SILICIANO: caratterizzazione del reservoir, studi sulla cura

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
Mandrake
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Re: SILICIANO: caratterizzazione del reservoir, studi sulla cura

Messaggio da Mandrake » giovedì 19 dicembre 2019, 21:48

@Dora posso farti una domanda?
Questo studio vuol dire che dopo 23 anni si può sospendere la terapia?



Dora
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Re: SILICIANO: caratterizzazione del reservoir, studi sulla cura

Messaggio da Dora » venerdì 20 dicembre 2019, 6:57

Taurus ha scritto:
giovedì 19 dicembre 2019, 19:43
Azzardo....questo studio potrebbe spiegare casi come quello del nostro "Vito83" (o qualcosa del genere...), che dai suoi aggiornamenti apprendiamo che dopo aver sospeso la CART sta continuando a tenere viremia irrilevabile e parametri generali da sieronegativo?
Direi di no, perché la stima sull'esaurimento del reservoir composto da virus capace di replicarsi prevede anni e anni di terapia antiretrovirale. Invece, il nostro Vito ha iniziato la cART in fase acuta, l'ha sospesa dopo non ricordo esattamente quanto ma poco tempo, e quando ha visto che la viremia non ritornava ha scoperto di essere diventato un post treatment controller. E che post treatment controller! Uno più unico che raro, a vedere dalle sue analisi.
Fossi nei suoi medici, invece di continuare con le analisi rituali, gli asporterei un linfonodo e qualche frammento di retto per vedere se c'è del DNA virale in quei tessuti. Magari non se ne trova e Vito potrebbe liberarsi da questa zavorra e vivere spensierato senza pensarci più. Invece ha dei medici poco curiosi e ogni pochi mesi è costretto a venirci ad aggiornare su viremia zero e sistema immunitario perfetto.


Mandrake ha scritto:
giovedì 19 dicembre 2019, 21:48
@Dora posso farti una domanda?
Questo studio vuol dire che dopo 23 anni si può sospendere la terapia?
Meglio andarci cauti, eh? Dobbiamo stare ben attenti a non confondere i modelli con la realtà.
L'abstract, come hai visto, non riportava il modo dettagliato con cui sono state fatte le stime, ma immagino che una delle condizioni del modello sia che la cART venga presa in modo costante e la viremia sia sempre irrilevabile. Esiste un caso simile nella realtà? Esiste qualcuno che non abbia mai, in un quarto di secolo, sospeso la terapia neppure per una settimana? Che non abbia mai avuto un fallimento terapeutico o un blip? Fra l'altro, quando è nata la terapia combinata neppure esistevano i test per misurare le viremie, che si sono diffusi nella clinica un anno dopo e avevano una soglia molto più alta rispetto a quella cui siamo abituati adesso.
Quindi, la teoria ti dice che il reservoir di virus intatto si esaurisce più in fretta di quello complessivo, contenente virus difettoso. Ma che cosa poi accada nella vita concreta delle singole persone è ancora da dimostrare e non è detto che quel che vale per uno valga anche per un altro, perché le variabili nella realtà sono molte di più di quante un modello ne possa considerare.

Piuttosto, a me pare che questo studio dia un sostegno in più a ipotesi come quella di Savarino su auranofin e BSO, o come quella del micofenolato mofetile, perché nelle strategie antiproliferative, a differenza di quelle di un colpo e via, il tempo è un alleato prezioso (e indispensabile) e da questo studio si capisce che il tempo gioca a loro favore, con il reservoir "cattivo" che si esaurisce prima di quello """innocuo""".



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