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Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: venerdì 27 luglio 2018, 18:11
da Dora
Taurus ha scritto:Dora, "e da Amesterdam è tutto, passo la linea allo studio" o hai ancora qualche colpetto d'artificio da offrici?
Credo che le cose più importanti le abbiamo viste, ma devo ancora ascoltare tante presentazioni, quindi magari mi viene ispirazione per qualche altro post. Fra l'altro non sono ancora state caricate moltissime slides nel sito del congresso. Direi di rimandare a settimana prossima.

Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: venerdì 27 luglio 2018, 22:45
da Hope!
Dora ha scritto:
Taurus ha scritto:Dora, "e da Amesterdam è tutto, passo la linea allo studio" o hai ancora qualche colpetto d'artificio da offrici?
Credo che le cose più importanti le abbiamo viste, ma devo ancora ascoltare tante presentazioni, quindi magari mi viene ispirazione per qualche altro post. Fra l'altro non sono ancora state caricate moltissime slides nel sito del congresso. Direi di rimandare a settimana prossima.
Dora sei sempre la numero 1 e il raggio di luce in questa oscura nostra battaglia a questo virus immondo. :)

Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: lunedì 30 luglio 2018, 7:40
da Dora
Hope! ha scritto:Dora sei sempre la numero 1 e il raggio di luce in questa oscura nostra battaglia a questo virus immondo. :)
Grazie, Hope! Grazie.

Cari tutti, sto dragando il sito della Conferenza Mondiale (che non è ancora del tutto aggiornato), ma devo dire che di presentazioni che mi facciano venire voglia di scrivere un post non ne trovo. Alcune sono di scienza di base, ancora troppo lontane da qualunque applicabilità clinica. Altre sono cose di cui abbiamo parlato già molto. Quindi, per non lasciarvi durante le vacanze senza nulla su cui meditare, ho pensato di suggerire il video di una lezione intitolata The newest science in the search for a cure and vaccine che, durante una sessione plenaria di AIDS 1018 dedicata a Building bridges from scientific innovation to implementation, Brad Jones, immunologo della Weill Cornell Medicine e della George Washington University, ha diviso in due parti. Mentre la seconda è dedicata ai vaccini, nella prima Jones ripercorre in modo molto semplice e chiaro alcune delle questioni più affascinanti della ricerca di una cura.
In caso il link, nonostante le mie istruzioni (https://www.youtube.com/watch?v=slKIlcbEGGM#t=13m03s), si apra all'inizio della sessione, la lezione di Jones - che ha il pregio di essere in un inglese facile e comunque con i sottotitoli - è fra il minuto 13:03 e il minuto 36:06.
Buone vacanze a tutti!

Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: martedì 18 giugno 2019, 7:26
da Dora
Slides, video e fonti nel post originale.
Dora ha scritto:
venerdì 27 luglio 2018, 7:25
#AIDS2018 - La prima sperimentazione clinica della chidamide come sostanza contro la latenza di HIV: un nuovo inibitore selettivo della istone deacetilasi tutto cinese


Un gruppo di ricerca della Fourth Military Medical University di Xi'an, Cina, ha presentato alla International AIDS Conference di Amsterdam i risultati di un piccolo trial clinico di fase I, che aveva lo scopo di indagare la sicurezza, la tossicità, il profilo farmacocinetico e farmacodinamico e infine anche l'efficacia anti-latenza della chidamide, un HDACi che è stato scoperto, brevettato e approvato un paio d'anni fa in Cina (e solo lì) come farmaco per il trattamento del linfoma periferico a cellule T (con il nome commerciale di Epidaza®). La chidamide ha il pregio di poter essere assunta oralmente.

