Un vaccino per l'HIV?

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Dora
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Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Dora » martedì 13 agosto 2013, 18:06

Francescoz ha scritto:Ciao a tutti
Oggi stavo ristudiando il vaccino anti-TAT (e qui Dora si mette le mani nei capelli) e ho notato una cosa che continuava a sfuggirmi: il tutto consiste nel prendere il soggetto HIV- e iniettargli una bella dose di proteina TAT, a questo punto l'organismo dovrebbe produrre anticorpi anti-TAT e immunizzare il corpo dall'HIV... Ma scusate gli anticorpi legano degli antigeni, che sono delle proteine, il problema è che non tutte le proteine sono antigeni! E di conseguenza gli anticorpi non legano tutte le proteine, infatti la proteina TAT NON è UN ANTIGENE ma una proteina adatta a legare l'RNA del peso di 14 kDa. Se il mio ragionamento fosse giusto il vaccino anti TAT sarebbe davvero buono per il gatto...
Voi che dite? mi sono sbagliato da qualche parte? A me sembra che fila...
Va bene tutto, va bene che la Ensoli non è questo campione di simpatia e forse neppure di correttezza scientifica, ma non è che lei e tutti i ricercatori che hanno sperimentato il vaccino dell'ISS (e pure altri scienziati che hanno sperimentato un altro vaccino anti-Tat finito in niente) siano proprio degli incompetenti assoluti! :lol:
Guarda solo quanti articoli scientifici esistono sugli anticorpi anti-Tat:

http://scholar.google.it/scholar?q=%22a ... CEsQgQMwAA

E se poi desideri acquistarli sul mercato, hai l'imbarazzo della scelta:

https://www.google.it/search?as_q=&as_e ... d=0CEsQgwM




Una curiosità cui ovviamente sei libero di rispondere o meno: mi piacerebbe sapere su che libri studi e a quali articoli hai accesso. Se ti va di dirmelo.



skydrake
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Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da skydrake » martedì 13 agosto 2013, 18:11

Ma antigene non significa semplicemente molecola riconosciuta come aliena dal corpo umano?
Di solito poi sono quasi sempre proteine o glicoproteine.



Francescoz
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Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Francescoz » martedì 13 agosto 2013, 20:01

@sky
tutte le cellule sono dotate di una struttura proteica detta appunto antigene, gli anticorpi vi si legano. Le cellule del corpo presentano inoltre un'altra struttura di riconoscimento detta MHC.
@Dora
quello che dici è giusto ma io non riesco a comprendere questo punto del razionale, e infatti ho scritto alla Ensoli, sono sicuro al 99.9% che non risponderà, se vuoi ti tengo aggiornata ;)


Francesco

Dora
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Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Dora » martedì 13 agosto 2013, 20:31

Francescoz ha scritto:io non riesco a comprendere questo punto del razionale, e infatti ho scritto alla Ensoli, sono sicuro al 99.9% che non risponderà, se vuoi ti tengo aggiornata ;)
Certo, grazie.
Non escluderei che ti risponda, perché Ensoli in genere è ben contenta di rispondere a giovani di belle speranze che le fanno domande non imbarazzanti (per lei), dandole così modo di gigioneggiare come solo lei sa fare.
Oggi ho cercato sia in http://clinicaltrial.gov/, sia in http://www.hiv1tat-vaccines.info/ per vedere se c'era qualche novità, ma mi pare che tutto sia fermo.
Magari - se ottieni delle delucidazioni - potresti aggiornare il thread dedicato al vaccino ISS, così in questo possiamo tornare a parlare di anticorpi ampiamente neutralizzanti.



Francescoz
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Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Francescoz » martedì 13 agosto 2013, 21:43

Ok Dora! Scusate se continuo a "deviare" gli argomenti dei thread :|


Francesco

katanga
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Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da katanga » venerdì 20 settembre 2013, 19:37




Dora
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Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Dora » martedì 8 ottobre 2013, 10:34

Poiché questo thread ha smesso di essere dedicato alla speranza di un vaccino basato sugli anticorpi ampiamente neutralizzanti ed è diventato una specie di contenitore degli aspiranti vaccini più diversi, segnalo che si sta tenendo in questi giorni a Barcellona AIDS Vaccine 2013.

