Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UCSF?

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
Dora
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Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UCSF?

Messaggio da Dora » lunedì 7 settembre 2015, 8:18

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UNA TISANA DI KANSUI PER ERADICARE L’HIV? A SAN FRANCISCO UN TRIAL CLINICO PILOTA DIRETTO DA STEVEN DEEKS SOLLEVA INQUIETANTI DOMANDE

Dalla prostratina ai derivati ingenol, lo sterminato mondo delle euphorbiacee ci regala diverse sostanze che – quanto meno in vitro – promettono di riattivare l’HIV latente.
Fra gli ingenoli, l’ingenol-B e l’ingenolo mebutato sono stati studiati sia in diversi modelli cellulari di latenza, sia in cellule prelevate ex vivo a persone con HIV in terapia, sia – l’ingenol B – in modelli animali, per indagare la loro capacità di riattivare la trascrizione dell’HIV latente. Si è visto che funzionano piuttosto bene e soprattutto si è visto di recente che possono lavorare in sinergia con altre sostanze, così amplificando il loro effetto anti-latenza e candidandosi ad essere studiati nell’uomo come possibili sostanze per lo shock and kill 2.0 – la strategia di eradicazione che abbiamo chiamato cALT (terapia anti-latenza combinata).

Fa parte della famiglia degli ingenol anche l’Ingenol 3,5,20-triacetato (ITA), estratto dalle radici dell’Euphorbia Kansui.

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Un gruppo di studiosi giapponesi, nella seconda metà degli anni ’90, dimostrò che l’ingenolo triacetato aveva in vitro un effetto inibitorio della replicazione di HIV in cellule con infezione acuta abbastanza potente anche se meno forte di quello dell’AZT, e un più interessante effetto di stimolo alla replicazione virale in cellule cronicamente infette, a concentrazioni bassissime (nanomolari).
Gli scienziati giapponesi scoprirono anche che il meccanismo grazie al quale l’ingenolo triacetato stimola la riattivazione dell’HIV latente è l’attivazione del fattore nucleare kB (NF-kB), che è un induttore della replicazione di HIV attraverso il meccanismo della protein-chinasi C (PKC).

Pareva che l’ingenolo triacetato si fosse inabissato fra le tante sostanze prese in considerazione negli anni ’90 del secolo scorso per contrastare l’HIV e poi dimenticate, perché non si sapeva bene come utilizzarle. Ma fra il 2014 e il 2015, sulla scia dell’interesse per l’ingenol B, i vecchi articoli giapponesi sono stati riesumati e citati in un paio di review dedicate ad agonisti della PKC da impiegarsi come possibili sostanze anti-latenza.

Questo derivato ingenol potrebbe dunque godere di nuova popolarità se qualcuno si impegnasse a studiarlo come si deve, proseguendo la ricerca iniziata in Giappone e mai approfondita.
Servirebbero studi sui modelli cellulari di latenza, studi ex vivo su cellule di persone con HIV e in ART soppressiva, studi su scimmie … insomma, la normale trafila che porta una sostanza ad essere infine sperimentata sull’uomo.

Invece no. Invece accade che alla University California San Francisco Sulggy Lee, una infettivologa di secondo piano che collabora con Mike McCune e Steven Deeks, abbia una certa propensione per la medicina tradizionale cinese, o forse si ricordi che sua nonna usava la radice di Kansui in polvere per fare tisane che curavano ogni dolore avesse a che fare con i meridiani di milza, polmoni, reni, vescica e intestino, in particolare se qualcuno aveva da purgare eccessi di fluidi o da rilassare le viscere. Purché non ci fossero gravidanze in corso, deficienze di Qi o – Dio non voglia! – un indebolimento dello Yin, però, perché in quel caso la tisana di kansui era assolutamente sconsigliata.

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Capitava che, data la notevole tossicità della polvere di kansui, chi beveva le tisane della nonna presentasse strani sintomi da avvelenamento – mal di pancia e diarrea, con corredo di nausea, vomito, palpitazioni e crolli di pressione, se andava bene; epatiti fulminanti, se di tisana ne aveva bevuta troppa o era stato così scemo da prenderla insieme alla liquirizia.

Ma siamo moderni, no? Siamo scienziati che sanno quello che fanno e hanno dei preliminary in vitro data che parrebbero dimostrare che kansui extract powder is a potent activator of HIV transpcription in latently infected Jurkat cells.

