COVID-19: la ricerca di una cura

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
Dora
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Dora » giovedì 28 maggio 2020, 11:18

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RIFLESSIONE PICCOLA PICCOLA A MARGINE DELLA CONTROVERSIA

Mentre la decisione dell'OMS di fermare i bracci di SOLIDARITY sulla clorochina ha spinto altri Paesi oltre all'Italia - ad esempio la Francia - a sospendere la somministrazione di clorochina/idrossiclorochina a persone con COVID-19 al di fuori di trial controllati in ospedale, e mentre attendiamo le valutazioni sulla pericolosità del farmaco fatte dal DSMB del trial SOLIDARITY, la discussione sulle anomalie metodologiche e statistiche del lavoro di Mehra et al pubblicato su Lancet è molto intensa e coinvolge statistici, esperti di Big Data, persone che lavorano sui numeri e non sulle parole - a differenza dei tanti blogger complottisti che si stanno scatenando in Rete a fomentare la crociata pro-clorochina e intanto fare campagna elettorale per Trump o dipingere Bill Gates come figlio del demonio.

I problemi dell'articolo su Lancet sono assai seri, mettono gravemente in dubbio la correttezza del referaggio della rivista, aprono alla possibilità di una richiesta di ritrattazione del paper, e chi volesse averne una visione più profonda rispetto ai pochi accenni che ho fatto nel mio post di due giorni fa può leggere il moltiplicarsi delle critiche in PubPeer e seguire le discussioni in ben tre post sul blog di Andrew Gelman, professore di statistica alla Columbia University:
Suggerisco anche come molto istruttiva la lettura del post che Mostapha Benhenda, un Data scientist, ha scritto in AI & data science for precision medicine and drug discovery, il blog che tiene su melwy.com, un laboratorio online di intelligenza artificiale e data science dedicato alla medicina di precisione e alla ricerca farmacologica:
Gli autori dell'articolo rispondono, ma di fatto non rispondono a nessuna delle critiche, in un post nel sito aziendale, che sembra più uno spot per Surgisphere che una seria disamina delle anomalie del loro lavoro:

Il prossimo post sarà - non so quando - sull'altro contendente, il remdesivir, e sull'articolo che Gilead ha appena pubblicato sul New England Journal of Medicine, la rivista della Major League che si sta disputando con The Lancet il premio per chi pubblica il peggior articolo su COVID-19 nel 2020.
Dal momento che sarà sulla base di questo genere di articoli che il remdesivir sarà approvato come primo farmaco contro il SARS-CoV-2, trovo interessanti e, nella loro finalità, un poco misteriose, addirittura criptiche, le considerazioni mandate in giro ieri da Nadir sulla corsa dell'EMA a battere sul tempo la FDA e su che cosa serva perché un farmaco sia approvato - interessanti perché, storicamente, Nadir è sempre stata molto vicina a una protagonista, oggi molto silenziosa (e voglio renderle pubblicamente merito per essersi tenuta lontana dal baillamme degli Esperti che ha funestato questi mesi), della ricerca vaccinologica italiana:

Intanto, una riflessione piccola piccola, solo uno spunto per ingannare l'attesa.

Quando raccoglieremo i cocci alla fine della pandemia e ricominceremo a riflettere sulla morte della verità, la sfiducia nella scienza, il complottismo dilagante nella nostra cultura, il negazionismo, l'anti-vaccinismo, la seduzione esercitata dagli stregoni su persone a digiuno di metodo scientifico e tutte quelle brutte cose che hanno angosciato chi si occupa di scienza, di salute pubblica e delle intersezioni fra scienza, salute e politica negli ultimi due decenni, forse qualcuno avrà finalmente voglia di indagare le responsabilità di scienza e scienziati nella sfiducia che parte dell'opinione pubblica nutre nei confronti della medicina.
Allora la guerra fra la tribù dell'idrossiclorochina e quella del remdesivir sarà un test case molto utile per capire e forse un po' giustificare le dinamiche che portano tante persone a sviluppare paranoia nei confronti di Big Pharma, a pensare che l'integrità e l'onestà intellettuale per tanti scienziati siano un optional, che le riviste spazzatura e quelle blasonate non siano poi così diverse come ci piace credere, che in troppi non ce la raccontino giusta e che alla fin fine la nostra salute sia solo questione di soldi e di chi riesce ad accaparrarsene di più alla faccia nostra.



