Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

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alfaa
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da alfaa » lunedì 1 settembre 2014, 22:13

Ma se fosse come teme admeto allora che senso avrebbe fare vaccini? Se davvero ogni vaccino dovesse essere personalizzato, come si farebbe? La strada del vaccino non sarebbe fallimentare in partenza vista (la credo palese) impossibilità di personalizzare per ciascuno il vaccino?



cesar78
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da cesar78 » martedì 2 settembre 2014, 0:57

Dora ha posto un ottimo dubbio che può essere un impressionante difetto in questa ricerca. Io però non sono riuscito a trovare nulla di più sui dati di Andrieu.

Un vaccino "personalizzabile" su un virus come HIV è impensabile: basti pensare alle combinazioni tra tipi di virus e mutazioni, parliamo di centinaia(?), migliaia(?) di virus diversi. :o :(



alfaa
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da alfaa » martedì 2 settembre 2014, 15:40

cesar78 ha scritto:Dora ha posto un ottimo dubbio che può essere un impressionante difetto in questa ricerca. Io però non sono riuscito a trovare nulla di più sui dati di Andrieu.

Un vaccino "personalizzabile" su un virus come HIV è impensabile: basti pensare alle combinazioni tra tipi di virus e mutazioni, parliamo di centinaia(?), migliaia(?) di virus diversi. :o :(

Si infatti questo dicevo,come farebbero a fare un vaccino personalizzabile? Non ho idea di come possa funzionare un vaccino terapeutico però credo che un sistema in tal senso lo stiano studiando , cioè non credo che produrrebbero un vaccino valido solo per un tipo di virus sarebbe una cosa quasi inutile. Almeno spero.



admeto
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da admeto » martedì 2 settembre 2014, 19:47

Scusate, nel mio messaggio precedente cercavo di essere sintetico, ma sono riuscito ad essere soltanto poco chiaro.

Parlavo genericamente di vaccino, ma in realtà intendevo riferirmi esclusivamente ad un uso terapeutico – e non preventivo – del vaccino di cui si parla in questo thread… nella mia mente ormai esistono solo i vaccini terapeutici…

Ecco quello che intendevo dire: questo vaccino ha avuto sulle scimmie risultati “impressionanti”, però potrebbe avere l’enorme limite di essere efficace solo contro il virus utilizzato per produrlo.
Se ciò fosse confermato, significherebbe che è impossibile usarlo in via preventiva.

Mi domandavo quindi se non sia ipotizzabile un suo recupero come terapia immunomodulante basata sul virus di ciascun paziente trattato: un vaccino "personalizzato" potrebbe forse produrre i medesimi effetti impressionanti anche sugli uomini... Ma nel formulare la domanda mi rendo conto che non si tratta di un vero quesito, ma piuttosto di una speranza vana… riesco ad immaginare molto bene le difficoltà tecniche ed i costi improponibili di una simile operazione…



alfaa
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da alfaa » martedì 2 settembre 2014, 19:51

admeto quello che dici me lo chiedo anche io però io non credo facciano un vaccino terapeutico per un virus solo,parlo anche degli altri vaccini,cioè non avrebbe senso. Sarebbe strano pensare che da 30 anni a questa parte non si sono posti questa domanda anche loro, credo che se la risposta fosse la necessità della personalizzazione, il vaccino terapeutico sarebbe stato abbandonato da piu di 10 anni. Cioè ma me lo auguro ,non valga solo per un tipo di virus se no che senso avrebbe l'uscita di un vaccino terapeutico? Ma cosi anche tutte le cose che stanno studiando su fronti diversi, io credo e spero che una volta uscite se almeno una va in porto siano compatibili un po' con tutti



admeto
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da admeto » giovedì 4 settembre 2014, 19:09

Alfa, forse il mio messaggio ti ha fuorviato. L'idea della "personalizzazione" è solo un parto della mia mente (malata e disperata), che cerca di aggrapparsi ad ogni speranza di cura le venga offerta... dubito fortemente che qualche ricercatore ci stia pensando sul serio.