Nell'ultimo anno, ricercatori della Fudan University di Shanghai e dell'Istitute of Trasfusion Medicine di Pechino hanno pubblicato due articoli su riviste di tutto rispetto, in cui vengono indagati i meccanismi d'azione e l'efficacia anti-latenza della chidamide, mettendola a confronto con il vorinostat, in diversi modelli cellulari di latenza e anche in cellule prelevate da persone con HIV in trattamento antiretrovirale. Da questi studi è emerso che la chidamide:
  • - riesce effettivamente a riattivare l'HIV latente, sia nelle linee cellulari, sia nei CD4 primari;
    - lo fa inducendo il fattore di trascrizione NF-kB;
    - lo fa con un'efficacia che dipende sia dal dosaggio, sia dal tempo di somministrazione (rispettivamente: dosaggio minore del vorinostat, efficacia che migliora nel tempo, mentre per il vorinostat succede il contrario);
    - lo fa con una tossicità minima, e comunque di gran lunga inferiore a quella del vorinostat.
Forti di questi risultati, gli scienziati del Tang-Du Hospital ad agosto 2015 hanno iscritto in ClinicalTrials.gov un trial di fase I, in aperto, su un singolo gruppo di 13 persone con HIV ben controllato dalla cART (HIV RNA < 50 copie/mL da almeno un anno, di fatto più di 18 mesi) e almeno 350 CD4. A settembre 2016 l'hanno concluso e oggi ce ne raccontano i risultati. Parallelamente, a settembre 2016 ne hanno aperto un altro di fase II/III, che è impostato in modo molto più solido: 60 partecipanti, randomizzato con placebo, in quadruplo cieco (cioè né partecipanti, né medici, né ricercatori, né chi ha il compito di validare i dati sanno chi prende che cosa).
Qui gli obiettivi sono invertiti rispetto a quelli del trial di fase I, perché sicurezza e tollerabilità passano in secondo piano, mentre gli obiettivi principali sono la misurazione dell'HIV RNA associato alle cellule, dell'HIV RNA nel plasma e del DNA virale totale. Fra gli obiettivi secondari troviamo anche la valutazione di marker dell' infiammazione, dell'immunoattivazione e della senescenza cellulare, per una ragione che si capirà fra poco, quando vedremo i risultati della fase I portati ad Amsterdam.

E questi risultati della somministrazione di 8 dosi di chidamide (10 mg due volte a settimana, per 4 settimane) a 6 uomini e una donna che assumevano dei regimi di ART standard sono in breve questi:
  • - l'HDACi è stato ben tollerato (1 rash, 1 fatigue, 1 sonnolenza), globuli rossi ed emoglobina sono scesi un poco, ma risaliti subito al termine dello studio, i CD4 sono rimasti stabili, non è stato riferito nessun evento avverso;
    - i profili farmacocinetico e farmacodinamico si sono dimostrati favorevoli;
    - la chidamide ha indotto la trascrizione del virus latente - e questo lo si è misurato sia nell'RNA, sia nel DNA virali associati ai CD4;
    - si sono misurati dei picchi nella viremia del sangue dopo la somministrazione del farmaco;
    - si è misurata una riduzione del DNA virale totale;
    - e non è finita qui, perché si sono visti anche degli effetti immunomodulanti, con una diminuzione di alcune citochine infiammatorie e anche dell'espressione del marker PD-1 sui CD4.
Tutto questo, naturalmente, è incoraggiante ma non basta. Ecco perché sono partiti subito con una sperimentazione clinica su un numero maggiore di pazienti e con un gruppo di controllo che prende un placebo.
In questo secondo trial, i partecipanti sono stratificati per numero di CD4 (30 con meno di 500, 30 con più). La somministrazione della chidamide avviene al medesimo dosaggio del primo trial e sempre due volte a settimana, però lo studio dura 96 settimane.
Non è prevista alcuna interruzione della ART.

La conclusione è prevista entro dicembre di quest'anno, quindi penso avremo presto altre notizie.
Immagine


Parte in Cina una sperimentazione clinica sugli effetti della chidamide in combinazione con CAR-T e TCR-T sul reservoir latente di HIV


La pagina del trial di fase II/III sulla sola chidamide in funzione anti-latenza non è aggiornata da aprile dell'anno scorso. Il trial allora era attivo e sembrava aver completato il reclutamento dei 60 partecipanti. Doveva concludersi a dicembre, ma non mi pare siano stati riferiti i risultati a qualche congresso, tantomeno pubblicati in qualche rivista censita da PubMed.

Qualche risultato deve però esserci stato, quindi a distanza di pochi giorni torniamo a parlare di ricerca cinese. È stato infatti appena stato iscritto in ClinicalTrials.gov un trial il cui sponsor principale, insieme alla Sun Yat-sen University, è lo stesso Guangzhou 8th People's Hospital che sta conducendo la sperimentazione sul triossido d'arsenico:

Effect of Chidamide Combined With CAT-T or TCR-T Cell Therapy on HIV-1 Latent Reservoir

Questa nuova sperimentazione approfondisce lo studio dell'azione anti-latenza della chidamide, usando questo HDACi insieme a terapia cellulare con CAR-T o TCR-T [Chimeric Antigen Receptor(CAR)-T o T cell receptor(TCR)-T] in persone con infezione da HIV ben controllata dagli antiretrovirali.