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G.Verna, xilografia ispirata a I paralipomeni della batracomiomachia di G.Leopardi



Dora
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Dora » venerdì 29 maggio 2020, 14:57

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CHI È IL PIÙ CIALTR0NE DEL REAME? Una lettera aperta a The Lancet mette in evidenza ben più che i problemi di un articolo


Scrivevo ieri delle critiche devastanti che l'articolo su Lancet di Mehra e colleghi sui danni dell'idrossiclorochina ai malati di COVID-19 sta ricevendo da parte di esperti di statistica e di metodologia, di gestione dei dati ed etica delle sperimentazioni:
Dora ha scritto:
giovedì 28 maggio 2020, 11:18
Mentre la decisione dell'OMS di fermare i bracci di SOLIDARITY sulla clorochina ha spinto altri Paesi oltre all'Italia - ad esempio la Francia - a sospendere la somministrazione di clorochina/idrossiclorochina a persone con COVID-19 al di fuori di trial controllati in ospedale, e mentre attendiamo le valutazioni sulla pericolosità del farmaco fatte dal DSMB del trial SOLIDARITY, la discussione sulle anomalie metodologiche e statistiche del lavoro di Mehra et al pubblicato su Lancet è molto intensa e coinvolge statistici, esperti di Big Data, persone che lavorano sui numeri e non sulle parole - a differenza dei tanti blogger complottisti che si stanno scatenando in Rete a fomentare la crociata pro-clorochina e intanto fare campagna elettorale per Trump o dipingere Bill Gates come figlio del demonio.

I problemi dell'articolo su Lancet sono assai seri, mettono gravemente in dubbio la correttezza del referaggio della rivista, aprono alla possibilità di una richiesta di ritrattazione del paper, e chi volesse averne una visione più profonda rispetto ai pochi accenni che ho fatto nel mio post di due giorni fa può leggere il moltiplicarsi delle critiche in PubPeer e seguire le discussioni in ben tre post sul blog di Andrew Gelman, professore di statistica alla Columbia University:
Suggerisco anche come molto istruttiva la lettura del post che Mostapha Benhenda, un Data scientist, ha scritto in AI & data science for precision medicine and drug discovery, il blog che tiene su melwy.com, un laboratorio online di intelligenza artificiale e data science dedicato alla medicina di precisione e alla ricerca farmacologica:
Gli autori dell'articolo rispondono, ma di fatto non rispondono a nessuna delle critiche, in un post nel sito aziendale, che sembra più uno spot per Surgisphere che una seria disamina delle anomalie del loro lavoro:
Queste critiche si sono concretizzate oggi in una lettera aperta che 120 tra medici, scienziati, epidemiologi e statistici di tutto il mondo hanno mandato agli autori dell'articolo e a Richard Horton che, in quanto editor in chief di Lancet, della pubblicazione dell'articolo porta la responsabilità ultima:

An open letter to Mehra et al and The Lancet - Conncerns regardingthe statistical analysis and data integrity
Open letter to MR Mehra, SS Desai, F Ruschitzka, and AN Patel, authors of “Hydroxychloroquine or chloroquine with or without a macrolide for treatment of COVID-19: a multinational registry analysis”. Lancet. 2020 May 22:S0140-6736(20)31180-6. doi: 10.1016/S0140-6736(20)31180-6. PMID: 32450107
and to Richard Horton (editor of The Lancet).

Concerns regarding the statistical analysis and data integrity

The retrospective, observational study of 96,032 hospitalized COVID-19 patients from six continents reported substantially increased mortality (~30% excess deaths) and occurrence of cardiac arrhythmias associated with the use of the 4-aminoquinoline drugs hydroxychloroquine and chloroquine. These results have had a considerable impact on public health practice and research.

The WHO has paused recruitment to the hydroxychloroquine arm in their SOLIDARITY trial. The UK regulatory body, MHRA, requested the temporary pausing of recruitment into all hydroxychloroquine trials in the UK (treatment and prevention), and France has changed its national recommendation for the use of hydroxychloroquine in COVID-19 treatment and also halted trials.

