want this to be in the purview of Western medicine where it costs $100,000 for treatment, because that's never going to reach Saharan Africa or eastern Asia," he said. "No, we want this available in much the same way that you could have people [clinicians] traveling around and giving shots to folks in villages that would let them live with this disease but in a far more manageable fashion.”

Gelbard said he expects to begin human clinical trials with URMC-099 sometime next year with it becoming available within five years.

The results of his studies in human cells and mice were published in The Journal of Clinical Investigation.
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