L'idea è quella di ristabilire una reazione immune HIV-specifica che permetta di colpire le cellule in cui l'HIV latente è stato riattivato grazie alla chidamide e per far questo vengono modificati geneticamente i linfociti T così da renderli capaci di meglio attivarsi in presenza di CD4 infetti (cfr. il thread CAR-T: linfociti T riprogrammati per contrastare HIV).

Si tratta di un trial di fase I, in aperto, su 40 persone che verranno randomizzate in modo da ricevere chidamide + terapia con CAR-T o TCR-T + regime standard di antiretrovirali, oppure soltanto la terapia antiretrovirale.
I partecipanti dovranno avere HIV RNA <50 cp/ ml e più di 350 CD4 e dovranno essere in terapia da almeno 1 anno, senza HCV, HBV o infezioni opportunistiche (notare che le caratteristiche stabilite per partecipare sono identiche a quelle del trial sul triossido d'arsenico - viene dunque stabilito uno standard da parte dei ricercatori cinesi per trial sulla cura di HIV che si svolgono in Cina).

Obiettivo principale: l'incidenza di eventi avversi riferibili ai trattamenti studiati.
Obiettivi secondari: la misurazione del reservoir di HIV nelle PBMC e nel plasma; l'immunità specifica valutata misurando CD4, CD8, VC-CAR-T e TCR-T.

Termine dello studio: dicembre 2020 e dicembre 2021.

Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: martedì 18 febbraio 2020, 6:45
da Dora
L'epidemia da nuovo coronavirus mi ha fatto pensare alle ricerche che stiamo seguendo in Cina: sono quella raccontata in questo thread, sulla chidamide, e quella sul triossido d'arsenico, raccontata nel thread Triossido di arsenico: un nuovo farmaco anti-latenza per cura funzionale.
Della seconda spero avremo presto occasione di parlare.
Sono andata a vedere se c'era qualche aggiornamento su chidamide e HIV e non ho trovato nulla: mentre anche di recente sono usciti molti lavori sull'uso della chidamide nel cancro, non è stato ancora pubblicato l'articolo sul trial di fase II di cui si parlò ad AIDS 2018 e che diede inizio al thread - quindi ad oggi continuano ad esserci solo tre articoli:

Immagine

Il trial su chidamide + CAR-T, che si sta svolgendo a Guangzhou e la cui pagina in ClinicalTrials.gov non è stata aggiornata da giugno scorso, da quando fu iscritto il protocollo, risulta sempre in fase di reclutamento dei pazienti.
Poiché alla fine di quest'anno dovrebbero esserci i primi risultati, seguiti a fine anno prossimo dai risultati conclusivi, mi auguro che la difficile situazione in cui versa la sanità cinese non abbia ripercussione anche su questo tipo di ricerche.

Altre sperimentazioni in corso su chidamide e HIV in ClinicalTrials.gov non ce ne sono. Ma è sempre possibile che non siano iscritte lì ed esistano solo in qualche registro cinese.

Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: lunedì 18 ottobre 2021, 11:00
da Dora
Dora ha scritto:
venerdì 27 luglio 2018, 7:25
#AIDS2018 - La prima sperimentazione clinica della chidamide come sostanza contro la latenza di HIV: un nuovo inibitore selettivo della istone deacetilasi tutto cinese


Un gruppo di ricerca della Fourth Military Medical University di Xi'an, Cina, ha presentato alla International AIDS Conference di Amsterdam i risultati di un piccolo trial clinico di fase I, che aveva lo scopo di indagare la sicurezza, la tossicità, il profilo farmacocinetico e farmacodinamico e infine anche l'efficacia anti-latenza della chidamide, un HDACi che è stato scoperto, brevettato e approvato un paio d'anni fa in Cina (e solo lì) come farmaco per il trattamento del linfoma periferico a cellule T (con il nome commerciale di Epidaza®). La chidamide ha il pregio di poter essere assunta oralmente.