The subsequent media headlines have caused considerable concern to participants and patients enrolled in randomized controlled trials (RCTs) seeking to characterize the potential benefits and risks of these drugs in the treatment and prevention of COVID-19 infections. There is uniform agreement that well conducted RCTs are needed to inform policies and practices.

This impact has led many researchers around the world to scrutinize in detail the publication in question. This scrutiny has raised both methodological and data integrity concerns. The main concerns are listed as follows:
  • 1. There was inadequate adjustment for known and measured confounders (disease severity, temporal effects, site effects, dose used).
    2. The authors have not adhered to standard practices in the machine learning and statistics community. They have not released their code or data. There is no data/code sharing and availability statement in the paper. The Lancet was among the many signatories on the Wellcome statement on data sharing for COVID-19 studies.
    3. There was no ethics review.
    4. There was no mention of the countries or hospitals that contributed to the data source and no acknowledgments to their contributions. A request to the authors for information on the contributing centres was denied.
    5. Data from Australia are not compatible with government reports (too many cases for just five hospitals, more in-hospital deaths than had occurred in the entire country during the study period). Surgisphere (the data company) have since stated this was an error of classification of one hospital from Asia. This indicates the need for further error checking throughout the database.
    6. Data from Africa indicate that nearly 25% of all COVID-19 cases and 40% of all deaths in the continent occurred in Surgisphere-associated hospitals which had sophisticated electronic patient data recording, and patient monitoring able to detect and record “nonsustained [at least 6 secs] or sustained ventricular tachycardia or ventricular fibrillation”. Both the numbers of cases and deaths, and the detailed data collection, seem unlikely.
    7. Unusually small reported variances in baseline variables, interventions and outcomes between continents (Table S3).
    8. Mean daily doses of hydroxychloroquine that are 100 mg higher than FDA recommendations, whereas 66% of the data are from North American hospitals.
    9. Implausible ratios of chloroquine to hydroxychloroquine use in some continents
    10. The tight 95% confidence intervals reported for the hazard ratios are unlikely. For instance, for the Australian data this would need about double the numbers of recorded deaths as were reported in the paper.
The patient data have been obtained through electronic patient records and are held by the US company Surgisphere. In response to a request for the data Professor Mehra has replied; “Our data sharing agreements with the various governments, countries and hospitals do not allow us to share data unfortunately.”

Given the enormous importance and influence of these results, we believe it is imperative that:
  • 1. The company Surgisphere provides details on data provenance. At the very minimum, this means sharing the aggregated patient data at the hospital level (for all covariates and outcomes)
    2. Independent validation of the analysis is performed by a group convened by the World Health Organization, or at least one other independent and respected institution. This would entail additional analyses (e.g. determining if there is a dose-effect) to assess the validity of the conclusions
    3. There is open access to all the data sharing agreements cited above to ensure that, in each jurisdiction, any mined data was legally and ethically collected and patient privacy aspects respected
In the interests of transparency, we also ask The Lancet to make openly available the peer review comments that led to this manuscript to be accepted for publication.

This open letter is signed by clinicians, medical researchers, statisticians, and ethicists from across the world. The full list of signatories and affiliations can be found below. [seguono le firme]
La lettera è stata pubblicizzata dal Guardian, che le dedica oggi un lungo articolo.

Che il direttore di Lancet sia in guerra aperta con l'amministrazione Trump e a favore dell'OMS lo dice non solo la sua storia personale, ma anche il commento che ha pubblicato sulla sua rivista ad aprile, quando Trump ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero sospeso i finanziamenti all'OMS a causa della sua gestione della pandemia e di un eccesso di vicinanza alla Cina. Horton ha definito la decisione "un crimine contro l'umanità" e naturalmente non è la prima volta che spinge la sua rivista a prendere una posizione politica (cfr la vigliaccata contro Israele e il modo in cui ha dovuto rimangiarsela).
Che l'OMS sia in guerra aperta con l'amministrazione Trump lo sappiamo.
Che l'AIFA abbia l'autonomia di un moscerino ... beh, anche questo avremmo dovuto saperlo.

