Vaccino Ensoli

Notizie scientifiche e mediche riguardanti il virus, l'infezione e la malattia da HIV. Farmaci, vaccini e cure in sperimentazione.
mariolinoa

Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da mariolinoa » domenica 25 novembre 2012, 8:56

sky..mi sembri il lupo di fedro.ti vai pure ad inventare l'accezione riduttiva. :) ti sei confuso con mantra.



Dora
Messaggi: 7497
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » domenica 25 novembre 2012, 18:12

Immagine

Da http://www.vittorioagnoletto.it/2012/11 ... -dellaids/

Questo post è stato ripreso da altri blog (per esempio qui) con l'aggiunta di un post scriptum:



Dora
Messaggi: 7497
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » martedì 27 novembre 2012, 17:53

Oggi su Repubblica è uscito un articolo, a firma di Maurizio Paganelli, che tratta del libro di Agnoletto, del negazionismo di Duesberg, dello yoghurt di Ruggiero e di tante altre cose. Vengono inoltre pubblicati la prefazione di Robert Gallo ad "AIDS: lo scandalo del vaccino italiano" e una reazione di Barbara Ensoli.
L'articolo è a pagamento, ma una versione in PDF si può trovare qui.


*******************************************

AIDS “TEST RAPIDI SULLA SALIVA CONTRO L’HIV NASCOSTO POI FARMACI PREVENTIVI”

Creare o utilizzare luoghi non “medicalizzati” dove chiunque possa fare i test rapidi sull’Hiv: solo così possiamo far emergere il sommerso dei sieropositivi, vera “bomba ad orologeria” per l’espandersi dell’infezione che si è stabilizzata, si calcola, intorno ai 3-4 mila casi l’anno in Italia. «In Spagna hanno utilizzato centri d’arte e ritrovi sociali di musica, con test salivari ora ampiamente attendibili. Lo stigma e la vergogna per una malattia che oggi si può trattare è ancora assai ampio, come ha registrato anche il report Unaids appena pubblicato», dice, alla vigilia dell’1 dicembre, giornata mondiale sull’Aids, Stefano Vella, 60 anni, direttore dipartimento del farmaco all’Istituto Superiore di Sanità, ex presidente Ias (International Aids Society), uno dei ricercatori “storici” nella lotta all’Aids. Le notifiche dei casi, anche dei sieropositivi, che si stanno promuovendo nelle Regioni, sta portando ad un quadro più attendibile sui dati: 160-170 mila le persone che convivono con il virus (nel mondo sono 34 milioni, Unaids 2012). «Non bisogna abbassare la guardia, i farmaci antiretrovirali ora funzionano meglio, sono tanti (oltre 30) ma minori gli effetti collaterali, 3 pillole giornaliere contro le 28 di un tempo; ma sono un trattamento per tutta la vita, non una cura», avverte Vella, «E ora il virus ci accerchia: dal report Unaids emerge l’avanzare preoccupante dell’infezione nell’Europa dell’Est e in Medio Oriente: siamo accerchiati e gli spostamenti e interconnessioni rendono fragile ogni barriera».
Test rapidi per individuare chi è infettato ma non ha sintomi e soprattutto, segnala Vella, «utilizzo dei farmaci antiretrovirali in funzione preventiva: ci sono evidenze che dicono che trattando un sieropositivo asintomatico e con infezione non sviluppata, si diminuisce del 96% la sua possibilità di trasmissione del virus. Subito i farmaci, quindi, per proteggere il partner e se si ha, per esempio, l’epatite».
Adesso Vella sta lavorando alle nuove Linee guida sull’Aids dell’Oms (le ultime del 2010) che vedranno luce il prossimo anno: «Raccomandazioni legate alla fine delle diseguaglianze e al doppio standard (Nord e Sud del mondo): farmaci migliori ovunque (anche le case farmaceutiche sembrano concordare), identica stima sui livelli di infezione (il conteggio dei linfociti Cd4 il cui livello-limite era diverso), necessità del monitoraggio della terapia. Poi bisogna rafforzare i sistemi sanitari e guardare alle nuove cronicità: diabete e pressione alta accompagnano il 30% dei sieropositivi, non solo la tubercolosi che è la prima causa di morte per questi malati... ».
Sui vaccini Vella parla di obiettivo lontano (“Se fosse facile, lo avremmo già”), mentre la polemica su quello “italiano” di Barbara Ensoli, legata al libro di Agnoletto e Gnetti (prefazione di Robert Gallo e risposta di Barbara Ensoli qui a fianco, ndr) investe l’Istituto Superiore di Sanità. Nel libro-denuncia se ne ripercorre la storia, le polemiche sui dati, la lite Aiuti-Ensoli, le accuse sulla gestione dei fondi, il “familismo di laboratorio” (fratello, cognata, ex marito), la mancata trasparenza e gli scarsi risultati (mai citato tra i candidati-vaccini dalle riviste più autorevoli). La Ensoli crede, come ogni ricercatore in buona fede, nel suo progetto, replica e va avanti.
Ma mentre i successi dei farmaci antiretrovirali sono sotto gli occhi di tutti, riaffiora da internet lo spettro dei “negazionisti” sul rapporto Hiv-Aids. «Un atto criminale, allontana le persone dal trattamento», taglia corto Vella, mentre la Lila si è appellata a Beppe Grillo per fargli “rimangiare” le affermazioni di un video- spettacolo di due anni fa e mai corrette. Sotto tiro anche la “cura allo yogurt” del biologo Ruggiero (università di Firenze), criticato da Hiv forum, Anlaids, Lila, ma da lui smentita. Il caso e le polemiche su un suo articolo con il “padre del negazionismo” Peter Duesberg è stato raccontato da Nature
.

