Rob_Rob ha scritto:Cosa nuova Che ho imparato e' Che I cd4 verrebbero "infettati" nell'intestino dove dimora anche il virus. Forse ho capito male, o forse il giornalista ha capito male, ma questa parte sul meccanismo dell'infezione non l'ha sapevo proprio.
Sì, il danno ai CD4 presenti nella mucosa intestinale è il primo visibile dell'infezione e può arrivare ad essere molto esteso. Fra l'altro, causa una maggiore permeabilità al passaggio dei microbi e batteri presenti nell'intestino nel resto del corpo e così contribuisce allo stato di infiammazione, che diminuisce molto, ma non svanisce del tutto nelle persone in terapia (ti capiterà di imbatterti nel termine "traslocazione microbica" - "microbial translocation").
Comunque c'e' Un giallo Che sembra aver appassionato sia Gli scienziati Che I media Che e' quello Che non hanno capito perche' l'anticorpo ha funzionato cosi bene sulle scimmie e sperano Che funzioni su humans. Cio' il meccanismo di azione non e' stato compreso a fondo. Da Un lato questo e' negativo perche' rallentera' tutta la ricerca ma da Un lato sembra potrebbe aprire Un capitolo tutto nuovo su HIV. Il farmaco Gia' e' in commercio e prodotto dal gigante farmaceutico Takeda. Complimenti ai 20 pazienti coraggiosi Che parteciperanno allo studio e quindi interromperanno ART e riceveranno solo Entyvio.
Parto dalla fine: sì, bravissimi questi volontari che si prestano a interrompere la ART - non è una cosa priva di rischi, ma fortunatamente saranno monitorati molto bene, quindi al primo accenno di rebound delle viremie torneranno a prendere gli antiretrovirali. Quanto invece alle possibili tossicità di Entyvio, sono
ben note, perché non è un farmaco sperimentale anche se è in commercio da un paio d'anni soltanto, quindi mi preoccupano di meno. Quello che mi preoccupa un po' sono le tre scimmie che hanno sviluppato anticorpi contro l'anti-α4β7, perché questo è un rischio di tutti gli anticorpi e vanifica la loro utilità.
Quanto al fatto che il meccanismo di azione dell'anti-α4β7 non sia ancora chiaro, credo di aver scritto fin dall'inizio che ho apprezzato molto lo stile con cui questa ricerca è stata presentata: senza enfasi, evitando accuratamente di parlare di cura, ammettendo che le cose sono molto meno chiare di quanto si vorrebbe.
Dopo la sbronza sulla cura che ci hanno fatto subire gli inglesi del RIVER trial neanche due settimane fa, ci sarebbe mancato solo un replay ...
La mia amica Sylvie Coyaud, che è sempre molto più informata di me,
dice che forse gli NIH hanno imparato la lezione dopo il "problema di hype" che hanno avuto solo qualche giorno fa. Ma questo è lo stile abituale di Fauci, uno che ha imparato ad essere cauto ai limiti del sembrare pessimista.
Ho visto che il gruppo di Ansari e Fauci ha pubblicato un lavoro precedente a questo nel 2014, dove mette le basi teoriche per il successo della sperimentazione di oggi sui macachi. Ora me lo leggo e spero per domani di preparare il post di integrazione al primo.