Nell'ultimo anno, ricercatori della Fudan University di Shanghai e dell'Istitute of Trasfusion Medicine di Pechino hanno pubblicato due articoli su riviste di tutto rispetto, in cui vengono indagati i meccanismi d'azione e l'efficacia anti-latenza della chidamide, mettendola a confronto con il vorinostat, in diversi modelli cellulari di latenza e anche in cellule prelevate da persone con HIV in trattamento antiretrovirale. Da questi studi è emerso che la chidamide:

  • - riesce effettivamente a riattivare l'HIV latente, sia nelle linee cellulari, sia nei CD4 primari;
    - lo fa inducendo il fattore di trascrizione NF-kB;
    - lo fa con un'efficacia che dipende sia dal dosaggio, sia dal tempo di somministrazione (rispettivamente: dosaggio minore del vorinostat, efficacia che migliora nel tempo, mentre per il vorinostat succede il contrario);
    - lo fa con una tossicità minima, e comunque di gran lunga inferiore a quella del vorinostat.


Forti di questi risultati, gli scienziati del Tang-Du Hospital ad agosto 2015 hanno iscritto in ClinicalTrials.gov un trial di fase I, in aperto, su un singolo gruppo di 13 persone con HIV ben controllato dalla cART (HIV RNA < 50 copie/mL da almeno un anno, di fatto più di 18 mesi) e almeno 350 CD4. A settembre 2016 l'hanno concluso e oggi ce ne raccontano i risultati. Parallelamente, a settembre 2016 ne hanno aperto un altro di fase II/III, che è impostato in modo molto più solido: 60 partecipanti, randomizzato con placebo, in quadruplo cieco (cioè né partecipanti, né medici, né ricercatori, né chi ha il compito di validare i dati sanno chi prende che cosa).
Qui gli obiettivi sono invertiti rispetto a quelli del trial di fase I, perché sicurezza e tollerabilità passano in secondo piano, mentre gli obiettivi principali sono la misurazione dell'HIV RNA associato alle cellule, dell'HIV RNA nel plasma e del DNA virale totale. Fra gli obiettivi secondari troviamo anche la valutazione di marker dell' infiammazione, dell'immunoattivazione e della senescenza cellulare, per una ragione che si capirà fra poco, quando vedremo i risultati della fase I portati ad Amsterdam.

E questi risultati della somministrazione di 8 dosi di chidamide (10 mg due volte a settimana, per 4 settimane) a 6 uomini e una donna che assumevano dei regimi di ART standard sono in breve questi:

  • - l'HDACi è stato ben tollerato (1 rash, 1 fatigue, 1 sonnolenza), globuli rossi ed emoglobina sono scesi un poco, ma risaliti subito al termine dello studio, i CD4 sono rimasti stabili, non è stato riferito nessun evento avverso;
    - i profili farmacocinetico e farmacodinamico si sono dimostrati favorevoli;
    - la chidamide ha indotto la trascrizione del virus latente - e questo lo si è misurato sia nell'RNA, sia nel DNA virali associati ai CD4;
    - si sono misurati dei picchi nella viremia del sangue dopo la somministrazione del farmaco;
    - si è misurata una riduzione del DNA virale totale;
    - e non è finita qui, perché si sono visti anche degli effetti immunomodulanti, con una diminuzione di alcune citochine infiammatorie e anche dell'espressione del marker PD-1 sui CD4.


Tutto questo, naturalmente, è incoraggiante ma non basta. Ecco perché sono partiti subito con una sperimentazione clinica su un numero maggiore di pazienti e con un gruppo di controllo che prende un placebo.
In questo secondo trial, i partecipanti sono stratificati per numero di CD4 (30 con meno di 500, 30 con più). La somministrazione della chidamide avviene al medesimo dosaggio del primo trial e sempre due volte a settimana, però lo studio dura 96 settimane.
Non è prevista alcuna interruzione della ART.

La conclusione è prevista entro dicembre di quest'anno, quindi penso avremo presto altre notizie.




Fonti:
Lo scorso febbraio è stato pubblicato su HIV Medicine l'articolo relativo ai risultati del primo trial sulla chidamide, i cui dati parziali erano stati presentati ad Amsterdam nel 2018 e abbiamo già visto dando inizio a questo thread:

The histone deacetylase inhibitor chidamide induces intermittent viraemia in HIV‐infected patients on suppressive antiretroviral therapy

Immagine



Oggi è in partenza una nuova sperimentazione di fase II, sempre in Cina, sempre sponsorizzata da United BioPharma, sempre proof-of-concept (cioè su un pugno di partecipanti e senza gruppo di controllo - quindi con risultati che alla fine diranno pochino):

A Proof-of-concept Trial to Evaluate the Safety and Efficacy of UB-421 Plus Chidamide in Changing HIV Reservoirs

La novità è che alla chidamide viene aggiunto un anticorpo monoclonale sperimentale (studiato a Taiwan in fase II sempre da United BioPharma), un inibitore dell'aggancio al CD4: UB-421. Questo, dato in monoterapia a persone con HIV già soppresso da una cART tradizionale, ha permesso di controllare la viremia per 8 e poi 16 settimane durante la sospensione degli antiretrovirali. Effetti collaterali modesti, soprattutto rash.