Il programma dei 4 giorni di congresso è molto denso, una rapida rassegna dei principali temi trattati può essere letta nel post che Gus Cairns ha pubblicato ieri su aidsmap (HIV vaccine conference opens in most promising research atmosphere for years – titolo e tono forse un po’ sopra le righe, ma è solo la mia impressione):
  • 1. Perché il cosiddetto vaccino Thai (RV 144) ha funzionato, almeno un pochino?
    2. A che punto siamo con i bNAbs (broadly neutralising antibodies)?
    3. Il vaccino al CMV di Louis Picker (di cui parliamo diffusamente nel thread Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al CMV) riuscirà a far dimenticare i disastri di altri vaccini che erano volti a stimolare l’altro ramo del sistema immunitario acquisito, cioè le reazioni dei CD8?
Riguardo al punto 3, c’è davvero da sperare nel vaccino di Picker, perché proprio ieri a Barcellona si è discusso dell’ennesimo fallimento di un vaccino – il DNA/rAd5 sperimentato dalla Columbia University per il NIAID (studio HVTN 505) - che puntava a stimolare i CD8, usava come vettore quello che ormai sta diventando “il famigerato adenovirus 5”, era in fase clinica e ha portato a infettarsi più persone di quante se ne sono infettate con il placebo. La triste storia, qualche recriminazione e un doveroso errata corrige, in un post scritto ieri in Verso una Cura.

Sto aspettando che nel sito del congresso sia resa disponibile la presentazione che Magdalena Sobieszczyk, sempre della Columbia University, ha tenuto ieri durante la sessione inaugurale, perché vi si racconta quello che i ricercatori stanno cercando di capire del fallimento di questo vaccino su cui gli NIH stavano puntando molto (cfr. Insights from HIV Vaccine Efficacy Trials: What We Are Learning from HVTN 505).

Una ricerca invece molto bella, anche se ancora abbastanza lontana da qualsiasi applicazione pratica, è quella di John Moore, Weill Cornell Medical College, e Rogier Sanders, Università di Amsterdam. I due hanno appena pubblicato un articolo su PLoS PATHOGENS (A Next-Generation Cleaved, Soluble HIV-1 Env Trimer, BG505 SOSIP.664 gp140, Expresses Multiple Epitopes for Broadly Neutralizing but Not Non-Neutralizing Antibodies) e presentano i loro risultati a Barcellona. Poiché si tratta di cose complicate, mi affido a un post scritto ieri da Unmesh Kher per il blog di IAVIReport (Day One: AIDS Vaccine 2013).

In breve, una proprietà desiderabile ma per ora non raggiungibile di un vaccino contro l’HIV è che sia capace di indurre bNAbs. L’approccio seguito da Moore e Sanders è stato quello di costruire un trimer, cioè una macromolecola formata combinando tre molecole più piccole identiche, che imiti la punta della proteina Env dell’HIV, che il virus usa per attaccarsi alle cellule. Creare una simile proteina in laboratorio è impresa assai difficile, perché il trimer dell’HIV ha una struttura che varia continuamente. E, in effetti, tutti i tentativi fatti finora di creare degli analoghi del trimer sono falliti, tanto che Moore definisce i risultati di quelle ricerche dei “TINOs” – “Trimers In Name Only”.
Invece, Moore e Sanders sono riusciti a costruirne uno, che hanno chiamato BG505-SOSIP.664, o più semplicemente BG505, e che pare proprio che funzioni. Hanno esaminato le proprietà antigeniche del BG505 e hanno scoperto che si lega ad ogni singolo tipo di bNAb contro il quale è stato finora testato, il che fa pensare che sia davvero molto simile al trimer “naturale”. Di contro, non riesce a legarsi a quegli anticorpi che, a loro volta, non sono capaci di neutralizzare l’HIV.