Perché allora questi studiosi portano avanti una ricerca che potrebbe essere fallimentare già in partenza? Non lo so, i motivi possono essere tanti... purtroppo non viviamo nel migliore dei mondi possibili e anche le ricerche scientifiche possono avere motivazioni non particolarmente nobili.
Intendo dire che non sempre i ricercatori sono veramente animati dalla volontà di trovare una cura... Magari quella ricerca è stata fatta perché le pubblicazioni che ne scaturiscono consentono a qualcuno di conquistare una cattedra universitaria, o magari solo perché c'erano fondi a disposizione da spendere...

Non lo so, non ho elementi sufficienti per esprimere un'opinione fondata, per cui sospendo il giudizio... Se son rose, fioriranno...



alfaa
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da alfaa » giovedì 4 settembre 2014, 19:48

Admeto non sono proprio uno che vede tutto pulito nel mondo,però da qui a pensare che possano finanziare e perdere decenni per un errore tanto palese, che salterebbe agli occhi anche a dei profani come noi, non ci posso credere. Sicuramente c'è qualcosa che ci sfugge ora e che consenta,qualora venga trovato un buon vaccino, di essere somministrato a tutti,forse eccetto rari casi.

Non so,correggetemi se sbaglio



Dora
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da Dora » giovedì 12 maggio 2016, 6:50

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La storia del vaccino basato su SIV inattivato e Lactobacillus plantarum proposto da Jean-Marie Andrieu e colleghi ha avuto un inizio in sordina, con la pubblicazione su una rivista prestigiosa come Cell di un articolo che, a fine 2012, non ricevette grandi attenzioni - Induction of CD8+ Regulatory T Cells Protects Macaques against SIV Challenge - ma è poi balzata agli onori delle cronache nell'estate del 2014, quando la pubblicazione di alcuni risultati eccezionali raggiunti da Andrieu somministrando il suo vaccino a dei macachi fece sperare che si fosse finalmente trovata la strada per produrre un vaccino preventivo efficace contro HIV.
Purtroppo, per comunicare al mondo quegli eccezionali risultati, Andrieu e colleghi scelsero di pubblicarli su una rivista assai meno prestigiosa, Frontiers in Immunology, parte di una famiglia di riviste per le quali si stava preparando un imbarazzante destino.
Ma in quell'occasione ricevettero molta attenzione, sia dai siti che si occupano di HIV (fu Aidsmap a scoprire l'articolo e a preannunciare l'inizio imminente delle sperimentazioni sull'uomo), sia dalla stampa generalista.

Per ricordare brevemente di che cosa stiamo parlando, ho raccolto qualche citazione da alcuni post scritti dopo la pubblicazione dell'articolo del 2014 - Mucosal SIV vaccines comprising inactivated virus particles and bacterial adjuvants induce CD8+ T-regulatory cells that suppress SIV-positive CD4+ T-cell activation and prevent SIV infection in the macaque model.