*******************************************

Ecco la prefazione del virologo Usa al libro di Agnoletto e Gnetti sul “caso italiano”

“Vaccino Tat, un’idea illogica E da 15 anni nessun risultato”

Molti anni fa (primi anni Novanta), Barbara Ensoli venne nel mio laboratorio, all’epoca al National Cancer Institute (..), a Bethesda, in veste di ricercatrice post-dottorato. Lei e altri giovani ricercatori lavorarono con me sulla biologia del Sarcoma di Kaposi. (...) Esso è causato da un Herpes virus, ma la concomitante presenza dell’Hiv ha agevolato la diffusione di questo tumore, in genere molto raro. Barbara era molto attiva e lei e i suoi colleghi avevano svolto un buon lavoro nello studio sulle alterazioni infiammatorie che favorivano lo sviluppo del sarcoma. Parte dell’aumentata attività infiammatoria sembrava essere mediata da una specifica proteina dell’Hiv, la Tat, scoperta in precedenti studi condotti in collaborazione tra ricercatori del mio gruppo e del gruppo di Harvard di Haseltine, Sodrowski e loro collaboratori.
Dopo il suo ritorno in Italia rimasi molto sorpreso nell’apprendere (...) che Barbara fosse “a capo di un gruppo di ricerca sui vaccini” e controllasse in qualche modo i finanziamenti. (...) Barbara non aveva mai realmente lavorato in immunologia, tantomeno sui vaccini. E in realtà aveva lavorato di rado sui virus. Naturalmente non erano affari miei. La prima volta che venni a sapere che Barbara lavorava a un vaccino usando la Tat fu nel 1998 al mio ritorno da un meeting in Giappone (...). Nella conferenza stampa citai il lavoro del mio amico Daniel Zagury di Parigi. In quella occasione parlai brevemente dei suoi esperimenti con i dottori Gringeri e Santagostino a Milano, i quali avevano fatto uso (fra le altre cose) della proteina Tat dell’Hiv. Avevano già pubblicato numerosi lavori scientifici su questo approccio che annoverava alcuni modesti risultati positivi come vaccino terapeutico. (Il termine corretto dovrebbe essere “immunoterapia” in modo da evitare confusione con un vero vaccino che previene l’infezione.) (...) Rimasi sconcertato nell’apprendere che in un articolo (...) Barbara si chiedeva stizzita perché mi fossi preso il merito del suo lavoro sul vaccino “italiano” (...) Innanzitutto mi riferivo a Zagury e Gringeri, non a me stesso (...), l’intera questione mi sembra banale dal momento che non credevo allora, come non credo ora, che esista un grammo di logica (né dati) che indichi nella Tat un possibile efficace vaccino. (...). La Tat suscitò un qualche interesse come vaccino terapeutico nella prima metà degli anni Novanta ma non dopo il 1995, quando ormai erano disponibili terapie farmacologiche anti-Hiv estremamente efficaci.
Quando incontrai Barbara un anno o due dopo, negò di aver mai rilasciato quelle dichiarazioni alla stampa e affermò che doveva trattarsi dell’iniziativa di qualcuno intenzionato a seminare inimicizia tra me e lei (...) Il gruppo di Milano non ricevette ulteriori finanziamenti e in molti mi hanno spiegato che sarebbe dipeso dal desiderio di Barbara di non avere concorrenza. (...) La Tat è un’idea illogica per un vaccino preventivo; infatti dopo 15 anni non esistono risultati convalidati (...). Ho provato vergogna nel leggere del “vaccino italiano” (...) se anche si fosse trattato del vaccino perfetto, sarebbe stato presuntuoso e ingenuo definirlo “italiano”. Se tutti si rifacessero a questo stile, più della metà delle ricerche sull’Hiv sarebbe definita americana (...). Penso che una lezione da trarre in questo caso sia l’incapacità di agire e di pronunciarsi degli scienziati italiani di primo piano.


