Psicoimmunologia e HIV

Notizie scientifiche e mediche riguardanti il virus, l'infezione e la malattia da HIV. Farmaci, vaccini e cure in sperimentazione.
dott._norcini_pala
Messaggi: 27
Iscritto il: venerdì 10 settembre 2010, 22:41
Località: Bologna, New York
Contatta:

Psicoimmunologia e HIV

Messaggio da dott._norcini_pala » lunedì 23 luglio 2012, 20:59

Carissimi,
sono molto felice che mi sia data l'opportunità di parlare del mio lavoro di ricercatore qui. Per quelli che non mi conoscono, mi presento: sono il Dottor Andrea Norcini Pala mi occupo di HIV dal 2007, inizialmente di prevenzione successivamente di psicoimmunologia e psicologia della salute. Come psicologo e PhD candidate (cioè discuterò l mia tesi a gennaio 2013) mi sono occupato di counseling e diagnosi presso il reparto di malattie infettive dell'Ospedale Snt'Orsola per 3 anni; allo stesso tempo mi sono occupato di psicoimmunologia, una scienza che studia il collegamento fra funzionamento psicologico e sistema immunologico. Mi occupo anche di aderenza alle terapie ART e insieme alla Prof.ssa Steca (Milano-Bicocca) abbiamo condotto diverse ricerche in questo ambito. Il nostro intento è quello di identificare aspetti psicologici che possano influenzare la progressione dell'infezione da HIV. Ma siamo fermamente convinti della bidirezionalità di tale relzione, cioè, l'infezione da HIV influenza il funzionamento psicologico, sia come reazione traumatica sia a livello fisiologico. in questo threaad sperando di fare cosa gradita spiegherò i risultati ottenuti nelle nostre ricerche. Dato che il mio approccio è sempre evidence-based ossia non una speculazione mentale bensì frutto di osservazioni scientifiche provabili, discuterò dei dati che abbiamo fin'ora pubblicato. Vi esorto a contattarmi e a commentare quanto dico perché apprezzo lo scambio di idee. Attualmente mi trovo negli stati uniti per approfondite le tematiche di psicoimmunologia, ospite dell'IHV e del prof. Garzino-demo, quindi, potrei avere un po' di ritardo nel rispondere alle vostre domande.
Andrea NP



dott._norcini_pala
Messaggi: 27
Iscritto il: venerdì 10 settembre 2010, 22:41
Località: Bologna, New York
Contatta:

Psicoimmunologia e HIV

Messaggio da dott._norcini_pala » lunedì 23 luglio 2012, 21:18

HIV Adherence Self-efficacy

Un aspetto importante della gestione dell'HIV è proprio l'aderenza. La psicologia della salute distingue due aspetti importantissimi l'aderenza dalla compliance: il primo è un concetto che riguarda la totalità degli adattamenti richiesti e dei conseguenti comportamenti quindi recarsi in ospedale, assumere le medicine, adottare uno stile di vita sano, utilizzare il preservativo etc. Il secondo invece riguarda esclusivamente l'assunzione dei medicinali, in altre parole la compliance è parte dell'aderenza. Siamo estremamente interessati a studiare l'aderenza e la compliance in particolare, perché, come in tutte le patologie croniche, il paziente è parte integrante del suo piano terapeutico. Direi che sono i pazienti che fanno la differenza. Tuttavia, come ci insegna Albert Bandura tanto più una persona si percepisce in grado di mettere in atto dei comportamenti tanto più è possibile che metterà in atto quei comportamenti, ma nello specifico tanto più ci si sente di poter mettere in atto dei comportamenti con successo tanto più metteremo in atto questi comportamenti. Quindi la self-efficacy o autoefficacia è proprio questo la percezione di essere in grado di poter adottare determinati comportamenti, in questo caso, adottare uno stile di vita salutare, assumere la terapia ART se si è in terapia, recarsi in ospedale per le visite. Già il professor Johnson e colleghi, dell'università UCSF di San Francisco, si è dedicata allo studio di tale fattore psicologico (NDR il professor Johnson sta attualmente collaborando con noi alla stesura di un articolo scientifico su questo argomento) riscontrando due aspetti interessanti: 1) l'autoefficacia legata alla aderenza nell'HIV è associata a minore probabilità di depressione e 2) minore carica virale. Ciò ci fa pensare che le persone che si sentono in grado di gestire con successo la propria condizione di sieropositivo, potrebbero non soffrire di depressione, come forma reattiva alla diagnosi, e potrebbero anche essere più complianti con la terapia farmacologica il che ci fa arrivare a spiegare la riduzione della carica virale a livelli non rilevabili. Questi risultati sono stati riscontrati anche dal nostro gruppo di ricerca al quale anche gli utenti del forum hanno partecipato. La conclusione da trarre da questi risultati, sebbene con la dovuta cautela, è che l'autoefficacia essendo incrementabile attraverso sessioni psico-educative potrebbe diventare un buon target su cui lavorare con le persone sieropositive perché potrebbe rappresentare una risorsa psicologica con effetto protettivo a livello psicologico e fisico.



Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Psicoimmunologia e HIV

Messaggio da Dora » lunedì 23 luglio 2012, 22:19

Adesso solo un saluto di fretta.
Appena possibile mi rivedo sia la sua relazione al congresso alla Bicocca l'autunno scorso, sia alcuni articoli della Temoshok, perché ricordo che erano rimaste tante questioni aperte su self-efficacy, aderenza e compliance. E poi su marker di infiammazione e depressione, se non sbaglio.
Ben tornato!

Dora


P.S. Una domanda: un utente del forum che è seguito al Sant'Orsola a volte ci racconta che, fra le analisi che gli vengono fatte, ci sono anche prelievi di saliva per indagare attraverso dei marker (quali?) il suo livello di stress. Si tratta della sua ricerca? Ci può raccontare qualcosa di più?



cesar78
Messaggi: 360
Iscritto il: mercoledì 11 luglio 2012, 9:14

Re: Psicoimmunologia e HIV

Messaggio da cesar78 » lunedì 23 luglio 2012, 22:38

Gentile dott. Norcini, ho letto con attenzione i suoi interventi, ma quoto la sua frase sotto perchè, da new entry nel mondo hiv, mi fa rimanere un pò perplesso. Probabilmente questo mio post esula un attimino dalle sue liete ricerche. Premetto che sono molto contento che ci siano persone come lei che approfondiscono a livello internazionale aspetti psicologici importanti, ma una domanda mi sovviene:
dott._norcini_pala ha scritto:Ciò ci fa pensare che le persone che si sentono in grado di gestire con successo la propria condizione di sieropositivo, potrebbero non soffrire di depressione
non sarebbe forse il caso che altrettanti psicologi siano presenti esattamente 1 minuto dopo la diagnosi, ovvero nel momento cruciale e , credo, peggiore, di tutta la vita di un sieropositivo? nel momento in cui la persona, priva di qualsivoglia strumento psicologico, viene distrutta, seppur con tatto, in quattro e quattr'otto? Ed evitare magari una depressione iniziale molto probabile?
Abbiamo riscontrato questa mancanza in molti ospedali e ciò mi pare gravissimo.
Spero che lei possa farsi messaggero di queste necessità che, ancora oggi, nonostante la mole di psicologi in giro, vengono disattese.

Cordialmente



dott._norcini_pala
Messaggi: 27
Iscritto il: venerdì 10 settembre 2010, 22:41
Località: Bologna, New York
Contatta:

