Latte materno+ARV riducono del 100% trasmissione in topi BLT

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isabeau
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Latte materno+ARV riducono del 100% trasmissione in topi BLT

Messaggio da isabeau » venerdì 15 giugno 2012, 22:25

Latte materno uccide Hiv......ambasciator non porta pena nèèèè.. na' bella notizia se non e' na' bufala :roll:
http://www.repubblica.it/salute/ricerca ... 188612/?re



skydrake
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Re: Progressi nella lotta contro l'epatite C

Messaggio da skydrake » sabato 16 giugno 2012, 0:28

"Nessun bambino dovrebbe essere infettato dall'Hiv perché si nutre al seno della mamma", ha osservato Garcia
Si vede che il virus non ha letto questo studio...

...o più realisticamente il modello murino si è rivelato ancora una volta non adatto per le sperimentazioni sull'HIV.



Dora
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Re: Progressi nella lotta contro l'epatite C

Messaggio da Dora » sabato 16 giugno 2012, 18:20

skydrake ha scritto:
"Nessun bambino dovrebbe essere infettato dall'Hiv perché si nutre al seno della mamma", ha osservato Garcia
Si vede che il virus non ha letto questo studio...

...o più realisticamente il modello murino si è rivelato ancora una volta non adatto per le sperimentazioni sull'HIV.
Perché dici così?
Non ho ancora letto lo studio su PLoS Pathogens (Human Breast Milk and Antiretrovirals Dramatically Reduce Oral HIV-1 Transmission in BLT Humanized Mice), ma solo una recensione apparsa su medicalnewstoday, quindi posso averne un'impressione sbagliatissima. Ma mi pareva una ricerca interessante.
Tanto più che la trasmissione durante l'allattamento non è automatica e la maggior parte dei bambini allattati al seno - anche da madri NON in terapia - non viene infettata. Qui, invece, hanno anche provato a dare la HAART ai topi come PrEP, oltre a studiare il latte in sé, ottenendo un 100% di protezione.
Che ci sia qualcosa nella saliva che può proteggere dall'infezione si sa da mo'. Ora si potrebbe pensare che ci sia qualcosa anche nel latte che spieghi perché solo una parte dei bambini allattati al seno da madri HIV+ si infettino.
Per finire, Garcia è uno che di modelli di topi BLT se ne intende, dal momento che è uno dei papà dei topini umanizzati. Non che questo significhi che abbia ragione, naturalmente. Però sta passando la vita a lavorare sulla attendibilità del modello murino, quindi non mi sentirei di buttarlo via con troppa facilità.




P.S. Non è che questi ultimi tre post potrebbero essere staccati per creare un thread nuovo, in "Scoperte", magari intitolato "Latte materno+ARV riducono del 100% trasmissione in topi BLT" o qualcosa del genere? GRAZIE!! :D



skydrake
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Re: Progressi nella lotta contro l'epatite C

Messaggio da skydrake » domenica 17 giugno 2012, 0:18

Ho detto così perché la frase che ho quotato non corrisponde a realtà.

Non corrisponde a realtà perché a mio avviso tale modello murino non possiede tutti i requisiti (fenotipi) potenzialmente coinvolti nel meccanismo di trasmissione (es. saliva).



Dora
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Re: Progressi nella lotta contro l'epatite C

Messaggio da Dora » domenica 17 giugno 2012, 16:17

skydrake ha scritto:Ho detto così perché la frase che ho quotato non corrisponde a realtà.

Non corrisponde a realtà perché a mio avviso tale modello murino non possiede tutti i requisiti (fenotipi) potenzialmente coinvolti nel meccanismo di trasmissione (es. saliva).
Mi sembra che tu stia mettendo insieme due cose diverse:

- Una frase con verbo al condizionale (Nessun bambino dovrebbe essere infettato ..., che corrisponde perfettamente alla dichiarazione in inglese di Garcia: "No child should ever be infected with HIV because it is breastfed. Breastfeeding provides critical nutrition and protection from other infections, especially where clean water for infant formula is scarce," Garcia said. "Understanding how HIV is transmitted to infants and children despite the protective effects of milk will help us close this important door to the spread of AIDS."). Dubito che questa frase possa essere intesa altrimenti che come una speranza, un desiderio e magari - auspicabilmente - un impegno da parte di Garcia a far sì che più nessun bambino allattato al seno si infetti. Nessuna pretesa di realtà, dunque. Solo il desiderio che le cose vadano diversamente da come vanno adesso.