ROBERT GALLO
Dir. Inst. Human Virology Maryland. Ha 75 anni

*******************************************

E questa è la reazione di Barbara Ensoli.

La ricercatrice Iss: “Su PlosOne tutti i dati. Ho 300 lavori pubblicati. Io ci credo”

“Completata la fase II, funziona Distorte e surreali le sue ipotesi”


BARBARA ENSOLI

Dispiace tornare per il 1° dicembre su vecchie polemiche e non guardare al futuro. Credo nel vaccino Tat che stiamo sperimentando all’Istituto Superiore di Sanità. Coinvolge centinaia di volontari, per loro sento il dovere di intervenire.

Sul vaccino
Il programma vaccino è giunto al completamento della fase II della sperimentazione terapeutica con eccellenti risultati pubblicati su PlosOne.
Anche l’ultima scoperta, appena uscita su PlosOne, sul meccanismo con cui la proteina Tat del virus promuove l’infezione, spiega le ragioni per cui gli altri vaccini, basati sulla sola proteina Env del virus non possono funzionare. Il perché è riportato su http://www.hiv1tatvaccines. Info/italian/news.php.

Sui fondi
Per arrivare a questi risultati sono stati utilizzati fondi dieci volte inferiori all’industria, come riportato da IAVI nel 2011. Sono stati impiegati per le nostre sperimentazioni cliniche: €11,25 milioni totali netti provenienti dal ministero della Salute e per la sperimentazione in Sudafrica €7,5 milioni netti provenienti dal ministero degli Affari Esteri.

Sui fatti
La ricostruzione dei fatti che Gallo fa nella prefazione è distorta e incorretta, ma non stupisce più di tanto. Su di lui ha già detto tutto nel suo libro il premio Pulitzer John Crewdson pubblicato nel 2002 e recensito su http://www.sciencefictions.net e su Science Editor.
Ho iniziato a lavorare con Gallo nel gennaio del 1986. Nel 1990 avevo già pubblicato13 articoli, di cui 5 su Science e 5 su Nature, sull’infezione da Hiv e sulla patogenesi del Sarcoma di Kaposi associato all’Aids. La mia formazione include la specializzazione in allergologia e immunologia clinica oltre al dottorato di ricerca in immunologia. Ho pubblicato oltre 300 lavori scientifici su riviste internazionali peer-reviewed, più di un terzo sul Tat, base per lo sviluppo del vaccino. Nel 1995, tornata in Italia, le strutture dell’Iss mi hanno poi consentito di avviare gli studi preclinici.