Un paio di citazioni da questo stesso thread:
Dora ha scritto:
cesar78 ha scritto:Ad ogni modo, l'approccio di questo vaccino sembra alquanto semplice. Troppo. Ma in un commento del Prof. José Esparza, ricercatore e professore presso Institute of Human Virology di Baltimora (USA), si legge che "i livelli di protezione visti in questo vaccino sono <impressionanti>".
E' importante sottolineare come i ricercatori hanno ribadito che "questo sistema di ​​auto-riconoscimento delle proteine è molto variabile nel corpo e tra specie diverse, per cui non vi è alcuna garanzia che ciò che ha funzionato così bene in queste scimmie funzionerà anche nell'uomo."
A me il razionale di questo vaccino piace molto e non avrei proprio nulla contro la sua semplicità - anzi! Però non capisco perché Esparza non abbia notato un aspetto davvero poco limpido del lavoro di Andrieu: hanno usato l'SIVmac239 inattivato per fare il vaccino e dicono di avere usato due diversi tipi di SIV per infettare le scimmie - l'SIVmac239 stesso e l'SIV B670.
Ora, può darsi che mi sbagli perché di vaccini io so pochissimo, ma mi pare che sia da dopo i fallimenti degli anni '80, cioè da una ventina d'anni almeno, che si è capito che non va bene usare lo stesso virus per fare il vaccino e per infettare gli animali (questo fece la Ensoli ai tempi, e questa è una del milione di critiche che le sono state fatte). Ecco che diventa fondamentale sapere che cosa è successo alle scimmie vaccinate con iSIVmac239 e poi infettate con un virus diverso, il B670, appunto. Peccato che nel lavoro franco-cinese questi dati cruciali manchino.
I risultati del vaccino sulle scimmie infettate con SIVmac239 sono obiettivamente impressionanti.
Ma che cosa è accaduto alle scimmie infettate con SIV B670? Perché non sono resi pubblici proprio quei risultati dai quali si sarebbe capito se quel vaccino può agire contro le varietà di virus che si trovano fuori dai laboratori e diverse da quello usato per vaccinare gli animali?
Dora ha scritto:Non voglio accusare Andrieu e colleghi di niente, però io credo che, se i dati delle scimmie che sono state infettate con l'SIV B670 fossero stati impressive come quelli delle scimmie infettate con l'SIVmac239, nell'articolo quei dati sarebbero riportati con grande evidenza.
Ora qualche citazione dall'Osservatorio Stampa, dove ricevemmo la visita di una giornalista di Repubblica, risentita perché avevo definito sciatto un suo articolo nel post ANDRIEU, PICKER, CARUSO ... TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE. Ovvero: "DI NOTTE TUTTE LE VACCHE SCIMMIE SONO NERE":
Dora ha scritto:
rosita ha scritto:Ciao,
essendo io l'autore dello "sciatto" articolo in questione. Volevo far presente un paio di cose:

a) Non ho mai scritto che il vaccino di Caruso funziona. Ho solo affermato che aveva riacceso nuove speranze. Infatti se ne è parlato parecchio. Forse avrei dovuto aggiungere "false speranze". Ma non spetta a me dare un giudizio di merito. Del resto, anche la cosiddetta Mississippi baby aveva fatto molto parlare di sé. Salvo poi scoprire che http://www.nature.com/news/hiv-rebound- ... re-1.15535.

Però - in seguito, sempre nello scialbo pezzo - ho dato la parola a due scienziati che hanno fatto presente come la messa a punto di un vaccino in grado di prevenire la contrazione dell'Hiv sia in realtà - da sempre - una speranza disattesa. Per i motivi che Silvestri - che ora sta testando il prodotto di Andrieu in uno studio indipendente e che si è occupato di Hiv per tutta la sua carriera - spiega bene.
Buongiorno Rosita.
Ti rispondo, perché fui io lo scorso 17 settembre a definire "sciatto" il tuo articolo su Repubblica.

Mi duole dirti che il tuo post mi conferma l'impressione di sciattezza dell'articolo. Conferma la sciattezza per ragioni di forma: non citi il link al post che ha destato la tua irritazione, né un chiaro riferimento all'articolo di cui sei l'autore, obbligando chi ti legge a risalire a post di un mese e mezzo fa per capire di che cosa stai parlando; inoltre, confondi "sciatto" con "scialbo" - questo è bizzarro, perché il tuo articolo è a mio avviso tutto tranne che "scialbo", anzi, è decisamente troppo "colorato" (nuance pastello).
E conferma l'impressione di sciattezza per ragioni di sostanza, perché dimostra che non hai affatto chiaro che fra i vaccini preventivi da te citati o adombrati nell'articolo, quello di Jean-Marie Andrieu e quello di Louis Picker, e il vaccino terapeutico di Arnaldo Caruso corre una differenza sostanziale - più o meno la stessa differenza che corre fra "sciatto" e "scialbo", solo più importante per la vita e la salute delle persone.
Se non hai chiara tu per prima l'enorme differenza fra questi tipi di ricerche, come puoi fare arrivare una informazione corretta ai tuoi lettori?