Quindi Lancet ha pubblicato un pessimo articolo, che a molti (fra quanti evidentemente ne hanno letto solo il titolo o al più l'abstract) è sembrato affossare l'idrossiclorochina e quindi dare uno schiaffo direttamente in faccia a Trump.
Quindi l'OMS si è aggrappata alla prima ciofeca disponibile senza andare troppo per il sottile e ha sospeso i bracci del suo trial in cui si sperimentava l'idrossiclorochina.
Quindi l'AIFA ha seguito a ruota l'OMS.

Ora la mia domanda è: dato che l'articolo fa schifo e dovrebbe essere ritrattato all'istante (ma sappiamo che Lancet ci ha messo 12 anni a ritrattare la spazzatura di Wakefield), chi è il più cialtr0ne della compagnia?
La rivista, che ha pubblicato spazzatura solo perché poteva fare un dispetto a Trump?
L'OMS, che ha usato questa spazzatura per affossare un farmaco che era promosso da Trump?
L'AIFA, che non ha neppure letto l'articolo, ma ha seguito l'OMS dimostrando di non avere neppure una briciola di autonomia intellettuale?
I vari superespertoni, che hanno letto l'articolo, non hanno capito niente, ma hanno deciso che confermava i loro bias affossando l'idrossiclorochina e dunque andava bene così? Tanto esperti da non capire una cippa? Tanto esperti da non riconoscere di essere biased? Tanto esperti, ma l'odio per Trump e per quello che lui rappresenta vince su tutto? [*]

Ma davanti a centinaia di migliaia di morti potete permettervi tutta questa cialtronaggine?
Ma non provate neppure un'ombra di vergogna?

[*] Detesto Trump, non mi piace lui, mi fa paura quello che lui rappresenta, non mi piace l'America che lo sostiene, se fossi americana non l'avrei votato.
E non mi piace neppure Raoult, non mi piacciono i suoi sostenitori francesi, divisi fra estrema destra ed estrema sinistra, fra complottisti e ultracattolici antisemiti, omofobi e razzisti.
Ma questa pandemia ha mostrato la miseria intellettuale e la profonda disonestà di così tante persone che non so, quando tutto questo sarà finito, se riuscirò ancora a leggere quello che scrivono con gli stessi occhi di prima.



EDIT: su Liberation di oggi, nella sezione dedicata al fact-checking (una parte della loro professione che ai giornalisti nostrani piace poco) un articolo sulla brutta vicenda del lavoro su Lancet dei 4 dell'Ave Maria:

Une étude publiée en 2003 dans «The Lancet» démontre-t-elle l’absence de risque de la chloroquine?

Poiché si nota che une même revue peut publier des études divergentes, vengono intervistati gli autori del fameux article de 2003 su Lancet Infectious Diseases, Roberto Cauda e Andrea Savarino che, dopo aver ricordato che l'idrossiclorochina n’est ni une solution miracle, ni [un poison violent] qui assassine des milliers de personnes, giustamente stigmatizza la politicizzazione che ha fatto strame della scienza in questa occasione - dice infatti qu’il n’aurait jamais imaginé, en 2003, que le sujet sur lequel il travaillait «deviendrait un champ de bataille politique dans l’élection présidentielle américaine en 2020», et déplore le fait que ces recherches soient «instrumentalisées à des fins politiques».



Dora
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Dora » martedì 2 giugno 2020, 8:00

Dora ha scritto:
venerdì 29 maggio 2020, 14:57
CHI È IL PIÙ CIALTR0NE DEL REAME? Una lettera aperta a The Lancet mette in evidenza ben più che i problemi di un articolo


Scrivevo ieri delle critiche devastanti che l'articolo su Lancet di Mehra e colleghi sui danni dell'idrossiclorochina ai malati di COVID-19 sta ricevendo da parte di esperti di statistica e di metodologia, di gestione dei dati ed etica delle sperimentazioni:[...]

Queste critiche si sono concretizzate oggi in una lettera aperta che 120 tra medici, scienziati, epidemiologi e statistici di tutto il mondo hanno mandato agli autori dell'articolo e a Richard Horton che, in quanto editor in chief di Lancet, della pubblicazione dell'articolo porta la responsabilità ultima:

An open letter to Mehra et al and The Lancet - Conncerns regardingthe statistical analysis and data integrity[...]