La nuova sperimentazione è in aperto, su una decina di persone con HIV ben controllato da almeno 3 anni, ed è prevista l'interruzione della cART per permettere di studiare gli effetti sul reservoir di HIV durante e dopo le 8 settimane di trattamento (l'anticorpo è somministrato una volta a settimana, l'HDACi due volte, se ho capito bene - il protocollo è scritto in modo assai sciatto - in fase di sospensione della cART).

Conclusione prevista della sperimentazione: giugno 2022 - dicembre 2023.

Uno shock & kill 2.0 in versione cinese.

Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: giovedì 16 dicembre 2021, 7:18
da Dora
Dora ha scritto:
lunedì 18 ottobre 2021, 11:00
Oggi è in partenza una nuova sperimentazione di fase II, sempre in Cina, sempre sponsorizzata da United BioPharma, sempre proof-of-concept (cioè su un pugno di partecipanti e senza gruppo di controllo - quindi con risultati che alla fine diranno pochino):

A Proof-of-concept Trial to Evaluate the Safety and Efficacy of UB-421 Plus Chidamide in Changing HIV Reservoirs

La novità è che alla chidamide viene aggiunto un anticorpo monoclonale sperimentale (studiato a Taiwan in fase II sempre da United BioPharma), un inibitore dell'aggancio al CD4: UB-421. Questo, dato in monoterapia a persone con HIV già soppresso da una cART tradizionale, ha permesso di controllare la viremia per 8 e poi 16 settimane durante la sospensione degli antiretrovirali. Effetti collaterali modesti, soprattutto rash.

La nuova sperimentazione è in aperto, su una decina di persone con HIV ben controllato da almeno 3 anni, ed è prevista l'interruzione della cART per permettere di studiare gli effetti sul reservoir di HIV durante e dopo le 8 settimane di trattamento (l'anticorpo è somministrato una volta a settimana, l'HDACi due volte, se ho capito bene - il protocollo è scritto in modo assai sciatto - in fase di sospensione della cART).

Conclusione prevista della sperimentazione: giugno 2022 - dicembre 2023.

Uno shock & kill 2.0 in versione cinese.
Mi pare di capire che la Cina stia puntando molto sulla chidamide: è infatti in partenza un altro trial clinico su questo HDACi, combinato ancora con un anticorpo monoclonale, questa volta un anti-PD-L1, che si sta studiando per bloccare il legame tra le due molecole PD-1 e PD-L1:

Functional Cure Study of Anti-PD-L1 Antibody ASC22 in Combination With Chidamide in HIV-infected Patients With Antiviral Suppression

Questo anticorpo, ASC22 (Envafolimab), è in studio anche per trattare l'epatite B cronica, per coadiuvare la chemioterapia nel trattamento di tumori solidi, o in combinazione con altri anticorpi per trattare altri tipi di tumori.
Si somministra per via sottocutanea e il razionale della sperimentazione con chidamide, in persone con infezione da HIV ben controllata dalla cART e almeno 250 CD4, è quello di vedere se l'uso combinato di una sostanza anti-latenza e di un anticorpo che stimola la produzione di citochine con effetto anti-virale e incrementa l'attivazione dei linfociti T riesce a far diminuire il reservoir di cellule latentemente infettate da HIV.

Il trial, che si svolge a Shanghai, è di fase II, interventistico, in aperto e senza gruppo di controllo, e prevede l'arruolamento di 15 partecipanti, che riceveranno 1 mg/kg di ASC22 per via sottocutanea e 10 mg/kg di chidamide per via orale due volte a settimana. Per quante settimane? Boh!
L'obiettivo principale è la misurazione dei livelli di HIV DNA dopo ogni ciclo di trattamento (fino a 52 settimane) e il confronto con i livelli pre-trattamento.
Obiettivi secondari: numero e percentuale di CD4 e CD8 e loro rapporto; valutazione dei CD8 HIV gag-specifici dopo ogni ciclo di trattamento; variazioni dell'HIV RNA dopo ogni ciclo di trattamento. Naturalmente, saranno valutati anche gli eventuali eventi avversi.