E così la nostra Sulggy Lee riesce a farsi approvare dal comitato etico del San Francisco General Hospital, finanziare dal Center for AIDS Research (CFAR) presso cui insegna, e sponsorizzare dalla sua blasonatissima università una sperimentazione clinica per indagare non – come precorrendo un po’ i tempi potremmo pensare – gli effetti dell’ingenolo triacetato sul reservoir latente di persone con HIV e viremia soppressa dalla ART, ma invece un delirante studio sulla “risposta immunologica al kansui in persone HIV+ in terapia”: Immunologic Response to Kansui in Treated HIV+ Individuals: a Dose Escalation Study.

E non assume da sola la direzione del trial, no. La affianca nulla di meno che Steven Deeks.

Questo studio clinico di fase I, regolarmente iscritto in ClinicalTrial.gov lo scorso 20 agosto, è di tipo interventistico, non randomizzato, in aperto e su un singolo gruppo di presumibilmente 9 persone.
I volontari berranno per 1, 2 o 3 giorni consecutivi una tisana fatta con 1 grammo di polvere di Euforbia Kansui sciolta in poco più di 1 decilitro di acqua bollente fatta poi raffreddare.

E la brava Sulggy Lee (immagino sotto l’attenta supervisione di Steven Deeks) valuterà in primo luogo la sicurezza della tisana, contando gli effetti avversi che abbiano come grado di severità almeno 2 e le eventuali corrispondenti anomalie di laboratorio (insomma, se le transaminasi schizzano alle stelle e serve con urgenza un trapianto di fegato).
In secondo luogo – e qui arriviamo allo stadio parossistico del delirio – misurerà i cambiamenti nei livelli di attivazione immunitaria (percentuale di CD4 e CD8 che portano i marker CD69 e HLA-DR) nei 31 giorni successivi alla degustazione del tè.
Non contenta, cercherà anche di misurare i cambiamenti del reservoir, valutando i livelli di HIV RNA associato alle cellule e quello libero nel sangue nei 31 giorni di durata del protocollo.

La speranza dei ricercatori è che, una volta stabilite in vivo la sicurezza e l’attività biologica della tisana di kansui, si possa procedere a uno studio più ampio, che permetta di indagarne l’efficacia nel trattamento dell’infezione da HIV.
In una pagina del sito della UCSF in cui si narrano le success stories che hanno allietato l’università nella primavera del 2015, Sulggy Lee è ancora più ardita, perché si spinge a dichiarare che

  • I risultati di questo studio forniranno i dati preliminari per proseguire potenzialmente con futuri studi interventistici e farmacocinetici/farmacodinamici sul kansui per l’eradicazione di HIV.


Ora io ho tre semplici domande e una sommessa proposta.
Domande:

  • 1. I costituenti chimici della polvere estratta dalla radice dell’Euphorbia kansui sono innumerevoli. Se anche Sulggy Lee rilevasse un perturbamento del reservoir che potesse far pensare a una azione della tisana sull’HIV latente, come potrebbe attribuire questa azione a una sostanza specifica? E se invece la tisana si rivelasse tossica e facesse alzare troppo – come ci si può attendere – i marker di attivazione, come farebbe Sulggy Lee a dire che la colpa è di uno dei derivati ingenol presenti e quindi che questo è troppo tossico per essere somministrato in vivo? Comunque la si veda, questa sperimentazione rischia o di creare confusione attorno all’ingenolo triacetato, o di segargli le gambe nella sua corsa come sostanza anti-latenza.

    2. Perché la UCSF finanzia e sponsorizza un trial clinico che, fin dal modo in cui è impostato, può essere considerato spazzatura e che non potrà dare alcuna indicazione utile nella ricerca di una cura dell’infezione da HIV? Quanto della marea montante delle CAM (complementary and alternative medicine) è riuscito a insinuarsi nella ricerca su HIV? Quanto sCAM è ammesso nei laboratori da cui ci attendiamo che arrivi una cura?

    3. Perché Steven Deeks ha prestato la sua faccia e il suo prestigio a questa buffonata?


Proposta: per generazioni e generazioni, le mie nonne hanno curato quasi tutto con il brodo di pollo. Ora lo si trova anche in commercio già pronto: organico, senza grassi e con ridotto contenuto di sodio. Vogliamo vedere se funziona anche contro la latenza di HIV?