- Una critica al modello di topi BLT usati da Garcia e colleghi per sperimentare il latte di donne HIV negative cui era stato aggiunto dell'HIV, che mi risulta difficile da comprendere.


Leggendo l’articolo si capisce che chi con questi topi ha lavorato, prima di iniziare la sperimentazione, ha determinato che la cavità orale e il tratto digestivo superiore di questi topini presentano le stesse cellule che consentono la trasmissione orale dell’HIV negli esseri umani, cellule nate dalle staminali ematopoietiche umane che erano state loro date per creare un sistema immunitario umano; e che quindi un’eventuale trasmissione avrebbe seguito la medesima strada (per gli innumerevoli dettagli, vedi i paragrafi Reconstitution of the oral cavity of BLT mice with human hematopoietic cells e Identification of HIV target cells in the upper GI tract of BLT mice dell’articolo).

Oltre ai vari tessuti che compongono la mucosa orale, hanno analizzato nei dettagli le ghiandole salivari:
  • “to determine if human hematopoietic cells are present in the salivary glands and lymphoid tissues proximal to the oral mucosa of BLT humanized mice, as these tissues may serve as early sites for viral dissemination. The salivary glands are directly connected to the oral mucosa by excretory ducts that secrete saliva into the oral cavity. In infected humans, HIVinfected cells have been identified in the salivary glands and HIV RNA has been detected in saliva [27–29]. IHC analysis revealed that the salivary glands of BLT mice are reconstituted with human target cells for HIV infection (macrophages, dendritic cells and CD4+ T cells) as wells as human CD8+T cells and B cells (Figure 1).”
Immagine


Dopo di che, i topini sono stati infettati e si è visto che si infettavano esattamente come accade agli esseri umani; in particolare l’infezione è stata confermata, oltre che nel plasma, anche nella saliva, dove è stata dimostrata la presenza di HIV RNA in 4 topi su 5.

Poi Garcia e colleghi hanno studiato le barriere fisiche e immunologiche che si oppongono alla trasmissione dell’HIV attraverso le mucose e anche lì hanno visto che topi umanizzati e uomini reagivano allo stesso modo.

Poi hanno rilevato come sia l’HIV associato alle cellule, sia quello libero, siano presenti nel latte materno e come non sia affatto chiaro se entrambi o uno solo dei due siano responsabili della trasmissione dell’infezione. Ma sono riusciti a dimostrare che entrambi possono essere trasmessi attraverso le mucose.

Fatte tutte queste premesse fondamentali e partendo dal presupposto che, confermando studi precedenti, in vitro il latte di 5 donne HIV negative era riuscito a inibire completamente l’infettività del virus [il latte da solo, senza nessuna saliva di topo] e che la capacità di ciascun campione di latte di inibire l’infezione dipendeva dalla concentrazione del latte,

Immagine

Garcia è finalmente passato all’aspetto centrale della sua ricerca: ha somministrato oralmente ai topi una singola dose di HIV-1JR-CSF libero, in presenza e in assenza di latte umano intero.
Mentre in assenza di latte [saliva o non saliva] i topi si sono infettati tutti, in presenza di latte non se ne è infettato nessuno.


Segue una parte dell'articolo dedicata alla prevenzione della trasmissione orale dell'HIV mediante somministrazione di antiretrovirali in via profilattica.

La Discussione è molto lunga e particolareggiata. La tralascio, ma è interessante, perché vi vengono estesamente analizzati il modello murino usato in questo esperimento e le ragioni che rendono preferibili topi BLT per studiare questo tipo di problemi, piuttosto che NOD/SCID.



marcus
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Re: Progressi nella lotta contro l'epatite C

Messaggio da marcus » venerdì 29 giugno 2012, 12:38

Dora ha scritto:Poi hanno rilevato come sia l’HIV associato alle cellule, sia quello libero, siano presenti nel latte materno e come non sia affatto chiaro se entrambi o uno solo dei due siano responsabili della trasmissione dell’infezione. Ma sono riusciti a dimostrare che entrambi possono essere trasmessi attraverso le mucose.
scusate ma ho 2 dubbi, spero possiate aiutarmi a fare chiarezza:

1) Qualcuno mi spiega come possa una secrezione ghiandolare contenere delle cellule? Al massimo può contenere cellule di sfaldamento del tessuto della mammella, quindi epiteliali. Stiamo parlando di latte materno, prodotto dagli adenomeri delle ghiandole mammarie, mica di sangue !