Lo studio inizia adesso. A fine novembre 2022 dovrebbero esserci i risultati ad interim, a fine maggio 2023 quelli conclusivi.

Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: mercoledì 26 luglio 2023, 5:13
da Dora
Dora ha scritto:
giovedì 16 dicembre 2021, 7:18
Mi pare di capire che la Cina stia puntando molto sulla chidamide: è infatti in partenza un altro trial clinico su questo HDACi, combinato ancora con un anticorpo monoclonale, questa volta un anti-PD-L1, che si sta studiando per bloccare il legame tra le due molecole PD-1 e PD-L1:

Functional Cure Study of Anti-PD-L1 Antibody ASC22 in Combination With Chidamide in HIV-infected Patients With Antiviral Suppression

Questo anticorpo, ASC22 (Envafolimab), è in studio anche per trattare l'epatite B cronica, per coadiuvare la chemioterapia nel trattamento di tumori solidi, o in combinazione con altri anticorpi per trattare altri tipi di tumori.
Si somministra per via sottocutanea e il razionale della sperimentazione con chidamide, in persone con infezione da HIV ben controllata dalla cART e almeno 250 CD4, è quello di vedere se l'uso combinato di una sostanza anti-latenza e di un anticorpo che stimola la produzione di citochine con effetto anti-virale e incrementa l'attivazione dei linfociti T riesce a far diminuire il reservoir di cellule latentemente infettate da HIV.

Il trial, che si svolge a Shanghai, è di fase II, interventistico, in aperto e senza gruppo di controllo, e prevede l'arruolamento di 15 partecipanti, che riceveranno 1 mg/kg di ASC22 per via sottocutanea e 10 mg/kg di chidamide per via orale due volte a settimana. Per quante settimane? Boh!
L'obiettivo principale è la misurazione dei livelli di HIV DNA dopo ogni ciclo di trattamento (fino a 52 settimane) e il confronto con i livelli pre-trattamento.
Obiettivi secondari: numero e percentuale di CD4 e CD8 e loro rapporto; valutazione dei CD8 HIV gag-specifici dopo ogni ciclo di trattamento; variazioni dell'HIV RNA dopo ogni ciclo di trattamento. Naturalmente, saranno valutati anche gli eventuali eventi avversi.

Lo studio inizia adesso. A fine novembre 2022 dovrebbero esserci i risultati ad interim, a fine maggio 2023 quelli conclusivi.
#IAS2023 - Presentati a Brisbane i risultati del trial su ASC22 (Envafolimab) in combinazione con Chidamide

Lo studio di fase II ha dimostrato che la combinazione dell'anticorpo anti-PD-L1 ASC22 (Envafolimab - iniezioni sottocutanee una volta a settimana per 4 settimane) e dell'HDACi chidamide (somministrazioni orali due volte a settimana per 12 settimane) in persone con viremia di HIV soppressa dalla cART è stato ben tollerato ed è riuscito effettivamente a riattivare il reservoir latente di HIV.
All'8° e alla 12° settimana si sono potuti misurare livelli aumentati di CA HIV RNA rispetto ai valori di base, con aumenti rispettivamente di 4,27 e 3,41 volte (P=0,001, P=0,006). I rapporti di HIV CA RNA e HIV RNA totale hanno mostrato la medesima tendenza (P=0,038, P=0,017, rispettivamente).
Sono attesi nuovi trial clinici.



Abstract: LBEPB18 - Anti-PD-L1 antibody ASC22 in combination with chidamide potentiates HIV latency reversal and immune function from ART-suppressed individuals: a single center, single-arm, phase 2 study

Immagine


Comunicato stampa: Shanghai Public Health Clinical Center Presented Clinical Results of ASC22 (Envafolimab) in Combination with Chidamide for Functional Cure of HIV Infection at the 12th IAS Conference on HIV Science

Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: lunedì 22 gennaio 2024, 7:24
da Delstrigo1974.
Immensamente grati Dora, per tutto quanto fai per noi…

Re: Chidamide: un nuovo HDACi tutto cinese

Inviato: lunedì 22 gennaio 2024, 12:27
da Dora
Delstrigo1974. ha scritto:
lunedì 22 gennaio 2024, 7:24
Immensamente grati Dora, per tutto quanto fai per noi…
Ti ringrazio, sei davvero gentile. Anche se ormai faccio ben poco ...
Speriamo che con il prossimo CROI, a inizio di marzo, arrivi qualche novità interessante sulla cura.
Ciao!