La lettera è stata pubblicizzata dal Guardian, che le dedica oggi un lungo articolo.

Che il direttore di Lancet sia in guerra aperta con l'amministrazione Trump e a favore dell'OMS lo dice non solo la sua storia personale, ma anche il commento che ha pubblicato sulla sua rivista ad aprile, quando Trump ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero sospeso i finanziamenti all'OMS a causa della sua gestione della pandemia e di un eccesso di vicinanza alla Cina. Horton ha definito la decisione "un crimine contro l'umanità" e naturalmente non è la prima volta che spinge la sua rivista a prendere una posizione politica (cfr la vigliaccata contro Israele e il modo in cui ha dovuto rimangiarsela).
Che l'OMS sia in guerra aperta con l'amministrazione Trump lo sappiamo.
Che l'AIFA abbia l'autonomia di un moscerino ... beh, anche questo avremmo dovuto saperlo.

Quindi Lancet ha pubblicato un pessimo articolo, che a molti (fra quanti evidentemente ne hanno letto solo il titolo o al più l'abstract) è sembrato affossare l'idrossiclorochina e quindi dare uno schiaffo direttamente in faccia a Trump.
Quindi l'OMS si è aggrappata alla prima ciofeca disponibile senza andare troppo per il sottile e ha sospeso i bracci del suo trial in cui si sperimentava l'idrossiclorochina.
Quindi l'AIFA ha seguito a ruota l'OMS.

Ora la mia domanda è: dato che l'articolo fa schifo e dovrebbe essere ritrattato all'istante (ma sappiamo che Lancet ci ha messo 12 anni a ritrattare la spazzatura di Wakefield), chi è il più cialtr0ne della compagnia?
La rivista, che ha pubblicato spazzatura solo perché poteva fare un dispetto a Trump?
L'OMS, che ha usato questa spazzatura per affossare un farmaco che era promosso da Trump?
L'AIFA, che non ha neppure letto l'articolo, ma ha seguito l'OMS dimostrando di non avere neppure una briciola di autonomia intellettuale?
I vari superespertoni, che hanno letto l'articolo, non hanno capito niente, ma hanno deciso che confermava i loro bias affossando l'idrossiclorochina e dunque andava bene così? Tanto esperti da non capire una cippa? Tanto esperti da non riconoscere di essere biased? Tanto esperti, ma l'odio per Trump e per quello che lui rappresenta vince su tutto? [*]

Ma davanti a centinaia di migliaia di morti potete permettervi tutta questa cialtronaggine?
Ma non provate neppure un'ombra di vergogna?

[*] Detesto Trump, non mi piace lui, mi fa paura quello che lui rappresenta, non mi piace l'America che lo sostiene, se fossi americana non l'avrei votato.
E non mi piace neppure Raoult, non mi piacciono i suoi sostenitori francesi, divisi fra estrema destra ed estrema sinistra, fra complottisti e ultracattolici antisemiti, omofobi e razzisti.
Ma questa pandemia ha mostrato la miseria intellettuale e la profonda disonestà di così tante persone che non so, quando tutto questo sarà finito, se riuscirò ancora a leggere quello che scrivono con gli stessi occhi di prima.
[...]
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The LancetGate

Questo breve post era nato come edit a quanto ho scritto il 29 maggio scorso. Ma poi ho pensato che il vespaio scatenatosi dalla pubblicazione dell'articolo di Mehra et al è troppo esteso e serio, le conseguenze che quel brutto lavoro stanno avendo sulle sperimentazioni contro SARS-CoV-2 troppo di vasta portata, per non dedicare alla questione un post a sé.
Quindi eccolo qui.