Non entrerò nei particolari sul lavoro di Andrieu, per i quali ti rimando a questo post, ma anche il dare per certo che il suo vaccino "abbia già dimostrato di essere efficace sulle scimmie, proteggendole dall'SIV" è prematuro, tanto più che poi tu stessa segnali che questa efficacia è sotto esame presso un laboratorio indipendente, quello a Emory del professor Guido Silvestri. Finché Silvestri non ci darà delle conferme, abbiamo solo la parola di Andrieu, che si è ben guardato dal pubblicare i dati completi dei suoi esperimenti (fosse uscito su una rivista più rigorosa di Frontiers in Immunology, i peer reviewers non si sarebbero fatti sfuggire un giochetto così poco pulito).

Ora, sono d'accordo che non spetti a te giudicare né se le speranze riaccese dal vaccino Caruso abbiano un qualche fondamento, né se la mossa di Andrieu di non pubblicare i dati sull'infezione delle scimmie con una variante di virus SIV che non è quella su cui è stato costruito il vaccino infici o meno la validità dei risultati pubblicati.
A te, però, spetta non fare confusione fra vaccini terapeutici e preventivi, non cascare nelle strategie autopromozionali di ricercatori in cerca di visibilità e non far credere baggianate ai tuoi lettori.
b) Mi spiace per il termine "elisir". Ma era un modo per usare un sinonimo di cocktail - che è esattamente il modo in cui Andrieu definisce i suoi prodotti - ed essere divulgativi. Nessuna intenzione di essere immaginifici.
Temo che anche qui ci sia un problema di comprensione da parte tua dell'argomento su cui hai scritto: il termine "cocktail" usato da Andrieu è tecnico, lo si usa anche, per esempio, per indicare l'uso di tre o più molecole differenti che attaccano il virus in fasi diverse del suo ciclo vitale (la cosiddetta HAART - highly active antiretroviral therapy). Il termine "elisir" potrà anche essere usato come sinonimo di "cocktail" se stai dando ai tuoi lettori la ricetta della piña colada, ma certamente no se parli di un vaccino contro l'HIV.
Se a quella scelta infelice aggiungiamo frasi quali quelle da te usate per spiegare il meccanismo d'azione di questo vaccino (Prima di tutto, non è iniettato direttamente nella circolazione del sangue, ma si beve quasi come se fosse un elisir arricchito con dei probiotici, cioè degli organismi vivi che, se somministrati nelle dosi giuste, migliorano la salute del sistema immunitario ospite. In secondo luogo, non spinge il corpo a ribellarsi all'infezione producendo uno specifico anticorpo, capace di prevenirla, o delle cellule killer, in grado di controllarla.), l'impressione di essere finiti " in un mondo incantato, in cui non ci sono streghe malvagie che ti fanno una dolorosa puntura, ma dolci batteri ("organismi vivi che, se somministrati nelle dosi giuste, migliorano la salute del sistema immunitario ospite") che, come buone fatine, ti mettono a posto il pancino" è quasi scontata. E fa un torto ai tuoi lettori.

Forse è una pia illusione, Rosita, ma io credo che sia possibile "essere divulgativi" senza per questo raccontare favole a chi ci legge. Però riconosco che è un impegno molto faticoso, che richiede tanto tempo e tanto studio.