Sul Tat
Relativamente a Zagury e Gringeri, vorrei chiarire che essi hanno utilizzato un Tat modificato chimicamente chiamato “tossoideTat”, pubblicato su Human Virology, diretto dallo stesso Gallo nel 1998, e non negli anni 80 e molto differente dal prodotto biologicamente attivo utilizzato dall’Iss.

Sulla ricerca italiana
L’ipotesi di Gallo che io sia capace di orientare l’intero sistema ricerca pur di non avere concorrenti, è semplicemente surreale.
L’appellativo di vaccino “italiano” è nato mediaticamente per indicare che è stato sviluppato nel nostro Paese e con il contributo delle nostre Istituzioni.
Grazie al Programma Nazionale Aids, gli scienziati italiani sono tra i primi al mondo per scoperte e pubblicazioni, nonostante l’enorme differenza tra il budget italiano e quello dell’Nih, che per il vaccino ammonta a 561 milioni di dollari nel solo 2010. Questa è per me soprattutto l’occasione per ringraziare i 309 volontari che ad oggi hanno partecipato alle nostre sperimentazioni in Italia e in Sudafrica.



Dora
Messaggi: 7497
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » giovedì 29 novembre 2012, 6:36

Quanto mi dispiace che il nostro archivio sia chiuso! Ogni parola pronunciata da Agnoletto nel video qui sotto postato dalla Feltrinelli su YouTube (e visionabile anche nel sito della casa editrice), OGNI PAROLA è stata scritta o da Leon o da me negli anni scorsi.



La contro-replica della Feltrinelli - a nome di Agnoletto e Gnetti - alle dichiarazioni rilasciate da Barbara Ensoli a Repubblica:

  • "[L]a dottoressa Ensoli, non solo non smentisce nulla di quanto contenuto nel libro, anzi ne conferma totalmente il contenuto".
    "Non e' un caso che non parli del vaccino preventivo, continua la nota, il vero e proprio vaccino che, a distanza di 14 anni dal grande annuncio mediatico e dopo un grande utilizzo di risorse pubbliche, rincomincia il suo percorso dall'inizio, dalla fase I e con un disegno clinico totalmente diverso".


Fonte: http://www.dirittiglobali.it/home/categ ... ioniq.html



Dora
Messaggi: 7497
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » giovedì 29 novembre 2012, 16:35

Ho finito di leggere AIDS - Lo scandalo del vaccino italiano.

Mi è parso un libro onesto, per nulla scandalistico, ogni affermazione perfettamente documentata.

Pone le stesse domande che ci siamo posti qui nel corso degli anni. Segue i medesimi ragionamenti. Avanza le critiche sia "scientifiche", sia "etiche", sia "politiche" che anche noi abbiamo avanzato.

Insinua molto poco e racconta e dimostra molto.

Lascia qualche domanda aperta, a causa delle mancate risposte da parte di chi, probabilmente, avrebbe tanto da dire e nessuna voglia di parlare.

È un bel libro e se Barbara Ensoli, non contenta di aver perso la causa contro Aiuti, sta pensando di querelarne gli autori, credo che avrà vita durissima e perderà di nuovo.

Se questo libro non resterà lettera morta, ma qualcuno - qualche ricercatore, qualche politico, forse anche qualche magistrato - deciderà di andare a fondo e di svelare gli aspetti che ancora aspettano di essere chiariti, questo presumibilmente segnerà la fine scientifica di Barbara Ensoli e del suo vaccino pontino. Forse anche la fine di Garaci e qualche benefico cambiamento nell'ISS. Magari questo comporterà una maggiore apertura verso quei gruppi di ricerca che sono stati finora penalizzati da quella specie di idrovora di denaro pubblico che è stato il vaccino pontino.

È però un libro che mi ha davvero sconvolto.

Conoscevo quasi tutto, di questa bruttissima storia. La seguo da sempre e negli ultimi anni credo di non essermene persa una puntata. Mi mancava soltanto il versante sudafricano, ma non cambia nulla nella valutazione che do di questa vicenda, perché ne è corollario perfettamente coerente.