È scoppiato il #LancetGate, la società Surgisphere, che ha fornito i dati (farlocchi, di giorno in giorno sempre più evidentemente manipolati) ai 4 dell'Ave Maria è finita nel radar di scienziati e giornalisti non schierati ma attenti al fact-checking e se ne stanno scoprendo delle belle sia sulla società, i suoi impiegati, le altre attività del suo direttore marketing (sempre più oneste che falsificare dati - ça va sans dire, il mio ricordo va alla bellissima Carla Bate, direttore e co-fondatore di Immortalis Klotho Formula), sia sui diversi licenziamenti e cause legali per negligenza medica di Sapan Desai, il presidente e fondatore di Surgisphere nonché secondo autore dell'articolo:
Come giustamente esordisce Todaro:
Misinformation is bad. Misinformation in medicine is worse. Misinformation from a prestigious medical journal is the worst.
Temo che a Lancet, per uscire da questo ennesimo passo falso, servirà qualcosa di più che una noterella nel Department of Error, che risponde solo a una delle decine di critiche sollevate dall'articolo.
Temo che all'OMS dovranno spiegare perché hanno sospeso delle sperimentazioni sulla base di un articolo truffaldino.
Temo che all'AIFA qualcuno dovrà pur prendersi qualche responsabilità per una decisione presa in una notte.

E forse anche l'Harvard Medical School qualche cosa da dire dovrebbe averla.

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In molti, anche chi di solito dai complotti si tiene lontano come dalla peste, adesso si chiedono tutto questo casino a chi stia giovando. E naturalmente non stupirà nessuno che ci sia chi punta il dito su Gilead.


Il post sul remdesivir non ho voglia di scriverlo. Ma tanto ormai il copione è noto, anche se lo rimando ai prossimi giorni non cambia niente.



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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da uffa2 » martedì 2 giugno 2020, 10:03

Un altro studio clinico appare essere irrimediabilmente fallato e/o deliberatamente ingannevole e da cui derivano domande tragiche sulle motivazioni di quello che è accaduto, le “cinque W” del giornalismo anglosassone che qui dovrebbero dispiegarsi per portare una veloce chiarezza su qualcosa che sta gettando un’ombra terribile non sull’Italian Journal of Fuffology di ruggieriana memoria, ma sulla più prestigiosa rappresentanza della stampa scientifica mondiale.
Chi, cosa, quando, dove e perché sono le domande da farsi intorno alla genesi di questo articolo e alla sua pubblicazione.

Poi (o forse prima?) c’è il problema di “The Lancet” (il bisturi), rivista scientifica britannica fondata nel 1823 da Thomas Wakley e affondata tra il XX e il XXI secolo da Richard Horton, direttore dal 1995, una specie di Gabanelli coi pantaloni.
The Lancet è considerata tra le prime cinque riviste mediche internazionali, e il fatto che da un quarto di secolo i suoi fogli siano stati lordati da errori scientifici e scelte politiche deprecabili è un problema per tutta la stampa scientifica.
Con Horton, che potremmo definire intellettuale lefty prestato alla medicina, The Lancet è diventato quel foglio che ha impiegato dodici anni a ritirare l’infame porcata di Wakefield sui vaccini, è lo stesso foglio che ha ospitato l’appello contro Israele di un gruppo di figuri che avrebbero imbarazzato persino i quotidiani delle sguaiate destra o sinistra italiane, che ha consumato la sua credibilità con i suoi dati semplicemente a caso sulla guerra in Iraq, che è inciampato in più d’un incidente “scientifico” con articoli in cui la peer review aveva fatto cilecca (e questa è la cosa meno grave)…
Ora c’è il caso idrossiclorochina.
Sull’idrossiclorochina, ancora una volta ha ragione Dora: per questo come per gli altri farmaci non c’è uno studio che ci possa dare le sicurezze che siamo abituati a pretendere, tutti stanno intorno al perimetro degli aneddoti o poco più.
Qui però siamo all’epopea del marito di Pamela Prati (It would be funny if thousands of people didn't die from coronavirus): la ex (o attuale) “signorina disponibile” (è la migliore e più cortese traduzione che mi sovviene) che sta alla direzione marketing è, come condivide Dora, la cosa migliore di tutto il racconto.
E torniamo alle “cinque W”: perché viene scritto questo articolo? e come accade che una società senza storia e con protagonisti “così” arrivi a pubblicare su “The Lancet”? è solo la fretta di “stare sulla notizia” o c’è qualcosa d’altro? e si tratta solo di qualcosa oppure di qualcuno?
Non avremo alcuna chiarezza da “the Lancet”, il suo stile non lo prevede, almeno a breve termine. Confidiamo che lo sdegno mosso nella comunità scientifica porti a illuminare qualche altro anfratto…