Un saluto a te e buon lavoro,

Dora
Dora ha scritto:POST SCRIPTUM (non per Rosita, ma per chi segue la ricerca su HIV/AIDS e in particolare per chi sta seguendo la discussione sul sistema delle peer review e sui predatory journal)

Stavo rileggendo l'intervento di Rosita nel punto in cui parla del giudizio di Robert Gallo sul vaccino franco-cinese e mi è venuto in mente che era ben stato un collaboratore di Gallo all'Institute of Human Virology a scrivere un commento - sempre su Frontiers in Immunology - che sembrava un peana al lavoro di Andrieu. Sono andata a ripescarlo e ho scoperto una cosa che mi era sfuggita quando ho parlato dell'articolo di Andrieu e che adesso mi sta facendo accapponare la pelle.

I revisori paritari dell'articolo di Andrieu et al. - Mucosal SIV vaccines comprising inactivated virus particles and bacterial adjuvants induce CD8+ T-regulatory cells that suppress SIV-positive CD4+ T-cell activation and prevent SIV infection in the macaque model - sono:
  • Marc H. V. Van Regenmortel, ESBS, CNRS, University of Strasbourg, France
    Jose Esparza, University of Maryland School of Medicine, USA
Gli autori del commento a quell'articolo uscito sullo stesso numero di Frontiers in Immunology - More surprises in the development of an HIV vaccine - sono:
  • José Esparza 1 e Marc H. V. Van Regenmortel 2*
    1 Institute of Human Virology, University of Maryland School of Medicine, Baltimore, MD, USA
    2 CNRS, UMR7242-Institut de Recherche de l’Ecole de Biotechnologie de Strasbourg (IREBS), Université de Strasbourg, Illkirch-Graffenstaden, France
Insomma, a conferma che a Frontiers hanno dei criteri davvero strani nello scegliere che cosa far rivedere a chi e che cosa far scrivere ai peer reviewers, José Esparza e Marc Van Regenmortel hanno sia fatto la revisione dell'articolo di Andrieu facendosi "sfuggire" la mancanza dei dati sull'infezione delle scimmie con SIV B670, sia pubblicato un commento in cui riescono a scrivere quanto segue senza alcun imbarazzo:
  • The 2012 publication from this group had very little impact in the field, perhaps because it was received with a degree of skepticism. After all, 30 years of intense vaccine research had not resulted in a practical effective vaccine, although an HIV vaccine is sorely needed to bring the HIV epidemic under control. No stone should remain unturned in its search, and the approach reported in this journal should not be dismissed a priori. Instead, it should be carefully considered by other scientists and appropriately confirmed or refuted by additional research.

    In order to accelerate the development of an HIV vaccine, one of us has proposed a number of actions, including the suggestion to establish a program of truly innovative research with protected funding to explore out-of-the-paradigm approaches, perhaps allocating to this program not <10% of the total HIV vaccine investment. Out-of-the-paradigm approaches, such as the one proposed by Andrieu et al., should be further explored.

    Paraphrasing Dean K. Simonton, the University of California psychologist who has dedicated his professional life to the study of creativity: good science contributes ideas that are original and useful, and we have plenty of those in the HIV vaccine field. However, the solution to the HIV vaccine challenge will require genius which, according to Simonton, is characterized not only by originality and usefulness, but also by surprising results.
Non è bello. Per niente.
Non depone a favore del lavoro di Andrieu e mette l'ennesima ipoteca sulla serietà di Frontiers come editore.
In effetti, come sappiamo e come avevamo auspicato per mesi, dopo aver pubblicato articoli negazionisti e tante altre cosacce invereconde, l'intero editore Frontiers è stato aggiunto l'autunno scorso all'elenco degli editori predoni di Jeffrey Beall.


E ora veniamo finalmente all'oggi.



Dora
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da Dora » giovedì 12 maggio 2016, 6:50

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“Surprising” Oral Vaccine Stops HIV In Monkeys - beh ... no.