Eppure, nonostante nulla mi sia parso nuovo, leggere il libro tutto d'un fiato e ritrovarmi davanti - tutte insieme nel breve volgere di poche ore - le stesse domande e le stesse perplessità e lo stesso, incoercibile, senso di schifo che, invece, si erano diluiti nel tempo, è stato peggio che ricevere un pugno nello stomaco.



skydrake
Messaggi: 9925
Iscritto il: sabato 19 marzo 2011, 1:18

Vaccino Ensoli

Messaggio da skydrake » giovedì 29 novembre 2012, 22:11

A me interessa poco dei retroscena del vaccino, che la Ensoli prima non si era mai occupata di vaccini o che il premio nobel Robert Gallo consideri la via della TAT un'idea bislacca. A me interessa un passaggio fondamentale:

Robert Gallo afferma che "dopo 15 anni non esistono risultati convalidati"

La Ensoli risponde con "Sul vaccino Il programma vaccino è giunto al completamento della fase II della sperimentazione terapeutica con eccellenti risultati pubblicati su PlosOne."

Ciò che é stato pubblicato su PlosOne é stato ampiamente dibattuto da Dora e Leon. Premesso che i dati sono aggregati in modo come fatto apposta per non essere letti, mi ricordo le vostre perplessità su come la Ensoli si scegliesse i pazienti da mettere nelle sue sperimentazioni (é chiaro che se si scelgono persone alla Carletto si otterranno ottimi risultati). È qui si ritorna alla frase di Robert Gallo, in particolare all'ultima parola, "convalidati", avverbio che i risultati della Ensoli sembrano non rispettare. Dopo 15 anni e aver risucchiato addirittura metà dei fondi per la ricerca sull'AIDS stanziati dall'Italia.

Finché lo si diceva qui, erano semplici dubbi e perplessità di profani, ma qui a ribadirlo é un premio Nobel, forse la massima autorità mondiale sull'HIV e l'AIDS.



Dora
Messaggi: 7497
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » venerdì 30 novembre 2012, 7:50

skydrake ha scritto:A me interessa poco dei retroscena del vaccino, che la Ensoli prima non si era mai occupata di vaccini o che il premio nobel Robert Gallo consideri la via della TAT un'idea bislacca. A me interessa un passaggio fondamentale:

Robert Gallo afferma che "dopo 15 anni non esistono risultati convalidati"

La Ensoli risponde con "Sul vaccino Il programma vaccino è giunto al completamento della fase II della sperimentazione terapeutica con eccellenti risultati pubblicati su PlosOne."

(...) Finché lo si diceva qui, erano semplici dubbi e perplessità di profani, ma qui a ribadirlo é un premio Nobel, forse la massima autorità mondiale sull'HIV e l'AIDS.
Chissà quanto sarebbe contento Gallo a vedere così riequilibrato il verdetto dell'Accademia delle scienze svedese! ;)

Sono d'accordo con te: il cuore del problema è una sperimentazione probabilmente inutile perché già 15 anni fa si sapeva che usare la Tat per un vaccino preventivo era una strada sbagliata. Una sperimentazione, per di più, mal impostata e pessimamente condotta, in cui il passaggio dalla fase I alla II non è stato adeguatamente giustificato, in cui gli obiettivi sono cambiati in corso d'opera senza che nessuno dicesse "scusate, abbiamo mirato sbagliato", una fase II di cui sono stati resi pubblici dei dati molto parziali, raffazzonati, il colpo di teatro di una nuova fase I con un vaccino completamente diverso la cui giustificazione teorica viene pubblicata solo quando la sperimentazione clinica è già partita da mo', etc. etc.