2) Altro concetto non chiaro: la forma infettante del virus è quella libera! il virus può seguire 2 strade: all'interno di una cellula si può integrare, quindi effettuare un ciclo lisogeno rimanendo latente nel suo DNA, oppure iniziare una rapida replicazione virale formando dei nuovi virus che causano però la lisi della cellula (ciclo litico), portando quindi alla propagazione dell'infezione alle cellule vicine!
Ma nella trasmissione interumana non si può parlare di infezione tramite HIV associato alle cellule a meno che non si parli di contatto tra 2 ferite aperte e sanguinanti, oppure direttamente di una trasfusione di sangue intero, in cui abbiamo un'infezione sia da parte del virus libero che di vere e proprie cellule ematiche infettate....io una Tcd4+ (o macrofago, o cellula dendritica), contenuta in una secrezione ghiandolare addirittura, che riesce a passare una mucosa e infettare un individuo proprio non me la immagino!



Dora
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Re: Progressi nella lotta contro l'epatite C

Messaggio da Dora » venerdì 29 giugno 2012, 18:06

marcus ha scritto:
Dora ha scritto:Poi hanno rilevato come sia l’HIV associato alle cellule, sia quello libero, siano presenti nel latte materno e come non sia affatto chiaro se entrambi o uno solo dei due siano responsabili della trasmissione dell’infezione. Ma sono riusciti a dimostrare che entrambi possono essere trasmessi attraverso le mucose.
scusate ma ho 2 dubbi, spero possiate aiutarmi a fare chiarezza:

1) Qualcuno mi spiega come possa una secrezione ghiandolare contenere delle cellule? Al massimo può contenere cellule di sfaldamento del tessuto della mammella, quindi epiteliali. Stiamo parlando di latte materno, prodotto dagli adenomeri delle ghiandole mammarie, mica di sangue !
Scusa, ma non capisco bene la domanda: ti riferisci a cellule - di qualsiasi tipo esse siano - infette e presenti nel latte materno? Pensa alle cellule infette presenti in fluidi quali la saliva o lo sperma. Perché non il latte?
2) Altro concetto non chiaro: la forma infettante del virus è quella libera! il virus può seguire 2 strade: all'interno di una cellula si può integrare, quindi effettuare un ciclo lisogeno rimanendo latente nel suo DNA, oppure iniziare una rapida replicazione virale formando dei nuovi virus che causano però la lisi della cellula (ciclo litico), portando quindi alla propagazione dell'infezione alle cellule vicine!
Ma nella trasmissione interumana non si può parlare di infezione tramite HIV associato alle cellule a meno che non si parli di contatto tra 2 ferite aperte e sanguinanti, oppure direttamente di una trasfusione di sangue intero, in cui abbiamo un'infezione sia da parte del virus libero che di vere e proprie cellule ematiche infettate....io una Tcd4+ (o macrofago, o cellula dendritica), contenuta in una secrezione ghiandolare addirittura, che riesce a passare una mucosa e infettare un individuo proprio non me la immagino!
Anche qui non mi è affatto chiaro di che cosa tu stia parlando, o meglio: non capisco perché tu dica che "non si può parlare di infezione tramite HIV associato alle cellule". L'infezione avviene sia perché un virus che circola libero in un fluido incontra una cellula-target, sia attraverso il passaggio del virus da cellula a cellula. Per questa seconda modalità di trasmissione, ti rimando a un importante lavoro di David Baltimore descritto nel thread Replicazione virale durante HAART per contagio fra cellule.

Perdona se non sono in grado di risponderti in modo esauriente, ma davvero non ho capito le tue perplessità, perché ho l'impressione che per "trasmissione" stiamo parlando di cose un po' diverse.



marcus
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Re: Latte materno+ARV riducono del 100% trasmissione in topi

Messaggio da marcus » venerdì 29 giugno 2012, 18:42

ciao Dora, ti ringrazio i video sono bellissimi, tra l'altro il meccanismo della sinapsi virale non lo conoscevo, questo dimostra che non è necessario il virus nella forma libera per l'infezione cellula-cellula. Ma il punto del discorso è proprio questo: Io parlo di trasmissione dell'infezione da un uomo all'altro.
Dora ha scritto:Scusa, ma non capisco bene la domanda: ti riferisci a cellule - di qualsiasi tipo esse siano - infette e presenti nel latte materno? Pensa alle cellule infette presenti in fluidi quali la saliva o lo sperma. Perché non il latte?
Esattamente. Quali cellule ci sono nel latte materno? Come ci arrivano? E nella saliva-sperma, quali cellule ci sono che potrebbero contenere il virus?