Inutile girarci attorno: IL VACCINO DI ANDRIEU NON FUNZIONA


Premessa: lo scorso autunno, durante un congresso poco pubblicizzato, ma molto bello che la Global HIV Vaccine Enterprise ha organizzato in Francia, a Annecy – la 2015 Cent Gardes Conference on HIV Vaccines – Guido Silvestri ha tenuto una lezione sugli sviluppi della sua ricerca sul vaccino di Andrieu. Io pensavo di aspettare la pubblicazione dell’articolo prima di parlarne nel forum. Ma l’articolo tarda ad uscire e, in compenso, grazie a un tweet di TAG, il link alle slides di quella lezione è ormai di dominio pubblico. Quindi quello che segue è un breve aggiornamento su un vaccino che nel 2014, quando l’articolo di Andrieu e colleghi è uscito su Frontiers in Immunology (anche la rivista, in questo caso, ha il suo peso), ha goduto di una grande risonanza mediatica nel mondo e di notevoli esagerazioni giornalistiche anche qui in Italia, generando come al solito aspettative e speranze. Quando uscirà l'articolo del professor Silvestri, avremo modo di vedere alcuni aspetti - segnatamente i parametri immunologici - che non sono stati presi in considerazione nella sua lezione poiché l'elaborazione dei dati raccolti non era terminata.

******************


Durante la sua lezione, Guido Silvestri spiega che lo studio è stato sponsorizzato dalla Gates Foundation ed è nato perché si sa che un elemento chiave per una strategia di immunizzazione che riesca a controllare la trasmissione o i primissimi momenti di replicazione di HIV è lo sfruttamento del ruolo antivirale dei CD4, senza però che si finisca con l’offrire al virus più bersagli da colpire.

C’è infatti una relazione – dimostrata dal gruppo di lavoro di Silvestri qualche anno fa - fra la deplezione dei CD4 prima che le scimmie vengano infettate con l’SIV e aumenti dei picchi della viremia quando ormai l’infezione è avvenuta, cosa che porta all’instaurarsi di un’infezione particolarmente aggressiva e a una prognosi infausta.

Quindi è necessario che al momento dell’infezione ci sia il giusto numero di CD4, ma non se ne devono trovare troppi attivati dalle parti del punto d’ingresso del virus.
Si è infatti osservato che tanti CD4 attivati al momento della trasmissione del virus favoriscono il passaggio dell’infezione da evento localizzato al punto di trasmissione a evento sistemico e quindi lo stabilirsi dell’infezione stessa.

Sempre uno studio del gruppo di Silvestri ha dimostrato che fra le scimmie vaccinate con diversi candidati vaccini che inducevano l’attivazione dei CD4, quelle con più alti livelli di CD4 attivati nei tessuti della mucosa erano anche le scimmie che si infettavano più facilmente.
Anche il fallimento del vaccino Merck nel 2007 (trial STEP) può essere fatto risalire proprio a questo fenomeno.

Si può dunque concludere che in tutto questo l’attivazione e l’immunoattivazione locale nei siti dell’infezione, in particolare nei tessuti della mucosa, svolgono un ruolo nel promuovere la trasmissione del virus.

In base a quanto detto, si può capire perché il vaccino di Andrieu abbia stimolato l’interesse dei ricercatori. Si basa infatti su un’ipotesi che modifica il paradigma corrente, secondo la quale

  • - la vaccinazione può comportare immunoattivazione e una non giustificata espansione dei CD4, che sono proprio le cellule colpite dal virus;
    - dunque immunizzare con un approccio che favorisca la tolleranza immune e l’assenza di troppi CD4 attivati nei tessuti della mucosa può conferire un’immunità che protegga dall’infezione;
    - di qui l’idea di vaccinare i macachi direttamente nello stomaco con una combinazione di Lactobacillus plantarum (un batterio commensale che favorisce la tolleranza immune) e di SIV inattivato.