Tutte le critiche che abbiamo segnalato più e più volte: dal presunto braccio di controllo con dentro la qualunque, mentre chi aveva ricevuto il candidato vaccino era stato scelto con il lanternino perché *andasse bene*, all'assenza di placebo, alla diminuzione enorme, rispetto al protocollo iniziale, del numero di pazienti arruolati, senza che nessuno desse conto di quanto si stava facendo, all'impossibilità di capire che cosa avesse fatto davvero a livello di ricostituzione immunitaria quel vaccino, dal momento che tutti i pazienti erano rimasti sempre sotto antiretrovirali ... Adesso non sto a riprendere tutto quel che abbiamo scritto in passato.

Ed è ben vero che se queste criticità (passami l'eufemismo, per favore!) le abbiamo notate noi profani, figuriamoci se ci si mette un esperto a far le pulci agli articoloni della Ensoli.

Detto questo, rimane il fatto che queste sperimentazioni non sono nate nel vuoto, non sono state autofinanziate dalla famiglia della dottoressa Ensoli, non hanno arruolato pazienti solo dall'Agro Pontino. Quindi, pur con tutta la nausea che questo può causare, capire perché la metà dei fondi pubblici destinati alla ricerca sull'HIV/AIDS sono andati a una sperimentazione che neppure avrebbe dovuto nascere, figuriamoci poi trascinarsi per 15 anni e ricominciare ex novo proprio quest'anno, ne converrai che è nell'interesse sia dei malati che sono stati illusi, sia dei sani che si sono convinti che il vaccino pontino era già qui, sia di chi ha magari perso delle valide opzioni terapeutiche, perché certe linee di ricerca non sono state seguite in quanto nessuno le ha finanziate. Sia dei contribuenti che hanno visto buttare nelle fogne il loro denaro.

Insomma, qui mi pare molto difficile distinguere fra forma e sostanza.



Dora
Messaggi: 7497
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » domenica 2 dicembre 2012, 11:05

Venerdì scorso, Stealthy ed io siamo andati ad ascoltare la presentazione del libro di Agnoletto.
Del libro stesso non è stato detto nulla di più di quanto abbiamo già riportato in questo thread. A una mia domanda sulle reazioni che si attendono da parte dell'ISS, Agnoletto ha risposto - sostanzialmente - con un "non sappiamo, magari ci quereleranno, anche se è difficile che la Ensoli abbia una gran voglia di riprovarci, dopo essere uscita con le ossa rotte dalla causa contro Aiuti. Reazioni ufficiali non ce ne sono state, a parte le dichiarazioni della Ensoli a Repubblica."
Le abbiamo lette, quelle dichiarazioni, e paiono assai deboli, davvero poco convincenti.
Oggi esce sul Sole 24 ore un articolo di Sylvie Coyaud, che era venerdì alla libreria Feltrinelli a presentare AIDS - Lo scandalo del vaccino italiano.
Lo riporto qui non tanto perché dica qualcosa che ancora non sappiamo, quanto perché mi piace molto Sylvie e il modo in cui lavora, affrontando anche lei con coraggio querele e minacce di ogni tipo. E anche perché parla di noi e perché spero che qualcuno raccolga l'auspicio che conclude sia il suo articolo, sia il libro di Agnoletto e si decida a dire quello che sa.
Buona domenica a tutti.


Aids, il vaccino che non c'è

Sylvie Coyaud
02 dicembre 2012


In un articolo ricevuto da «Plos One» il 15 maggio e pubblicato il 13 novembre scorso, quarantacinque ricercatori descrivono l'interazione tra Env e Tat, due proteine del virus Hiv, osservata nelle cellule di macachi infettati con un virus simile. «Potrebbe spiegare la bassa efficacia di vaccini basati sull'Env... Siccome la Tat si lega all'Env» e si sarebbe mostrata efficace in trial clinici di fase 1 e 2, «nuove strategie dovrebbero fruttare quelle interazioni sia per i vaccini preventivi che per quelli terapeutici».

L'efficacia della Tat è ignota finché non usciranno i risultati della fase 1 conclusa nel 2005, e della fase 2 tuttora in corso. Eppure «in base a questi risultati, un nuovo esperimento clinico di fase 2 è iniziato in Sudafrica su pazienti» e «complessi Tat-Env sono provati come prevenzione in fase 1 in Italia», anche se «questi risultati» erano inediti fino a due settimane fa e nessuno li ha confermati.