Nella saliva, per lo meno così come viene prodotta, non ci sono cellule!! le ghiandole salivari sono formate da cellule a produzione sierosa, mucosa, mista (parotide, sottomandibolare, sottolinguale)...abbiamo acqua, elettroliti, lisozima, IgA secretorie ecc...ma NON cellule!

Lo sperma invece non è il prodotto di secrezione di una ghiandola, ma è qualcosa di più complesso. La parte cellulare dello sperma sono gli spermatozoi che derivano dai tubuli seminiferi del testicolo. A questi, a livello dell'uretra prostatica, si aggiungono le secrezioni delle vescichette seminali e della prostata, che ancora una volta, essendo secrezioni appunto, NON contengono cellule. E' impensabile che una ghiandola esocrina o endocrina che sia, produca una CELLULA come prodotto. Tra l'altro in questo caso gli spermatozoi, uniche cellule presenti. non possono essere vettori di infezione non avenddo i recettori adatti.
il virus nella saliva - latte materno - sperma si trova quindi in forma LIBERA e ci arriva , dato le sue piccolissime dimensioni, direttamente dal sangue!

siamo d'accordo sul fatto che si trasmetta da cellula a cellula tramite forma libera che circola oppure tramite sinapsi virale con il contatto tra le due cellule, ma tutto questo spiega come un virus si diffonde all'interno dell'ospite a infezione iniziata.

Per capire come il virus passi da un individuo all'altro TRAMITE SECREZIONI GHIANDOLARI non possiamo fare affidamento sull'HIV associato alle cellule per i motivi che ti ho detto prima (CIOE' NELLE SECREZIONI NON CI SONO CELLULE). Dobbiamo necessariamente pensare alla forma libera del virus.

poi ripeto, possiamo avere anche il contatto con delle cellule infette e allora in quel caso entrano in gioco entrambi i meccansimi che abbiamo citato, ma parliamo solo dei contatti di sangue.
Spero di essermi spiegato meglio stavolta, magari mi sta sfuggendo qualcosa :roll:



Dora
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Re: Latte materno+ARV riducono del 100% trasmissione in topi

Messaggio da Dora » sabato 30 giugno 2012, 6:41

marcus ha scritto:
Dora ha scritto:Scusa, ma non capisco bene la domanda: ti riferisci a cellule - di qualsiasi tipo esse siano - infette e presenti nel latte materno? Pensa alle cellule infette presenti in fluidi quali la saliva o lo sperma. Perché non il latte?
Esattamente. Quali cellule ci sono nel latte materno? Come ci arrivano?
Marcus, ti posto molto rapidamente la parte dedicata alla patogenesi e alla trasmissione del virus ai bambini nutriti al seno da una review dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ho appena scoperto e che mi sembra interessante e ben fatta e che spero di riuscire a vedermi con calma.
Sono un po' di fretta, perché ho appena scoperto che è uscito un lavoro spagnolo che contesta proprio l'articolo di Baltimore che ti ho citato ieri e vorrei studiarmelo, quindi mi limito a riportarti la parte della review che ti ho detto, che mi pare dia già qualche indicazione. Articoli scientifici specifici, magari li cerco in un altro momento.
Ciao!

Da HIV Transmission Through Breastfeeding - A Review of Available Evidence, p. 18

3. HIV transmission through breastfeeding

Transmission of HIV through breastfeeding has been well documented since 1985. The first reports indicating the possibility of HIV transmission through breast milk were in breastfed infants of women who had acquired infection postnatally through blood transfusions or through heterosexual exposure (Ziegler et al. 1985; Hira et al. 1990; Van de Perre et al. 1991; Palasanthiran et al. 1993). There were also reports of infants – with no other known exposure to HIV – who were infected through being wet-nursed and through pooled breast milk (Nduati et al. 1994). There is a theoretical risk of oral transmission from infant to wet-nurse, with cases having been reported (Visco-Comandini et al. 2005).

3.1. Pathogenesis and mechanisms of breastfeeding transmission

It is important to determine the origin of HIV in breast milk, and whether local viral production in breast milk influences transmission, whether viral selection or resistance in breast milk has an impact on transmission, and the way in which the virus infects infants.