Re: Psicoimmunologia e HIV

Messaggio da dott._norcini_pala » lunedì 23 luglio 2012, 22:51

Grazie per il bentornato anche se noi Dora siamo stati sempre in contatto (con molto piacere da parte mia), sì il campione di saliva serve a noi per valutare i livelli di cortisolo, un ormone dello stress che a lungo andare ha effetti immunosoppressori cioè riduce la conta dei cd4. Ma attenzione, a lungo andare e a livelli eccessivi, perché il cortisolo è funzionale quindi come sempre accade è l'eccesso che fa male! mi riservo di parlare di questo nel prossimo post perché vi parlerò proprio di stress e cortisolo.
Per Cesar78, la depressione subentra sia in reazione ad un trauma, ma verosimilmente si dovrebbe poi ridimensionare per effetto di aggiustamenti psicologici, cioè in parole povere, è del tutto plausibile pensare che a seguito della diagnosi di sieropositività una persona reagisca sviluppando sintomatologie depressive (cioè sintomi depressivi). Diciamo che molte cose possono contrbuire affinché la situazione cambi: la presenza di amici e supporto sociale, uno scopo nella propria vita, un/a compagno/a, nonché la percezione di poter far fronte a questa sfida quindi appunto l'autoefficacia. Gli psicologi dovrebbero essere presenti, concordo ma per esperienza, il sant'orsola dove ho lavorato ho trovato persone ottime medici con molta sensibilità soprattutto per il tema della depressione. Direi che a volte i medici possono imparare come comunicare la notizia e nel caso proporre un colloquio con lo psicologo. Ricordo con tantissimo affetto un giovane ragazzo che ha scoperto di essere sieropositivo, inizialmente ha declinato l'invito di fare colloqui con me, poi si è deciso a venire, la sua situazione iniziale era "disastrosa" cioè percepita come tale. Con un po' di colloqui ha scoperto che alla fine era solo questione di "aggiustare" la propria vita modificare alcune cose e alcuni "pensieri disfunzionali" quelli che ci fanno dire: NON MI ACCADRA' MAI NIENTE DI BUONO. Bene con un po' di magone, lo ammetto anche noi psicologi abbiamo sentimenti, l'ultima seduta quando c'è stato il fatidico "addio" mi ha ringraziato con una sincerità che faccio fatica a descrivere. Io di pronta risposta ho detto che ho FACILITATO un processo di aggiustamento, in cuore mio sentivo di aver fatto qualcosa di buono ed è ciò che mi spinge a continuare a fare il mio lavoro, nonostante tante difficoltà (!!!!!).



Dora
Messaggi: 7493
Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: Psicoimmunologia e HIV

Messaggio da Dora » lunedì 23 luglio 2012, 23:12

dott._norcini_pala ha scritto:sì il campione di saliva serve a noi per valutare i livelli di cortisolo, un ormone dello stress che a lungo andare ha effetti immunosoppressori cioè riduce la conta dei cd4. Ma attenzione, a lungo andare e a livelli eccessivi, perché il cortisolo è funzionale quindi come sempre accade è l'eccesso che fa male! mi riservo di parlare di questo nel prossimo post perché vi parlerò proprio di stress e cortisolo.
Perfetto, grazie mille!
Intanto, ho ripescato il thread in cui parlavamo della sua lezione, così che chi non l'ha visto l'inverno scorso possa farsi almeno un'idea del suo lavoro su self efficacy e compliance:
Inoltre, ci è capitato tante volte di discutere di PTSD (in qualche modo è adombrato anche nel post di Cesar). Sarebbe bello poterne parlare con lei.

Questo è il primo thread che ho trovato, ma ce ne sono sicuramente anche altri:



Leon
Messaggi: 1462
Iscritto il: mercoledì 21 febbraio 2007, 7:33

Re: Psicoimmunologia e HIV

Messaggio da Leon » lunedì 23 luglio 2012, 23:36

cesar78 ha scritto:la diagnosi, ovvero nel momento cruciale e , credo, peggiore, di tutta la vita di un sieropositivo
Per me (e non solo) non è stato affatto il momento peggiore. Anzi, in tutta onestà, è stato un momento di (paradossale) sollievo: quel virus mi ricattava insopportabilmente già da anni, ormai ero assolutamente sicuro di averlo preso (un'infezione acuta da manuale e, qualche mese dopo, la faccia del clinico che mi ha visitato, prescritto *solo* il test HIV - nemmeno un emocromo! - e congedato con le esatte parole: "Il sospetto è forte...") e, finalmente, l'oscura minaccia era cessata, sostituita da una specie di aperto "A noi!" da duellanti.

Adesso invece, che, dopo decenni (che già sono una disgrazia per conto loro), mi trovo infilzato da tutte le parti, sì che son cazzi, e di quelli proprio amarissimi!



dott._norcini_pala
Messaggi: 27
Iscritto il: venerdì 10 settembre 2010, 22:41
Località: Bologna, New York
Contatta:

Re: Psicoimmunologia e HIV

Messaggio da dott._norcini_pala » martedì 24 luglio 2012, 0:12

Comprendo quando Leon dice che è un sollievo, infatti, talvolta si prova un sospetto plausibile ma non certo. Il che significa vivere uno stress e ansia molto forti, diventa un "sollievo" quando si sa che battaglia combattere. Ho appena detto cose simili sul thread che ha consigliato dora sul PTSD. Ci sono molti fattori che concorrono a far diventare una diagnosi un momento traumatico.



Rispondi