L’ipotesi di Andrieu è stata infatti salutata con grande entusiasmo da José Esparza:

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Silvestri presenta poi una sintesi dell’articolo di Andrieu, il punto #4 è quello relativo ai risultati impressionanti della sperimentazione nel caso della trasmissione del virus per via rettale (un po’ meno bene è andata quando si è provato a infettare di nuovo i macachi per via endovenosa, punto #5):

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La fondazione Gates ha ritenuto che questi risultati fossero potenzialmente di grande interesse e dovessero essere replicati da un gruppo di lavoro indipendente, quindi ha attribuito un finanziamento a Silvestri perché ripetesse la sperimentazione, il cui protocollo è nella slide che segue – le differenze rispetto alla sperimentazione di Andrieu sono state due:

  • - i macachi rhesus erano di origine indiana e non cinese, e
    - l’SIVmac239 con cui sono stati infettati per via rettale proveniva da uno stock diverso da quello usato da Andrieu.


Silvestri le sottolinea perché – afferma – potrebbero spiegare la differenza dei risultati cui la sua sperimentazione è pervenuta.

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I reagenti sono stati dati a Silvestri direttamente da Andrieu e sono stati controllati con estrema attenzione: erano esattamente quello che dovevano essere, senza alcuna contaminazione.

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Stesso discorso per l’SIV inattivato: era quel che doveva essere, un virus incapace di infettare.

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I risultati sono stati però molto diversi da quelli impressionanti di Andrieu, perché i macachi si sono infettati.

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L’unica scimmia che ha ricevuto LP+iSIV e non si è infettata ha avuto un blip e poi è rimasta con viremia irrilevabile. Due animali del gruppo di controllo non si sono infettati - c’è stato un unico tentativo di infettare le scimmie, quindi che qualcuna non abbia sviluppato l’infezione non è affatto strano.

L’indagine sulle viremie ha confermato che non ci sono state differenze rilevanti fra le scimmie vaccinate e quelle non vaccinate: la replicazione del virus è stata identica.

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Le conclusioni di Silvestri sono dunque che

  • - l’immunizzazione intragastrica dei macachi rhesus indiani con L. plantarum e iSIV fatta dal suo gruppo di lavoro NON ha indotto alcuna protezione nelle scimmie infettate per via rettale con SIVmac239;
    - gli animali infettati da SIV che erano stati vaccinati con LP + iSIV hanno presentato gli stessi picchi e post-picchi delle viremie presentati dai controlli non vaccinati;
    - le analisi dei parametri immunologici sui campioni di sangue e sui linfonodi sono ancora in corso e verranno presentate in modo più formale in un articolo;
    - la differenza principale rispetto allo studio di Andrieu e colleghi sta nell’origine geografica degli animali;

    - sulla base di questi risultati, l’interpretazione personale di Guido Silvestri è che il razionale per trasformare la combinazione di LP e iSIV in un candidato vaccino contro l’HIV negli esseri umani rimanga poco chiaro.



Che è un modo molto elegante e diplomatico per sconsigliare il passaggio alla sperimentazione sull’uomo.



Blast
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Re: Studio franco-cinese per vaccino funziona su scimmie

Messaggio da Blast » giovedì 12 maggio 2016, 20:09

Secondo la mia personale (e modestissima) opinione, fin quando non approcceranno il problema in un ottica globale e sistemica, non si arriverà ad una cura o vaccinazione.
Possono attivare o disattivare i CD4 e i CD8 quanto vogliono, ma sembra quasi che dimentichino le basi della virologia e dell'immunologia, concentrandosi sui classici linfociti T ed ignorando tutto il resto delle cellule del sistema immunitario (tanto per citarne alcuni: gli eosinofili o i macrofagi, ovvero la prima linea di difesa, nonché cellule che possono essere anche direttamente coinvolte nel favorire l'infezione). Ma questa è una mia opinione che lascia il tempo che trova.


CIAO GIOIE

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