Su
Clinical Infectious Diseases di ottobre è stato pubblicato un interessantissimo report sul seminario
“Graft versus Host Responses in HIV Eradication”, che si è tenuto a Bethesda, presso gli NIH, lo scorso febbraio.
Il full text è stato reso disponibile da J.Levin e lo trovate in
Natap:
Progress toward curing HIV infections with hematopoietic stem cell transplantation.
Vi si discute di condizionamento pre-trapianto e degli effetti di Graft versus Host, Graft versus Leukemia e Graft versus HIV Reservoir. Ne parlo qui solo relativamente a una ricerca presentata da Michele di Mascio sulla total body irradiation, che non è ancora stata pubblicata, ma che offre una spiegazione del perché la TBI non è stata sufficiente ad eradicare i reservoir di HIV nei macachi di Guido Silvestri.
Di Mascio, usando tecniche di imaging con dei macachi, ha osservato che la TBI ha distrutto in modo efficace i CD4 nel sangue e nei linfonodi (fra 94 e 99% ha visto infatti Silvestri), ma non nella milza. La resistenza del tessuto splenico alla distruzione dei CD4 mediante irradiazione non è stata vinta neppure quando sono state usate dosi più alte di TBI o si è tentato un condizionamento con una immunotossina anti-CD3.
Di Mascio ha anche potuto osservare che l'infezione cronica da SIV o da SHIV riesce a distruggere i CD4 della milza più efficacemente sia della TBI, sia dell'immunotossina.
Questo naturalmente fa ipotizzare che serviranno dei regimi di condizionamento diversi per distruggere i reservoir di HIV presenti nei tessuti.
Da Ann Woolfrey, poi, sono stati presentati una serie di studi che hanno quantificato l'impatto dei regimi di condizionamento sui reservoir di HIV di persone che dovevano ricevere un trapianto autologo per qualche patologia oncoematologica. Condizionamenti mieloablativi molto intensi - accompagnati costantemente dalla ART prima, durante e dopo il trapianto - hanno ridotto le dimensioni dei reservoir, ma non li hanno completamente eliminati. Secondo Ann Woolfrey, se si aggiungessero anticorpi che distruggono i CD3 o i CD4, si potrebbe forse accelerare la distruzione dei reservoir.
L'accumularsi di dati sui condizionamenti sia negli uomini sia nei modelli di primati non umani ha portato i partecipanti al workshop a concludere che anche regimi di condizionamento molto intensi non sono sufficienti ad eradicare i reservoir, benché ne riducano le dimensioni in modo sostanziale.
Dal momento che sia la TBI, sia altri regimi di condizionamento mieloablativo, sono fortemente immunosoppressivi, questo li rende verosimilmente un azzardo eccessivo per persone che controllano l'HIV con la ART e non hanno bisogno di un trapianto per curare qualche malattia oncoematologica. Si pone dunque una questione di eticità nell'usarli su persone in relativamente buona salute.
Restano da esplorare gli effetti sul reservoir di condizionamenti NON- o solo PARZIALMENTE mieloablativi.