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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Dora » mercoledì 3 giugno 2020, 6:11

uffa2 ha scritto:
martedì 2 giugno 2020, 10:03
Con Horton, che potremmo definire intellettuale lefty prestato alla medicina, The Lancet è diventato quel foglio che ha impiegato dodici anni a ritirare l’infame porcata di Wakefield sui vaccini, è lo stesso foglio che ha ospitato l’appello contro Israele di un gruppo di figuri che avrebbero imbarazzato persino i quotidiani delle sguaiate destra o sinistra italiane, che ha consumato la sua credibilità con i suoi dati semplicemente a caso sulla guerra in Iraq, che è inciampato in più d’un incidente “scientifico” con articoli in cui la peer review aveva fatto cilecca (e questa è la cosa meno grave)…
#LancetGate

Questo inciampo è gravissimo. E Horton non ha potuto evitare di fare il primo passo per riconoscerlo, pubblicando una Expression of Concern sull'articolo:



D'altra parte, quello che si è scoperto di Surgisphere ha obbligato anche Eric Rubin, il direttore del New England Journal of Medicine a pubblicare un'analoga Expression of Concern nei confronti dell'altro lavoro pubblicato su COVID-19 utilizzando i dati raccolti e gestiti da questa società. Questo riguarda il ruolo di ACE inibitori e altri farmaci anti-ipertensivi nel contesto della COVID-19 e, pur trattando una questione che all'inizio dell'epidemia aveva fatto molto discutere, è di un profilo assai più basso che la presunta pietra tombale sull'idrossiclorochina.

E dal momento che i nodi stanno venendo al pettine, sul NEJM è stata pubblicata anche una correzione dell'articolo sull'uso compassionevole del remdesivir in persone con COVID-19 grave, delle cui anomalie parlammo ampiamente ad aprile.
Le critiche inviate direttamente alla rivista (e altre raccolte in Retraction Watch) erano così serie, che il New England non ha potuto non tenerne conto.

Intanto, però, Sanofi ha comunicato di aver sospeso temporaneamente l'arruolamento dei trial sull'idrossiclorochina e il rifornimento del farmaco ai malati di COVID-19, finché permarranno preoccupazioni sulla sua sicurezza.

Le conclusioni dell'OMS dovrebbero arrivare a breve. Nel frattempo, tutto è stato fermato da articoli truffaldini, basati su dati farlocchi, ma pubblicati su riviste importanti che hanno abdicato al loro ruolo.
Quanto scricchiola il prestigio di queste riviste.



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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da HIVforum.info » mercoledì 3 giugno 2020, 9:29



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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da uffa2 » mercoledì 3 giugno 2020, 10:00

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So che può sembrare infantile, ma io mi sto “divertendo”.
Questa vicenda, dopo mesi in cui ogni possibile porcheria ci è stata propinata come se l’avesse cucinata Cracco in persona, sta giungendo al redde rationem.
Confido che si vada un po’ oltre le expressions of concern, per iniziare magari a chiedersi se la grande stampa scientifica internazionale non abbia abdicato al proprio ruolo in questa occasione, per pubblicare il più in fretta possibile qualcosa che sfamasse gli impauriti lettori occasionali (non gli scienziati, ma gli imbrattafogli della stampa laica e figuri del genere), senza domande, senza riflessioni, senza neppure i disclaimer in legalese che usano i venditori di fuffa.
A ruota, la valanga di “burionini” che ha allagato i nostri media, uno sciame di starlette petulanti in camice bianco alla ricerca del proprio quarto d’ora di celebrità, ognuno con il proprio sacro Graal, che fosse il remdesivir, il tocilizumab, il clexane o l’idrossiclorochina, e chi non aveva un farmaco tirava fuori i propri case report, come gli ineffabili medici del Cutugno con la loro incredibile -appunto- “scoperta” sui sieropositivi che non s’ammalavano (bullshit, just crappy bullshit!).