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uffa2
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Re: Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UC

Messaggio da uffa2 » lunedì 7 settembre 2015, 9:13

Dora ha scritto:
  • 1. I costituenti chimici della polvere estratta dalla radice dell’Euphorbia kansui sono innumerevoli. Se anche Sulggy Lee rilevasse un perturbamento del reservoir che potesse far pensare a una azione della tisana sull’HIV latente, come potrebbe attribuire questa azione a una sostanza specifica? E se invece la tisana si rivelasse tossica e facesse alzare troppo – come ci si può attendere – i marker di attivazione, come farebbe Sulggy Lee a dire che la colpa è di uno dei derivati ingenol presenti e quindi che questo è troppo tossico per essere somministrato in vivo? Comunque la si veda, questa sperimentazione rischia o di creare confusione attorno all’ingenolo triacetato, o di segargli le gambe nella sua corsa come sostanza anti-latenza.
Fino a questo passaggio mi dicevo “ma perché s’incazza tanto?”, poi mi sono risvegliato e ho capito.
Effettivamente qui si passa dalla ricerca sui principi attivi a quella sui minestroni, dei quali al massimo si può accertare che fanno bene al transito intestinale e “fanno fare tanta plin plin”…
Poi, uno non sa se fare il tifo o no per la radice euforbiesca, anche perché, una volta avesse successo, ci troveremmo davanti a terapie fatte in casa, con indicibili variabilità e rischi di ogni genere, e ciò resterebbe in piedi anche se (assurdità per assurdità), DOPO questo studio si cercasse di capire quali sono i principi della radice a essere rilevanti, anche perché sennò come cavolo fai a produrre un farmaco di qualità standard da somministrare a decine di milioni di pazienti ai quattro angoli del mondo? immagino solo la quantità di gente che si fa male con la tisana...
Qualcuno dev’essersi innamorato e ha perso il lume del buon senso.


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Dora
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Re: Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UC

Messaggio da Dora » lunedì 7 settembre 2015, 9:42

uffa2 ha scritto:qui si passa dalla ricerca sui principi attivi a quella sui minestroni, dei quali al massimo si può accertare che fanno bene al transito intestinale e “fanno fare tanta plin plin”…
Brodo di pollo, Uffa, con il brodo di pollo passa tutto.
Oppure yogurt magico.

Il tuo post mi ha fatto capire che ho dimenticato di aggiungere un appello a quanto ho scritto prima:

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  • NON PROVATE SU DI VOI L'ERADICAZIONE ATTRAVERSO LA TISANA DI KANSUI.
    RISCHIATE DAVVERO UN'EPATITE FULMINANTE E, SE SIETE FORTUNATI, UN TRAPIANTO DI FEGATO.
Qualcuno dev’essersi innamorato
E avere trovato il modo di usare il suo grande prestigio scientifico per premere su comitati etici e finanziatori.
Cose che ti aspetti avvengano regolarmente all'università di Firenze, un po' meno a San Francisco.



Puzzle
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Re: Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UC

Messaggio da Puzzle » mercoledì 9 settembre 2015, 22:07

Raccomando altri ottimi rimedi della medicina cinese: il vino di tigre ricavato dalla macerazione delle ossa frantumate del felino, elisir afrodisiaco e taumaturgico; il corno di rinoceronte per il mal di testa, i foruncoli e contro le possessioni demoniache; infine la bile di orso tibetano (vivo) contro la febbre, per i problemi di fegato e le piaghe agli occhi.



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Re: Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UC

Messaggio da Dora » giovedì 10 settembre 2015, 2:09

Puzzle ha scritto:Raccomando altri ottimi rimedi della medicina cinese: il vino di tigre ricavato dalla macerazione delle ossa frantumate del felino, elisir afrodisiaco e taumaturgico; il corno di rinoceronte per il mal di testa, i foruncoli e contro le possessioni demoniache; infine la bile di orso tibetano (vivo) contro la febbre, per i problemi di fegato e le piaghe agli occhi.
Grazie per la segnalazione. L'ho girata all'Università di Firenze, dove c'è un gruppo che sta lavorando proprio ai confini fra eradicazione di HIV e Medicina Tradizionale Cinese.
Anzi, credo di non svelare nessun segreto se vi anticipo che è in uscita presso l'Italian Journal of Anatomy and Embryology l'articolo relativo a uno studio di questo gruppo di ricerca fiorentino, che ha lavorato sul balsamo di tigre rosso applicato come farmaco antilatenza in un modello di cellule latentemente infette.