Perciò abbiamo letto anche Aids. Lo scandalo del vaccino italiano. Vittorio Agnoletto e Carlo Gnetti chiedono com'è possibile che dal 1998 le ricerche di Ensoli ricevano il 50% dei fondi nazionali per l'Aids; i finanziamenti siano decisi dai beneficiari; i controlli svolti da parenti e amici; i pazienti reclutati e poi eliminati in corso d'opera; le obiezioni degli scienziati liquidate con un "tutta invidia" o si "facciano i fatti loro". Quelle di Robert Gallo soprattutto, scopritore della Tat, nel cui laboratorio – si apprende dalla sua prefazione al libro – Barbara Ensoli non si occupava di virus.

Nessuno del suo gruppo e dell'Istituto nazionale di Sanità (Ins) ha accettato di rispondere alle domande degli autori. Eppure Agnoletto lo conoscono tutti, da medico e fondatore della Lega italiana per la lotta all'Aids, parlamentare, dalla fine degli anni 80 segue i percorsi di ogni vaccino con una speranza tenace. Sa pure a memoria il codice di Helsinki che tutela i pazienti, conosce le regole. Ah, ma all'Ins, gli era stato detto in passato, le regole sono diverse! Tutte flessibili, salvo quella che vieta ogni critica, pena la perdita del lavoro. Fra gli esperti che non fanno parte del gruppo Ensoli, qualcuno parla ma solo a condizione di rimanere anonimo. Fra i politici e i colleghi della scienziata, c'è «un'epidemia di smemoratezza». Fa eccezione il professor Fernando Aiuti del l'università La Sapienza, che dal 2003 interpella le autorità competenti sulle carenze del trial di fase 1 al quale partecipava. Non lo fa tacere nemmeno il processo per diffamazione che Ensoli gli intenta (e perde).

Agnoletto e Aiuti rissano da sempre sul ruolo delle case farmaceutiche nella ricerca e hanno simpatie politiche opposte, ma «in questa vicenda, senza esserselo mai detto, si sono trovati dalla stessa parte», in cerca della verità. Insieme alla veterinaria Antonella Comini, cacciata perché pretendeva di far rispettare le regole almeno per i macachi il cui maltrattamento inficiava i risultati; a Gilberto Corbellini, professore di storia della medicina alla Sapienza e collaboratore di un quotidiano che, sospettiamo, non è tanto caro ad Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum nel 2001. Li mette fra quelli in cerca di verità anche loro, preoccupati come lui per i pazienti arruolati, soprattutto in Sudafrica, arrabbiati come lui per le promesse assurde e i comportamenti a rischio che hanno suscitato. Per l'arroganza del presidente Garaci che regna onnipotente sull'Iss per diritto politico se non divino, e mobilita i cronisti fedeli contro chi esige un po' di trasparenza, per favore, ché sta spendendo soldi nostri.

«Non avremmo voluto scrivere questo libro», dicono gli autori. Né avremmo voluto leggerlo. Non è un capolavoro infatti, solo una breve istruttoria, prove raccolte in fretta per uscire entro il 1° dicembre perché almeno nella giornata mondiale dell'Aids altri chiedano "com'è possibile?" ai ministri della Sanità e degli Esteri. Se siamo in tanti con i «testimoni» che non sono rimasti zitti, i volontari e i sieropositivi che ne discutono sui forum, forse questa volta risponderanno.



Dora
Messaggi: 7497
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » domenica 2 dicembre 2012, 15:57

A margine della presentazione del libro fatta venerdì pomeriggio a Milano, Agnoletto ha rilasciato una lunga e dettagliata intervista a Emiliano Silvestri per Radio Radicale, durante la quale racconta molte delle cose che sono state dette alla presentazione.
Eccola qui:



Licenza Creative Commons attribuzione 2.5



friendless

Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da friendless » domenica 2 dicembre 2012, 19:52

C'era tanta gente alla presentazione del libro?



Rispondi