It would be funny if thousands of people didn't die from coronavirus, scrivevo ieri citando un commento apparso su Twitter.
Di fronte a questo falò delle vanità che disvela approssimazione, furbizie e cialtronerie degne d’un baronato di provincia della sanità italiana mi sto facendo tante grasse risate, amarissime.


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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Dora » mercoledì 3 giugno 2020, 11:12

uffa2 ha scritto:
mercoledì 3 giugno 2020, 10:00
A ruota, la valanga di “burionini” che ha allagato i nostri media, uno sciame di starlette petulanti in camice bianco alla ricerca del proprio quarto d’ora di celebrità, ognuno con il proprio sacro Graal, che fosse il remdesivir, il tocilizumab, il clexane o l’idrossiclorochina, e chi non aveva un farmaco tirava fuori i propri case report, come gli ineffabili medici del Cutugno con la loro incredibile -appunto- “scoperta” sui sieropositivi che non s’ammalavano (bullshit, just crappy bullshit!).
La mia speranza è che, terminata questa tragedia, tutte le starlette in camice bianco che hanno funestato ogni possibile trasmissione televisiva (insieme a quelle che hanno sproloquiato sui giornali e sui social) restino così definitivamente legate alla tragedia da finire per sempre seppellite insieme agli incubi di questi mesi. Che spariscano tutte, sprofondate nei loro laboratori e nei loro ospedali, perché il ricordo di quei toni saccenti, petulanti, ex cathedra, insieme a quello della marea di incoerenti sciocchezze che hanno detto, sarà così insopportabile che nessuno vorrà più averli davanti.
It would be funny if thousands of people didn't die from coronavirus, scrivevo ieri citando un commento apparso su Twitter.
Di fronte a questo falò delle vanità che disvela approssimazione, furbizie e cialtronerie degne d’un baronato di provincia della sanità italiana mi sto facendo tante grasse risate, amarissime.
E allora fattene un'altra - per me questa battuta è alla pari di quella di Ivan Oransky in occasione della ritrattazione dell'articolo di Yamamoto su HIV e GcMAF (We’ve noticed that retractions for IRB documentation problems are often a bit like jailing Al Capone on tax evasion: They’re the easiest charges to prove, but they’re likely the least of a study’s problems).



E adesso torniamo a mangiare popcorn, perché dubito che lo shitstorm si fermerà qui.



Dora
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Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Dora » mercoledì 3 giugno 2020, 18:14

Dora ha scritto:
mercoledì 3 giugno 2020, 6:11
Le conclusioni dell'OMS dovrebbero arrivare a breve. Nel frattempo, tutto è stato fermato da articoli truffaldini, basati su dati farlocchi, ma pubblicati su riviste importanti che hanno abdicato al loro ruolo.
WHO set to resume hydroxychloroquine trial in battle on COVID-19

WHO resumes hydroxychloroquine study for Covid-19, after reviewing safety concerns

Una figura peggiore era difficile farla.
E adesso l'AIFA che fa? Che fa?
Cialtr0ni.



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Dora
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Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48

Re: [II] A. SAVARINO: dai macachi ai trial clinici sugli uomini

Messaggio da Dora » giovedì 4 giugno 2020, 20:54

Ritrattato a tempo di record

Mehra, Ruschitzka e Patel abbandonano al suo destino Sapan Desai e la sua Surgisphere: loro non sapevano, non c'erano e se c'erano dormivano.
  • Statement from The Lancet
    Today, three of the authors of the paper, "Hydroxychloroquine or chloroquine with or without a macrolide for treatment of COVID-19: a multinational registry analysis", have retracted their study. They were unable to complete an independent audit of the data underpinning their analysis. As a result, they have concluded that they "can no longer vouch for the veracity of the primary data sources." The Lancet takes issues of scientific integrity extremely seriously, and there are many outstanding questions about Surgisphere and the data that were allegedly included in this study. Following guidelines from the Committee on Publication Ethics (COPE) and International Committee of Medical Journal Editors (ICMJE), institutional reviews of Surgisphere’s research collaborations are urgently needed.

    The retraction notice is published today, June 4, 2020. The article will be updated to reflect this retraction shortly.
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Dora ha scritto:
mercoledì 3 giugno 2020, 18:14
E adesso l'AIFA che fa? Che fa?



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