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In una dichiarazione che sta per essere pubblicata fra le News autunnali di UniFi, i ricercatori hanno sottolineato la potenza dell'azione del balsamo di tigre rosso nella riattivazione della trascrizione virale con parole che non lasciano spazio a dubbi sul fatto che sia il più efficace composto anti-latenza sperimentato fino ad oggi:
  • [...] il balsamo di tigre rosso è un potente attivatore della trascrizione di HIV in un modello di cellule Jurkat latentemente infette. Abbiamo osservato una riattivazione mai vista: sembrava di vedere dei popcorn che esplodono nel microonde! [...]
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Verrà anche annunciato l'inizio di una sperimentazione clinica, che si svolgerà in collaborazione con il Centro Fior di Prugna Medicine Complementari e non Convenzionali Azienda Sanitaria di Firenze, per indagare la “risposta immunologica al balsamo di tigre rosso in persone HIV+ in terapia”. Sarà uno studio clinico di fase I, di tipo interventistico, non randomizzato, in aperto e su un singolo gruppo di una decina di persone con HIV, almeno 350 CD4 e viremia soppressa da almeno 6 mesi (< 50 copie/mL).
Dal momento che il composto studiato ha un forte effetto riscaldante, le persone con prevalenza di energia Yang sono escluse da questa prima fase dello studio.
Per 1, 2 o 3 giorni consecutivi, i volontari si massaggeranno le tempie con il balsamo.
Oltre a diversi marker di attivazione, l'effetto sul reservoir latente verrà indagato grazie a una metodica rivoluzionaria, messa a punto proprio a UniFi: la ultrasonografia transcranica (Transcranial ultrasonography - TUS).
Risultati attesi per fine 2016.



uffa2
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Re: Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UC

Messaggio da uffa2 » giovedì 10 settembre 2015, 8:58

dimmi che stai scherzando, dài ti imploro :(


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Re: Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UC

Messaggio da Dora » giovedì 10 settembre 2015, 10:40

uffa2 ha scritto:dimmi che stai scherzando, dài ti imploro :(
Io credo che, se c'è una cosa che il trial clinico sul kansui ci può insegnare, è che non c'è limite alle baggianate che una università disattenta, o che strizza l'occhio alle CAM perché vanno tanto di moda, può decidere di sponsorizzare.
D'altra parte, l'università di Firenze ha lasciato per anni che un suo docente insegnasse che si può "eradicare" l'HIV con il GcMAF e si desse molto da fare per sperimentare il suo yoghurt magico sulle persone con HIV.
Quindi, per rispondere alla tua implorazione, sì, sto ovviamente scherzando. Non è vero che sta per partire a Firenze un trial sul balsamo di tigre come sostanza anti-latenza.
Non è vero, ma purtroppo è assai verosimile. :?



rospino
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Re: Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UC

Messaggio da rospino » giovedì 10 settembre 2015, 10:54

uffa2 ha scritto:dimmi che stai scherzando, dài ti imploro :(
Un bel pesce di... settembre.
Io, stavolta, non ci sono cascato.
Fesso una volta, due no eh!



Dora
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Re: Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UC

Messaggio da Dora » giovedì 10 settembre 2015, 11:00

rospino ha scritto:
uffa2 ha scritto:dimmi che stai scherzando, dài ti imploro :(
Un bel pesce di... settembre.
Io, stavolta, non ci sono cascato.
Fesso una volta, due no eh!
Certo, il balsamo di tigre che fa saltare fuori il virus dalla latenza come fosse popcorn è così grottesco che credo bene che tu non ci sia cascato. ;)
Né credo che saresti stato fra quelli che accusarono me e Uffa di togliere una valida opzione terapeutica alle persone con HIV quando mandammo la lettera al rettore di UniFi, che finalmente si svegliò dal suo torpore.
Però il trial sul kansui è vero, ahimè. Non ho inventato neppure una virgola e tutti i link lo dimostrano.
Mi chiedo come mai nessun attivista americano stia sbraitando pubblicamente contro questa porcheria. Perché c'è coinvolto Deeks? Spero che almeno in privato qualcuno si sia mosso.



rospino
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Re: Una tisana di kansui contro la latenza di HIV?! sCAM @UC

Messaggio da rospino » giovedì 10 settembre 2015, 11:11

Dora ha scritto:
rospino ha scritto:
uffa2 ha scritto:dimmi che stai scherzando, dài ti imploro :(
Un bel pesce di... settembre.
Io, stavolta, non ci sono cascato.
Fesso una volta, due no eh!
Certo, il balsamo di tigre che fa saltare fuori il virus dalla latenza come fosse popcorn è così grottesco che credo bene che tu non ci sia cascato. ;)
Né credo che saresti stato fra quelli che accusarono me e Uffa di togliere una valida opzione terapeutica alle persone con HIV quando mandammo la lettera al rettore di UniFi, che finalmente si svegliò dal suo torpore.
Però il trial sul kansui è vero, ahimè. Non ho inventato neppure una virgola e tutti i link lo dimostrano.
Mi chiedo come mai nessun attivista americano stia sbraitando pubblicamente contro questa porcheria. Perché c'è coinvolto Deeks?
Qualcuno ci cascherà, su questa tua burlonata... magari la troviamo sbattuta su qualche pagina negazionista. La lettera al rettore di UniFi l'avrei sottoscritta pure io. Anche perché io non sopporto lo yogurt, molto meglio il kefir! [emoji6]


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