P.S. Nel programma di AIDS Vaccine 2013 non compare il nome di Barbara Ensoli. Se vi chiedete il perché e vi rifiutate di pensare che ci sia in atto un complotto planetario ai danni del vaccino pontino, o addirittura un boicottaggio organizzato contro il “sistema Italia“, forse qualche indizio potete trovarlo qui.



Francescoz
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Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Francescoz » domenica 13 ottobre 2013, 22:27

Grazie Dora per il materiale ;)


Francesco

Dora
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Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Dora » martedì 29 aprile 2014, 10:28

Dora ha scritto:Una ricerca invece molto bella, anche se ancora abbastanza lontana da qualsiasi applicazione pratica, è quella di John Moore, Weill Cornell Medical College, e Rogier Sanders, Università di Amsterdam. I due hanno appena pubblicato un articolo su PLoS PATHOGENS (A Next-Generation Cleaved, Soluble HIV-1 Env Trimer, BG505 SOSIP.664 gp140, Expresses Multiple Epitopes for Broadly Neutralizing but Not Non-Neutralizing Antibodies) e presentano i loro risultati a Barcellona. Poiché si tratta di cose complicate, mi affido a un post scritto ieri da Unmesh Kher per il blog di IAVIReport (Day One: AIDS Vaccine 2013).

In breve, una proprietà desiderabile ma per ora non raggiungibile di un vaccino contro l’HIV è che sia capace di indurre bNAbs. L’approccio seguito da Moore e Sanders è stato quello di costruire un trimer, cioè una macromolecola formata combinando tre molecole più piccole identiche, che imiti la punta della proteina Env dell’HIV, che il virus usa per attaccarsi alle cellule. Creare una simile proteina in laboratorio è impresa assai difficile, perché il trimer dell’HIV ha una struttura che varia continuamente. E, in effetti, tutti i tentativi fatti finora di creare degli analoghi del trimer sono falliti, tanto che Moore definisce i risultati di quelle ricerche dei “TINOs” – “Trimers In Name Only”.
Invece, Moore e Sanders sono riusciti a costruirne uno, che hanno chiamato BG505-SOSIP.664, o più semplicemente BG505, e che pare proprio che funzioni. Hanno esaminato le proprietà antigeniche del BG505 e hanno scoperto che si lega ad ogni singolo tipo di bNAb contro il quale è stato finora testato, il che fa pensare che sia davvero molto simile al trimer “naturale”. Di contro, non riesce a legarsi a quegli anticorpi che, a loro volta, non sono capaci di neutralizzare l’HIV.
Mi accodo a questo post di qualche mese fa per accennare a una ricerca dello Scripps Research Institute, cui hanno partecipato tanti scienziati di istituzioni diverse, e fra loro anche John Moore e Rogier Sanders.
Questa ricerca ha condotto alla scoperta di un nuovo punto di vulnerabilità dell’HIV: un sito che può essere attaccato dagli anticorpi così da neutralizzare l’infettività di una grande varietà di ceppi virali. Non siamo ancora a un vaccino e, tanto meno, si è spianata la strada per una cura – come incautamente sostiene un titolo della Stampa di ieri - ma è stato fatto un nuovo passo avanti nella direzione di un vaccino in grado di stimolare una durevole risposta del sistema immunitario contro punti vulnerabili (cioè tali da rendere il virus incapace di infettare una cellula) e altamente conservati (cioè presenti in un gran numero di ceppi) dell’HIV.

Il problema, fino ad ora, era che questi punti vulnerabili e altamente conservati sono protetti da uno strato di zuccheri difficili da scalfire e da parti della superficie esterna del virus che mutano rapidamente. La parte preponderante della risposta immune all’infezione si dirige verso queste parti mutevoli, così ha un’efficacia solo transitoria.