HIV has been detected in breast milk in cell-free and cell-associated compartments. To date most studies have used DNA or RNA polymerase chain reaction assays to evaluate breast milk for HIV. In an early study from Kenya, breast milk HIV RNA was detected in 39% of 75 specimens (Lewis et al. 1998). In this study viral levels in breast milk were about one log lower than in plasma. However, there were some cases that suggested compartmentalization of virus to breast milk with higher levels in breast milk than plasma. Viral variants in blood and breast milk were found to be distinct, with some major variants in breast milk not detected in blood. This finding would suggest that some virus in breast milk replicates independently, in the mammary compartment. The observation of a compartmentalization of HIV between peripheral blood and breast milk highlights that postnatal transmission of HIV can occur with variants that may not be predicted from the analysis of circulating viral populations (Becquart et al. 2002).

The origin of HIV in breast milk is still not well understood. There is now evidence that both cell-free and cell-associated HIV in breast milk are responsible for breast-milk transmission (Koulinska et al. 2006). Studies have evaluated cell-free virus and latent (non-productive) infected cells, but not productive HIV infective cells. Cells, including macrophages and lymphocytes, and cell-free virus may migrate from the systemic compartment to breast milk. [NdD: credo - ma dovremmo approfondire - che lo stesso discorso valga per altri fluidi organici, da saliva a lacrime, a sperma, indipendentemente dalla loro origine. Con questo, si risponderebbe alla tua perplessità: la secrezione ghiandolare o il fluido organico "nasce" pulito e poi viene contaminato da cellule infette. In certi casi si hanno cellule produttivamente infette, in altri cellule latentemente infette; in certi casi casi il virus presente è capace di replicazione, in altri no.]

Recently, it has been reported that infected CD4 cells demonstrate a greater capacity to enter into a viral replication cycle in the breast-milk compartment compared with blood (Petitjean et al. 2006). This fact supports the idea that treatment to prevent MTCT should also target the proviral cell-associated HIV reservoir.

Following ingestion of HIV infected breast milk, infant gut mucosal surfaces are the most likely site at which transmission occurs. Cell-free or cellular HIV may penetrate to the submucosa through mucosal breaches or lesions, via transcytosis through M cells or enterocytes expressing galactosyl ceramide (Gal Cer) or Fc receptors. In vitro models suggest that secretory IgA or IgM may inhibit transcytosis of HIV across enterocytes (Bomsel 1997; Bomsel et al. 1998). Breastmilk
HIV immunoglobins may play a role in protection from transmission by coating infant mucosal surfaces: in a cohort of lactating women infected with HIV in Rwanda, anti-HIV antibodies of the IgG isotype were more frequently detected in breast milk followed by secretory IgM (Van de Perre et al. 1993). Tonsils may also be a portal of entry for HIV in breast-milk transmission. Tonsils include M cells in close proximity to lymphocytes and dendritic cells, and tonsillar M cells are capable of HIV replication (Frankel et al. 1997).



marcus
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Re: Latte materno+ARV riducono del 100% trasmissione in topi

Messaggio da marcus » sabato 30 giugno 2012, 13:33

Cells, including macrophages and lymphocytes, and cell-free virus may migrate from the systemic compartment to breast milk.


Grazie Dora, scusa se ti ho fatto perder tempo, ma questa cosa è sorprendente. Non sapevo che potessero migrare delle cellule dal circolo sistemico all'interno dei secreti ghiandolari, anche perchè è un meccanismo che solitamente non si verifica, dato che, se analizzi al microscopio il latte materno non trovi linfociti e macrofagi di solito. Chissà in che modo queste cellule infettate riescano a superare la membrana basale e l'endotelio vascolare!

Molto probabilmente funziona alla stesso modo anche per sperma,saliva,lacrime.

comunque permettimi di dire che forse una cellula infettata è meno infettante del virus libero.
Infatti lo studio dice che il virus entra attraverso 1) dei varchi nella mucosa del bambino, 2) Fc e Gar Cer, oppure sfrutta la 3) transcitosi attraverso le cellule M che si trovano al di sopra del MALT orale o intestinale (dopo ingestione); la transcitosi è un meccanismo che riguarda esclusivamente del materiale di piccole dimensioni che può essere preso per macropinocitosi dalle cellule M e trasportato sul versante della sottomucosa, quindi suppongo si tratti del virus libero.

Grazie mille per avermi tolto questo pallino :)



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