...Eh son qua... Che dire, provo davvero una grande gioia nel vedere quanto velocemente procede la ricerca sugli anticorponi.
Capisco molto bene l'altalena di emozioni che provano coloro che hanno appena ricevuto la diagnosi.
Io stesso mi sono affezionato a questi anticorpi perché tre anni fa, quando purtroppo ho iniziato a seguire la ricerca sull'HIV, la notizia dei loro prodigiosi effetti sulle scimmie aprì per me uno squarcio di speranza.
Poi ho cercato di studiare e approfondire e ho capito (molto vagamente, eh!!
) qual è la loro importanza: si tratta di un approccio "nuovo", che potrebbe costituire un tassello fondamentale nella ricerca della combinazione di farmaci che potrebbe portare un giorno all'eradicazione; combinazione che dovrà vedere affiancati agli antiretrovirali medicinali che svolgono una funzione diversa, ma complementare.
Ma, come ha già ricordato giustamente Dora, non dobbiamo crearci false illusioni: l'approccio anticorpale non è del tutto inedito, fu già provato anni fa e risultò inefficace. Si trattava però allora non di anticorponi come questi (che sono anticorpi altamente immunizzanti), ma di anticorpi, per così dire, "semplici". Stiamo quindi a vedere come si comporteranno queste nuove molecole.
Mi pare comunque molto, molto positivo l'andamento che la ricerca ha avuto sin qui: siamo sinceri, in quanti, nel 2013, si aspettavano che nel 2016 avremmo già avuto due sperimentazioni di combinazione sui BNABS?
Inoltre, mi sembra estremamente significativo che dietro la ricerca sugli anticorpi si profili una strategia molto strutturata: partono più o meno assieme sia un trial in cui l'anticorpo 3BNC117 viene testato assieme all'anticorpo 10-1074, sia un trial in cui lo stesso 3BNC117 viene messo alla prova assieme alla romidepsina. Entrambi i trial sono condotti dalla Rockefeller University e per entrambi si prevedono i risultati per la seconda metà del 2018.
Forse i tempi non saranno rispettati in modo rigorosissimo, ma credo che disporremo entro un termine ragionevole di moltissime informazioni sulle modalità di azione degli anticorpi e - SE QUESTE INFORMAZIONI SARANNO POSITIVE - potrebbe partire un altro trial, in cui magari entrambi gli anticorpi sono usati assieme alla romidepsina (ed eventualmente a qualche altra sostanza antilatenza)... e allora saremmo davvero un po' più vicini al grande traguardo...
In generale, spero anche che la speditezza con cui procede questa ricerca sia l'indice di un nuovo atteggiamento degli accademici; ne abbiamo già parlato tante volte, anche a livello scientifico è stata evidenziata, con grande autorevolezza, la necessità di accelerare finalmente i tempi delle sperimentazioni... insomma anche tra gli scienziati comincia ad avvertirsi il bisogno di darsi una mossa...
Che dire, la cura eradicante sarà un puzzle molto complicato, costituito da tante tessere... di queste tessere oggi non ne abbiamo praticamente nessuna... SE QUESTE SPERIMENTAZIONI ANDRANNO BENE, gli anticorpi altamente immunizzanti potrebbero rivelarsi fondamentali...
FORZA ANTICORPONI, FATEVI VALERE!!!