Negli ultimi anni, sono stati identificati degli anticorpi che sono stati definiti “ampiamente neutralizzanti” perché riescono a raggiungere quattro punti vulnerabili del virus, che si conservano in tanti ceppi virali. Tutti questi punti si trovano sull’unico antigene di superficie del virus, la proteina envelope (Env – gp140), che spunta dalla membrana virale e ha il compito di attaccarsi alla cellula per permettere al virus di penetrare all’interno.

Ora sono stati trovati due nuovi anticorpi quasi identici – PGT151 e PGT152 – che non si legano ad alcuno dei siti vulnerabili già conosciuti della Env, in particolare non si legano singolarmente alle due glicoproteine gp120 e gp41, che costituiscono le sottounità della proteina Env, ma hanno invece la caratteristica nuova di legarsi a dei pezzetti di entrambe. Infatti, la gp120 e la gp41, in una fase più matura del ciclo vitale del virus, si assemblano in una struttura Env non come una combinazione gp120-gp41, ma come un trimer, cioè come tre pezzi che si intrecciano formando una struttura diversa da qualsiasi altra forma di Env e che è particolarmente importante, perché è proprio la forma della Env che il virus usa per riuscire a infettare le cellule.

A questa struttura matura si legano i due nuovi anticorpi. E i ricercatori sono anche riusciti, nel secondo dei due lavori pubblicati insieme su Immunity, ad analizzare questa struttura usando un approccio combinato di microscopio elettronico e cristallografia a raggi X e a vedere il punto esatto in cui l’anticorpo PGT151 si lega al trimer della Env.
L’avere a disposizione questi nuovi anticorpi permetterà di costruire un vaccino che provi a colpire nuovi punti dell’HIV, si spera con maggiore efficacia dei vaccini tentati fino ad ora.


Quella qui sotto è una ricostruzione al microscopio elettronico del trimer della glicoproteina envelope dell'HIV-1 (in azzurro chiaro), con anticorpi che rappresentano ciascun punto di vulnerabilità con colori diversi (in rosso il PGT151):

Immagine

Immagine



FONTI:



Keanu
Messaggi: 282
Iscritto il: giovedì 31 luglio 2014, 12:14

Re: Un vaccino per l'HIV?

Messaggio da Keanu » venerdì 9 ottobre 2015, 15:10

Ne sta parlando nelle ultime ore la stampa on-line americana.
L'Istituto di Virologia Umana di Baltimora (IHV) presso la University School of Medicine del Maryland ha lanciato la sua fase 1 di studi clinici di un candidato vaccino per HIV sviluppato da un gruppo di ricerca guidato da Robert C. Gallo, MD, Homer & Martha Gudelsky Professore di Medicina e Direttore del IHV.
L'iscrizione per la sperimentazione clinica è iniziata il 1 ° ottobre 2015. L' immunogeno candidato, indicato come il full-length a singola catena (FLSC), è stato progettato per ottenere risposte anticorpali fortemente protettive in ​​tutto lo spettro di ceppi HIV-1.
Il FLSC si distingue per la sua potenziale capacità di indurre risposte anticorpali ampie verso HIV-1. Gli anticorpi indotti dal vaccino sperimentale si legano alle regioni comuni ai tipi di HIV che sono esposte quando il virus si attacca alle cellule bersaglio, piuttosto che alle caratteristiche specifiche delle proteine dell'envelope di ​​HIV che potrebbe non essere presenti in tutti i ceppi di virus. Questa strategia potrebbe potenzialmente superare i limiti dei precedenti vaccini candidati che hanno risposto a una gamma più ristretta di ceppi di HIV.
"Il nostro candidato vaccino contro l'HIV / AIDS è stato progettato per legarsi al virus al momento dell'infezione, quando molti dei diversi ceppi di HIV trovati in tutto il mondo può essere neutralizzato. Crediamo che questo meccanismo è un prerequisito fondamentale per un efficace vaccino preventivo HIV" ha detto il dottor Gallo.



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